Regina di Tutti i Santi
Data: Domenica 30 Ottobre 2016, alle ore 9:51:57
Argomento: Spiritualità


Concepita senza peccato, Assunta in cielo. Dal libro di Concetta Sinopoli, Meditare le Litanie, Edizioni Dehoniane, Roma 1992, pp. 109-112.



La triade che proponiamo è composta dal titolo originario a cui, dopo le definizioni dogmatiche dell'Immacolata Concezione della Vergine dell'8 dicembre 1854 e della sua gloriosa Assunzione, del 1 novembre 1950, si sono aggiunti i titoli rispettivi. Un intrinseco nesso le accomuna: la santità che è vita con Dio, grazia e corona di quanti cercano il suo regno e la sua giustizia.

Non esiste santità senza lo Spirito Santo. La nostra santificazione ha inizio con il dono dello Spirito di Cristo nell'acqua e nell'unzione del battesimo, per mezzo del quale siamo rigenerati ed inseriti nel corpo, cioè nella Chiesa. Se smarriamo la via e desideriamo il ritorno, è lo Spirito a ricondurci, a risvegliare il bene e l'esigenza di conversione, a vivificare nel "cuore di pietra" l'anelito della comunione trinitaria. L'apostolo Paolo, nella sua esperienza, non si stanca di ringraziare Dio per i fratelli "amati dal Signore, scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella Verità, chiamati tramite la predicazione del Vangelo" al "possesso della gloria del Signore Gesù" (cf. 2Ts 2,13-14). In molti altri contesti e, soprattutto, nella lettera ai Romani, Paolo parla di vita secondo lo Spirito, aiuto, intercessione, guida dello Spirito, per illustrare l'azione indispensabile dell'amore Trinitario nel cristiano divenuto figlio di Dio. Quando la coscienza di questo amore produce la decisione di vivere per Cristo, d'appartenere ai suoi, la volontà comincia ad impegnarsi aderendo al disegno di Dio, nella fede. Per invocare lo Spirito, per attirarlo nella nostra povertà e sperimentare il concreto cambiamento della vita nell'ascolto dei suoi richiami, noi conosciamo la via.1

A Dio solo appartiene il potere di distribuire, in tutta gratuità, santificazione e pienezza di grazia, ma tutti i santi del cielo, conosciuti dall'infinita Sapienza, vivono di quella stessa presenza del Verbo e della sua gloria che la Vergine santissima ha ospitato. La via di santità più percorsa da quanti hanno raggiunto la meta è certamente Maria. Perciò sarebbe opportuno ricordare se l'abbiamo incontrata, se l'abbiamo considerata abbastanza tanto da sceglierla, da procedere, da sostare per comprendere le indicazioni e arrivare serenamente. Il posto di Maria accanto a noi è quello che noi le riserviamo nella nostra preghiera, nella meditazione della sua vita con Gesù, nel conoscerla attraverso l'esperienza e la devozione dei santi. I piccoli mezzi: un'invocazione, un pensiero, chiederle consiglio, portare un segno che la ricordi, cercarla per andare dal Figlio, hanno efficacia immediata, perché, la regina dell'amore, accoglie come legge i moti dello Spirito, e alla luce della sua ispirazione tutto considera e prevede per avvicinarci al Padre.

Afferma la Marialis cultus: «La pietà verso la madre del Signore diviene per il fedele occasione di crescita nella grazia divina... Perché è impossibile onorare la "Piena di grazia" (Lc 1,28) senza onorare in se stessi lo stato di grazia, cioè l'amicizia con Dio, la comunione con Lui, l'inabitazione dello Spirito. Questa grazia divina investe tutto l'uomo e lo rende conforme all'immagine del Figlio di Dio (cf. Rom 8,29; Col 1,18) e sottolinea, sulla base della millenaria esperienza della Chiesa, che la devozione alla Vergine è un aiuto potente per l'uomo in cammino verso la conquista della sua pienezza».2

La Chiesa ha definito l'esordio della "nuova creazione per grazia" nei termini dogmatici dell'Immacolata Concezione. La Bolla Ineffabilis di Pio IX, del 1854, afferma: «Nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente, e in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, la Vergine Maria fu preservata da ogni macchia di colpa originale».3 Questa definizione riprende ciò che già era stato dichiarato dalla Bolla Sollicitudo di Alessandro VII l'8 dicembre 1614. Maria precede l'origine ed il futuro della Chiesa: anticipa, infatti, anche la resurrezione di tutti i credenti.

L'Assunzione, che l'Oriente e l'Occidente professano, sebbene su piste teologiche diverse, è celebrata quale festa liturgica del «suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta conformazione a Cristo risorto», essa, continua l'esortazione di Paolo VI, «propone alla Chiesa e all'umanità l'immagine e il consolante documento dell'avverarsi della speranza finale: ché tale piena glorificazione e il destino di quanti ha fatto fratelli, avendo con loro in comune il sangue e la carne (Eb 2,14; cf. Gal 4,4)».5

O Regina dei santi,
fammi degno, sino all' ultimo respiro,
di ricevere senza condanna
la santificazione che mi proviene
dai tuoi purissimi misteri
a salvezza della mia anima e del mio corpo.
Donami lacrime di penitenza e di confessione,
affinché possa inneggiare a te
e glorificarti per tutti i giorni della mia vita,
perché tu sei benedetta e glorificata
per tutti i secoli. Amen
.6

NOTE
1. C. SINOPOLJ, Seguire Cristo con Maria, Dehoniane, Roma 1992, pp. 77-80.
2. PAOLO VI, Esortazione Apostolica Marialis cultus del 2 febbraio 1974 in AAS 66 (1974), 113-168, n. 57.
3. PIO IX, Bolla Ineffabilis Deus, (8 dicembre 1854), Acta Pii IX, 1a, 616, (Denzinger, 1651).
4. ALESSANDRO VIL, Bolla Sollicitudo, (8 dicembre 1661), Bullarium Taurinense 16, 789 (Denzinger, 1100).
5. PAOLO VI, Marialis cultus, op. cit., 6.
6. Preghiera anonima, sec. X, dopo la Comunione, in BERSELLI G. - GHARIB G., Lodi alla Madonna, Edizioni Paoline, Roma 1981, p.140.

 

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