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  Il Commentario coranico su Maria dell'Imam Al-Qushayrî [II Parte] 
Islam

di Yahya Sergio Yahe Pallavicini su Theotokos XVII (2009), pp. 179-188.



        3. Traduzione di testi del Commentario Coranico di Al Qushayrî

      
Il commentario dell'imam Al-Qushayrî, che proponiamo in traduzione italiana, si riferisce ad alcuni versetti della rivelazione coranica su Maryam, contenuti nella sûra di 'Imrân (III sûra del Sacro Corano), nella sûra di Maryam (XIX sûra) e all'ultimo versetto della sûra at-Tahrîm («La dichiarazione di illiceità», LXVI sûra). Nella traduzione che segue abbiamo rispettato il testo originale dell'imam Al-Qushayrî, citando ogni volta il versetto o i versetti coranici, e di seguito il relativo commentario.

       
        3.1. Dal commento alla Sûra III (Sûra di 'Imrân)

E il Signore l'accettò, d'accettazione buona, e la fece germogliare, di germoglio buono. E Zaccaria la prese sotto la sua tutela e ogni volta che Zaccaria entrava da lei nel santuario vi trovava del cibo e le diceva: «O Maryam, da dove ti viene questo?», Ed essa rispondeva: «Mi viene da Dio, perché Dio dà della Sua provvidenza a chi vuole, senza conto» (Sûra III, 37).

        «E il Signore l'accettò, d'accettazione buona, e la fece germogliare, di germoglio buono. E Zaccaria la prese sotto la sua tutela»: Dio portò Maryam al di sopra delle speranze di sua madre. Si dice che l'espressione «E il Signore l'accettò, d'accettazione buona» significa che Egli ha consacrato Maryam e l'ha preservata affinché essa Lo adori, l'ha presa sotto la Sua protezione, accordandole la Sua amicizia come fa per i Suoi Santi, a tal punto che tutti i contemporanei di Maryam erano impressionati dalla sollecitudine divina della quale beneficiava, nonostante fosse una donna.
        Alcuni spiegano la frase «d'accettazione buona» nel senso della buona educazione che Dio le ha donato sapendo perfettamente che essa avrebbe dovuto subire accuse menzognere. Perciò ella non si occupa dei propositi maldicenti dei nemici.
        Secondo altre interpretazioni «d'accettazione buona» significa che Dio le ha donato un'educazione impeccabile, tale da rispondere alla prima apparizione di Gabriele: «Io mi rifugio nel Misericordioso se tu sei timorato di Dio».5
        «Dio la fece germogliare di germoglio buono», come accade per una pianta, e crebbe nell'obbedienza a Dio, cercando solo la soddisfazione divina in ogni momento, poiché il frutto che porterà e genererà sarà 'Îsâ ('alayhi-s-salâm). ['Îsâ è il nome con cui Gesù è chiamato nella Rivelazione coranica, n.d.r.].
        Ecco il "germoglio buono", nel quale Dio confida e che pone sotto la tutela di Zaccaria.
        Questa grazia nell'educazione perfetta e la crescita che Dio assicura a Maryam si manifestano anche nel fatto che Egli le dona come tutore, protettore e responsabile delle sue cose, un Profeta come Zaccaria ('alayhi-s-salâm). Dio, infatti, aveva già rivelato al Profeta Davide ('alayhi-s-salâam): «Se vedi qualcuno che Mi cerca allora mettiti al suo servizio!».
        Ogni volta che Zaccaria andava a trovarla nel tempio, trovava vicino a lei del cibo, e le domandava: «O Maryam, da dove ti viene questo?» Ed essa rispondeva: «Mi viene da Dio, perché Dio dà della Sua provvidenza a chi vuole, senza conto.»
        Il fatto che Maryam viveva nel santuario, e non altrove, è uno dei segni della grazia divina ricordata precedentemente. Rari e preziosi sono i servitori di Dio che abitano negli stessi luoghi dove si consacrano all'adorazione.
        Ugualmente fa parte della grazia divina accordata a Maryam anche il fatto che Egli non abbia affidato tutti gli affari e le faccende di Maryam a Zaccaria. Cosi quando Zaccaria andava a trovarla nel tempio per portarle del cibo, trovava vicino a lei il necessario: un segno per far comprendere ai servitori attivi di Dio che Egli non lascia a nessun altro (all'infuori di Se stesso) il compito di occuparsi dei Suoi amici ed eletti.
        Colui che serve uno dei Suoi santi o sante, è colui che in effetti beneficia della bontà del santo, senza dover condividere la pena della prova. Vi è qui un'allusione destinata a coloro che servono gli iniziati, i poveri in Dio, affinché sappiano di essere loro l'oggetto della bontà degli iniziati (e non questi l'oggetto della bontà di coloro che li servono).
        Zaccaria domanda: «O Maryam, da dove ti viene questo?», poiché non può credere che Maryam possa meritare un tale rango spirituale. Crede che qualcun altro lo possa precedere ed avere l'occasione di servirla, portandole prima di lui quello di cui Maryam ha bisogno. Domanda dunque: «Come hai avuto questo? Chi te lo ha portato?».
        E Maryam risponde: «Viene da Dio e non da una qualsiasi altra creatura!». Zaccaria prova una doppia gioia sentendo questa risposta: principalmente nel vedere la stazione spirituale di Maryam presso Dio e i doni generosi che Egli le accorda; in secondo luogo, comprendendo che nessun altra persona si voleva sostituire a lui nella responsabilità che Dio gli aveva donato.
        Nell'espressione: «Ogni volta che Zaccaria andava a trovarla nel santuario» il termine «ogni volta» esprime la continuità. Si comprende che Zaccaria non rinunciava mai ad occuparsi di lei, anche se trovava accanto a lei del cibo: ogni giorno e ogni volta Zaccaria cercava di conoscere lo stato spirituale di Maryam. In effetti i prodigi dei santi non sono sempre caratterizzati da una continuità che dura nel tempo: è possibile che Dio manifesti attraverso di loro i Suoi doni secondo una continuità, oppure no. Zaccaria non conta sulla permanenza e continuità dei doni, cosa che lo condurrebbe a non occuparsi più di lei, al contrario egli rinnova la sua domanda ad ogni visita: «O Maryam, da dove ti viene questo?», poiché è possibile che la situazione del momento sia diversa da quella precedente. Nulla è sottoposto ad alcun obbligo.
        La risposta di Maryam: «Dio dà della Sua provvidenza a chi vuole, senza conto» esprime chiaramente l'essenza dell'unicità divina, sapendo che la sussistenza e i benefici che Egli accorda alle Sue creature dipendono dalla Sua volontà, senza che queste siano causate dalle buone opere o dall'intermediazione degli atti di adorazione.

E quando gli angeli dissero a Maryam: «O Maryam! In verità Dio ti ha prescelta, ti ha purificata e ti ha eletta su tutte le donne del creato» (Sûra III, 42).

        È possibile che l'inizio dell'esclamazione rivolta dagli angeli a Maryam esprima l'elevatezza del suo statuto spirituale. È possibile anche che Maryam li abbia sentiti e visti, o che non li abbia visti ma abbia sentito le loro voci dire: «Dio ti ha eletta rendendoti eccellente e ti ha resa unica tra i tuoi simili; ti ha purificata dalla turpitudine e dai peccati grazie a un'impeccabilità protettrice relativamente alla frequentazione delle altre creature. Egli ti ha scelta tra tutte le donne del tuo tempo nell'universo».
        La ripetizione dell'espressione dell'elezione (istifâ') particolare di Maryam è interessante per due aspetti: il primo: «Dio ti ha eletta donandoti l'eccellenza, il rango spirituale e uno stato elevato»; il secondo: «Egli ti ha eletta e scelta perché tu possa portare in te 'Îsâ ('alayhi-s-salâm) senza l'intervento di un padre umano, e nessuna donna è mai stata e mai sarà uguale a te fino alla fine dei tempi». Da qui l'espressione «tra tutte le donne dell'universo».

O Maryam, sii devota al tuo Signore, Prostrati e adora con chi adora! (Sûra III, 43).

        Vuol dire: prosternati in adorazione, sii assidua nell'obbedienza e non diminuire i tuoi servizi verso Dio. Lui che ti ha privilegiata con una tale stazione spirituale, sii la sola del tuo tempo ad adorarLo così.

Questa è una delle notizie del mondo invisibile che Noi ti riveliamo, perché tu non stavi con loro quando tiravano a sorte con le canne per sapere chi si sarebbe preso cura di Maryam, non eri con loro quando discutevano di questo (Sûra III, 44).

        Significa: siamo Noi che ti insegniamo questi racconti e che ti trasmettiamo il loro significato. Anche se siamo sempre Noi che te li raccontiamo sappi che i Nostri discorsi sono cosa rara, preziosa e forte, più perfetta di quanto tu possa vedere contemplandone i significati e la loro recitazione.

E quando gli angeli dissero a Maryam: «O Maryam Iddio ti annuncia la buona novella di una Parola che viene da Lui, e il cui nome sarà il Cristo, Gesù figlio di Maryam, eminente in questo mondo e nell'altro e uno dei più vicini a Dio. Ed egli parlerà agli uomini dalla culla come un adulto, e sarà dei Giusti» (Sûra III, 45-46).

        Dio non ha annunciato a Maryam che otterrà piaceri o gioie in questo mondo e nell'altro, ma le ha annunciato piuttosto segni meravigliosi, ossia il fatto che 'Îsâ ('alayhi-s-salâm) sarà un inviato sostenuto dal miracolo.
        Una tradizione dice che Dio ha insegnato a Maryam che Egli apre possibilità straordinarie a coloro che sono ridotti all'impotenza e che accettano il decreto divino. Così, per un certo periodo, Maryam ha goduto di buona reputazione ed era conosciuta per la sua integrità. Ma, in seguito, per l'aspetto apparente del suo stato straordinario è stata turbata dai rimproveri della gente anche se la realtà era ben differente da quello che pensavano gli ignoranti, incapaci di vedere e riconoscere gli effetti della Potenza divina.
        La tradizione dice ancora che Egli le abbia insegnato questa verità in modo progressivo e dettagliato, annunciandole che questo bambino vivrà, che parlerà alle genti in giovane età e da adulto, e che i tranelli dei nemici non avranno alcuna influenza su di lui.
        Secondo alcuni l'età «adulta» corrisponde alla fase della ridiscesa di Gesù dal cielo.
        Secondo altri Dio ha confortato Maryam dicendole che se lei non potrà esprimere la sua innocenza, Dio farà parlare 'Îsâ per dimostrare la sincerità e la dignità di sua madre.

«O mio Signore! - rispose Maryam - Come avrò mai un figlio se non mi ha toccata alcun uomo?» Rispose l'angelo: «Eppure Dio crea ciò che Egli vuole: quando ha deciso una cosa non ha che da dire: "Sii! Ed essa è"» (Sûra III, 47).

        «Signore!» - domanda Maryam - «come avrò mai un figlio se non mi ha toccata alcun uomo?». «Dio crea ciò che Egli vuole» - le fu risposto - «come hai visto il manifestarsi di cose miracolose nel sostegno che Noi ti accordiamo, Noi contraddiciamo anche il corso abituale delle cose creando un bambino senza rapporto umano».
        «Quando Egli decide che una cosa deve essere» vuoi dire che quando Egli vuole realizzare ed eseguire un ordine Gli è sufficiente dire «sii» e la cosa è, poiché non è difficile per Lui creare e manifestare.
        Quando le genti hanno biasimato Maryam, Dio ha fatto parlare 'Îsâ, di appena un giorno, che disse: «Vi porto un segno del vostro Signore».

E nel Libro ricorda Maryam, quando s'appartò dalla sua gente lontano in un luogo a oriente, ed essa prese a proteggersi da loro un velo. E Noi le inviammo il Nostro Spirito che apparve a lei sotto forma di uomo perfetto (Sûra III, 16-17).

Maryam si allontana dalla sua gente in ragione della purezza che ha acquisito e si vela ai loro sguardi. Quando vede Gabriele sotto la forma di uomo perfetto si spaventa e non trova altro rifugio se non quello di dire allo sconosciuto di temere Dio e di ritornare a Lui.

       
        3.2. Dal commento alla Sûra XIX (Sûra di Maryam)

Ella gli disse: «Io mi rifugio nel Misericordioso, avanti a te, se tu sei timorato di Dio!» (Sûra XIX, 18).

        Maryam dice a Gabriele, che non ha riconosciuto, «io mi rifugio nel Misericordioso davanti a te», se fai parte di coloro che bisogna temere e per i quali bisogna premunirsi, cioè se hai delle cattive intenzioni. Maryam non ha detto: «presso Dio» ma «presso il Misericordioso», cioè «presso Colui che mi riserverà misericordia e mi proteggerà da te».
        E probabile che questo significhi anche: «se tu conosci Dio e se temi di opporti al Suo comandamento, allora io cerco rifugio contro di te presso Dio, e ti metto in guardia contro il Suo castigo».

Le disse: «lo sono il Messaggero del tuo Signore. per donarti un fanciullo purissimo» (Sûra XIX, 19).

        Per presentarsi a Maryam e farsi conoscere, Gabriele la rassicura e porta l'annuncio di 'Îsâ ('alayhl-s-salâm) che essa aveva già ricevuto.

«Come potrò avere un figlio, - rispose Maryam - «se nessun uomo mi ha toccata mai, e non sono una donna cattiva?» Disse: «Cosi sarà. Perché il tuo Signore ha detto: "Cosa facile è questa per Me, e Noi faremo di Lui un Segno per gli uomini, un atto di clemenza Nostra: questa è cosa decretata"» (Sûra XIX, 20 - 21).

        Maryam domanda: «Come posso avere un bambino visto che non ho commesso degli errori e niente di male?» Gabriele risponde: «È come ti ho detto, non è affatto difficile per Dio, poiché Egli può fare di questo bambino la prova della Sua potenza assoluta.
        Questo bambino sarà una misericordia divina per coloro che credono, e causa di ignoranza per gli altri».

Ed essa lo concepì e s'appartò col frutto del suo seno in luogo lontano (Sûra XIX, 22).

        Quando la sua gravidanza divenne visibile e quando seppe che la gente cercava di allontanarla da loro, e che non poteva fidarsi delle persone alle quali aveva rivelato il suo segreto, se ne andò in un luogo lontano dagli uomini.

Ora le doglie del parto la spinsero presso il tronco di una palma e disse: «Oh! Fossi morta prima. Oh! Fossi ora una cosa dimenticata e obliata!» (Sûra XIX, 23).

        I dolori del parto condussero Maryam ad appoggiarsi al tronco di una palma. Quando fu nel momento di partorire, si fece prendere dalla vergogna di fronte al suo popolo, si fece prendere dalla debolezza e disse: «Oh! Fossi morta prima. Oh! Fossi ora una cosa dimenticata e obliata!».
        Secondo certe interpretazioni, è probabile che Maryam abbia detto questo per domandare pietà ai suoi, perché essa sapeva che l'avrebbero biasimata, accusata di frivolezza e di aver mal agito.
        Altri, al contrario, dicono che fu per pietà verso di loro che Maryam disse questo, al fine di non farli punire per causa sua in seguito alle loro azioni negative.
        O ancora: «Oh! Fossi morta prima. Oh! Fossi ora una cosa dimenticata e obliata!», perché io non senta cosa diranno su Dio a causa mia, che Gesù è figlio di Dio e figlio di Maryam, e che Maryam è la Sua compagna. Dio è ben al di sopra di questo!
        O ancora: «Oh! Fossi morta prima. Oh! Fossi ora una cosa dimenticata e obliata!» vuoi dire: quando ero trattata con benevolenza, e quando non conoscevo la difficoltà nella quale mi trovo adesso.
        «Oh! Fossi morta prima. Oh! Fossi ora una cosa dimenticata e obliata!», quando il mio cuore non era legato a nessuna causa seconda (simboleggiata dal fatto di appoggiarsi alla palma).

E la chiamò una voce di sotto la palma: · Non rattristarti, perché il Signore ha fatto sgorgare un ruscello ai tuoi piedi» (Sûra XIX, 24).

        Secondo i commentari tradizionali ed esoterici, la voce che chiama Maryam «sotto di lei» è quella di Gabriele o quella di Gesù. L'espressione ha lo scopo di placare la tristezza e la malinconia di Maryam, annunciandole la bella novella di Gesù, cioè: «non ti affliggere, Dio ti dona un fanciullo da te manifestato».

«Scuoti verso di te il tronco della palma e questa farà cadere su te datteri freschi e maturi" (Sûra XIX, 25).

        Il tronco della palma era secco. Dio ha immediatamente fatto produrre all'albero dei frutti, i datteri freschi e maturi. Vi è in questo un segno miracoloso e una prova per Maryam. In effetti, Colui che può realizzare queste cose straordinarie, è anche in grado di creare Gesù senza l'intervento di un genitore umano.
        La tradizione dice che quando Maryam era sola, senza alcun legame, Zaccaria trovava vicino a lei del cibo senza che lei avesse incaricato nessuno di occuparsene. Quando si manifesta il legame rappresentato dal bambino che porta in sé, Maryam riceve l'ordine di scuotere il tronco della palma (anche se non aveva quasi più forza fisica), al momento della nascita. Questo perché si sappia che tutti i legami portano necessariamente delle difficoltà e delle sofferenze.
        Secondo certe interpretazioni, è stato ordinato a Maryam di scuotere il tronco della palma nonostante il suo stato affinché nel riuscire a farlo si manifestasse il segno più evidente della sua sincerità.
        Secondo altri, poiché nessuno si prende carico di Maryam nella sua situazione, è Dio che la prende in carico e sotto la Sua protezione, poiché i servitori attivi di Dio sappiano che Egli non abbandona mai i Suoi servitori eletti quando sono nel bisogno.

«Mangiane dunque e bevi e asciuga i tuoi occhi! E se tu vedessi qualcuno, digli: "ho fatto voto al misericordioso di digiunare e non parlerò oggi ad alcun uomo"» (Sûra XIX, 26).

        I datteri maturi sono sufficienti come nutrimento e bevanda per quello che è il suo bisogno. La sua paura è stata placata, ed essa gioisce interiormente. «E se tu vedessi qualcuno», non parlargli, e fagli sapere con un gesto o un'allusione che hai fatto voto di silenzio al Misericordioso verso gli uomini, rinunciando a qualsiasi scambio verbale con loro.

Poi venne con il bambino tra la sua gente portandolo in braccio. «O Maryam. le dissero, tu hai fatto cosa mostruosa. O sorella di Aronne! Non era tuo padre un uomo malvagio né fu peccatrice tua madre» (Sûra XIX, 27-28).

        La gente di Maryam la biasima per il fatto di avere avuto un figlio. La rimproverano dicendole: «Dicci, noi che ti pensavamo una persona virtuosa dello stesso rango di Aronne, conosciuto per la sua buona condotta e dirittura, come è possibile che tu abbia commesso un atto così ignobile?».
        Alcuni riportano che il fratello di Maryam si chiamasse Aronne.
        Secondo altri Aronne è il nome di un uomo perverso che fa parte del popolo di Maryam, e in tal caso il loro accostamento significherebbe allora: «dicci, tu che assomigli ad Aronne nella corruzione, chi è questo bambino?»
        Secondo altri, Aronne era, al contrario, un uomo virtuoso del popolo di Maryam. Facendo riferimento a lui dicono: «Dicci, tu che sei la sorella di Aronne, tu della quale pensiamo e crediamo che i tuoi genitori non siano cattivi, come hai potuto commettere una simile atrocità?».

Ed essa indicò loro il neonato, e dissero. «Come parleremo noi a chi è ancora bambino nella culla?» (Sûra XIX, 29).

        Secondo il senso esteriore dell'espressione, Maryam indica con il dito il bambino; secondo il senso interiore, essa fa allusione a Dio. Il popolo colto da stupore dice: «è possibile parlare con qualcuno che dorme nella sua culla?», esprimendo con ciò disapprovazione verso la risposta allusiva di Maryam che indica il figlio in risposta alle accuse.

Egli disse: «In verità io sono il servo di Dio. il quale mi ha dato il Libro e mi ha fatto Profeta» (Sûra XIX, 30).

        Quando il popolo di Maryam pronuncia quelle parole di accusa, Dio fa parlare Gesù che dice: «in verità io sono il servo di Dio». È allora che l'innocenza di Maryam appare attraverso le parole di Gesù prima che si possa dire la stessa cosa nei suoi confronti.
        «Egli mi ha donato il Libro» significa: «Egli mi donerà il Libro» o piuttosto: «Me lo ha già donato nell'eternità (dall'inizio dei tempi)».
        «Egli ha fatto di me un Profeta» per pura grazia da parte Sua. Questo versetto risponde a coloro che ritengono che la funzione profetica si meriti attraverso il numero delle opere buone. Invece Gesù afferma il suo statuto appena nato, mostrando che Dio ha comunque fatto di lui un Profeta senza che abbia ancora compiuto atti d'adorazione.


        33. Dal commento alla Sûra LXVI (La dichiarazione di illiceità)

E Maryam figlia d''Irmran, che si conservò vergine si che Noi insufflammo in lei del Nostro Spirito, e che credette alle parole del Suo Signore, e nei Suoi Libri, e fu una delle donne devote (Sûra LXVI, 12).

Questa sûra, di cui quello che precede costituisce l'ultimo versetto, si conclude con l'evocazione di Maryam, dopo aver menzionato la moglie del Faraone, in quanto entrambe fanno parte delle donne elette. Poiché questa sûra parla molto di donne, Dio ha voluto che Maryam non mancasse, per sottolinearne il valore molto particolare.6


NOTE
5 Ibid ., XIX, 18.
6 «Il versetto precedente a quello citato richiama infatti l'esempio virtuoso della moglie del faraone: «Allah ha proposto ai credenti l'esempio della moglie di Faraone, quando invocò: 'Signore, costruiscimi vicino a Te una casa nel Giardino. Salvami da Faraone e dalle sue opere sue. Salvami dagli ingiusti"» (ibid., LXVI, 11).
 

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Inserito Sabato 27 Novembre 2010, alle ore 10:22:02 da latheotokos
 
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