L'antifona mariana ''Regina Caeli''
Data: Mercoledi 13 Gennaio 2016, alle ore 11:50:15
Argomento: Musica


Un articolo di Wilma Brambilla in Santa Maria "Regina Martyrum" XIV (2012) n. 1., pp. 45-47.



La celebre antifona mariana scandisce la gioiosa partecipazione di Maria al mistero della Resurrezione e ricorda al popolo cristiano in cammino che ogni croce e ogni solitudine possono diventare terreno fecondo di crescita se si coltiva la fede nella presenza operante di Dio.

Il Canto Gregoriano

Il canto gregoriano è il grande protagonista della musica del Medioevo e deve il suo nome a Papa Gregorio Magno che, nel VI secolo d.C., fissò la sua forma, lo stile e le regole di esecuzione. E' un canto monodico purissimo (tutte le voci eseguono la stessa melodia), che non utilizza l'accompagnamento di strumenti musicali, non possiede uno schema ritmico fisso ed è animato solo dallo scorrere delle sillabe, sulle quali cadono gli accenti delle parole latine. Il canto gregoriano nasce dall'evoluzione dei primi canti cristiani, venuti alla luce timidamente, nel segreto delle catacombe e che mostravano l'unione dei caratteri greco-romani, con gli elementi del misticismo ebraico-orientale. Si affaccia così, sul palcoscenico della storia, questo grande monumento della musica cattolica che influenzerà tutti i secoli successivi e che rappresenta ancora oggi, l'espressione più alta, completa e spirituale della musica religiosa. S. Gregorio Magno raccolse tutti i canti liturgici allora noti, in un volume unico: l"Antiphonario Cento" e diede vita ad una famosa "Schola Cantorum" che aveva il compito di insegnare ai sacerdoti e al popolo la corretta esecuzione delle melodie. Questa importante opera di divulgazione impedì che i canti si disperdessero in una infinità di interpretazioni e diede alla Chiesa cristiana una musica universale.

Regina Caeli

"Regina Caeli" è una delle quattro antifone mariane che chiudono solennemente la recita dell'Ufficio divino e insieme ad "Alma Redemptoris Mater", "Ave Regina Caelorum", e "Salve Regina", fa parte di quella antica tradizione cristiana che prevedeva l'esecuzione, a cori alterni, delle preghiere comunitarie. Infatti il termine "antiphona", derivato dalla musica greca, indicava, nella chiesa cristiana del II secolo, la recita alternata di un salmo ed in seguito caratterizzò anche un breve canto in stile sillabico. Il genere musicale della sillabazione è una particolarità del canto gregoriano che pone una nota singola, su ogni sillaba del testo. Le antifone mariane possono essere cantate in vari momenti della liturgia ma "Regina Caeli" è particolarmente adatta per il periodo pasquale perché è un invito affettuoso, indirizzato alla Madonna, affinché abbandoni la tristezza e gioisca della risurrezione del Figlio. Il brano appare come una nuova eco del "Magnificat", infatti è il coronamento della felicità della Vergine e la realizzazione della sua sorprendente profezia: "... tutte le generazioni mi chiameranno beata!"

Il Testo

Regina Caeli, laetare, Alleluja!
Quia, quem meruisti portare, Alleluja!
Resurrexit, sicut dixit, Alleluja!
Ora pro nobis Deum, Alleluja!





Il testo, in latino, è attribuito a Gregorio V (Papa dal 996 al 999 d.C., il primo di nazionalità germanica), ma vede anche la partecipazione dell'abate Goffredo di Vendome come autore di complemento in quanto le frasi dell'antifona sono presenti in alcuni suoi componimenti poetici. Il testo è formato da quattro versi ritmici liberi e ogni frase trabocca di gioia luminosa, cogliendo il momento culminante nel quale, dopo la Passione, viene comunicato a Maria, che suo Figlio è vivo ed è vincitore sulla morte. L'autore usa le parole che l'Angelo rivolge alle pie dorme: " ... è risorto come aveva promesso!,, (Mt 28,6 , in questo modo la Madonna partecipa al trionfo del Figlio e diventa Regina del Cielo.

La Scrittura musicale

La melodia originale si trova nell" Antiphonale monastico" come antifona al Magnificat e alle Lodi. La scrittura 'musicale, realizzata con la notazione "mensurale quadrata", si presenta nelle versioni del Tono semplice e del Tono solenne; la notazione musicale quadrata è una trasformazione geometrica della scrittura neumatica, derivata dagli accenti (neumi) che venivano posti sopra le parole per ricordare ai cantori l'intonazione dei suoni. Questo tipo di scrittura, in cui tutte le note sono nere, e il rigo è formato da quattro linee (tetragramma), è un sistema intermedio fra i neumi (segni) e la notazione proporzionale che si affermerà successivamente, verso la metà del XIII secolo; la notazione proporzionale fisserà un rapporto tra la forma e la durata delle note e privilegerà i valori ternari, in onore della S.S. Trinità. Costruita nell'ambito del VI Modo gregoriano, "Regina Caeli" si muove all'interno di una comoda quinta (distanza di cinque note tra il suono più grave e quello più acuto) che oltrepassa solo occasionalmente nei passaggi ornamentali e tiene solidamente la sua base sulla nota Fa, con il Si bemolle costante in tutto il brano. Questo tono, è molto conosciuto e viene cantato durante tutto il ciclo pasquale; la melodia, offerta con leggerezza, non presenta complicazioni e l'apprendimento regala molta serenità. Il tono semplice impiega il genere sillabico ed è il testo che determina il ritmo; i due intervalli di quinta (salto di cinque note tra due suoni vicini), posizionati sul "Quia" e su "Ora", esigono un certo allargamento della prima sillaba per non appesantire la seconda. L'Alleluja, segno distintivo del periodo pasquale, è ripetuto quattro volte nel testo e, come una specie di ritornello, puntualizza e scandisce l'avvenimento, creando quasi visivamente, l'immagine della Vergine che sussulta di gioia. Questo tono è caratterizzato dal lirismo dello stile melismatico (più suoni intonati sulla medesima sillaba) che viene sviluppato sulle parole" laetare" e" portare". In "laetare", la lunga coda di note riesce a dare sicuramente l'idea dell'esultanza, mentre "portare" impiega la forma ripetitiva dei suoni per valorizzare la grande dignità della maternità di Maria. La differenza tra il Tono semplice e quello solenne, sta proprio nella diversa elaborazione dei termini" laetare" e "portare": "laetare" nel Tono semplice perde il vocalizzo giubilante del Tono solenne e "portare" rinuncia alla ridondanza a favore del "Quia In que meruisti"; possiamo notare inoltre che, mentre i primi tre Alleluja del Tono solenne rimangono contenuti, l'ultimo si riempie di gioia nello stile orientaleggiante di tanti altri Alleluja del repertorio gregoriano. Molti musicisti si sono ispirati alla delicata sequenza "Regina Caeli "per tradurre in musica l'esultanza del messaggio pasquale e lo hanno fatto, avvicinando spesso il linguaggio gregoriano a quello polifonico; questo dialogo spirituale tra compositori di varie epoche ha valorizzato un brano che apparentemente è di facile apprendimento ma che richiede, come tutte le musiche semplici, una esecuzione raffinata ed elegante. Proprio per la sua essenzialità, questa sequenza possiede un grande valore espressivo perché riflette la gioia del popolo cristiano che vuole testimoniare la propria fede nella vita eterna, consolare l'Addolorata ai piedi della croce e affidarsi alla celeste protezione della Madre," Regina del cielo".
 







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