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  Essere madre, con «la Madre» 
Santi

La presenza di Maria nella vita della Venerabile Madre Serafina di Gesù (Francesca Farolfi), fondatrice delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento. Dal libro di  Guiducci Pier Luigi, Camminare con "Lei", Editrice ElleDiCi, Leumann (TO) 1988, pp. 125-131.



«E Tu, o Vergine Immacolata, da cui riconosco le grazie spirituali del Signore, Tu impetrami la costanza e l'avanzamento sempre crescente nell'amore di Dio! Mi nascondo sotto il tuo manto e sarò liberata da ogni tentazione, seduzione e batterò sicura la via della santità. In te, in te, o Maria, ripongo le mie speranze».1

Quel saluto

«Andate figlie mie, la Vergine vi accompagni e vi benedica; amate molto Maria, fatela amare dai bambini, propagatene la devozione: zelate l'amore ai Misteri, alla S. Comunione, all'adorazione a Gesù esposto, fate circondare la Mensa Eucaristica dai piccoli; pregate Gesù di darvi il desiderio di contemplarlo negli splendori della sua gloria a faccia a faccia. Oh! in paradiso, in paradiso... là ci riuniremo per sempre!».
É il 17 maggio del 1917. Madre Serafina di Gesù saluta le sue figlie prima del ritorno al Padre. Vicina ormai all'incontro con Sorella Morte esclama: «Che cosa è mai vedere Iddio svelato; vedere la Madonna!» (15 giugno). Poi, l'abbraccio con l'Eterno (18 giugno), mentre la Chiesa in esodo è ancora provata dall'«inutile strage» della prima guerra mondiale.
Due mesi dopo il «dies natalis» di Madre Serafina, un tentativo di mediazione vaticana tramite la nota dell'agosto 1917 ai belligeranti, viene respinto.2
Ma il seme di pace rappresentato dalla fondazione delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento non sarà qualcosa di sprecato. Di superfluo. Così come non saranno vanificate nel loro impulso di carità tante altre opere mosse, in quel periodo, dallo Spirito di Dio.

Storia di un seme

Madre Serafina di Gesù nasce a Tossignano (Bologna) il 7 ottobre del 1853, mentre Pio IX è vicino ormai a proclamare il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria.3
Negli anni della crescita la giovane si sofferma più volte sull'idea della «missione» mentre con il diploma di insegnante concretizza un attenzione specifica all'infanzia e alla gioventù.
Il suo voler essere «per» gli altri in modo «totale» la conduce, ventenne, a entrare tra le Suore Terziarie Francescane di Forlì. La professione religiosa avviene il 28 ottobre del 1875, presente anche il padre, in precedenza contrario a tale impegno. Due sorelle (sr. Beniamina e sr. Caterina) la seguono sulla strada del servizio per Gesù. Sr. Beniamina però, a soli 27 anni è chiamata a servire la Chiesa dal Paradiso, nella Comunione dei Santi.
Nel 1881 l'arcivescovo di Modena richiede una fondazione a Palàgano. Viene inviata sr. Serafina, che inizia in tal modo la sua esperienza di fondatrice organizzando un collegio e una casa religiosa. Da questo momento «la storia del seme» registra una svolta riformatrice. La religiosa avverte l'esigenza di modificare la vita penitente delle Terziarie allargandola con decisione alla vita attiva, senza frontiere, per l'educazione della gioventù.
Il 1891 vede un'altra fondazione: è la casa di Bagno di Romagna. L'incarico è, ancora una volta, attuato da sr. Serafina. L'apertura dell'opera avviene il 5 dicembre.
La suora, però. ha ormai cominciato a percorrere più rapidamente la via indicata dalla Provvidenza:
— da una parte sviluppa un carisma centrato sull'Eucaristia contemplando Gesù che si offre e si sacrifica per la gloria del Padre e per la salvezza di tutti gli uomini;
— daall'altra, realizza nel quotidiano l'aspirazione di santa Chiara d'Assisi: contemplazione e azione.
 
Prove da affrontare e Nuova Famiglia religiosa

«L'oggetto della nostra speranza è la nostra amorosissima madre Maria Immacolata, che io ho costituito Madre di questo Istituto. Amatela con tenerezza filiale, disponetevi alle sue feste con tutto l'amore e la pompa possibile... specialmente l'Immacolata Concezione. Patrona di tutto l'Ordine serafico. Onoratela sotto questo titolo; fate che in ogni camera vi sia l'immagine della Concezione ed intorno: Vergine Immacolata, fate che il mio cuore e il mio corpo siano sempre immacolati! Soprattutto onorate Maria con il santo Rosario. Recitate questa fruttuosa devozione nei luoghi dove andrete; introducetela nelle famiglie. . . ».4
Qui comincia la dura salita. A fine luglio del 1893 la Prefettura di Forlì ordina la chiusura del collegio «San Francesco» di Forlì. Si afferma che i locali sono carenti di funzionalità, ma il vero motivo del duro provvedimento è di natura politica. Suor Serafina reagisce. Le bambine sono subito trasferite a Badia di S. Maria d'Urano in Bertinoro. Poi si tenta un colloquio paziente e tenace con le pubbliche autorità (1893-1895). Ma non serve. Così, il 29 ottobre del 1895 mons. Leonardi, vescovo di Bertinoro, emette il decreto di accettazione nella sua diocesi delle suore residenti a Badia di Bertinoro. È l'inizio giuridico del nuovo Istituto.5
Il 21 novembre del 1896 Madre Serafina scrive la preghiera di affidamento alla Beata Vergine del Lago, patrona della città e Diocesi di Bertinoro. Questo è il testo:
«O Vergine amorosissima del lago, che fosti sempre verso di me un vero lago di misericordia e di grazie, volgi oggi il Tuo sguardo materno sopra la povera anima mia! Coprimi adunque della Tua verginale purezza, della Tua umiltà, della Tua obbedienza, della Tua carità verso Dio e verso gli uomini. Presentami Tu stessa a Gesù. Unico Tuo Figlio vero Dio e vero uomo. Io mi presento a Te, per rinnovare, in modo specialissimo l`olocausto di tutta me stessa: Ti offro la mia intelligenza. la mia volontà, il mio cuore; il mio corpo, tutto quanto possa appartenermi! Ti offro, con tutta l'anima, questo Istituto nascente: nascondo nel Tuo cuore Caterina, Nazzarena, Veronica, Bernardina, Germana, Orsolina, Cecilia, Domenica, che sono la base dell'edificio; Ti affido poi le Novizie, le Probande e tutte le mistiche piante che nasceranno o saranno trapiantate in questo Tuo giardino; chiudo nel posto più tenero del Tuo cuore le educande che sono che furono e che saranno e tutte le figlie e le creature che sento entro me stessa... In una parola, io intendo offrire a Gesù Cristo per mezzo Tuo, questo nido serafico che nacque, vive e si dilaterà unicamente per la propria santificazione. per la gloria di Dio e per la salute del prossimo Oh! Maria, Madre mia, Vergine potentissima del Lago, io Ti costituisco Madre, Padrona. Superiora, Guida. il tutto, dopo Gesù, di questa navicella che posa sicura al Tuo porto! Oggi comincia un'era novella per la Badia, perché non più è diretta da Sr. M. Serafina, ma dall'augustissima Signora Santissima Vergine del Lago! Infinite volte Ti feci questa offerta e questa preghiera. ma oggi intendo farle in un modo tutto nuovo... Vergine Benedetta, Vergine Immacolata, fa` che noi viviamo continuamente nel Tuo Santuario: fa' che, per la purezza e l'amore dei nostri cuori, ognuna di noi diventi un Santuario della Tua carità».6
1 maggio 1898: le consacrate operanti alla Badia rinnovano, con Madre Serafina, la professione religiosa secondo la Regola di Santa Chiara d'Assisi, alla presenza di mons. F. Polloni che il 4.12.1898 viene eletto nuovo vescovo di Bertinoro. Possono adesso chiamarsi ufficialmente grazie al riconoscimento dell'Istituto, Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento, avendo anche un motto che la fondatrice indica loro come «memento»: «Porto i Misteri».
Ella «intendeva dire più con la prassi che con la speculazione che la Santissima Trinità abitava in lei, che ella era Tempio dello Spirito Santo, che la sua persona: anima-corpo erano consacrati al Dio vivente che ne aveva fatto la sua dimora permanente».7

«Porto i Misteri»

È «principalmente all'Eucaristia che ella riferisce il motto: "Porto i Misteri"; ossia porto in me il Verbo della vita, Colui che si è fatto carne, che ha subito la passione e la morte per noi, ma che è Risorto glorioso e ci attende nel Regno dei Santi. Colui che ho accettato di seguire, perché con Lui posso anch'io compiere la mia parte di redenzione sulla terra a servizio dell'umanità. Nella dinamica del motto ''Porto i Misteri", Madre Serafina racchiude le dimensioni dell'Eucaristia: Sacrificio, Sacramento, Comunione. I suoi scritti sono tutti pervasi dall'anelito di essere vittima con la Vittima immolata, di compiere la volontà del Padre, di ricevere e vivere Gesù con le stesse disposizioni con cui la Vergine SS. lo portò nel suo grembo, lo accompagnò nella sua vita e lo seguì fino alla Croce, lo raccolse nuovamente nel suo grembo, per poi vederlo risorto sulla terra e goderlo glorioso nel cielo».8

L'impegno nel sociale

La piccola Famiglia religiosa comincia così la costruzione di un vasto progetto socio-pastorale. Con l'aiuto di mons. Federico Polloni, l'impulso missionario riceve un forte sostegno, prima già all'interno dell'Italia (Pianetto, Cesenatico, Ravenna...), poi all'estero (India, Brasile...). La diaconia della carità affronta vaste aree del socio-assistenziale e del socio-sanitario, mentre si accentua l'impegno pastorale nelle Chiese locali.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale diventa urgente la disponibilità a favore dei feriti. Madre Serafina, senza perder tempo, modifica allora alcuni programmi pur di rispondere positivamente alle richieste del Comando militare.

Nella Comunione dei Santi

Come santa Chiara d'Assisi, anche la fondatrice di questa Famiglia religiosa, a circa 64 anni d età, torna al Padre passando attraverso l'ora della malattia, dell'immobilità, del sì crocifisso. Pur sottoposta alla durezza di varie sofferenze fisiche, raccomanda alle figlie (come annota in una relazione sr. Michelina Donini) «di amare la Vergine Immacolata». E un riferimento che si ritrova in tutta la «storia del seme». La madre che ha condotto tante anime alla Vita, non può che indicare la Madre della Vita: Maria.9 Per questo motivo, in ogni Casa (che chiama «nido» e, spesso. «tabernacolo») vorrà sempre presente l'immagine della Madonna del Bell'Amore, la cui effige originale si conserva a Bertinoro.

E il cammino prosegue

Alla conclusione della giornata terrena di colei che indicava come rifugio «il manto della Vergine Santissima», si apre un germogliare di opere che si sviluppano in Italia e in Bolivia Argentina Spagna Guinea-Bissau... Il seme della pace manifesta adesso i «risultati» della carità, espressi non dal primato delle strutture, ma dalla vita nello Spirito. E mentre i frutti di offertori costruiti nel quotidiano si dilatano per il Regno di Dio, torna nel cuore di ogni religiosa il pensiero costante di un «memento»: quell'affidamento a Maria che segna il respiro, il passo, e la decisionalità, di Madre Serafina di Gesù: «A te, o Maria, quel cocente irresistibile bisogno di mondarmi da ogni neo di colpa —et a peccato meo munda me—, reso sempre più vivo in questa settimana santa e in ogni sabato in cui anelo la purificazione scevra di consolazioni. E scongiuro Te, Vergine Desolata, Madre mia amorosissima, a farmi raccogliere dalle piaghe e dal costato il Sangue preziosissimo che lavi, mondi l'anima mia. E così lavata, purificata mi nascondo nell'oceano dei tuoi dolori, nella ferita che ti aprì la spada inumana, per redimere il passato e vivere il rimanente dei miei giorni alla scuola del tuo amore... Sacrificio. abnegazione totale, nascosta con Gesù Cristo in Dio, il quale, sotto la tua guida, mi conduca alla purezza di ineffabile amore, di reale perfettissima unione, è l'esclusiva brama del mio cuore; è l'unico sol voto che io ti affido, o Maria...».10


NOTE
1 MARINO BERNARDO BARFUCCI, La donna dei misteri, Cerboni Editore, Città di Castello (Perugia) 1984, p. 489.
2 Cf. anche: SILVIO TRAMONTIN, Un secolo di storia della Chiesa. Da Leone XIII al Concilio Vaticano II, Studium, Roma 1980. 2 voll.
3 Per una completa cronologia della sita di Madre Serafina di Gesù si rimanda a: M. B. BARFUCCI, op. cit., p. 21s.
4 M. B. BARFUCCI, op. cit., p. 617.
5 In precedenza, 28 ottobre 1895, le suore di Badia sottoscrivono una lettera di dichiarazione collettiva di separazione dalla Casa di Forli, indirizzata a mons. L. Leonardi. vescovo di Bertinoro.
6 La Madonna del Lago (Bertinoro) è una antichissima icone bizantina. venerata dai popoli romagnoli circonvicini. Al riguardo cf: GIACOMO MEDICA (a cura di), I santuari mariani d'Italia. Collegamento Mariano Nazionale, Santuario del Divino Amore, Castel di Leva (Roma) 1965, p 266s.
7 M. B. BARFUCCI, op. cit., p. 6.
8 Ivi, p. 6s.
9 La spiritualità di madre Serafina e del suo istituto non trascura la contemplazione dei misteri della Vergine Madre di Dio. Nel fondamento teologico della spiritualità di madre Serafina, dopo Cristo crocifisso, Eucaristia, viene la Vergine santissima. Dalla teologia mariana sorge la pietà e l'imitazione delle eccelse virtù di Lei. Maria è sempre davanti ai suoi occhi. A Lei rivolge, dopo Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, la sua devozione e imitazione. In Lei pone tutta la sua fiducia. Alla Madre di Dio si affida e con la Chiesa la ritiene sua Madre, specchio unico di santità e mezzo di salvezza. Essa è Corredentrice del genere umano. I misteri di Maria: la sua immacolata Concezione, la divina sua maternità, la sua funzione mediatrice di tutte le grazie, sono presenti nelle sue meditazioni e contemplazioni mariane. Imita le sue virtù: umiltà, obbedienza, povertà, sacrificio e l'addita alle Suore e alle educande. specchio di ogni bontà e santità (M. B. BARFUCCI, op. cit., p. 488).
10 M. B. BARFUCCI, op. cit., p. 533s. La casa generalizia delle Clarisse Francescane Missionarie del Santissimo Sacramento si trova a Roma. in via Vicenza n 33.
 

Inserito Domenica 27 Marzo 2011, alle ore 13:38:48 da latheotokos
 
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