Madre della Chiesa....e nella Chiesa
Data: Martedi 28 Giugno 2016, alle ore 8:56:35
Argomento: Chiesa


Un articolo di Giuseppe Daminelli in Madre di Dio, n. 7 - luglio 2008



Per i valori ecclesiali che ella ha significato e mediato durante la sua vita storica fino alla Pentecoste e per quelli che ancora continua a mediare, per la realizzazione della "famiglia di Dio", Maria svolge un ruolo materno efficace.

Maria, in tutto il suo mistero e nella sua missione, non è una persona che va considerata solamente come individualità a sé stante, isolata o al di sopra o al di fuori della Chiesa. Nella dinamica e nel significato della storia della salvezza, essa appare intimamente congiunta anche con la Chiesa, come suo segmento iniziale e perfetto, e che esprime, nella Chiesa e per la Chiesa, una funzione di cooperazione con il Cristo del tutto singolare ed eminente. Pur essendo un membro della Chiesa intesa come famiglia di Dio, popolo di Dio, regno di Dio, corpo mistico del Cristo, Maria è chiamata da Dio a svolgervi una funzione materna efficace perché questa si realizzi nel suo cammino storico e nel suo compimento escatologico, non solamente per l’intercessione e distribuzione delle grazie o per la cura di bisogni e necessità umane, ma perché come figura e modello ecclesiale e come immagine e inizio della Chiesa escatologica, Maria esercita nella Chiesa un vero influsso operativo per la sua realizzazione.

Il modello ecclesiale

Maria è infatti figura della Chiesa nella maternità verginale, mistero essenziale che le accomuna nella vocazione e nella missione. Il Cristo, concepito dallo Spirito Santo, è nato dalla Vergine per poter continuare a nascere e crescere nella Chiesa ad opera dello stesso Spirito. La vita divina che nell’incarnazione del Verbo nasce nella natura umana ad opera di Maria, si trasfonde e rinasce nei suoi fratelli dalla Chiesa, come dono dell’unico Spirito, del quale sia Maria che la Chiesa sono templi vivi, sacrari e strumenti di manifestazione. In questa comune maternità, per la quale, come dice Isacco della Stella, «l’una e l’altra è madre del Cristo, ma nessuna di esse genera tutto [il corpo] senza l’altra» o, come si esprime la bella illatio della liturgia ispanica: «Quella [Maria] portò la vita nel grembo, questa [la Chiesa] la porta nell’onda battesimale. Nelle membra di lei fu plasmato il Cristo, nelle acque di costei fu rivestito il Cristo», si stabilisce una continuità di procreazione e di sollecitudine amorosa che determina rapporto ed influsso fra l’una e l’altra, come fra tipo ed antitipo. Giustamente, quindi, nel capitolo VIII della Lumen gentium troviamo affermato: «Nel mistero della Chiesa, che pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata Vergine Maria è la prima che dà in maniera eminente e singolare l’esempio della vergine e della madre» (n. 63). Da questo stretto rapporto tipologico scaturiscono legami di esemplarità che fanno di Maria, espressione iniziale e compiuta di perfezione ecclesiale, il modello di comportamento morale e religioso cui la Chiesa, nel suo processo di realizzazione storica, si ispira nel cammino della fede, della speranza e della carità; sul quale modella il suo impegno di conoscenza e di conformazione al mistero di Cristo; dal quale trae tutto il dinamismo e il continuo rinnovamento del suo apostolato d’evangelizzazione. È ancora in Maria come modello, guida e assistenza, che la Chiesa trova la forza per perseguire quella koinonia (comunione) universale fra le diverse Chiese, separate per contingenze storiche e divergenze dottrinali, che costituisce il grande anelito di Cristo. Ognuno di questi aspetti di esemplarità caratterizza l’operatività e l’efficienza della funzione materna di Maria nella Chiesa e per la Chiesa, poiché in modo vario ne sottolineano i diversi influssi ancora permanenti.

Maria anticipa il futuro della Chiesa

Per ultimo, anche il mistero dell’assunzione e della glorificazione di Maria in cielo ha un significato ontologico e deontologico per la Chiesa storica ed escatologica. Già la Lumen gentium ha indicato come questo privilegio mariano abbia una prospettiva ecclesiale, dalla quale riceve un significato completamente nuovo. L’assunzione al cielo di Maria non è un privilegio riservato alla sola persona di lei, se non per quanto riguarda il tempo e il modo di questo avvenimento salvifico. Rispetto all’essenza di questo mistero, la glorificazione della Vergine in anima e corpo ha un significato e una finalità del tutto ecclesiali. Con essa ha inizio la gloria della futura Chiesa escatologica e l’Assunta rappresenta l’immagine realizzata della Chiesa, che ha già raggiunto in lei l’ultima perfezione e finalità. Per la Chiesa, che è ancora in cammino nei tempi e nelle traversie della storia umana, l’Assunta è posta da Dio come segno di speranza sicura della propria realizzazione gloriosa ed a conforto nei pericoli e nei dolori della vita. Anche questo privilegio escatologico che, se mal compreso, qualche volta potrebbe portare a deviazioni religiose alienanti, esprime la dimensione ecclesiale del mistero di Maria e ci indica la continuità e l’efficacia della sua funzione materna nella storia, nella vita e nella finalità della Chiesa. Giustamente quindi la Chiesa la venera quale sua madre amatissima e, poiché ne sperimenta il continuo influsso salvifico, traduce i molteplici rapporti che la uniscono a Maria in vari ed efficaci atteggiamenti cultuali e devozionali. Per i valori ecclesiali che ha significato e mediato durante la sua vita storica fino alla Pentecoste e per quelli che ancora continua a mediare fino al giorno glorioso del Signore, per la realizzazione della Chiesa, Maria è madre della Chiesa e nella Chiesa, della quale rappresenta l’elemento culminante della sacra mentalità. Questa prospettiva ecclesiale è suscettibile di grandi sviluppi teologici e può portare una luce nuova nella riflessione sulla funzione materna di Maria a favore degli uomini. 

Prospettiva storico-sociologica

Come per la prospettiva ecclesiologica, è ancora il capitolo VIII della Lumen gentium che dà l’avvio e la traccia, sia come criterio di interpretazione che come possibilità di sviluppo dottrinale, per inquadrare il mistero di Maria in una prospettiva storico-sociologica dell’umanità. Abbandonando l’impostazione dottrinale organica e sistematica della mariologia preconciliare, si segue, come criterio di interpretazione e di esposizione del mistero di Maria, il parametro storico della successione degli avvenimenti salvifici, così come sono narrati dalla Scrittura, non trascurando di far alcuni riferimenti anche alle condizioni sociologiche in cui questi avvenimenti si compiono. In questa impostazione, Maria appare già come personaggio storico fin dai primordi della storia umana, poiché vi è anonimamente e profeticamente adombrata come la donna dalla quale uscirà il seme che porterà la salvezza agli uomini. Anonimato che verrà sempre più precisandosi allorché negli annunzi profetici sulla venuta dell’Emanuele, essa verrà indicata come la Vergine che lo concepirà e lo partorirà.

Una mariologia per i nostri tempi

Questa lettura non ha uno scopo apologetico giustificativo, ma ha un valore significativo per la riflessione teologica contemporanea, perché approfondisce ed estende i significati della funzione materna di Maria per gli uomini, verso una prospettiva storico-sociologica, più aderente alle esigenze ed alla sensibilità della cultura del nostro tempo. Fanno parte integrante della funzione materna di Maria verso gli uomini sia il suo apporto da protagonista all’instaurarsi della storia della salvezza nell’ambito della storia umana, con il relativo suo nobilitarsi nei significati temporali e finalistici, sia gli apporti operati nella sua vita, che continuano a protrarsi efficacemente nella Chiesa impegnata nella risoluzione di quelle problematiche sociali che ancora tormentano l’umanità, divisa e avvilita da ingiuste differenziazioni di carattere sociale, economico, religioso e scossa da odi, violenze, guerre. La prospettiva storico-sociologica cala la funzione materna di Maria verso gli uomini, impegnati nella costruzione di una nuova società, in una tale attualità, da meritare che i teologi ne approfondiscano sempre più i legami, gli influssi e i significati, attraverso una rilettura accurata dei dati evangelici e del deposito della Rivelazione.

 







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