Concepė il Verbo di Dio prima nel cuore e poi nel grembo
Data: Mercoledi 25 Giugno 2014, alle ore 17:13:04
Argomento: Culto


Ricorre a giugno la festa del Cuore Immacolato di Maria a cui Papa Pio XII consacrò la Chiesa e il mondo. Un articolo di Giuseppe Ruggiero su Il Rosario e la Nuova Pompei, 130 (2014), n. 5 - giugno 2014, pp.18-19.



Nel mese di giugno la Chiesa celebra la memoria del Cuore immacolato di Maria. La sua istituzione si deve a Papa Pio XII, che nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, nel 25° delle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, consacrava la Chiesa e il mondo al Cuore immacolato di Maria e nel 1944, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, ne fissava la festa liturgica al 22 agosto, ottava dell'Assunzione. Nella riforma del calendario liturgico a seguito del Concilio Vaticano II, è stata opportunamente fissata per il giorno successivo alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, col grado liturgico di memoria, diventata poi nel 1996 obbligatoria.
Anche questa memoria, come tutte le feste mariane, ha radici antiche e ha un contenuto teologico, liturgico, spirituale di grande spessore, che niente ha da spartire con una certa prassi devozionistica che si è propagata in questi decenni. Vediamo in breve questi aspetti.
Quanto alla storia, bisogna risalire alla Bibbia, in cui ricorre spesso il simbolo del "cuore", ricco di molteplici significati. Il cuore infatti indica tutto l'uomo, ovvero la sua intimità, fatta di pensieri, sentimenti, affetti, gesti. Nel suo cuore, l'uomo incontra Dio, lo adora nella fede, prende posizione davanti alla sua Parola e purtroppo se ne allontana pure. Nei Vangeli, si parla due volte del cuore di Maria: in Lc 2,19 e in Lc 2,51. Sono due brevi versetti che mettono in luce l'attitudine di Maria di Nazareth. Ciò che è fondamentale in questi due brani sono i due verbi usati, che a partire dall'originale greco, significano che Maria "conservava" e "metteva insieme", cioè compiva la sua meditazione della Parola di Dio, mettendola a confronto con quanto vedeva realizzato in Gesù suo Figlio. In Lc 2,35 si parla poi della spada che trafiggerà l'anima di Maria, interpretata come la profezia della partecipazione col "cuore" della madre all'opera salvifica del Figlio.
Nell'epoca dei Padri della Chiesa (II-VIII secolo) la riflessione approfondisce questi dati evangelici. Fra i tanti che hanno ricamato pensieri stupendi sul cuore di Maria, S. Agostino è rimasto celebre per l'espressione, secondo cui Maria concepì il Verbo di Dio prima nel cuore e poi nel grembo. A lui si affianca S. Ambrogio di Milano che invita ad imitare il cuore vergine e umile di Maria: "Ciò che Maria fece, fatelo anche voi nel vostro cuore".
Frutto della riflessione dei Padri fu nel Medioevo il fiorire di una devozione particolare al Cuore di Maria. Il primo a comporre una preghiera in suo onore fu il benedettino tedesco Egberto di Schönau (†1184). Ma il passaggio dalla devozione privata al culto liturgico si deve a San Giovanni Eudes (†1680), che iniziò a celebrare nella sua congregazione la festa del Cuore di Maria verso il 1643. La festa si diffuse nella sua diocesi di Autun e pian piano si andavano creando le condizioni per ulteriori sviluppi, come la nascita di congregazioni religiose e confraternite intitolate al Cuore di Maria, formulari di Messe approvate dalla Santa Sede e la nascita del movimento di consacrazione al Cuore immacolato di Maria alla fine dell'ottocento. Fattori propulsivi della devozione e del culto liturgico al Cuore di Maria furono infine le apparizioni a Fatima nel 1917, seguite da quelle di Pontevedra nel 1925 (con il diffondersi della comunione riparatrice nei primi sabati del mese) e di Tuy in Spagna nel 1929 (con la consacrazione della Russia).
Quanto alla conoscenza dei contenuti di questa memoria e per una corretta espressione della pietà, non c'è scuola migliore della liturgia, che è lo specchio della fede e della vita del fedele. Le orazioni, le letture bibliche, la liturgia delle ore offrono una sintesi mirabile. Si parla dell'atteggiamento da assumere in questa memoria: gioia per l'esperienza della salvezza realizzata nella Pasqua di Cristo, riattualizzata nella solennità del giorno precedente. Con ciò si crea un rapporto intimo "discendente" dal Cuore di Cristo a quello della madre, perfetta discepola e socia del Figlio. Si richiama poi il rapporto che lega Maria e i credenti. Come lei, anch'essi sono chiamati a diventare "tempio di Dio"; come lei, anch'essi chiedono un cuore docile e umile, forte e sapiente, perché sulla via dei comandamenti di Dio imparino ad amarlo sopra ogni cosa, sempre attenti alle necessità dei fratelli. Si domanda di custodire nel proprio cuore la grazia di Cristo, sperimentata nell'eucaristia. E questo induce a mettere al centro di ogni forma di devozione al Cuore di Maria la Santa Messa. Il cuore del fedele sulla Parola di Dio, sull'eucaristia e sui fratelli: ecco la sintesi vitale di questa memoria.

 

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