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  Multiforme presenza di Maria nella Chiesa 
Chiesa

Dal libro di Antonino Grasso, Maria maestra e modello di fede vissuta, Editrice Istina, Siracusa 2013, pp. 39-52.



 

Introduzione

San Pio X, nella sua lettera enciclica “Ad diem illum” scriveva: «Si può dire che Maria portando nel suo seno il Salvatore, abbia anche portato tutti coloro la cui vita era contenuta in quella del Salvatore. Tutti noi, dunque, che siamo uniti a Cristo e, al dire dell’Apostolo, “membra del Corpo di Lui, della sua carne e delle sue ossa” (Ef 5,30), siamo usciti dal seno di Maria, a somiglianza di un corpo unito al suo capo. Quindi, per ragione tutta spirituale e mistica, noi siamo chiamati figli di Maria, ed ella è la madre di tutti noi»1. La Vergine Maria, quindi, non è solo “auditrice” della Parola, come lo è ogni uomo, ma è anche accoglienza piena  della Parola di Dio nella fede, nel corpo e in tutta la sua stessa esistenza. Ella, perciò, più di ogni altra creatura, partecipa e coopera all’opera della Salvezza realizzata dal Figlio ed è pienamente inserita nel mistero della Chiesa, di quanti, cioè, credono in Lui e lo seguono sulla via della vita, compiendo il volere del Padre, animati dallo Spirito, nella sequela discepolare. Lei è la prima, in cui si realizza quel profondo e trasformante legame con il Dio Trinitario, che la rende anche madre nella pienezza di significato, di una moltitudine di figli, a cui indica con l’esempio e la sollecitudine materna la via da seguire2

1. Legame di Maria con il Dio Trinitario

Il profondo legame di Maria con la SS. Trinità, fondamentale per comprendere il suo rapporto con la Chiesa, si esplicita in un sostanziale atteggiamento di disponibilità a Dio e di docilità alla sua grazia3, per cui ella diviene icona triadiforme della bontà misericordiosa del Padre, dell’obbedienza redentrice del Figlio e dell’opera santificatrice dello Spirito4. Lei è la consacrata a Dio in modo perfetto, la Vergine dell’ascolto, la Vergine credente, la Vergine offerente che, accogliendo e accettando la Parola, offre se stessa a Dio Trinità5. Questa relazione con Dio, fondata essenzialmente sulla fede, non fu una relazione passiva, ma stimolò in Lei un dinamico coinvolgimento nella missione del Figlio come madre, discepola e socia: la sua fede divenne amore e opera materna, un “fare” continuo la cui fonte resta sempre il suo essere “formata” dalla Trinità Santissima6. Già prima della creazione del mondo, Maria è presente nel mistero di Cristo come colei che il Padre ha scelto come madre del suo Figlio nell’Incarnazione e che anche il Figlio ha scelto, affidandola allo Spirito di santità7. Attraverso la sua obbedienza di fede al Padre, la sua comunione col Figlio e la sua corrispondenza allo Spirito Santo, Maria coopera con tutta la Trinità alla nostra Salvezza8. La sua perfetta obbedienza al Padre comportò anzitutto il pieno abbandono al volere divino nella fede operosa che fu come un dialogo costante e ininterrotto tra la chiamata di Dio e la risposta di Maria, tra elezione e fedeltà, grazia e libertà. In questo abbandono di fede al volere del Padre, l’esistenza della Vergine fu come un viaggio verso l’unione sempre più profonda con Dio. In questo Maria, nella pienezza della sua esperienza filiale, diventa il modello della spiritualità cristiana: vivere come figli del Padre9. L’obbedienza al Padre significò per Maria soprattutto generare al tempo il Figlio, che Lui generava dall’eternità, quale mediatore tra Dio e gli uomini. Ella diviene dunque l’immagine misericordiosa e materna di Dio, “mediatrice” dell’incarnazione salvifica del Figlio. Accogliendo il Figlio e convivendo con lui, Maria diventa parte integrante dell’incarnazione del Verbo, la testimone privilegiata di questo mistero e della vera umanità di Cristo10. Maria inserì nella storia il Figlio del Padre, lo guidò, lo educò, lo seguì, per cui questa accoglienza e convivenza con Cristo fu per lei una meravigliosa esperienza di gioia e di tenerezza, ma anche un quotidiano e faticoso conoscere il Figlio nella fede e mediante la fede. Come abbiamo già sottolineato, la sua fu una fatica del cuore, come l’attraversamento di un velo, attraverso il quale si accostò all’invisibile e visse nell’intimità con il mistero. Per questo motivo Maria, oltre che madre è anche, dall’Annunciazione al Calvario, soprattutto discepola di Cristo11. La sua vita è un continuo apprendere dal Figlio e comprendere il Figlio. Per far questo, ella dovette rimuovere gli schemi creaturali per inserirsi nella prospettiva di Dio, per cui la sua esistenza fu come una dinamica avventura di scoperta del vero volto del Figlio nella storia e nell’umanità. Maria, strettamente unita a Cristo ne è, quindi, la perfetta icona non soltanto come madre, ma soprattutto in quanto fedele e perseverante discepola12. La relazione di Maria con la Trinità è completata dalla sua perfetta corrispondenza alla grazia dello Spirito Santo. Maria è come plasmata dallo Spirito che l’ha resa una nuova creatura13. Accogliendo lo Spirito, Ella visse nello Spirito e secondo lo Spirito, per cui divenne la “creatura spirituale” per eccellenza, la “Tuttasanta”. Lo Spirito l’ha pienamente colmata dei suoi doni14, i cui frutti di santità sono l’amore, la gioia, la bontà, la pace, la pazienza, la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé15. Come scriveva Stefano De Fiores, Maria «non si comprende, senza la relazione al Padre, all’Altissimo che manda a lei il Verbo eterno; senza il rapporto continuativo con il Figlio Unigenito che diviene suo figlio, senza il riferimento allo Spirito che come dinamismo d’amore rende possibile la concezione di Cristo nel suo grembo verginale. Questo riferimento trinitario è colto dal Vaticano II che chiama Maria “Madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e Tempio dello Spirito Santo (LG 53»16.

2. Multiforme presenza di Maria nella Chiesa

Il riferimento alla Santissima Trinità fonda il profondo legame che Maria ha con la Chiesa credente, l’umanità e la storia17. «L’indicibile prossimità con la Trinità e col Verbo Incarnato, la cristiformità singolare ed esemplare di Maria fanno sì che la splendida fede martiriale della Madre del Redentore permanga nella Chiesa, in virtù della sua “presenza materna” e del suo “esempio”. La stessa Chiesa nel proclamare, celebrare e testimoniare la fede e l’accoglienza del Dio trinitario rivelato in Cristo, nella storia e nel proprio itinerario verso l’eschaton salvifico, manifesta la sua dimensione apostolica e petrina, sia il suo innegabile profilo mariano»18. Già nella S. Scrittura Maria è adombrata come la Figlia di Sion, rappresentante dell’intero popolo di Israele per cui, al momento dell’Incarnazione del Verbo, il suo “sì” personale, diventa il “sì” del genere umano a Dio che veniva a salvarlo19. Questo “si” fu ribadito da Maria presso la Croce, dove divenne, per volere del Crocifisso, la madre spirituale dei discepoli, da lui radunati nella nuova Gerusalemme che raccoglie i dispersi figli di Dio che è la Chiesa, di cui è, come vedremo, la perfetta icona e il primo e più nobile membro20. Il sensus fidei dei fedeli di ogni epoca, ha sempre percepito lo stretto legame di Maria con il Popolo di Dio21 e Paolo VI lo ha confermato solennemente il 21 novembre 1964, proclamando la Madre del Signore anche “Madre della Chiesa”22. Il Concilio Vaticano II  vede proprio nella maternità divina di Maria e nella sua cooperazione alla Salvezza il fondamento di questo suo ontologico legame con la Chiesa23, le cui basi, in sintesi sono queste: sorge dal comando di Cristo sulla Croce; è conseguente alla maternità divina; è un prolungamento della maternità biologica di Cristo Capo nel suo Corpo spirituale che è la Chiesa24. Sebbene Maria sia madre dei singoli discepoli che genera e forma in collaborazione con lo Spirito Santo, la sua maternità si esercita nella Chiesa come tale e, quindi, non deve essere interpretata solo in senso individualistico ma in una prospettiva comunitaria25. Il Prefazio della messa di Maria Vergine Madre e Maestra Spirituale afferma: «[…] Intimamente associata dal mistero di Cristo Redentore, continua a generare con la chiesa nuovi figli che attira a te col suo esempio, e con la forza del suo amore conduce alla carità perfetta. Alla sua scuola riscopriamo il modello della vita evangelica, impariamo ad amarti sopra ogni cosa con il suo cuore e a contemplare con il suo spirito il tuo Verbo fatto uomo, per servirlo con la stessa sollecitudine nei fratelli […]»26. Possiamo dunque affermare che la Chiesa, guardando la madre modello e icona perfetta, approfondisce la sua fedeltà al Signore; seguendo la creatività e la dinamicità della vergine – madre, anch’essa intende essere madre tutta di Cristo e tutta per l’umanità; raccogliendosi sotto lo sguardo di Maria sua madre, scopre di essere una sola famiglia; imitando la madre, anch’essa cerca di essere fedele al suo Signore, perseverando nella fede fino alla Croce27; raccogliendo il canto di liberazione di Maria, serve alla liberazione di ogni essere umano aiutandolo a realizzarsi come figlio di Dio, affrancandolo dalle ingiustizie e promovendolo integralmente28. Assunta in cielo e posta in una condizione unica e singolare con il suo corpo glorificato e, quindi, incorruttibile, glorioso, potente e pneumatico, Maria è pienamente investita dalla forza dello Spirito Santo e può operare a favore della Chiesa in modo efficace ed anche miracoloso, perché partecipa alla gloria e alla potenza dello stesso corpo glorioso di Cristo. Questa sua completa trasformazione nello Spirito le consente di essere una “presenza” nei diversi tempi storici e spazio-culturali, senza essere circoscritta e limitata ai singoli luoghi, e le permette di mettere in atto il costante esercizio della sua maternità spirituale a favore di tutti gli uomini, in quanto nulla le impedisce l’universalità d’influsso nel comunicare la grazia divina29.  Maria brilla, perciò, davanti alla Chiesa e al mondo, come la perfetta icona della nuova umanità ricreata dalla grazia divina, in cui si realizza, al posto del “cuore di pietra”, il “cuore di carne”, nuovo, mite e misericordioso come quello di Cristo30. Ella è, dunque, la creatura ricreata secondo il progetto originario di Dio, la nuova Eva, accanto al nuovo Adamo, perché fu la prima fra le creature a vivere con questo cuore nuovo, la cui più completa espressione è l’amore31. Avere, come Maria, un “cuore nuovo”, vuol dire avere gli stessi sentimenti di Gesù e cioè amare la vita e il dono della vita; annunciare il regno di Dio mediante i segni concreti dell’amore universale, dell’atteggiamento dell’accoglienza e della misericordia verso tutti; vivere e soffrire come e con Gesù una passione innocente e redentrice; donare la propria vita per il Signore, realizzando, nel dono verginale e totale, la maternità universale. Maria, donna dal cuore nuovo è, in questo suo essere l’icona del Cuore di Cristo, il modello dell’umanità rinnovata che, ricondotta dalla grazia alla sua primigenia dignità, rinnova la faccia della terra e inizia l’avvento degli “ultimi tempi” in cui tutti gli uomini godranno davanti a Dio la pari dignità di figli32. Questa presenza di Maria nella Chiesa, così articolata e così profonda da impregnare la stessa sua natura ontologica, lo stesso modo di credere e stesso percorso di fedeltà al Signore, può definirsi una multiforme presenza “trasversale”. Scrive Iganzio Calabuig: «Presenza trasversale perché lungo i secoli Maria è stata sempre presente alla Chiesa, attraversandone la vita, come membro, come sorella che la precede nel cammino della fede, come madre che coopera alla nascita di ogni uomo e di ogni donna alla vita della grazia e alla sua educazione e crescita spirituale, come guida che le indica la via della patria, come voce supplice e rassicurante patrona»33. Von Balthasar affermava che soltanto in cielo potremo capire con chiarezza e profondamente che cosa la Chiesa deve a Maria, quanto a intelligenza della fede, ma già adesso, solo mostrando se stessa, ci introduce nel mistero di ciò che la Chiesa è nella sua essenza: una pura opera della grazia del Dio Trinitario34.

3. Maria e la missione apostolica della Chiesa

La  cooperazione di Maria alla Salvezza e la sua multiforme presenza nella Chiesa, hanno un risvolto di vita apostolica e di azione, dato che la sua esperienza spirituale si orienta verso l’esterno, verso gli altri, come si espresse con la visita a S. Elisabetta e alle nozze di Cana. Maria, quindi, non è operante solo all’interno della Chiesa, ma spazia nella storia dell’umanità, per cui con la sua presenza non solo si manifesta come madre della Chiesa e dei cristiani, ma anche come Madre universale, modello reale di ogni essere umano. Compresa di questa sua “missione” apostolica e universale, la Vergine spinge e sollecita all’azione tutti, credenti e non, a seguire i suoi esempi e a fare quello che Dio chiede all’umanità35. Secondo Angelo Amato, per noi Chiesa - cristiani e credenti, la conoscenza, la contemplazione e l’incontro con Maria, si incarnano in uno stile di vita che rende “mariana” la nostra azione non solo individuale ma anche ecclesiale. Le linee essenziali di questo stile di vita sono: la “linea sacramentale”, in quanto sull’esempio di Maria, impariamo a collaborare con la grazia e, affidandoci alla sua guida e al suo aiuto, viviamo intensamente la nostra unione con Cristo attraverso una intensa vita sacramentale36; la “linea della comunione nella Chiesa”, in quanto sull’esempio di Maria e col suo aiuto promoviamo un atteggiamento di comunione tra i battezzati, fatto di disponibilità al dialogo, alla solidarietà spirituale, alla comprensione e all’unione di tutti i membri del Corpo mistico di Cristo37; la “linea della liberazione”, in quanto con l’aiuto di Maria e seguendo il suo Magnificat incentiviamo una spiritualità di liberazione e speranza, che ci porta ad operare a favore dei poveri, degli oppressi e degli ultimi38; la “linea della vita”, in quanto insieme alla Vergine, che accolse e difese la vita di Cristo, creeremo una cultura della vita, fatta soprattutto di virtù materne e cioè di amore, tenerezza, accoglienza degli altri, contrastando la cultura dominante nel mondo che è quella della durezza spietata, della guerra, delle tensioni, dell’odio, della morte, della divisione e della violenza39; la “linea dell’esperienza pasquale”, in quanto sull’esempio di Maria accetteremo il dolore, la sofferenza e la morte come elementi che la fede considera strumenti di salvezza e saremo spinti ad adottare soluzioni di vita là dove imperversa il dolore, e la morte apre i suoi varchi minacciosi40; la “linea della missione e della fecondità evangelica”, in quanto animati dello stesso impeto apostolico di Maria che portò il Cristo appena concepito da Elisabetta e presentò ai pastori, ai Magi e al mondo il Figlio di Dio venuto a salvare gli uomini, dimostreremo con i fatti la realtà delle beatitudini e l’efficacia reale e visibile del Vangelo, favorendone così l’accoglienza41.  

Conclusione

La Madre del Signore ha uno stretto e inscindibile rapporto con la vita spirituale e credente della Chiesa e con il suo impegno socio – antropologico, dato che il “costitutivo dogmatico” e il “costitutivo etico” non possono essere disgiunti. Proprio la scissione tra il dettato della fede e la pratica della vita è, secondo la costituzione pastorale Gaudium et spes, uno dei più gravi errori del nostro tempo. Il punto nodale che realizza la simbiosi tra il dato di fede e la vita, tra Maria e l’impegno – testimonianza, è l’aprirsi dialogante con il Dio Trinitario, accompagnato dall’andare verso l’uomo bisognoso di salvezza spirituale e sociale e dal contribuire fattivamente alla sua liberazione e alla sua piena realizzazione42. Con l’aiuto e l’imitazione della Vergine, la Chiesa e ogni singolo cristiano, devono vivere l’esperienza credente in forma spiritualmente feconda, immettendo nel mondo linfa di vita cristiana; diventando pagine viventi del Vangelo, perché impareranno da lei e come lei a far tesoro in cuor loro delle parole e dei fatti di Gesù per viverli e realizzarli nella storia individuale, sociale ed ecclesiale. Lo stile “mariano”, in tal modo, apparirà come il compimento supremo dell’essere cristiani, cioè persone e comunità - Chiesa veramente credenti43.

 NOTE 
1 Pio X, Ad diem illum, lettera enciclica del 2 febbraio 1904, in AAS 36 (1903-1904), pp. 449-462.
2 Cfr. Amato A., Gesù, Salvatore definitivo, universale e la cooperazione di Maria alla salvezza. Problematiche nuove di una “questione antica”, in Peretto E. (a cura di), Maria nel mistero di Cristo pienezza del tempo e compimento del regno, Marianum, Roma 1999, pp. 387–427;  Idem, La cooperazione di Maria alla salvezza. Problematiche e prospettive, Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, Roma 1999-2000, pp. 387-427; Bastero J., La mediacion materna de Maria, in Scripta Theologica 32 (2000), pp. 135–159; Dal Covolo E., Maria “associata” a Gesù. La catechesi mariologica del CCC, in Salesianum, 56 (1994), pp. 267–284; Galot J., Maria Corredentrice. Controversie e problemi dottrinali, in La Civiltà Cattolica, 145 (1994), pp. 213–225; Perrella S. M., La cooperazione di Maria all’opera della Redenzione. Attualità di una questione, in L’Osservatore Romano, 4 giugno 10997, pp. 10–11; Idem, Maria madre di Gesù nel servizio al compimento del regno. Una questione attuale, in Peretto E. (a cura di), Maria nel mistero di Cristo pienezza del tempo e compimento del regno, op. cit., pp. 535– 618.
3 Cfr. Perrella S. M., La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea, op. cit., pp. 434–437.
4 Per approfondire il rapporto vitale e iconico di Maria con il Dio Trinitario, cfr. Amato A., Maria e la Trinità. Spiritualità mariana ed esistenza cristiana, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000.
5 Cfr. Zundel M., Maria tenerezza di Dio, San Paolo, Cinisello Balsamo 2006, pp. 111–112.
6 Cfr. Ibidem, pp. 143–144; Castellano Cervera J., Maria nel Concilio: percorsi culturali e spirituali del Cap. VIII, in AA.VV., Maria nel Concilio. Approfondimenti e percorsi, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2005, pp. 153–156. Tutto l’assunto pp. 153–174; Pontificia Academia Mariana Internationalis (PAMI), La Madre del Signore. Memoria, presenza, speranza, Città del Vaticano 2000, pp. 49–61; Fallico A., L’irresistibile fascino dell’educatrice di Nazaret, op. cit., pp. 67-80.
7 Cfr. RM n. 8.
8 Masciarelli M. G., Nato da Donna, nato sotto la legge, in Theotokos, I (1993/2), pp. 180–181. Tutto l’assunto, pp. 171–198.
9 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 142; Idem, Dio Padre, in De Fiores S. – Meo S. (A cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, op. cit., pp. 471–484; Sartori L., Dio Padre e Maria, in Theotokos, 7 (1999), n. 1, pp. 237–263; Bertetto D., Maria la Serva del Signore, ED, Napoli 1988, pp. 195–200;  Perrella S. M., La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea, op. cit., pp. 94–100.
10 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 141.
11 Cfr. Ravasi G., “Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45), in Marianum 50 (1988), n. 1-2, pp. 159-175.
12Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza,  op. cit., pp. 142–143; Idem, Gesù Cristo, in De Fiores S.  – Meo S. (A cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, op. cit., pp. 590–620; De Fiores S. , Maria immacolata e santa. Icona dell’agape trinitaria, archetipo della persona creata in Cristo, Marianum, Roma 1997, pp. 92–93; Bertetto D., Maria la Serva del Signore, op. cit., pp. 201–448.
13 Cfr. LG n. 56; Militello C., Maria. Con occhi di donna, Piemme, Casale Monferrato 1999, pp. 274-275.
14 Elinando di Froidmont, Sermone I nell’Assunzione di Maria, Sermone 19, in PL 212, 638 A–D.
15 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 143; Idem, Spirito Santo, in De Fiores S. - Meo S.   (A cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, op. cit., pp. 1327–1362; Militello C., Lo Spirito Santo e Maria, in Theotokos, 6 (1998) n. 1, pp. 183–221.
16 Cfr. De Fiores S., Acquisizioni attuali della mariologia e loro impatto sulla pastorale, in Theotokos 19 (2011), n. 2, p. 586. Tutto l’assunto pp. 553-590.
17 Langella A., Maria persona in relazione e il paradosso della relazione come “inferno”, op. cit., pp. 354-356.
18 Perrella S. M., «Quella bellezza inconsueta di nome Maria». Il contributo del magistero di Giovanni Paolo II, in Theotokos 13 (2005) nn. 1-2, pp. 330-331. Tutto l’assunto pp. 275-401.
19 Cfr. Lc 128–33; De Fiores S., Maria immacolata e santa, op. cit., p. 92–93; Militello C., Maria, op. cit., pp. 50–53.
20 Cfr. De Fiores S., Maria immacolata e santa, op. cit., pp. 112–117; Pami, La Madre del Signore, pp. 80–98.
21 Cfr. Fallico A., L’irresistibile fascino dell’educatrice di Nazaret, op. cit., pp. 156-164.
22 Il senso teologico del titolo Madre della Chiesa è quello di valorizzare e manifestare a tutti i membri della Chiesa, pastori e fedeli, il ruolo materno di Maria, più volte affermato dalla stessa costituzione Lumen Gentium, cioè di quel fecondo e complesso rapporto che l’associa all’opera del Figlio e alla missione della Chiesa (cfr.  Casasnovas Cortés R., El título «María Madre de la Iglesia» en los textos y en las actas del Concilio Vaticano II, in Ephemerides Mariologicae, 32 (1982), pp. 237-264). Contro coloro che negavano il fondamento biblico ed ecclesiale del titolo, Paolo VI nell’enciclica Christi matri, lo dichiarava, invece, «di antica tradizione (cfr. Paolo VI, Christi matri, lettera enciclica del 15 settembre 1966, in EdE, EDB, Bologna 1994, vol. 7, nn. 920–929; Galot J., Maria, la donna nell’opera della salvezza, Gregoriana, Roma 1984, pp. 353-378; Colzani G., Maria. Mistero di grazia e di fede, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996 pp. 271-274.
23 Cfr. Toniolo E., Il Capitolo VIII della Lumen Gentium. Cronistoria e sinassi, in Marianum, 64 (2004), pp. 9–425;  Per tutte le problematiche relative alla presenza di Maria nel Vaticano II, cfr. AA.VV., Maria nel Concilio. Approfondimenti e percorsi, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2005.
24 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 144; Masciarelli M. G., L’indissolubile rapporto di Maria con la Chiesa: figura, modello, presenza, in AA.VV., Maria nel Concilio, op. cit., pp. 87–132; Casale U., Benedetta fra le donne. Saggio teologico, ElleDiCi, Leumann 1989, pp. 77– 84.
25 Léthel F., Maria Immacolata nel mistero di Cristo e della Chiesa secondo S. Luigi Grignon di Montfort, in AA.VV., L’Immacolata segno della bellezza e dell’amore di Dio, PAMI, Città del Vaticano 2005, pp. 368–373. Tutto l’assunto pp. 343–395.
26 Prefazio della messa 32. Maria Vergine Madre e Maestra spirituale, in Conferenza Episcopale Italiana, Messe della Beata Vergine Maria. Raccolta di formulari secondo l’anno liturgico, LEV, Città del Vaticano 1987, p. 106.
27 Cfr. Orlando G., Maria nella teologia ecumenica di Max Thurian, Editrice Pungitopo, Marina di Patti 1992, pp. 33–34; 210° Capitolo Generale dei frati Servi di Maria, Servi del Magnificat. Il canto della Vergine e la vita consacrata, in Marianum 57 (1995), nn. 13–15, pp. 706-708. Tutto l’assunto pp. 693–812.
28 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 145; Masciarelli M. G., L’indissolubile rapporto di Maria con la Chiesa: figura, modello, presenza, op. cit., pp. 109–113; Serra A., Dimensioni mariane del mistero pasquale, Paoline, Cinisello Balsamo 1995, pp. 31–36; Battaglia O., La Madre del mio Signore. Maria nei vangeli di Luca e Giovanni, Cittadella, Assisi 1994, pp. 323–333; De La Potterie I., Maria nel mistero dell’Alleanza, Marietti, Genova 1992., pp. 245–251; De Fiores S., Maria presenza viva nel popolo di Dio, Monfortane, Roma 1980, p. 165; Maggiolini S., L’impegno ecclesiale alla luce di Maria, in AA.VV., Come vivere l’impegno cristiano con Maria, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1984, pp. 156–167; Meo S., Maria nella comunità ecclesiale: “Mater Ecclesiae”, in AA.VV., Come vivere l’impegno cristiano con Maria, op. cit., pp. 15–27.
29 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 146; Masciarelli M. G., L’indissolubile rapporto di Maria con la Chiesa: figura, modello, presenza, op. cit., pp. 105–108; Pami, La Madre del Signore, op. cit., pp. 110–120; Staglianò A., Madre di Dio, op. cit., pp. 49-53.
30 Pontificio Consiglio della Cultura, Maria, icona e modello dell’umanità redenta da Cristo, LEV, Città del Vaticano 1998; Conferenza Episcopale Italiana, Messe della Beata Vergine Maria, op. cit., p. 93.
31 Cfr. Alano di Lilla, Nell’avvento del Signore, Sermone 7, in PL 210, 217 D–218 A.
32 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., pp. 146– 147; Masciarelli M. G., L’indissolubile rapporto di Maria con la Chiesa: figura, modello, presenza, op. cit., pp. 109–132; De La Potterie I., Maria nel mistero dell’Alleanza, op. cit., pp. 241–242; Colzani G., Maria, op. cit., pp. 305– 311; Bettinelli C., Maria cuore della Chiesa, epifania dello Spirito, in Marianum 55 (1993), n. 2, pp. 584-585. Tutto l’assunto pp. 579-589.
33 Calabuig I., Per una ripresa del discorso sulla presenza della Vergine, in Marianum 58 (1996) n. 149, p. 3. Tutto l’assunto pp. 7-15.
34 Cfr. Von Balthasar H. U., Maria per noi oggi, Queriniana, Brescia 1987, p. 40.
35 Calabuig I. M., Per una ripresa del discorso sulla presenza della Vergine, op. cit., pp. 7-15; Masciarelli M. G., Nato da donna, nato sotto la legge. Appunti di catechesi, in Theotokos 1 (1993), n. 2, pp. 171-198.
36 De Fiores S., Maria “Donna eucaristica”, modello della Chiesa che celebra i divini misteri, in AA.VV., Maria e la cultura del nostro tempo. A trent’anni dalla  Marialis cultus, AMI, Roma 2005, pp. 109– 126.
37 Cfr. D’Elia C., Maria e l’uomo d’oggi, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1989, p. 31; Bartolomé J., Maria, parola di Dio, Le tappe di un cammino mariano di fede, ElleDiCi, Leumann 1996, pp. 34-35.
38 Cfr. D’Elia C., Maria e l’uomo d’oggi, op. cit., pp. 32–37; Militello C., Maria, op. cit., pp. 241–242.
39 Cfr. Grasso A., La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI, PAMI, Città del Vaticano 2008, pp. 250-251.
40 Cfr. Pedico M. M., L’Addolorata nella pietà popolare, Marianum, Roma 1999; Maggiani S., Addolorata, in De Fiores S. – Meo S. (A cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, op. cit., pp. 3–13.
41 Cfr. Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., p. 147.
42 Cfr. Grasso A., La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI, op. cit., pp. 250-251.
43 Cfr.  Amato A., La cooperazione di Maria alla Salvezza, op. cit., pp. 149–150; Chaminade G., La conoscenza di Maria, Monfortane, Roma 1984, pp. 24 – 27; Militello C. , Maria, op. cit., pp. 110–111; Serra A., Maria di Nazaret, op. cit., pp. 49–59; Maggiolini S., L’impegno ecclesiale alla luce di Maria, op. cit., pp. 156–167; Casale U., Benedetta fra le donne, op. cit., pp. 82–84.

 

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Inserito Domenica 30 Giugno 2019, alle ore 19:12:53 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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