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  Maria nel Vangelo di Matteo 
BibbiaQuello che Matteo dice di Maria

 La Vergine Madre

Maria fa la sua comparsa nel vangelo di Matteo nella genealogia, una danza di nomi che ritma la storia di Israele da Abramo a Cristo. Trovare alcuni nomi di donna in una genealogia sorprende non poco, perché la discendenza si trasmette per linea maschile. La donne ivi rappresentate - Tamar, Racab, Rut, la moglie di Uria, dell'Antico Testamento, e Maria, non appartengono di diritto alla storia a cui prendono parte e vi arrivano in modo strano, quasi di soppiatto. Esse mostrano che è Dio a dirigere la storia, imprimendo accelerate e variazioni che gli uomini non possono preventivare. Lui che ha condotto le quattro donne dell'Antico Testamento a inserirsi nell'alveo genealogico che porterà a Cristo, chiama pure Maria a portare il suo contributo originale ed esclusivo: dopo una monotona sequenza in cui il padre genera il figlio e questi diventa a sua volta genitore, il ritmo si spezza: "Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo" (1,16). Gesù è presentato come soggetto, e solo Maria prende parte attiva alla sua generazione. Come spiegare questa trasformazione? Di chi è figlio Gesù? Come può dirsi discendente di Davide se figlio di Maria e non di Giuseppe? Le domande trovano una soddisfacente risposta in 1,18-25. Il brano non è tanto una vetrina che espone le qualità di Giuseppe, quanto piuttosto un prisma che scompone l'interesse globale su Gesù in attenzione riservata alla sua persona dalla famiglia che lo accoglie. Mentre la genealogia lo inseriva nel tessuto comunitario del suo popolo, il presente episodio lo radica nella microcellula sociale che è la famiglia. Giuseppe e Maria, ciascuno nella propria specificità e insieme in modo complementare, favoriscono l'accoglienza di Gesù. In vista di lui modificano la loro situazione iniziale, comprendono e realizzano la loro vocazione con amorosa fedeltà. Giuseppe sarà padre, ma non genitore, Maria sarà madre e genitrice.

GIUSEPPE PADRE MA NON GENITORE
Il brano presenta l'iniziale situazione anomala di Giuseppe e di Maria e la progressiva comprensione della loro vocazione alla luce di Gesù. Il messaggio angelico aiuta Giuseppe a capire che il bambino di Maria è concepito per opera dello Spirito Santo e lo invita a collaborare al piano divino. A lui spetta di accogliere Maria in casa sua, formalizzando la seconda fase del matrimonio ebraico - l'introduzione solenne della sposa nella casa dello sposo - assicurando così alla famiglia una "normalità esterna", pacificamente riconosciuta dagli abitanti di Nazaret. Accettando di dare un nome al bambino di Maria, Giuseppe compie un riconoscimento giuridico, un atto ufficiale equivalente alla odierna registrazione di nascita all'anagrafe civile. Con questo gesto il figlio viene riconosciuto a tutti gli effetti membro della famiglia e potrà dirsi a pieno titolo discendente di Davide, come il padre: Giuseppe sarà nei suoi confronti padre, anche se non genitore. Come padre eserciterà la patria potestà, si prenderà cura e avrà verso di lui diritti e doveri.

MARIA MADRE E GENITRICE
Chiarita la posizione di Giuseppe, si comprende meglio anche quella di Maria, sposa di Giuseppe e madre di Gesù. Proprio in vista di questa maternità è chiamata a rimanere prodigiosamente vergine. La verginità è lo spazio di amore che permette al Figlio di Dio di farsi uomo, è la libera e gioiosa risposta della persona umana associata al mistero di Dio. Il bambino che nascerà sarà nel contempo Figlio di Dio e Figlio di Maria: Figlio di Dio per la misteriosa azione creatrice dello Spirito Santo, Figlio di Maria perché ella lo porta nel suo grembo e lo genera. La presentazione di Maria come madre e come genitrice senza collaborazione umana trova il suo fondamento nella citazione di Isaia: "Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio" (1,23). Il mondo giudaico non aveva mai inteso Is 7,14 nel senso di nascita verginale del Messia, anche perché il termine ebraico "almah" significa "giovane donna". È Matteo a sostituirlo con quello di "vergine" riportato dalla traduzione greca. Maria è quindi presentata come la VERGINE MADRE. La verginità non è un privilegio da tenere per sé, ma la condizione di esercizio della maternità, un titolo di servizio verso il bambino che porta nel grembo. La citazione biblica offre una chiave di lettura per capire Cristo e, di conseguenza, colei che è chiamata "sua madre". Un'eco della maternità verginale attraversa tutto il secondo capitolo dove per 5 volte si parla di Maria, sempre presentandola come "la sua madre".Dopo la conoscenza di 1,18-25 non è difficile scorgere in quel titolo un sottile indizio della relazione unica che lega Maria a Gesù, in delicato e continuo richiamo alla situazione di Maria. Il riferimento alla sola madre è tanto più singolare se pensiamo che mai, eccetto per motivi eccezionali e gravi, uno sarebbe stato denominato come "figlio della madre". Lo confermano Mt 20,20 e 27,56 dove Giacomo e Giovanni sono chiamati "figli di Zebedeo" e la madre "madre dei figli di Zebedeo", quasi non fossero suoi figli. Matteo nel presentare la VERGINE MADRE ricorda il servizio ecclesiale di Maria, quello di dare concretezza storica all'Emanuele, il Dio che a partire da quel momento sarà sempre con noi (cf 28,20).

Capitolo I del Vangelo di Matteo

1 Genealogia di Gesù Cristo

1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4 Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, 5 Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, 8 Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, 13 Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Elìacim, Elìacim generò Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, 15 Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. 17 La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

Nascita di Gesù

18 Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". 22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l`angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25 la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

Note Capitolo 1.
3-5. Si noti la menzione di tre donne straniere cooptate nel popolo di Dio: Tamar, Rut e Betsabea, moglie di Uria.
16. Giuseppe era padre soltanto legale di Gesù, per trasmettergli il diritto e il privilegio della discendenza davidica: cfr. Mt 1, 20.
17. Mt schematizza la genealogia omettendo alcuni anelli, per ridurla a gruppi di quattordici generazioni, in rappresentanza dei tre grandi periodi della storia biblica. Cristo, in greco, significa unto, consacrato, e corrisponde all'ebraico Messia. L'unzione era propria dei re.
18. L'ultimo atto del matrimonio era la coabitazione degli sposi, a conclusione del fidanzamento, che aveva gli stessi effetti giuridici del matrimonio: cfr. Lc 1, 27. cfr. Lc 2, 5.
19. Giuseppe sa di essere estraneo alla maternità di Maria e pensa alla soluzione più prudente.
21. In ebraico, Gesù significa " Dio salva ".
22. Citazione di cfr. Is 7, 14. 

Capitolo II del Vangelo di Matteo

2 I Magi
1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 "Dov`è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". 3 All`udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s`informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6 E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.
7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l`avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch`io venga ad adorarlo". 9 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un`altra strada fecero ritorno al loro paese.

Fuga in Egitto

13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". 14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall`Egitto ho chiamato il mio figlio.
16 Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s`infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. 17 Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
18 Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più.

Ritorno dall` Egitto

19 Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20 e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d`Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino". 21 Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d`Israele. 22 Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea 23 e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: "Sarà chiamato Nazareno".

Note Capitolo 2.
2. La stella è da intendere come un fenomeno luminoso nell'atmosfera terrestre.
4. " Sommi sacerdoti ", al plurale, indica il sommo sacerdote in carica e i suoi predecessori o i membri delle rispettive famiglie. Gli scribi erano i dottori della legge, i quali, con i sacerdoti e gli anziani del popolo, costituivano il sinedrio, cioè il gran Consiglio che si occupava degli affari religiosi e civili della nazione.
6. Citazione di cfr. Mic 5, 1.
15. Citazione di cfr. Os 11, 1.
18. Citazione di cfr. Ger 31, 15. La tomba di Rachele era venerata presso Betlemme.
22. Archelao fu successore di suo padre Erode nel governo della Giudea dal 4 a. C. al 6 d. C.
23. Il nome ebraico Nazaret ha la stessa radice verbale di " germoglio ", per il quale cfr. Is 11, 1. Il villaggio sorgeva sugli ultimi contraffarti dei monti galilei, a circa 140 km. a nord di Gerusalemme.

Inserito Venerdi 11 Settembre 2009, alle ore 22:15:32 da latheotokos
 
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