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  Maria nella fede della Chiesa Bizantina 
OrtodossiDa: Georges Gharib, Maria nelle Chiese dell'Oriente Cristiano, Marianum, Roma 1999-2000.

 Introduzione

La Chiesa bizantina nutre una profonda e illimitata venerazione alla Madre di Dio. Essa è essenzialmente legata alla città di Costantinopoli. La tradizione vuole che Costantino, inaugurando nel 330 la Nuova Roma, l‘abbia già consacrata a Maria.
Il secolo V è contrassegnato dalla costruzione di numerosi santuari per custodirne le reliquie portate da Gerusalemme e il ritratto attribuito all’evangelista Luca. Con il passare degli anni, la città era divenuta un grande santuario mariano e meta di pellegrinaggi da tutto il mondo cristiano di allora. Il concilio di Efeso nel 431 consacrò il titolo di Tehotokos e dette il via allo sviluppo di un ciclo completo di feste mariane. La lotta iconoclasta che insanguinò la Chiesa e l’impero nel secolo VIII e IX portò al cosiddetto Trionfo dell’Ortodossia (843). La tenace opposizione dei teologici, dei monaci e del popolo agli imperatori iconoclasti che avevano vietato il culto delle immagini sacre comprese quelle della Vergine, dette un enorme sviluppo al culto mariano che si espresse soprattutto nell’omiletica, l’innografia e l’iconografia mariana.
Dopo la caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi nel 1453, la devozione a Maria non conobbe sosta e si approfondì, illuminando i secoli bui. Maria ha riscaldato con la sua costante presenza il cuore dei fedeli costretti a vivere sotto i regimi atei dell’Est europeo e costituisce nel movimento ecumenico che soffia sulla Chiesa il pegno di una rapida riconciliazione fra le Chiese cristiane.
La venerazione liturgica per la Madre di Dio illumina tutti gli spazi della ricca liturgia bizantina in tutte le sue manifestazioni: calendario, Ufficio delle ore, Liturgia eucaristia ecc.


Maria nel calendario bizantino


La liturgia bizantina ha inserito nel suo calendario liturgico un vero ciclo di feste mariane. Esse si trovano a date fisse nel Santoriale (Menea) che inizia il primo settembre e finisce il 31 agosto, mentre le altre sono inserite nel Temporale organizzato attorno alla festa di Pasqua. Esse celebrano i momenti salienti della sua vicenda terrena, il suo ruolo nell’Economia della salvezza nonché i suoi interventi miracolosi e le sue icone.
Non tutte le feste mariane hanno la stessa importanza. Cinque di esse sono inserite nel cosiddetto Dodecaorton con giorni di vigilia (Proeorton), dopofesta (Meteortia) e giorno di chiusura (Apodosis). Il nucleo primitivo delle feste mariane è di origine gerosolimitana e palestinese. Talune sono anteriori al concilio di Efeso (431), comem quella dell’Ipapante (2 febbraio) e quella della Maternità divina (26 dicembre) intimamente legate al Natale. Le altre sono posteriori ad Efeso. Tutte o quasi sono passate alle altre Chiese orientali e molte anche alla Chiesa latina.

A - LA THEOTOKOS NEL CICLO DELLE FESTE MOBILI
Questo ciclo è composto da tre parti:
- Triodio di 10 settimane e in esso la domenica termina la settimana. Si divide in tre parti: preparazione alla quaresima, quaresima e settimana santa. La Vergine è presente il quinto sabato detto “Sabato dell’Acatisto” e nella settimana santa dove la si incontra intimamente associata alla Croce e alla sepoltura del Figlio;
- Pentecostario dove la domenica comincia la settimana. Tutto il ciclo ha un carattere gioioso per cui è proibito digiunare e inginocchiarsi. Nel primo venerdì dopo Pasqua si celebra il Venerdì della Vergine fonte viva;
- Ottoeco che raccoglie le rimanenti settimane che vanno dalla Domenica di tutti i Santi al periodo quaresimale. Il comune di questo ciclo commemora ogni mercoledì la Madre di Dio e la Croce. Oltre al mercoledì la Vergine occupa anche un grande posto nelle domeniche e in generale ogni giorno, attraverso il canto dei numerosi Theotokoia che chiudono ogni serie di tropari.

B – LA THEOTOKOS NEL CICLO DELLE FESTE FISSE O SANTORIALE
Ecco l’elenco delle numerose feste mariane:
settembre

1 Settembre
SINASSI DELLA MADRE DI DIO DI MIASENE
8 Settembre
NATIVITA’ DELLA MADRE DI DIO

Ottobre
1 Ottobre PATROCINIO DELLA MADRE DI DIO (Soprattutto presso gli Slavi)

Novembre
15 Novembre
FESTA DELLA MADONNA DELLA PIETA’
21 Novembre
EISODOS O ENTRATA DI MARIA NEL TEMPIO

Dicembre
9 Dicembre
FESTA DELLA CONCEZIONE DI ANNA
26 Dicembre
SINASSI DELLA MADRE DI DIO

Gennaio
6 Gennaio
EPIFANIA DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO

Febbraio
2 Febbraio
FESTA DELL’IPAPANTE O DELL’INCONTR

Marzo
25 Marzo
FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE

Maggio
11 Maggio
DEDICAZIONE MARIANA DI COSTANTINOPOLI
Giugno
11 giugno
MIRACOLO DELL’AXION ESTIN

Luglio
2 Luglio
DEPOSIZIONE DELLA VESTE IN BLACHERNE

Agosto
1 Agosto
Inizio del mese mariano e della quaresima della Madonna
15 Agosto
DORMIZIONE ED ASSUNZIONE DELLA THEOTOKOS
31 Agosto
DEPOSIZIONE DELLA CINTURA A CHALCOPRATEIA


Origine e Liturgia delle principali feste mariane bizantine

Presentiamo adesso alcune delle più importanti feste mariane della Chiesa bizantina.

A - FESTE DELL’INFANZIA DI MARIA

Hanno origine dal Protovangelo di Giacomo e sono tre: La Concezione (9 dicembre), la Natività (8 settembre) e la Presentazione al Tempio (21 novembre):
1. Festa della Concezione di Anna
Origine: Si ispira ai capitoli I-IV del Protovangelo di Giacomo e la sua istituzione è la più recente tra le feste dell’infanzia di Maria. Dall’inizio la festa ebbe il carattere di una festa di Sant’Anna e non della Vergine. Luogo d’origine è Costantinopoli perché la città custodiva le reliquie di Sant’Anna stessa e perché nella stessa città mancava alle feste mariane proprio quella della sua concezione. La solennità divenne effettiva nel secolo VIII.
Liturgia: I testi liturgici sottolineano la grandezza dell’avvenimento non solo per i genitori ma anche per tutta l’umanità e per noi che ne siamo i beneficiari. Il fatto stesso della concezione è considerato un prodigio. La nuova fecondità di Anna, rimuove la sterilità del genere umano considerato come una terra arida, un tronco secco, una spiga che non può produrre il grano. Il frutto di Anna viene paragonato al cielo nuovo che fa sorgere il sole, alla scala dalla quale discese Dio sulla terra, alla Nuova Eva destinata alla nascita del Nuovo Adamo. Per questo la concezione di Anna è occasione della gioia universale.
2. Festa della Natività di Maria
Origine:Si ispira ai capitoli V – VI del Protovangelo di Giacomo ed è nata a Gerusalemme nei luoghi stessi dove ebbe luogo l’evento. Al secolo V risale la costruzione di una chiesa sul portico centrale della Piscina Probativa e la sua dedica ebbe luogo l’8 settembre sotto il patriarca Giovenale (422-458). Da Gerusalemme la festa passò a Costantinopoli e fu in seguito recepita da tutte le Chiese d’Oriente e d’Occidente.
Liturgia: Questa festa mariana apre praticamente l’anno liturgico bizantino ed è chiamata anche “Genetliaco” della Madre di Dio. La Liturgia mette in risalto l’evento salvifico della nascita di Maria e le sue implicazioni teologiche e spirituali. Nella bambina che nasce si vede la Theotokos che viene considerata come punto d’arrivo della storia della salvezza che in lei culmina e il punto di partenza per le tappe che seguono. Nell’eterno piano di Dio, la nascita di Maria, è strettamente legnata alla nascita stessa di Cristo, Dio e uomo, salvatore del mondo. Colei che nasce è destinata ad essere la dimora del Creatore, il vero Tempio per la dimora di Dio tra gli uomini, la vera scala che permette a Dio di scendere tra di noi e a noi di risalire verso il cielo.
3. Presentazione della Madre di Dio al tempio
Origine: La festa si ispira ai capitoli VII – VIII del Protovangelo di Giacomo, è di origine gerosolimitana, ma non esistono documenti scritti sulla sua primissima origine. All’anno 543 però risale la consacrazione di una grande chiesa nelle immediate vicinanze del Tempio di Gerusalemme. L’edificio, voluto dal vescovo della città Elia e ultimato a spese dell’imperatore Giustiniano, ebbe grande risonanza e venne chiamato “Chiesa Nuova” (Nea) per distinguerlo dall’altra Chiesa non molto lontana della Natività di Maria. La dedica di questo tempio ebbe luogo il 21 novembre e da qui si spiega la data della festa. Adottata da Costantinopoli, la festa passo presto a tutte le chiese orientali e alla chiesa latina.
Liturgia:I testi liturgici contemplano da un lato il mistero della divina predestinazione di Maria a partire dai primi istanti della sua vita e la sua consacrazione a Cristo tramite speciali sposalizi che fanno si che essa le appartenga completamente; dall’altro la liturgia presenta una teologia della vita contemplativa consacrata a Dio nella verginità e nella preghiera sull’esempio di Maria. La liturgia insiste sulla santità assoluta di Maria: la sua dimora al tempio fu un cammino sulla via della santità, sotto la stretta vigilanza del Tuttosanto di cui era destinata ad essere la vera dimora quando egli scenderà sulla terra per condurre tutti sul sentiero della vera santità.

B – FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE (25 marzo)

Origine: E’ una delle feste maggiori dell’anno liturgico bizantino. E’ chiamata “Evanghelismos” o “Annunciazione della SS. Theotokos e Semprevergine Maria”.
L’interesse per il mistero dell’Annunciazione risale a molto più in là dell’istituzione della festa, come dimostrano sia gli scavi di Nazaret sia i primi Padri della Chiesa. La mancanza di una festa propriamente detta si spiega con il fatto che il mistero dell’Annunciazione era nella Chiesa antica indissolubilmente associato a quello della Natività del Signore. Soltanto dopo il V secolo, l’Annunciazione fu trasformata in una festa autonoma. La festa infatti sarebbe apparsa sotto l’imperatore Giustiniano tra il 530 e il 550. Tracce della sua esistenza si trovano nel Chronicon Paschale di Alessandria del 624 e nel decreto 25 del concilio di Trullo del 691. La festa fu fissata fin dalle origini al 25 marzo, in chiara funzione del 25 dicembre festa della Natività. Le prime tracce del passaggio della festa all’Occidente si trovano nel Sacramentarlo Gelasiano e nei canoni del Concilio di Toledo del 656. Papa Sergio I (687-700) aggiunse alla liturgia la recita di una litania.
Liturgia:La festa, come quella dell’Ipapante, è una festa essenzialmente cristologia. La Liturgia vede nell’evento l’inizio del mistero della salvezza, che Gabriele svela a Maria, il cui ruolo viene messo in grande rilievo: esprimere il consenso dell’umanità alla grazia, la sua libera collaborazione alla propria salvezza. E’ la festa dell’Incarnazione redentrice dovuta alla fede obbediente di Maria. Maria viene presentata come la Nuova Eva unita la Nuovo Adamo per la redenzione, come Eva fu con Adamo unita per la colpa originale.

C – SINASSI DELLA MADRE DI DIO (26 Dicembre)

Origine:La grande festa del Natale si conclude, dopo il 25 dicembre con tre memorie: il 26: Sinassi della Madre di Dio; la domenica dopo Natale. Memoria di Giuseppe sposo, di Giacomo fratello del Signore e di Davide, re profeta; il 29: Memoria dei Santi Fanciulli uccisi da Erode a Betlemme. Questa festa della Vergine è detta Sinassi che vuol dire Assembla festiva in onore della Madre di Dio e corrisponde a quella del 1 gennaio della Chiesa latina. Essa è attestata già nel IV secolo in Cappadocia e, prima del 431, a Costantinopoli.
Liturgia: Oggetto della festa è la Vergine Theotokos, il capolavoro divino, il delicato fiore dell’umanità indispensabile alla realizzazione del disegno di Dio, il titolo di gloria dell’umanità, l’unico regalo degno di essere fatto a Dio, la libera risposta alla sua chiamata. La Liturgia presenta la Vergine con immagini suggestive: Rondinella che preannuncia la primavera, Nube luminosa che contiene Dio, Albero che ha per fiore la benedizione, Ramo che porta il fiore, Ceppo che produce il grappolo, Fonte vivificante, ecc.

D – FESTA DELL’IPAPANTE O INCONTRO (2 Febbraio)

Origine: Essa è una festa di Cristo. Maria però svolge un grande ruolo, dato che è Lei che porta il Cristo nel Tempio e vi riceve l’annuncio della spada che trafiggerà la sua anima. La prima attestazione di questa festa è data da l’Itinerario di Egira, pellegrina nel 390 a Gerusalemme, che descrive una festa della Madre di Dio, dando ad essa il nome generico di Quadragesima di Epiphania. Da qui la festa si diffuse prima in Cappadocia e poi in tutto l’Oriente. Agli inizi del VI secolo il Patriarca monofisita di Antiochia Severo, attesta la celebrazione della festa a Costantinopoli e in altre chiese della Palestina. Dall’Oriente la festa passa a Roma e fu papa Sergio I (687-701) a solennizzarla con una processione che arrivava a santa Maria Maggiore.
Liturgia: Vengono sottolineati gli eventi collegati con la Presentazione al Tempio del Signore e la Vergine è presentata come Colei che è unita alle sofferenze redentrici di Cristo, come fa intravedere la profezia della spada di Simeone che trafigge la sua anima.

E – FESTA DELLA DORMIZIONE

Origine:E’ sicuramente la festa maggiore della Theotokos. La preistoria della festa non è ancora del tutto chiara e i primi attestati non risalgono a prima del Vi secolo. In un Inno di Giacomo di Sarug (+523) si lascia intendere che la morte di Maria era già celebrata in alcune Chiese della Siria e nella vita di S. Teodoro di Gerusalemme (+529) si parla di una festa della Vergine al 15 agosto con grande concorso di popolo. Antonio di Piacenza racconta che nel 570 si celebrava a Gerusalemme una festa nella Chiesa costruita nel Getsemani sul luogo da dove, si credeva, la Vergine fosse passata alla gloria celeste. La prima omelia assunzionista è attribuita a Teotecno di Livia e scritta tra il 550 e il 560. Un decreto dell’Imperatore Maurizio tra il 582 e il 602, prescriveva la celebrazione del 15 agosto a tutte le chiese dell’impero.
Liturgia: la festa della Dormizione si ispira in misura variabile agli Apocrifi del Transitus e si presenta come un “dies natalis” di Maria. Omelisti ed innografi hanno gareggiato nel tessere le lodi della Vergine assunta e nell’illustrare le implicazioni e le conseguenze teologiche e spirituali. Quello che maggiormente però interessa è la morte, la resurrezione e l’assunzione gloriosa in corpo e anima, o alcune volte la semplice traslazione del corpo, rimasto incorrotto, in cielo. I testi si dilungano inoltre sulla mediazione di Maria dal cielo in nostro favore. I testi liturgici mettono bene in rilievo la vittoria sulla morte attraverso la Dormizione di Colei che aveva già vinto il peccato e che segue suo Figlio verso la vita, così come l’aveva seguito verso la santità nell’obbedienza. Attraverso i testi traspare la sicurezza che l’assunzione di Maria ci dà come pegno della nostra unione a Cristo. Verso questa speranza ci solleva la fiducia nella intercessione di Maria.

F- LE FESTE DELLA VESTE E DELLA CINTURA (2 Luglio e 31 Agosto)

Origine: a) La festa del 2 luglio é dedicata alla reliquia della veste di Maria (Maphorion) attestata a Costantinopoli già nella prima metà del secolo VI. La veste sarebbe stata portata a Costantinopoli da Gerusalemme nel 472 dai due patrizi Galbios e Candidos. L’imperatore Leone I e sua moglie Verina edificarono nel 473 a Blacherne una cappella per racchiudere il reliquiario. Il santuario divenne uno dei luoghi più visitati dell’oriente cristiano. Durante l’incursione degli Avari, il 5 giugno 619, la reliquia fu posta al sicuro nella parte interna della città ed il 2 luglio seguente venne solennemente restituita al santuario di Blacherne. Sotto l’imperatore Michele III e il patriarca Fozio la reliquia protesse Costantinopoli dagli assalitori russi che, meravigliati del miracoli, chiesero l’invio di missionari, dando così inizio alla conversione della Russia a Cristianesimo. b) La festa del 31 agosto ricorda invece la deposizione della reliquia della cintura di Maria nell’altro famoso santuario dell’antichità, quello di Chalcoprateia. La reliquia è menzionata per la prima volta in un tropario di Massimo il confessore (+662), mentre San Germano di Costantinopoli (+733) ci ha lasciato un discorso per la chiesa di Chalcoprateia, composto interamente per magnificare le reliquie conservate in questo santuario. Le tracce delle due reliquie si perdono nel secolo XIII, con l’occupazione latina di Costantinopoli.
Liturgia: La liturgia delle due feste non manca di riferimenti alla festa dell’assunzione: assente il corpo della Vergine, che la terra non era degna di conservare, si veneravano le reliquie che quel corpo avevano coperto. I testi insistono sulla fiducia nel soccorso dato dalla Vergine alla città di Costantinopoli, protetta contro le orde dei barbari senza fede, la peste, il terremoto e la guerra civile. La presenza delle reliquie assicura a Costantinopoli, con la protezione anche la gloria di conservarle. La festa delle reliquie si trasforma nella festa della Vergine – rifugio, di Nostra Signora Ausiliatrice.

G – LA FESTA DELL’ACATISTO (Quinto sabato di Quaresima)

Origine: L’origine della festa non è ancora del tutto chiara. Celebrata prima in diverse date, corrispondenti alle date-anniversario degli interventi di Maria, secondo alcuni Sinassari sarebbe stata trasferita agli inizi del secolo VIII dal patriarca Germano di Costantinopoli alla data dell’Annunciazione (25 marzo). Nel corso dello stesso secolo la festa fu trasferita su uno degli ultimi sabati di Quaresima, per poterla festeggiare come solennità autonoma. Solo nel IX secolo il patriarca Metodio la fissò definitivamente al quinto sabato di Quaresima.
Liturgia: la festa celebra il famosissimo inno che si compone di 24 oikoi (stanze o strofe) dal numero delle lettere dell’alfabeto greco e offre un compendio della teologia mariana. Tematicamente l’inno si divide in due pari: la prima, che va dalle stanze 1-12 sceneggia il racconto evangelico dall’Annunciazione all’incontro con Simeone nel Tempio; la seconda parte che comprende le stanze 13 – 24 costituisce la parte dogmatica dell’inno ed approfondisce il mistero della maternità divina di Maria. L’inno, anonimo, è certamente anteriore a Romano il Melode e sarebbe da collocare verso la fine del secolo V e gli inizi del VI La lingua originale è il greco, ma ne esistono traduzioni in latino, arabo, slavo, rumeno e in tutte le altre lingue in uso nelle Chiese di rito bizantino.

H – FESTA DI MARIA FONTE VIVA (Venerdì della settimana di Pasqua)

Origine: La festa ricorda la dedicazione di una chiesa di Costantinopoli situata oltre la porta di Silivri, nel quartiere detto Balukli. Si tratta di un vero santuario mariano, l’unico che si è conservato nella moderna Istambul, molto frequentato fino ai nostri giorni e vero centro di pellegrinaggio. L’attuale chiesa, che perpetua una tradizione risalente al secolo V, di modeste proporzioni, è la continuazione di un magnifico santuario preesistente costruito dall’imperatore Giustiniano (527-565), il quale avrebbe a sua volta ingrandito un santuario preesistente eretto da Leone I (457-474), a protezione di una fonte miracolosa che fa di questo santuario un po’ la Lourdes dei bizantini. In esso i prodigi miracolosi non si sarebbero mai interrotti. Il santuario era in grande venerazione anche da parte della corte bizantina e degli stessi imperatori che vi si recavano in solenne pellegrinaggio più volte all’anno.
Liturgia: La fonte miracolosa offre l’occasione per celebrare la Theotokos, considerata lei stessa come Fonte di vita sotto un duplice aspetto: di ricevere la vita da Dio e di darla alle anime. Riferendosi a questo santuario, nel secolo IX S. Giuseppe l’innografo compose un famoso inno i cui invita: “Celebriamo la Theotokos, la Fonte che riceve la vita”. L’ufficiatura celebra soprattutto il tema del santuario e dei miracoli ivi verificatesi.

I – FESTA DEL POKROV (1 ottobre)

Origine: La festa è celebrata soprattutto dalle Chiese slave e il titolo significa: “Protezione della Theotokos”. Oggetto originario della festa è l’apparizione della Madre di Dio a S. Andrea il Folle di origine slava che viveva a Costantinopoli al tempo dell’imperatore Leone I il Saggio (886-911). La visione ebbe luogo nel santuario di Blacherne, dove si venerava la reliquia della veste di Maria. L’istituzione della festa risale al secolo XII così come la composizione dell’ufficiatura propria. Essa è molto sentita in tutto il mondo slavo, prova ne sono le numerose chiese consacrate al Pokrov e le innumerevoli icone che lo raffigurano.
Liturgia: Per gli Slavi, l’apparizione mariana è l’occasione di esaltare la figura della Madre di Dio e di mettere in luce il suo ruolo di mediatrice di grazia. Non possedendo reliquie di lei, gli Slavi ne hanno sublimato il concetto di rifugio e protezione. La festa s è così evoluta, divenendo così una festa della protezione di Maria.

Inserito Domenica 20 Settembre 2009, alle ore 2:23:20 da latheotokos
 
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