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  Gesù dodicenne al Tempio (Lc 2,41-51°) 
BibbiaDa: Stefano De Fiores e Salvatore Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Edizioni Paoline, Milano 1986, pp. 266 – 271

Maria alla ricerca di Gesù

Lc 2,41-51 ha l’intento di introdurre il lettore alla soglia della incipiente maturità di Gesù. Su questa pagina è stato scritto molto. L’opera più comprensiva è ancora oggi quella di Laurentin. Presentiamo le varie questioni dibattute e vedere quindi di formulare un giudizio conclusivo.

Modelli extrabiblici?

In molte biografie di personaggi famosi, si riscontra la tendenza di descrivere la loro fanciullezza, anticipando a quell’età le caratteristiche che avranno poi da adulti, aprendo così uno spiraglio sulla loro futura grandezza. Fuori del mondo ebraico il discorso vale per esempio per Budda, Osiride, Ciro, Alesando, Cesare Augusto ecc. In ambito giudaico abbiamo esempi di maturità precoce in Abramo che prima dei 14 anni comprende già che l’idolatria e il colto delle immagini erano gravi errori; di Mosè si dice che la sua sapienza cresceva superando di molto la sua età; Samuele cominciò a profetizzare all’età di 12 anni, ecc. Luca era sicura a conoscenza di questi modelli che facevano parte dei canoni storiografici del tempo. Può averne tratto ispirazione, non per creare un racconto fittizio, ma piuttosto per tramandare un fatto che inaugura l’ingresso di Gesù nella maturità. Tuttavia il racconto lucano, pur avendo analogie con altri racconti, presenta da essi notevoli differenze che conferiscono al suo racconto un taglio e un’andatura che non trovano riscontro al di fuori di questa pagina.

Un racconto prelucano?

Molti esegeti ritengono che Luca avesse per le mani un testo preesistente e lo avesse quindi elaborato in proprio. Tuttavia la maggior parte di essi sono d’accordo nell’affermare che il nostro racconto è così pieno di tracce di stile lucano che Luca, pur avendo un testo precedente, lo ha riscritto tutto da capo a fondo.

Gli estremi dell’episodio

La pericope lucana gode di un’evidente unità letteraria, perché redatta su uno “schema di rivelazione” di cui la Bibbia è piene, che si articola su tre momenti: salita – rivelazione – discesa:
- Giuseppe, Maria e il bambino salgono al tempio di Gerusalemme, appunto sul “monte santo”;
- Nel tempio Gesù rivela la sua sapienza ai dottori e ai suoi genitori rivolge una parola che svela un po’ il mistero della sua filiazione divina;
- Gesù discende con i suoi genitori a Nazareth

A dodici anni

Perché Luca annota questa precisazione anagrafica? La cultura ebraica stabiliva alcuni criteri orientativi per stabilire gli inizi dell’età matura e quelli in cui per ogni ebreo cominciava l’obbligo di osservare la Torah, la Legge di Mosè:
a) Inizi dell’età matura
Secondo Filone una persona è già dotata di ragione all’età di sette anni, ma solo a 14 diventa pienamente padrona della sua mente. Chisda (+309) afferma che una fanciulla è minorenne fino all’età di undici anni e un giorno; un ragazzino fino a 12 e un giorno. All’accademia della città di Usha si insegnava che un padre doveva avere pazienza nella formazione del figlio finché questi raggiungesse l’età di 12 anni. Eleazaro di R. Simone (180 c) insegnava che un padre risponde di suo figlio fino all’età di 13 anni.
b) Da quale anno si era vincolati all’osservanza della legge?
Nel giudaismo extrabiblico ci sono testimonianze secondo le quali un adolescente diventa maturo e responsabile all’età di 12 – 13 anni. A partire da questo tempo egli è considerato “figlio della legge” ed è obbligato a osservarla. Il tannaita Giuda b. Tema ha codificato questa precisazione:
- a 5 anni si comincia a studiare la bibbia
- a 10 anni, la Mishnàh
- a 13 si accettano i comandamenti
- a 15 si inzia con lo studio della Ghemaràh
- a 18 ci si sposa
Circa l’osservanza degli obblighi relativi ai voti, al digiuno ecc La Mishnah stabilisce :
- sono validi quelli emessi da una ragazza che abbia 12 anni e un giorno e quelli di un ragazzi di 13 e un giorno;
- l’obbligo di digiunare per tutta la giornata comincia a 12 anni, ma i ragazzi devono essere già qualche anno prima introdotti a questa pratica
Luca non spiega se Gesù, entrato nei 12 anni, fosse obbligato a recarsi a Gerusalemme e se questa era l’usanza del tempo, ma l’annotazione precisa dell’età, fa supporre che egli volesse sottolineare che a partire da quel tempo qualcosa di nuovo scattava nel suo statuto anagrafico e cioè poteva divenire anch’egli “figlio della legge”.

Tematiche sapienziali

C’è un’evidente relazione tra i versetti 40 e i vv 41-51°. Mentre infatti al 40 egli afferma che il bambino cresceva e si fortificava pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui, negli altri versetti egli offre un saggio di tale sapienza che attira la grazia, cioè la compiacenza divina

Motivi pasquali

La tradizione patristica interpreta gli avvenimenti del tempio come una profezia velata di quanto sarebbe accaduto nel mistero pasquale. Ciò che sperimentarono Maria e Giuseppe fu una lontana parabola di quanto sarebbe toccato in sorte ai discepoli nel tempo in cui Gesù avrebbe compiuto il suo passaggio da questo mondo al Padre. Vediamo quali sono questi parallelismo, confermati anche dagli altri evangelisti:
1. Gerusalemme, il tempio, la pasqua
Sia il pellegrinaggio di della famiglia di Gesù, come la sua morte e resurrezione, hanno Gerusalemme e il tempio come luogo d’azione e la pasqua come cornice liturgica:
2. In dolore e lacrime alla ricerca di Gesù
Giuseppe e Maria in angoscia si mettono alla ricerca del Figlio; ugualmente nei giorni della passione, i discepoli sono addolorati e piangenti e lo cercano però tra i morti;
3. Dopo tre giorni – Il terzo giorno
I genitori trovaroo il fanciullo Gesù dopo tre giorni nel tempio, che è la casa del Padre suo; in analoga maniera tre giorni dopo la morte, Gesù è risorto per tornare nella “casa” del Padre e assidersi alla sua destra. Con il ritorno al Padre, inizia per tutti il tempo di cercarlo.
4. La necessità del piano divino
Gesù risponde: “Non sapevate che io devo essere nella casa del Padre mio?” L’uso di questo verbo (déi) rimanda, secondo alcuni esegeti ad un altro tema pasquale: che Gesù dovesse patire e risorgere il terzo giorno non era una circostanza casuale, ma tutto doveva compiersi. Questo verbo è anche usato nel NT per dire che il progetto della salvezza “doveva” attuarsi attraverso la sofferenza e la glorificazione del Messia.
5. La non – comprensione
Maria e Giuseppe non comprendono ciò che dice loro Gesù e la stessa cosa avviene quando Gesù mette a parte i discepoli della missione dolorosa che lo attende. La loro reazione abituale è la totale incomprensione. C’è comunque una differenza tra Maria e i discepoli. Mentre questi, presi dal timore, non vogliono ritornare più sulla questione, Maria invece conserva nel suo cuore e medita le parole del Figlio. Maria custodisce nell’anima quell’enigma, con silenzio riverente e attivo. Ella è protesa a decifrarne il senso, rimanendo aperta al mistero e se ne lascia coinvolgere.

Conclusioni

Da quanto abbiamo detto fin ora, possiamo tracciare queste linee riassuntive:
a) Il pellegrinaggio di Gesù al tempio all’età di dodici anni, racchiude la memoria di un fatto realmente accaduto. Il dodicesimo anno di età era l’età approssimativa in cui un ragazzo ebreo diventava suddito della legge, varcava cioè la soglia della maturità;
b) Nel dialogo che si svolge con la madre dopo il ritrovamento, Gesù mette in evidenza la sua vera natura, la sua figliolanza divina e quale è la sua missione;
c) In che modo Gesù doveva essere nella casa del Padre non viene detto e per Maria resta un mistero da meditare e conservare nel suo cuore. Quello che accade nel tempio, è comunque una profezia di quello che succederà con la morte e la resurrezione, attraverso la quale si comprenderanno i fatti accaduti nel tempio.
d) Fonte di questo episodio è con ogni probabilità Maria che conservava nel suo cuore ogni ricordo, lo meditava e cercava di comprenderlo. Luca può esserne venuto a conoscenza direttamente da Lei o attraverso le tradizioni raccolte in seno alla chiesa di Gerusalemme.

Inserito Domenica 13 Settembre 2009, alle ore 9:43:14 da latheotokos
 
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