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  La mariologia e il suo raccordo con le altre discipline teologiche 
Mariologia

dal libro della Pontificia Academia Mariana Internationalis, La Madre del Signore. Memoria presenza speranza, Città del Vaticano 2000, pp. 21-28




MARIOLOGIA
CRISTOLOGIA ECCLESIOLOGIA
SOTERIOLOGIA ANTROLOLOGIA S.
PNEUMATOLOGIA ESCATOLOGIA

La mariologia nel panorama delle discipline teologiche

13. La mariologia è parte della teologia, anzi ne una componente centrale, perché centrali sono i misteri salvifici con i quali santa Maria è intimamente connessa: l'incarnazione del Verbo (cf. Lc 1,26-38; Mt 1,18-25), la manifestazione di Gesù ai pastori (cf. Lc 2,8-14) e ai magi (cf. Mt 2,9-10), rappresentanti rispettivamente degli Ebrei e dei Gentili, la rivelazione messianica nel Tempio a Simeone ed Anna (cf. Lc 2,22-38) e poi in Cana di Galilea ai discepoli, all'inizio della vita pubblica (cf. Gv 2,1-12), la morte del Signore sulla croce (cf. Gv 19, 25-27), l'effusione del dono dello Spirito nella Pentecoste (cf. At 1,12-14; 2,1-4). Da tempo peraltro è stata rilevata la connessione della mariologia con le altre discipline teologiche.

Cristologia e mariologia

14. Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, Messia e Salvatore, è nato da Maria, carne della sua carne: ella lo ha concepito, lo ha dato alla luce, lo ha allattato al suo seno verginale, lo ha educato, insieme con Giuseppe, suo sposo, nella tradizione del suo popolo; di Gesù è vera madre e quindi tra lei e il Figlio esiste un indissolubile vincolo materno-filiale. La persona e la missione di Gesù, il Signore, gettano luce sulla figura della Madre; come dire: la cristologia sulla mariologia. Tuttavia, in una certa misura, la mariologia reca un contributo alla stessa cristologia: «la conoscenza della vera dottrina cattolica su Maria - osservava Paolo VI - costituirà sempre una chiave per la esatta comprensione del mistero di Cristo e della Chiesa».15 «La Chiesa infatti, attraverso Maria, "testimone eccezionale del mistero di Cristo", ha approfondito il mistero della kenosis del "Figlio di Dio" (Lc 3,38; cf. Fl 2,5-8) divenuto in Maria "Figlio di Adamo" (Lc 3,38), ha conosciuto con maggiore chiarezza le radici storiche del "Figlio di Davide" (cf. Lc 1,32), il suo inserimento nel popolo ebreo, la sua appartenenza al gruppo dei "poveri del Signore"».16

Soteriologia e mariologia

15. La beata Vergine, in vista dei meriti della morte di Cristo,17 è stata «redenta in modo più sublime»18 di quello degli altri uomini e donne, per cui è «il frutto più eccelso della redenzione»,19 «icona e modello dell'umanità redenta da Cristo»;20 inoltre ella, quale madre del Redentore e sua «generosa compagna [...] ha cooperato in modo tutto speciale all'opera del Salvatore».21 Infatti Maria di Nazaret, con il consenso prestato all'incarnazione redentrice del Verbo, con il suo servizio amoroso alla persona e all'opera del Redentore, con l'offerta di se stessa associata all'immolazione del Figlio, con la sua incessante intercessione celeste e con la sua presenza materna nella vita della Chiesa, ha cooperato e coopera, secondo il beneplacito di Dio, alla salvezza del genere umano.22

Pneumatologia e mariologia

16. Maria, la Tuttasanta, è la prima creatura completamente plasmata dallo Spirito santificatore (pneumatoforme);23 è la prima portatrice dello Spirito (pneumatofora), la cui vita è stata animata e guidata dallo Pneuma divino,24 fino al punto da essere giustamente ritenuta icona dello Spirito. Infatti, secondo la tradizione contemplativa della Chiesa, lo Spirito fece sgorgare dal cuore della Vergine il fiat salvifico (cf. Lc 1,38) e il canto riconoscente del Magnificat (cf. Lc 1,46-55); suggerì all'umile Madre un atteggiamento cultuale che mutava il rito del riscatto legale del Bambino (cf. Lc 2,22-24) in un preludio dell'offerta dell'Agnello redentore;25 ispirò la supplica che la Madre rivolse al Figlio in favore dei convitati alle nozze di Cana (cf. Gv 2,3 ) e l'esortazione diretta ai servi perché eseguissero i suoi comandi (cf. Gv 2,5); lo Spirito sostenne la Vergine nel suo immenso dolore presso la Croce e le dilatò il cuore perché accogliesse il testamento del Figlio morente che la costituiva madre dei suoi discepoli (cf. Gv 19,26, ne mantenne viva la fede nella risurrezione di Cristo e fece di lei l'Orante del Cenacolo (cf. At 1,12-14) e la Testimone eccezionale dell'infanzia di Gesù.

Ecclesiologia e mariologia

17. La Madre del Signore è attivamente presente negli avvenimenti nei quali la Chiesa va progressivamente formandosi: a Nazaret-Betlemme perché, secondo un'autorevole tradizione, la concezione-nascita di Cristo dal grembo verginale di Maria non riguarda solo il Capo ma anche le membra del Corpo mistico, come afferma san Leone Magno (461) con incisiva e pregnante parola: «La nascita di Cristo segna l'origine del popolo cristiano, e il Natale del capo è il Natale del corpo»;26 a Cana, dove i discepoli di Gesù «credettero in lui» (Gv 2,11), costituendo quindi una comunità di fede attorno al Maestro; a Gerusalemme, dove dal costato aperto del Salvatore «dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa»27 e dove, nel Cenacolo, la comunità degli aderenti a Gesù ricevette il dono dello Spirito Santo e si manifestò come Chiesa aperta a una missione universale (cf. At 2,1-40). I1 rapporto tra la ecclesiologia e la mariologia si evidenzia ancora dalla considerazione che della Chiesa la Vergine Madre è membro sovreminente,28 madre amantissima,29 immagine compiuta, tipo e figura profetica,30 icona escatologica.31 La Chiesa poi presenta, nella sua superna struttura e fisionomia, come insegnano illustri teologi e come lo stesso Giovanni Paolo II ha rilevato,32 una intrinseca «dimensione mariana»: i lineamenti soprannaturali della Chiesa sono già anticipati nel volto di Maria di Nazaret.

Antropologia soprannaturale e mariologia

18. I1 progetto divino sull'essere umano, compiutosi in modo sovreminente nella santa umanità di Cristo, l'Uomo nuovo, trova pure una sua sublime realizzazione in Maria, la Donna nuova: infatti la Vergine, nello stesso inizio della sua esistenza - immacolata concezione - è colmata di grazia (cf. Lc 1, 28); al termine - la gloriosa assunzione - ella, nella totalità del suo essere, è trasfigurata in Cristo; in lei si è realizzato, per prima e in modo perfetto, il processo della predestinazione, elezione, giustificazione, glorificazione in Cristo (cf. Rm 8,29-30),33 a cui ogni uomo e ogni donna sono chiamati (cf. Ef 3,1-14). La Vergine Maria è la creatura in cui la libertà si armonizza con l'obbedienza a Dio, le aspirazioni dell'anima con i valori del corpo, la grazia divina con l'impegno umano.

Escatologia e mariologia

19. Santa Maria è salutata nella liturgia come «speranza dei fedeli».34 Ella, infatti, «come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell'anima è l'immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell'età futura, così sulla terra brilla come un segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in marcia, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cf. 2Pt 3,10)».35 Giustamente quindi la Chiesa «in Maria [...] contempla con gioia, come in un'immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere».36 La Vergine è il futuro cristiano già compiuto. In lei il tempo si condensa e il passato, il presente e il futuro si illuminano reciprocamente: in Maria l'ieri di Israele e della Chiesa diviene presente in virtù del memoriale liturgico; l'oggi è segnato dalla presenza operante di Maria nel cammino della Chiesa verso le realtà ultime; il domani è realtà già acquisita che infonde fiducia e speranza. In lei, la Glorificata, è vinta la paura del futuro, superato l'enigma della morte, disvelato nella sua gloria, riverbero della luce del Risorto, il destino dell'uomo.

La mariologia disciplina di raccordo e di sintesi

20. Questi sono alcuni esempi della stretta connessione della mariologia con le varie discipline teologiche. Altri se ne potrebbero addurre, ma quelli proposti mostrano a sufficienza come la mariologia sia disciplina di raccordo, luogo d'incontro dei trattati teologici, spazio di sintesi. Considerando questa gamma di raccordi, si comprende come la mariologia si offra quale disciplina relazionale per eccellenza: tutt'altro che "disciplina isolata" come, con ripetuta ma immotivata espressione, viene talora qualificata.
Tutto in Maria è relativo a Dio Padre, di cui ella è umile e fedele serva (cf. Lc 1, 38.48) nonché figlia prediletta;37 a Cristo, di cui è vera madre, generosa socia, docile discepola; allo Spirito Santo, che le ha donato un «cuore nuovo» e uno «spirito nuovo» (Ez 36, 26), l'ha adombrata perché dal suo grembo verginale germogliasse il Salvatore (cf. Lc 1, 35) e inabita in lei come in purissimo tempio e sacrario; tutto nella Figlia di Sion è relativo all'antico Israele, suo popolo, di cui essa è personificazione, culmine e la voce più pura; alla Chiesa, di cui è primizia e compimento escatologico; «in Maria [...] tutto è riferibile all'Uomo, di tutti i luoghi e di tutti i tempi. Essa ha un valore universale e permanente»;38 tutto, infine, nella Madre di Dio è riferibile al Cosmo, di cui essa è vertice ed eccelso ornamento.

21. Ma, oltre che disciplina di raccordo, la mariologia è spazio di sintesi: la storia della salvezza, tutta, dalla predestinazione ab aeterno del Verbo incarnato39 alla Parusia del Signore, dalla Genesi all'Apocalisse40 si concentra e si riassume, in una certa misura, nella Madre di Gesù. Perciò alcuni teologi ritengono la figura della Vergine, e di riflesso la mariologia, «chiave del mistero cristiano», «icona del Mistero» «microstoria della salvezza», «modello rivelatore», «crocevia della teologia», luogo in cui il «nexus mysteriorum», nel loro vario e intimo intrecciarsi, si evidenzia in modo particolare. Peraltro il Vaticano II aveva già acutamente osservato che Maria, «entrata intimamente nella storia della salvezza, riunisce in se in qualche modo e riverbera i massimi dati della fede».41

22. Da quanto abbiamo esposto possiamo trarre alcune conclusioni.
Anzitutto ci sembra inaccettabile la posizione di coloro che persistono nel ritenere la beata Vergine un elemento periferico del mistero cristiano, un dato marginale della fede e della teologia. Non è infatti periferica l'incarnazione salvifica del Verbo di Dio, alla quale Maria, secondo il disegno di Dio, collaborò con il suo fiat, che ha cambiato la storia dell'uomo; non sono marginali le parole rivolte da Cristo morente sulla croce alla Madre e al Discepolo; non è secondario l'evento della Pentecoste.
Ci sembra inoltre che nei vari trattati teologici dovrebbe essere dato il dovuto spazio alla parte che la Madre del Signore ha avuto nel mistero oggetto di studio; così, ad esempio, risulta anomalo che si scrivano trattati di ecclesiologia, che non dedicano alcuna pagina a santa Maria, cioè a colei dalla quale la Chiesa assume il suo "profilo mariano" e la sua caratteristica funzione di vergine - sposa - madre, e nella quale riconosce il suo modello esemplare e l'icona escatologica.
Infine appare quanto sia stata provvida la disposizione della Sede Apostolica che annovera la mariologia tra le discipline del corso degli studi teologici: «Considerata l'importanza della figura della Vergine nella storia della salvezza e nella vita del popolo di Dio, e dopo le indicazioni del Vaticano II e dei Sommi Pontefici, sarebbe impensabile che oggi l'insegnamento della mariologia fosse trascurato: occorre pertanto dare ad esso il giusto posto nei seminari e nelle facoltà teologiche».42 Una disposizione che, purtroppo, non dappertutto è stata accolta con la dovuta attenzione: in alcuni casi è stata disattesa, in altri recepita senza la necessaria convinzione.

NOTE
15 PAOLO Vl,  Discorso a chiusura del terzo periodo del Concilio (21 novembre 1964), in Acta Apostolicae Sedis 56 (1964) p 1015.
16 CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Lett. circ. La Vergine Maria nella formazione intellettuale e spirituale (25 marzo 1988) 19.
17 Cf. PIO IX. Bolla dogm. Ineffabilis Deus, in particolare il testo della definizione; Messale Romano, Solennità dell'immacolata concezione della beata Vergine Maria (8 dicembre), Colletta.
18 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen genitum 53.
19 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosantum Concilium 103.
20 GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti alla terza sedata pubblica delle Pontificie Accademie (7 novembre 1998), in L'Osservatore Romano (8 novembrel998) p.7.
21 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen genitum 61.
22 Cf. ibid. 53. 56. 57. 58. 61. 62. G3; cf. GIOVANNI PAOLO II, Allocuzione ai fedeli conventi per l'Udienza generale del 9 aprile 1997: «La Vergine Maria cooperatrice nell'opera della Redenzione», in L'Osservatore Romano (10 aprile 1997) p. 4.
23 Cf. CONC. ECUM. VAT. Il, Cost. dogm. Lumen gentium 56.
24 Cf. PAOLO VI,  Esort. apost. Marialis cultus 26; IDEM,. Lettera al card. Leo Jozef Suenens (13 maggio 1975), in Insegnamenti di Paolo VI  XIII (1975) p. 491-496 (in particolare: p. 492-494).
25 Cf. AMBROGIO AUPERTO, Sermo in purificatione sanctae Mariae 3. 7; CCCM 27B p. 987. 991-992; BERNARDO DI CLAIRVAUX, In purificatione sanctae Mariae, III 2: SBO IV, p. 342-343; Liturgia delle Ore. Presentazione del Signore (2 febbraio). Lodi. inno Adorna, Sion, thalamum. L'inno è opera di Pietro Abelardo (1142).
26 Sermone 26 (Sul Natale del Signore 6), 2: CCL 138, p. 126.
27 CONC ECUM. VAT.  II, Cost. Sacrosantum Concilium 5.
28 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen genitum 53.
29 Cf. ibid.. 53; cf. PAOLO VI, Discorso di chiusura del terzo Periodo del Concilio (21 novembre 1964), in Acta Apostolicae Sedis 56 (1964) p. 1015.
30 Cf. CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen genitum 65.
31 CONC ECUM. VAT.  II, Cost. Sacrosantum Concilium 103.
32 Cf. GIOVANNI PAOLO II. Allocuzione alla Curia Romana (22 dicembre 1987) 2-3, in Acta Apostolicae Sedis 80 (1988) p. 1026-1029; IDEM, Lett. apost. Mulieris dignitatem (15 agosto 1988) 27, nota 55; IDEM, Lettera alle Donne (29 giugno 1995) 9, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII/1 (1997), p. 1878-1879: Catechismo della Chiesa Cattolica 773.
28 Significativamente la liturgia romana ricorre, con leggere varianti, a Romani 8, 29-30 come Lettura breve nei I Vespri della solennità dell'Immacolata (8 dicembre) e in quelli della solennità dell'Assunzione ( 15 agosto).
34 Collectio missarum de beata Maria Virgine, form. 37: «Beata Maria Virgo mater sanctae spei», Ant. ad intr.
35 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen genitum 68; cf. Messale Romano, Messa votiva «Maria Vergine Madre della Chiesa», Prefazio.
36 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Sacrosantum Concilium 103.
37 CONC. ECUM. VAT. II. Cost. dogm. Lumen gentium 53; GIOVANNNI PAOLO II. Lett. apost. Tertio millennio adveniente 54.
38 CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA. Lett. circ. su La Vergine Maria nella formazione intellettuale e spirituale (25 marzo 1988) 21.
39 Cf. PIO IX, Bolla dogm. Ineffabilis Deus, Proemio in Pii IX Pontificis Maximi Acta, I, p. 597-598.
40 Cf. PAOLO VI. Esort. apost. Marialis cultus 30.
41 CONC. ECUM. VAT. II. Cost. dogm. Lumen gentium 65.
42 CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA. Lett. circ. su La Vergine Maria nella formazione intellettuale e spirituale (25 marzo 1988) 27.


 

Inserito Mercoledi 27 Aprile 2011, alle ore 22:50:33 da latheotokos
 
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