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  La Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e lo Scapolare 
MultimediaUn intervento del mariologo Antonino Grasso nella trasmissione NON UN GIORNO QUALSIASI della Radio Vaticana condotta da Federico Piana del 15 luglio 2018.

TESTO DELL'INTERVENTO

1. La Memoria della B. Vergine del Monte Carmelo

Già nell'esortazione apostolica Marialis cultus del 1974, Paolo VI collocava la Memoria della Vergine Maria del Monte Carmelo del 16 luglio, tra le feste «celebrate originariamente da particolari famiglie religiose, ma che oggi, per la diffusione raggiunta, possono dirsi veramente ecclesiali». All'origine di questa festa si trova l'Ordine dei Carmelitani, caratterizzato dallo stretto legame che lo unisce al Monte Carmelo, sul quale si formò il primo nucleo di eremiti che seguivano, come modello esemplare di vita, il profeta Elia. Nella spiritualità della Bibbia, il Carmelo è cantato per la sua bellezza.  Questo splendore del Carmelo, di cui parla il grande profeta, viene riferito a Gerusalemme, intesa non nella sua realtà geografica, ma come personificazione di tutto il popolo di Israele fedele a Dio. Il Carmelo si inserisce così in quella che è chiamata la "geografia dello spirito", nella quale tutti gli elementi materiali, come case, piante, fiori, monti, fiumi, assumono un profondo simbolismo spirituale, che si applica a Israele, ma anche alla Chiesa, alle anime e in modo particolare alla Vergine Maria. Ciò spiega perché il Carmelo, che nella sua etimologia significa "giardino", diventa il simbolo di quel "giardino" fiorito e ricco di ogni virtù che è la Madre del Signore, e che per questo viene invocata come Decor et Flos Carmeli, cioè, "bellezza e fiore del Carmelo”. Da questo monte che simboleggia la sua spirituale bellezza, Maria annuncia la fine del dominio, della bruttura e dell’aridità del peccato ad opera del Figlio, e invita i suoi devoti a rinascere, in Lui, alla vita della grazia e a rivestirsi dell’abito dell'uomo nuovo. Sotto la sua guida premurosa e con il suo materno aiuto, essi possono giungere così, come afferma la Colletta della festa, al «santo monte, che è Cristo Gesù nostro Signore».

2. Lo scapolare del Carmine e il "Privilegio Sabatino"

Quella dello scapolare del Carmine, è una delle più popolari devozioni mariane. La sua origine è legata ad un’apparizione della Vergine a San Simone Stock, che la pregava di donare un privilegio ai frati carmelitani. Il 16 luglio 1251, ella gli apparve e gli consegnò appunto lo scapolare con queste parole: “Prendi figlio dilettissimo, questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di quest’abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza, di pace e di patto sempiterno”.  A dare ulteriore impulso alla devozione e diffusione dello scapolare, concorse anche la promessa del cosiddetto «Privilegio Sabatino». Secondo la tradizione, la Vergine sarebbe nuovamente apparsa, questa volta a papa Giovanni XXII e, dopo avergli chiesto di concedere ampia conferma al santo scapolare, riferendosi a quanti devotamente lo portano, affermò: Io, Madre di Grazia, libererò quanto prima e specialmente il primo sabato dopo la loro morte, quanti troverò nel Purgatorio: li libererò e li condurrò al monte santo della Vita Eterna. Lo stesso pontefice il 3 marzo 1322, approvò ufficialmente il "Privilegio Sabatino" con una omonima bolla, concedendo l’indulgenza plenaria. I Sommi pontefici hanno sempre esortato a portare lo scapolare ed hanno riconosciuto la validità del "Privilegio Sabatino". Paolo VI, ad esempio, nel 1965 affermava Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi […]dello Scapolare del Carmelo.

 3. Che significato ha lo Scapolare per noi oggi

La Madonna, nostra madre spirituale, ci offre lo scapolare come mezzo per raggiungere il nostro ultimo fine che è la vita eterna, e promette di non dimenticarsi mai di noi. Lo scapolare costituisce, quindi anzitutto, una manifestazione dell'amore di Maria, una prova concreta della sua maternità spirituale e del suo vivo interessamento per noi, suoi figli. Lo Scapolare, perciò, è segno della protezione della Madre di Dio; è simbolo di appartenenza riconoscente e filiale a Colei che soccorre i suoi figli in vita, in punto di morte e dopo morte. Ma il significato più profondo dello scapolare è, come direbbe San Paolo, un rivestirsi di Cristo, tanto è vero che nei secoli passati, lo Scapolare doveva essere di lana di agnello in ricordo di Cristo Agnello di Dio. In definitiva esso è una perenne esortazione a rivivere meglio il proprio battesimo, nella sequela di Cristo e nella imitazione di Maria, sua e nostra Madre. Per questo, San Giovanni Paolo II nell’Angelus del 26 luglio 1988, affermava: "Mediante lo Scapolare, i devoti del Carmine esprimono la loro volontà di plasmare la loro esistenza sull'esempio di Maria, Madre, Patrona, Sorella, Vergine purissima, accogliendo, come fece lei, con cuore purificato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio dei fratelli". Lo Scapolare, quindi, non è un amuleto per incoraggiare la superstizione; non è una garanzia automatica di salvezza; non è una dispensa dal vivere le esigenze della vita cristiana, ma simboleggia, invece, l'impegno: di seguire Gesù come Maria; di aprirsi a Dio e alla sua volontà; di vivere guidati dalla fede, dalla speranza e dall'amore; di essere vicini agli altri nelle necessità. Se, perciò, come affermava Pio XII, il sacro scapolare è un segno e una garanzia della protezione della Madre di Dio, esso è e rimane sempre, un pressante e costante invito alla vera conversione e alla piena consacrazione a Dio. Esso è insomma, la limpida divisa di una vita veramente cristiana, tutta intessuta di preghiera e di interiorità, vissuta insieme a Maria.

 

Inserito Domenica 15 Luglio 2018, alle ore 10:27:06 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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