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  Criteri per una corretta catechesi mariana 
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Quando si parla di catechesi, non si vuole intendere una semplice trasmissione di nozioni, ma come «la capacità di iniziazione o introduzione ad una verità, al fine di costringere ad una reazione esistenziale seria e decisiva»[1].

L’attività catechetica deve essere al servizio e in funzione dell’itinerario, alla risposta matura sia individuale che comunitaria. E’ soprattutto educazione alla fede, è iniziazione alla pienezza della vita cristiana, pertanto bisogna saper porgere la parola che guida e illumina tenendo in considerazione il proprio vissuto affinché la catechesi diventi il sostegno per vivere.

La catechesi mariana, intesa come «la continua maturazione di fede nella comprensione e nella esperienza di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa»[2], deve svolgersi integrando il momento della conoscenza con quello dell’esperienza. La tappa della conoscenza definita come la “pedagogia mariana” vuole indirizzare verso la conoscenza integrale del mistero di Maria cercando di superare gli atteggiamenti superficiali e di chiusura nei suoi confronti affinché la sua figura sia un sostegno per vivere la fede nella propria realtà storica. Così il momento dell’esperienza si unisce a quello della conoscenza. Questo dinamico programma catechetico - pastorale deve essere la strategia “esperienziale” per promuovere nei cristiani, sia giovani che adulti, un profondo vissuto mariano.

Maria e l’adulto : un incontro mancato

La storia biblica di Maria  nell’ incontro con i pastori, diventa un’esperienza emblematica di conoscenza accogliente che ogni fedele dovrebbe avere nei confronti di Maria. Oggi i mass-media porgono un’immagine dell’uomo e della donna come un manufatto della odierna società influenzato dal consumismo, dall’edonismo e dall’indifferentismo. Il fedele adulto, tuffato in questo contesto falso, mantiene le distanze verso la devozione mariana ritenuta troppo densa di sentimento e carente di contenuto umano e religioso che sarebbe indizio di una immaturità religiosa e cristiana. L’incontro può essere recuperato facendo riscoprire Maria non come una storica figura d’altri tempi, ma colei che fu protagonista di una vicenda coraggiosa e che con la sua fede incrollabile, la sua generosità e fortezza umana, ha aderito totalmente con la sua disponibilità al progetto divino della salvezza  universale.[3]

Maria e i giovani: l’urgenza di un incontro 

Nonostante le numerose aggregazioni giovanili cattoliche l’incontro tra i giovani e Maria rimane superficiale e carente nell’esperienza cristiana. L’attuale situazione sociale vede i giovani strumentalizzati da un contesto ideologico che gli allontana dai veri valori della vita non riuscendo ad apprezzare e capire fino in fondo l’autenticità di una relazione “io-tu”. Di conseguenza il rapporto tra Maria e i giovani è marginale e soggettivamente valutato come un modello di virtù passive e figura astorica non consona, anzi una nota stonata nell’attuale tessuto sociale[4]. Un moderno piano catechetico mirato ad avvicinare Maria ai giovani, consiste nel presentarla nella sua condizione di giovane donna che al momento del “fiat” divenne l’artefice della storia di salvezza. Maria, donna di tutti i tempi si identifica pienamente con le problematiche della donna moderna e dei giovani in genere. Maria è  una giovane credente che responsabilmente assume il rischio della storia, che spera in un radicale cambiamento della storia da parte di Dio e che si schiera a favore dei più deboli ed indifesi. Maria diviene così un modello provocatorio per i giovani  che sentendosi chiamati in causa si accostano a Lei in un dialogo aperto e costruttivo affinché possano prendere coscienza che la loro sfiducia  nel mondo può tramutarsi in un protagonismo in grado di cambiare la storia abbattendo le barriere dell’emarginazione e dell’indifferentismo[5].

L’incontro e la conoscenza tra  Maria e i giovani trovano la loro completezza nella celebrazione mariana personale e comunitaria. La celebrazione non è solo canto di lode e di ringraziamento ma è celebrazione della grazia di Cristo in tutti i cristiani. Nel corso della storia della Chiesa i modi, i luoghi e i tempi della celebrazione mariana che hanno sostenuto la religiosità popolare sono stati numerosi. Si va dalla preghiera individuale alla celebrazione liturgica; dal rosario alla processione e dalla meditazione spirituale al pellegrinaggio nei santuari.

Un attento atto catechetico deve vegliare sulla strutturazione delle feste e solennità di Maria, che sono un valido aiuto a rinnovare la vita cristiana se ben orientate. Attraverso una continua rievangelizzazione occorre  valorizzare la religiosità popolare, perché essa costituisce il substrato dove si sviluppa la cristianità nel mondo. Nella celebrazione mariana, sempre guidati da una presenza catechetica, i giovani possono sviluppare la creatività  e il protagonismo come intervento attivo nell’ambito celebrativo nonché la gratuità come devozione di lode a Maria[6]. L’incontro, la conoscenza e la celebrazione mariana  sono le tappe esperienziali per  far crescere in ogni giovane la propria vita nello Spirito. Con il valido supporto catechetico, i giovani sull’esempio di Maria “donna spirituale” possono incamminarsi in un progetto di spiritualità autentica e umanizzante per dare pienezza alla loro esistenza in Cristo. Infine l’esemplarità di Maria  si esprime come modello di vita apostolica che deve incarnarsi come stile di vita missionario nei giovani cristiani affinché siano luce e fermento per il mondo. La catechesi mariana, attraverso il percorso della conoscenza fino alla celebrazione dell’esperienza di vita, porta ad una profonda maturità spirituale.Tale catechesi  si definisce più con i fatti che con le parole, nel senso che quella parola annunciata racchiude un concentrato di vita e di azione. Così la catechesi «deve favorire questo «metabolismo», questo passaggio dalla «lex credendi» (l’esperienza dell’incontro e della conoscenza) e dalla «lex orandi et celebrandi» (l’esperienza della celebrazione) alla «lex vivendi» con Maria e come Maria l’esperienza esaltante della salvezza in Cristo»[7].

I santuari luoghi privilegiati di pastorale e catechesi mariana

Il costante impegno nella vita della Chiesa è l’attuazione del messaggio di Cristo:«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo…»(Mc 16, 15-16). Il nucleo centrale di tale comando che attesta l’autenticità della missione della Chiesa riguarda la parola, integrata per sua natura al sacramento. Quando si raggiunge un equilibrio tra l’annuncio della parola  e la vita del fedele, l’azione liturgica diviene il luogo d’incontro e di rinnovamento di tale dinamica integrazione. La nuova evangelizzazione si è detto più volte che pone il ministero dell’annuncio a contatto con le diverse culture mettendolo a confronto non solo con il linguaggio come mezzo di trasmissione del contenuto ma anche con una pluralità di ambiti. L’ambito dell’annuncio e del culto rientra così nella prassi ecclesiale. All’interno di questi ambiti si colloca il ministero svolto dalla pastorale  e dalla catechesi liturgica. La catechesi oggi è chiamata in causa per valorizzare i “luoghi privilegiati  affinché il cammino di fede sia sempre compiuto verso Cristo, con Maria.[8].

I santuari sono un’occasione privilegiata di formazione che rientrano nella prassi ecclesiale. I santuari mariani sono come la memoria della Chiesa e hanno lo scopo di rendere presenti gli avvenimenti di Cristo. Le caratteristiche di un santuario mariano si possono ben comprendere da un’attenta analisi fatta dal Papa Giovanni Paolo II nella sua visita al santuario di Zapopan in America Latina. Il santuario è: un «incontro attorno all’altare di Gesù », un luogo di grazia ai «piedi di Maria Santissima», sotto lo “sguardo pieno d’amore di Maria”. Il Popolo di Dio, pellegrino, si apre al dono di Dio che ci viene dato in Gesù nato da Maria, per cui una visita al santuario sprigiona la dinamica della conversione, con l’aiuto e per mezzo dell’intercessione di Maria. Si tratta di cercare Cristo «per mezzo di Maria». Da queste note si comprende come il culto e la devozione mariana popolare diventano due elementi basilari  affinché i misteri di Cristo e di Maria appartengano vitalmente all’identità propria di ogni popolo.  L’impegno attento della pastorale e della catechesi nei santuari non deve riguardare solo una purificazione di elementi imperfetti, ma l’esplicitazione del culto in ordine alla celebrazione dell’Eucarestia e della Penitenza e la valorizzazione dei sacramentali soprattutto le benedizioni legate al luogo. E’ importante far emergere sempre la presenza attiva e materna di Maria, vicina al popolo peregrinante nel cammino della storia di salvezza. Nell’ottica della nuova evangelizzazione, Maria è la  prima evangelizzatrice che continuerà ad essere la  Stella che illumina ogni tappa dell’evangelizzazione annunciando Cristo in ogni comunità missionaria. Così i santuari mariani divengono “segni privilegiati di prima evangelizzazione per il mondo intero essendo luoghi della fede vissuta nella storia del proprio popolo”. [9]


[1] b. secondin, Catechesi e vita: Maturità ecclesiale,Maturità mariana, in aa. vv., Il posto di Maria nella «nuova evangelizzazione», op. cit., p.183.

[2] a. amato, Catechesi mariana: una proposta di criteri, in aa. vv., Il posto di Maria nella «nuova evangelizzazione», op. cit.,  p.35.

[3] Cf. l. olgiati, L’area di incontro con Maria ,in Come presentare oggi Maria agli adulti, Roma 1982, p. 19s.

[4] Cf. g.scarvaglieri, I giovani e Maria nella cultura italiana contemporanea, in Come annunciare ai giovani Maria, Roma 1986, p.19.

[5] Cf. s. de fiores, Il volto di Maria presentato ai giovani, in Come annunciare ai giovani Maria, pp. 141-149.

[6] a. amato, Catechesi mariana: una proposta di criteri, in aa. vv., Il posto di Maria nella «nuova evangelizzazione», op. cit.,  pp. 43-44.

[7] a. amato, Catechesi mariana: una proposta di criteri, in aa. vv., Il posto di Maria nella «nuova evangelizzazione», op. cit., p. 46.

[8] Cf. m. sodi, Luoghi privilegiati di pastorale e catechesi mariana nella liturgia e loro valorizzazione in  aa. vv., Il posto di Maria nella «nuova evangelizzazione», op. cit.,  pp. 146-147.

[9] Cf. J.Esquerda bifet, Spiritualità Mariana della Chiesa, op. cit, pp.154-155.

Inserito Mercoledi 14 Ottobre 2009, alle ore 15:08:45 da latheotokos
 
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