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  Per una mariologia inculturata 
SocietàArticolo di Giuseppe Daminelli su Madre di Dio, n. 3 del 2006

La presenza attiva di Maria, incarnata nella vita e nella religiosità della gente comune, contribuisce a dare concretezza alla nostra fede.

Fin dai primi tempi della Chiesa, l’educazione dei neofiti si realizzava mediante l’iniziazione cristiana, che comprendeva, oltre agli insegnamenti delle verità da credere (finalizzate attorno a Cristo, centro della storia della Salvezza), la mistagogia che svelava gradualmente il significato dei vari segni liturgici, in primo luogo il complesso dei segni battesimali, la conversione dal modo di vivere pagano ad uno configurato a Cristo. Al riguardo, è importante notare la rilevanza dell’azione educatrice della Comunità ecclesiale in genere, e dei padrini in specie, per un giudizio che rassicurasse ed incoraggiasse il battezzando nel suo cammino di configurazione morale al Cristo; e, infine, l’esperienza progressiva della vita della Comunità ecclesiale e l’inserimento intimo in essa.

L’iniziazione cristiana è anche mariana

È facile evidenziare il ruolo di Maria nell’iniziazione cristiana, ruolo legato direttamente al fatto che essa è la Madre di Cristo, il Verbo fatto carne che estende la sua opera salvifica nell’esistenza del battezzato. La presenza di Maria è contenuto essenziale della fede professata durante l’immersione nell’acqua battesimale.
La seconda parte della professione di fede riconosce il ruolo di Maria come presenza attiva nella storia della Salvezza: "Credi tu in Gesù Cristo, il Figlio di Dio nato dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, che morì e fu sepolto, che risorse vivo dai morti al terzo giorno, che è salito al cielo, che siede alla destra del Padre e che verrà a giudicare i vivi ed i morti? – Credo".
Diversi studiosi sottolineano il valore di Alleanza di questo momento del rito battesimale: "Il fatto che la formula battesimale sia simultaneamente anche una professione di fede è già sufficiente per qualificare il Sacramento come un incontro dell’azione salvifica di Dio con la risposta di fede dell’uomo e per indicare che la salvezza donata nel Battesimo è in ogni caso una salvezza di Alleanza".
E Maria, "Arca dell’Alleanza", è presente sia come Madre di Cristo e della Chiesa, sia come contenuto esplicito della nostra fede battesimale. È meraviglioso pensare che, ogni volta che un battezzando professa il suo Credo, tutta la Chiesa sostiene il suo atto di fede cristiana e mariana.
La nuova vita battesimale comunicata ad ogni battezzato è vita trinitaria, ecclesiale e mariana. La nostra riflessione si sofferma su questa espansione della vita battesimale-mariana, che si è dimostrata ricca di sviluppi nella riflessione teologica e pastorale di questi ultimi anni e che viene indicata col termine inculturazione.

Maria "Stella dell’evangelizzazione"

La vita battesimale si inserisce e si espande nel mondo e nella storia incarnandosi nelle più svariate culture e lievitandole dall’interno verso una pienezza di vita in Cristo. Basterebbe il solo paragone tra la liturgia della Chiesa Orientale e quella della Chiesa Occidentale per riconoscere come l’unica fede mariana si è espressa in modalità tanto diverse e tanto complementari. Lo stesso avviene tutte le volte che il Cristianesimo entra in dialogo con le "culture altre" che, anche quando appaiono semplici e primitive, possiedono tale ricchezza intima che solo il dinamismo genuino del Vangelo può adeguatamente ridestare e portare a perfezione.
Certamente nessuno pone sotto silenzio la raccomandazione del Concilio che "esorta caldamente i teologi e i predicatori della Parola ad astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure dalla grettezza di mente, nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio; ma tutti si è convinti, oggi, delle intuizioni di Paolo VI che vedeva in Maria la "Stella dell’evangelizzazione", di un’evangelizzazione intimamente inculturata tra gli uomini di oggi: "Al mattino della Pentecoste, Ella ha presieduto con la sua preghiera all’inizio dell’evangelizzazione sotto l’azione dello Spirito Santo: sia lei la "Stella dell’evangelizzazione" sempre rinnovata che la Chiesa, docile al mandato del suo Signore, deve promuovere e adempiere, soprattutto in questi tempi difficili ma pieni di speranza!".
La problematica dell’inculturazione si connette, nei nostri ambienti di antica tradizione cristiana e di profonda devozione mariana, alla problematica della pietà popolare. Nella cultura odierna assistiamo ad un movimento di ritorno alle origini e alle radici della propria cultura. È lo sforzo di ristabilire un equilibrio con le forze che, d’altra parte, tendono a globalizzare la nostra visione del mondo, degli uomini, della storia e della Salvezza.
La presenza attiva di Maria, incarnata nella vita e nella religiosità della gente comune, contribuisce ad evitare i rischi di visioni particolari della ricerca di Dio e della nostra fede. Paolo VI esortava i capi delle Comunità ecclesiali a trovare idonee "norme di comportamento nei confronti di questa realtà, così ricca e insieme così vulnerabile. Prima di tutto, occorre esservi sensibili, saper cogliere le sue dimensioni interiori e i suoi valori innegabili, essere disposti ad aiutarla a superare i suoi rischi di deviazione. Ben orientata, questa religiosità popolare può essere sempre più, per le nostre masse popolari, un vero incontro con Dio in Gesù Cristo".

Maria e i contenuti della fede

I contenuti della fede cristiana, a partire dalla centralità del mistero di Cristo, dicono riferimento intrinseco al mistero di Maria. Paolo VI nell’Omelia tenuta nel santuario di Bonaria in Sardegna, illustrando il mistero dell’Incarnazione, poneva in risalto il ruolo di Maria con queste audaci parole: "Se vogliamo essere Cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a lui conduce".
È questo pure l’insegnamento del Vaticano Il: "Volle il Padre delle misericordie che l’accettazione di colei che era predestinata a essere la madre precedesse l’Incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita. E questo vale in modo straordinario della Madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la Vita stessa che tutto rinnova" [LG 56].
"Per Maria i luoghi dell’apprendimento della scienza di Dio, sotto la guida dello Spirito, non sono state le aule scolastiche ma i luoghi della vita quotidiana, consumata nell’amore per Dio e per il prossimo: la casa di Nazareth, la casa di Elisabetta, il luogo del parto a Betlemme, la via verso l'Egitto e quella del ritorno a casa, il Tempio di Gerusalemme, la vita nascosta a Nazareth, la festa di nozze a Cana, il Golgota, il Cenacolo" (Corrado Maggioni).
Sono allora gli atteggiamenti interiori di Maria, quali il silenzio, il custodire nel cuore, la risposta della fede senza riserve, l’andare missionario, l’attenzione ai bisogni del prossimo, la fortezza nell’ora della prova..., a rivelare il lavoro dello Spirito nel cammino spirituale della Madre di Cristo e della Chiesa.
Il silenzio, qualificante il discepolato di Maria più delle parole, è infatti lo spazio per accogliere nei cuori la piena risonanza della voce dello Spirito Santo: occorre far silenzio dentro di sé, affinché possa esprimersi l’Ospite dolce dell'anima, perché egli porti nei cuori la conoscenza e l'esperienza di Dio, dal quale fiorisce la preghiera. Il cantico del Magnificat, mentre esprime la comprensione di Maria dei misteri di Dio, visibilizza l’efficacia del magistero dello Spirito nell’animo della discepola della Sapienza.
Fermarsi soltanto a contemplare in Maria la donna docile alla voce dello Spirito non è tuttavia sufficiente. Occorre dilatarsi all’azione dello Spirito, sul suo esempio e sotto il suo magistero: da discepola dello Spirito ella è diventata maestra nell’insegnare la scienza di Dio, elargita dallo Spirito.


 

Inserito Mercoledi 6 Gennaio 2010, alle ore 18:24:14 da latheotokos
 
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