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  La festa e i significati del dogma della Dormizione/Assunzione di Maria al cielo 
Culto

Da Sebastiano Mangano, Il mistero dell'Assunzione Corporea di Maria al Cielo in alcuni Padri della Chiesa Greca e Latina e nella letteratura apocrifa e nell’iconografia, pp. 19-23.



1. La Festa della Dormizione/Assunzione di Maria al Cielo

Il tema della Dormizione-Assunzione di Maria al cielo, inizialmente è stato celebrato e studiato con grande intensità e partecipazione solo in Oriente mentre in Occidente è stato pressoché ignorato. Possiamo aggiungere, però, che è questo il tema mariano più tipico e più approfondito sotto l'aspetto teologico degli ultimi secoli dell'era patristica orientale. Protagonisti di questo approfondimento sono, ancora una volta, i Padri dell'Oriente Cristiano che hanno sostenuto, spinti dagli apocrifi, un ruolo essenziale nello sviluppo della dottrina assunzionista. Degno di nota è, inoltre, il fatto che, unitamente alla Grande Chiesa, anche tutte le Chiese precalcedonesi, che si separarono dalla Chiesa greco-latina nel V-VI sec. in reazione alle definizioni conciliari di Calcedonia (425) e di Efeso (431), considerano la Dormizione o il Transito o l'Assunzione gloriosa di Maria ai cieli come la festa più grande e come verità sicura28. L'omelia sulla sepoltura della santa Genitrice di Dio del siriano Giacomo di Sarug (†521), vescovo di Batna, - appartenente alla Chiesa precalcedonese SiroOccidentale - è una delle prime su questo tema29.
In Occidente, invece, il tema sulla conclusione dell'esistenza terrena della Madre del Signore è pressoché ignorato. Troviamo solo nel VI secolo, in forma del tutto isolata, il vescovo Gregorio di Tours († 594), che descrive in sintesi, sulla scia degli scritti apocrifi, l'Assunzione di Maria al cielo30. Siamo informati che la versione trasmessaci dal vescovo Gregorio dipende da un apocrifo greco di cui era venuto a conoscenza attraverso una traduzione latina del V sec. ormai scomparsa31. Non sembra che questi documenti abbiano attirato molto l'attenzione dei contemporanei occidentali. Isidoro di Siviglia (†636), qualche tempo dopo, riprendendo il pensiero di Epifanio di Salamina, afferma che noi non abbiamo nessuna informazione esatta sulla morte della Theotokos, la Madre di Dio. Egli, presentando la notizia della tomba di Maria nella valle di Giosafat a Gerusalemme, la
liquida con un generico "si dice", al quale non sembra accordare nessuna importanza32.

In Oriente è la liturgia che ha svolto un ruolo essenziale nello sviluppo della dottrina assunzionista. Come ci informa lo studioso della Chiesa Melchita, l’archimandrita George Gharib (†2007), la festa palestinese della Dormizione o Assunzione di Maria era celebrata già tra il V e VI secolo a Gerusalemme presso il sepolcro della Theotokos al Getsemani, «dal quale si racconta che santa Maria sia stata assunta ai cieli». È probabile che la festa sia sorta dalla presenza del sepolcro della Vergine a Gerusalemme. L'Imperatore Maurizio, nel 600, con il suo decreto estese la festa mariana a tutte le Chiese dell'impero, stabilendo che doveva essere celebrata il 15 agosto. La denominazione della festa era diversificata: “Dormizione”, “Passaggio”, “Traslazione”, “Assunzione34, ma in Occidente la festa fu introdotta più tardi da papa Sergio I (†701). In concreto si celebrava il dies natalis della Madre di Dio. È chiaro che questa festa diede vita ad un filone omiletico sull'Assunzione attraverso il quale i Padri dell'ultimo periodo patristico, come Teotecno, vescovo di Livia in Palestina († sec. VI-VII), Germano di Costantinopoli (+733)35, Andrea di Creta, Giovanni Damasceno (†749)36, approfondirono il tema del mistero della fine della vita terrena della Madre di Dio. Va rilevato che rimane oscillante anche in campo omiletico la determinazione esatta dell'oggetto della festa: incorruzione del corpo traslato in attesa della comune risurrezione oppure risurrezione e assunzione gloriosa.

È significativo rilevare come questa celebrazione liturgica abbia subito goduto di grande popolarità ed intensità. Teotecno di Livia, nella sua Omelia sull’Assunzione della santa Madre di Dio, definisce: «l'Assunzione della Sempre Vergine, la festa delle feste»37. Andrea di Creta, nell’Omelia II per la Dormizione della santissima Madre di Dio, sembra quasi voler riparare il silenzio precedente su questo mistero intensificandone la celebrazione: «Dunque il dono deve essere celebrato e non deve essere nascosto: ma non perché esso sia di recente ritrovamento, bensì perché è ritornato all'antico splendore. E se non fu riconosciuto da alcuni dei nostri, non per questo esso è degno di essere taciuto anche ora: anzi - poiché non fu trascurato del tutto - è giusto che sia proclamato»38. Giovanni di Eubea († c. 750), nell’Omelia sulla Concezione della beata Vergine Maria, afferma che bisogna celebrare la Dormizione di Maria come la festa più solenne dedicata alla Madre di Dio. Essa, celebrata dopo l'Ascensione di Gesù al cielo e la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, sta a significare quale sia la bontà del Signore e il completamento dell'economia e della giustizia di Dio39. Nel Messale gotico-gallicano (sec. VI-VII), il giorno dell'Assunzione di Maria è detto «sacramento non spiegabile … da onorarsi più degli altri giorni», perché «la Vergine Madre di Dio è emigrata dal mondo a Cristo. Non è stata contagiata dalla corruzione e non ha patito la schiavitù del sepolcro»40. P. Martin Jugie (†1954), lo studioso francese che si è occupato molto dei problemi relativi al mistero della morte e assunzione di Maria, nel suo lavoro: Assomption de la sainte Vierge, ritiene che «una tradizione antica in questo senso deve essere certamente esistita, altrimenti risulterebbe incomprensibile quella esplosione di testimonianze degli apocrifi e non, che si verificò nel V secolo. L'abbondante letteratura delle Koimesis e dei Transitus non poteva proliferare dal nulla e all'improvviso»41.

In questo contesto occorre prendere atto di due dati che sono emersi: il primo riguarda la "tradizione liturgica" quale possibile via per giungere alle più antiche testimonianze della fede del Popolo di Dio nel mistero dell'Assunzione. Andrea di Creta, parlando della festa della Dormizione, rileva che detta solennità nei tempi precedenti era celebrata da pochi mentre al suo tempo era divenuta universale42. Questa informazione è un invito a continuare ad indagare nella tradizione liturgica per arrivare ad avere indizi più precisi in merito all'evento della Dormizione di Maria. Il secondo dato riguarda la "tradizione letteraria dei Transitus", che deve avere come attraversato la vita della Chiesa, quale fiume sotterraneo per poi sfociare apertamente nei sec. V-VIII. Giustamente Alois Muller, nel suo lavoro su La posizione e la cooperazione di Maria, del 1973, puntualizza che in merito al compiersi della vita terrena di Maria e la sua glorificazione, occorre ammettere una tradizione di fede43. In questo contesto i trasitus sono "memoria" di una tradizione di fede mai ignorata nella Chiesa anche se silenziosamente veicolata. L'Occidente patristico è sempre stato piuttosto riservato e titubante nei confronti degli apocrifi dell'Assunzione mentre l'Oriente, invece, ha saputo individuarne il valore e li ha rilegittimati. Infatti Modesto di Gerusalemme (†634)44 e i grandi omileti dell'VII sec., come Germano di Costantinopoli, Andrea di Creta, Giovanni di Damasco, in linea con Teotecno di Livia e Giovanni di Tessalonica45, hanno presentato argomenti portanti degli apocrifi sostanziandoli con contenuti dottrinali ed eucologici di alta fattura ed operando il passaggio formale dallo stile apocrifo a quello omiletico. Così facendo, e questo è fondamentale, essi hanno legittimato l'apocrifo del transito di Maria rendendolo uno scritto riconosciuto dall'autorità della Chiesa.

2. Significati del Dogma dell'Assunzione di Maria al Cielo

Il Dogma dell'Assunzione della Vergine al cielo in anima e corpo è una dottrina di fede definita come materia rivelata dalla "Munificientissimus Deus" di Pio XII il 1 novembre 1950. Pio XII afferma che uno dei principali criteri per cui tale asserzione teologica è stata promulgata ufficialmente come verità di fede è il consenso comune dei vescovi: il pontefice, nell'esaminare il Dogma aveva consultato e ottenuto il parere di tutto l'episcopato cattolico che si era espresso in modo favorevole e questo era un motivo di per sé sufficiente a determinare che siffatto insegnamento teologico venisse riconosciuto autentico.

Ma per affrontare adeguatamente il tema dell'Assunzione della Vergine al cielo in anima e corpo occorre far riferimento al titolo stesso dell’Enciclica papale: "Munificentissimus Deus": Dio infatti si è sempre mostrato munifico nell'elargire la sua grazia e nel dispensare il suo amore a tutti gli uomini; ha sempre mostrato somma misericordia nell'intervenire a favore dell'umanità e soprattutto molto solerte è stato il suo intervento nell'economia della salvezza attraverso l'incarnazione: Dio ci ha raggiunti facendosi uomo e, condividendo la nostra storia, ha realizzato la sua salvezza e il suo favore per gli uomini di tutti i tempi. Egli, incarnandosi ha assunto una dimensione storica per vivere da uomo in mezzo alla gente, ha deliberato di scegliere di vivere in una famiglia, in una cultura, in un popolo. Quindi ha deciso di nascere da una donna. Ed è appunto nella scelta del grembo materno che Dio ha voluto mostrare la sua grandezza di Creatore e Salvatore Onnipotente capace di toccare l'umanità fino ad umiliare se stesso al punto di farsi bambino: nel nascere da un grembo virgineo puro e immacolato, Dio si è mostrato all'altezza del pieno amore sottomettendo alle intemperie dell'umanità le fragili membra di un fanciullo. Il grembo di Colei che ha ospitato il Salvatore, quindi, è prezioso, poiché ha consapevolmente contribuito affinché si realizzasse per noi l'opera di incarnazione per la salvezza, e pertanto non ha potuto non ottenere dei meriti la stessa fanciulla nell'esternare la propria disponibilità a che si realizzasse tale disegno di Dio a favore degli uomini. Maria, infatti, merita molto per essere stata colei che nella maternità divina ha contribuito notevolmente alla nostra redenzione e che nella sana condotta di prima redenta, nonché “ancella del Signore”, ha seguito le orme indelebili del suo stesso Verbo divino incarnato.

Ora, come poteva confondersi con la terra ed essere soggetto a disgregazione il corpo prezioso di colei che aveva contribuito con tanto zelo di amore e di fede all'opera salvifica di Dio? Non sarebbe stato proprio dell'amore di Dio che il corpo verginale e puro di Maria si perdesse nella terra. Maria, la "Serva del Signore", così è diventata luogo di comunicazione del Verbo con la storia e con la vita dell'uomo; ragion per cui è chiaro, nonché scontato, che essa debba essere stata custodita nella dimensione celeste onde non poter subire corruzione alcuna. Maria inoltre è sempre stata associata al Figlio suo nella redenzione e nella lotta contro il male: dall'inizio al termine della vita pubblica di Gesù, Maria ha sempre lottato strenuamente in Sua compagnia per il vantaggio dell'umanità anche se la sua opera non sostituisce quella primaria e ineluttabile del Signore; è logica conseguenza quindi che nella misura in cui la Vergine si è associata nelle asperità della prova e della lotta abbia parimenti conseguito anche i traguardi e le ricompense del suo combattimento e pertanto se Gesù suo Figlio è asceso al Cielo riconquistando la sfera del divino, Maria è stata assunta al cielo. Trattandosi infatti pur sempre di una creatura umana, Maria, a differenza del Figlio Gesù Cristo, che era asceso al cielo, non poteva che essere elevata e innalzata nella gloria anche nella sua dimensione corporale, per meritare dei vantaggi proporzionati alle pene. Vi sono quindi moltissimi motivi per legittimare il Dogma mariano dell'Assunzione e altrettanti sono i motivi che ci spingono ad impossessarcene e ad immedesimarci in esso, riconoscendo in Maria la vera Madre del Dio dal quale è stata amata con il dono della preservazione del suo corpo dalla insidie del tempo terrestre. Ciò deve incoraggiare altresì a pregare la Vergine perché la sua intercessione possa farci ottenere il dono della vita divina e dell'eternità della gloria futura nella sfera celeste, alla quale tutti siamo invitati. Maria Assunta in Cielo infatti non può che incutere anche a noi amore verso il divino e la sfera gloriosa che sempre ci attende e, soprattutto, essere oggetto della grande munificenza e dell’incommensurabile amore di Dio.

NOTE
28 Le "Chiese precalcedonesi" sono quelle Chiese orientali tuttora presenti nel mondo, le quali si separarono dalla Grande Chiesa greco-latina nel V-VI secolo in reazione alle definizioni dei concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451).
29 Giacomo di Sarug, in Testi mariani del primo millennio. Padri e altri autori orientali, a cura di G. Garib - E. Toniolo - L. Gambero - G. Di Nola, vol. IV. Città Nuova editrice, Roma 1991, p. 172-177.
30 Gregorio di Tours, cfr. Libro dei miracoli, 1, 4; PL 71, 708. 128.
31 Quanto all'apocrifo greco, cfr. Antoine Wenger (+2009), L'Assomption, Tesi pp. 22, 58s., 66, 209s.
32 Isidoro di Siviglia, La nascita e la morte dei Padri, I,11-112: PL 83,148-149. 130
33 Anonimi Placentini, Itinerarium, Recensio altera 17; CSEL 39, cfr. G. Garib, Introduzione, in TMPM 2, p. 22. 131.
34 In Occidente la festa fu introdotta molto più tardi dal papa Sergio (687-701).
35 Germano di Costantinopoli, Omelia I per la Dormizione: PG 98,343; Omelia II per la Dormizione: PG 98,351-352: Omelia III per la Dormizione: PG 98,360-372.
36 Giovanni Damasceno, Omelia prima sulla Dormizione, 10; Omelia seconda sulla Dormizione, 10.
37 Teotecno di Livia, Omelia sull'Assunzione della santa Madre di Dio; Wenger, L'Assomption, p. 288. 133
38 Andrea di Creta, Omelia II per la Dormizione della santissima Madre di Dio; PG 97, 1072. 134
39 Giovanni di Eubea, Omelia sulla concezione della beata Vergine Maria, 22: PG 96,1500.
40 Missale goticum, 28, n. 94.
41 Cfr. M. Jugie, Assomption de la sainte Vierge, pp. 631-632.
42 Cfr.M. Jugie, op. cit.
43 Cfr. A. Muller, La posizione e la cooperazione di Maria, p. 615.
44 Modesto di Gerusalemme, Omelia sulla Dormizione della Madre di Dio. Questo è il primo documento a contenere esplicitamente la dottrina cattolica sull'assunzione di Maria, il patriarca Modesto di Gerusalemme celebra con accenti entusiastici la Vergine che, dopo aver percorso in modo straordinario la via temporale di questa vita, fu assunta nella gloria eterna del suo Figlio, vita e risurrezione del mondo, che lei stessa aveva portata nel suo seno.
45 Giovanni di Tessalonica, Omelia sulla Dormizione della santa Vergine: PO 81926, p. 375-405.

Inserito Sabato 15 Agosto 2020, alle ore 9:40:36 da latheotokos
 
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