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  Significato antropologico e salvifico del dolore.... 
Società

... alla scuola del Crocifisso e dell'Addolorata. Dal sito del Sacro Eremo di Montesenario dei Servi di Maria.

 



Gesù è incorreggibile, è grande nell’amore. Gesù inchiodato sulla croce è tremendamente solo e abbandonato. Gli amici si sono nascosti, i discepoli sono fuggiti. I soldati gli hanno tolto i vestiti, la tunica, tutto. Egli è sulla croce e sta per morire e continua a fare del bene: perdona coloro che l’hanno crocifisso: “Perdonali Padre perché non sanno quello che fanno”. Al ladrone pentito gli dice: “sarai con me in paradiso” e poi pensa a tutti gli uomini di ieri e di oggi, pensa anche a noi e ci fa un prezioso regalo, ci dona sua madre come nostra madre. Gesù prima di morire dice al discepolo amato: “ecco tua madre, ti dono mia madre”. Meraviglioso e prezioso dono. Poi rivolgendosi a Maria le dice “ecco tuo figlio”. E subito dopo pronuncia: ”Ora tutto è compiuto”. Parole che riassumano tutta la sua missione.

Maria ai piedi della croce riceve una seconda annunciazione. Nella prima annunciazione l’angelo Gabriele le aveva domandato: “accetti di diventare madre del Messia, del Dio fatto uomo ?“. Ella dopo aver avuto tutte le spiegazioni risponde: ”Si, ecco l’ancella del Signore sia fatta di me secondo la tua parola, secondo il volere del Padre”. Ai piedi della croce ella riceve una seconda annunciazione. Non è un angelo che le rivolge l’invito, ma è lo stesso Cristo che le dice: ”Tu sarai madre di tutti i credenti, di tutti i miei discepoli”. Ella ancora una volta risponde ”Si“. II “Si” di Maria bacia il "Si" di Cristo. Maria dicendo “Si” non solo diventa madre di tutti gli uomini, ma collabora, coopera con Cristo alla salvezza di tutti gli uomini. Ai piedi della croce Maria animata dallo Spirito prega il suo Gesù di non scendere dalla croce, di non mollare, ma di andare fino in fondo e di accettare di morire in croce per salvare tutta l’umanità. La Vergine Maria sta sotto la croce per confortare suo Figlio, ma soprattutto per sostenere le sue braccia doloranti e stanchi spalancate sul mondo, per infondere coraggio ed audacia, per non cedere alla tentazione del maligno e per attraversare con fede e speranza la morte e vincerla. Maria donna forte e coraggiosa coopera alla redenzione di tutta l’umanità.

Quando contempliamo la scena del Calvario non è sui dolori di Maria che piangiamo, ma sul dolore del mondo. Specialmente in questi giorni le lacrime bagnano il viso di tante persone: giovani uccisi, anziani abbandonati, bambini torturati, donne violentate e uccise, malati che stanno per varcare la soglia dell’eternità, persone sempre più numerosi corrosi dal cancro.Tutte queste persone vivono momenti tristi e bui. Maria ci insegna a vivere il dolore, il nostro e quello che è accanto a noi e ad attraversare il dolore nell’attesa della risurrezione. Maria Addolorata non ci spiega cosa sia il dolore. Lo scandalo della sofferenza rimane tale, lo scandalo del dolore innocente non chiede spiegazioni, chiede partecipazione, comprensione e simpatia. Se c’è qualcosa che sfuggiamo in tutti modi è il dolore. La Vergine Addolorata ci rivela che il dolore, la paura della sofferenza non deve determinare le nostre scelte e neppure deve essere criterio determinante della nostra vita. Ella ci insegna come attraversare il mare in tempesta, avendo nel cuore fiducia e speranza.. Il dolore vissuto in tutta la sua drammaticità annebbia la mente e il cuore, paralizza tutta la persona, non fa vedere il sole e la luce, rende indifferenti e apatici. In quel momento tutte le risposte sul perché della sofferenza sono inutili, inadeguate ed insufficienti e non convincono. Maria Addolorata ci invita in queste circostanze dolorose ad accettare con serenità e serietà il proprio dolore. L’accettazione serena è frutto di lotta, di ribellione iniziale e poi di assenso fiducioso. Accettazione non è rassegnazione o passività, ma abbandono in Dio.

L’accettazione cristiana del dolore contiene tre gemme: la fiducia, il silenzio, la libertà:
- La fiducia
Il cristiano pur non comprendendo il perché della sofferenza non si dispera e non perde la pace, ma continua a fidarsi di Dio, si abbandona a Lui guardando con speranza il futuro. Egli non chiede né vita e né morte né guarigione e neppure dolore, chiede solo di perseverare nell’abbandono fiducioso e nell’amore e di attraversare la tempesta senza interventi miracolosi e straordinari;
- Il silenzio
Il credente quando soffre sta in silenzio. Silenzio non come assenza di idee e di sentimenti, ma come condizione per una profonda meditazione sul mistero del dolore. Quando si soffre si sta zitti e non si chiede né consolazione a chiunque e neppure si va in giro a raccontare le proprie sofferenze se non all’amico, ad amici sinceri. Il silenzio è un mezzo per giungere all’immedesimazione del mistero pasquale di Cristo, ma anche per sentirsi solidali con tutti i fratelli e le sorelle sofferenti;
- La libertà
II cristiano deve liberarsi dall’attaccamento al proprio dolore per guardare alle sofferenze degli altri e portarvi conforto e consolazione. Santa Maria ai piedi della croce depone il suo dolore, dimentica se stessa per esercitare il suo ruolo di Madre nei confronti di Giovanni e di tutti i discepoli di Cristo. II cristiano non dovrebbe mai lasciarsi schiacciare dal dolore, ma accettarlo, deporlo, liberarsi da esso per essere disponibile agli altri come ha fatto santa Maria. Invece di pretendere aiuto dare aiuto, invece di essere consolati consolare. Maria ai piedi della croce ci invita anche a stare accanto alle infinite croci della terra dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli per portare consolazione e conforto. Noi a volte pensiamo che la vita sia una valle di lacrime e che la gioia l’avremo domani in paradiso. Invece Maria Addolorata ci dice che non è una utopia sognare la gioia, perché è possibile già ora. Su questa terra possiamo gioire anche nella sofferenza, godere delle piccole cose anche quando siamo nel dolore. La sofferenza non spegne la gioia, ma la alimenta e la rende vigorosa. Dopo il venerdì santo c’è la risurrezione. La donna dolorosa veste il manto della luce e diventa così la donna gloriosa.

Santa Maria aiutaci a capire che il dolore non è un assoluto e che dura sempre, ma è un tunnel che conduce verso la luce della risurrezione.

 

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Inserito Giovedi 3 Ottobre 2019, alle ore 19:18:40 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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