Medjugorje: Inviato speciale della Santa Sede
Data: Sabato 11 Febbraio 2017, alle ore 12:33:10
Argomento: Mariofanie


Da un Comunicato della Sala Stampa Vaticana, dal Radiogiornale della Radio Vaticana e da Avvenire dell'11 febbraio 2017.



In data 11 febbraio 2017 il Santo Padre ha incaricato S.E. Mons. Henryk Hoser, S.A.C., Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi a Medjugorje quale Inviato Speciale della Santa Sede. La missione ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale. È previsto che S.E. Mons. Hoser, il quale continuerà ad esercitare l’ufficio di Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga, completi il suo mandato entro l’estate prossima.  Il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke ha sottolineato che la missione dell'Inviato Speciale è un segno di attenzione del Santo Padre verso i pellegrini. Lo scopo non è inquisitorio, ma strettamente pastorale. L'Inviato non entrerà nella questione delle apparizioni mariane, che sono di competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, e sarà in contatto con il vescovo diocesano, i frati minori francescani - ai quali è affidata la parrocchia di Medjugorje - e con i fedeli del luogo. Quindi  è una missione per i pellegrini, non è contro nessuno.

S.E. Mons. Henryk Hoser, S.A.C., è nato a Warszawa il 27 novembre 1942. Dopo aver superato gli esami di maturità, ha proseguito gli studi universitari presso l’Accademia Medica di Varsavia, dove nel 1966 ha conseguito il Diploma in Medicina, ottenendo l’incarico di assistente presso la medesima Accademia Medica. Nel 1969 è entrato nella Società dell’Apostolato Cattolico (Pallottini) dove il 16 giugno 1974 è stato ordinato sacerdote. Negli anni 1975-1995 ha lavorato come Missionario in Rwanda, dove ha svolto diversi incarichi in campo pastorale. Nel 1978 ha fondato a Kigali il Centro Medico-Sociale, guidandolo per 17 anni, ed il Centro di Formazione Familiare (Action Familiale). È co-fondatore e Segretario della Federazione Africana dell’Action Familiale, istituita nel 2001. Per alcuni anni è stato Segretario della Commissione Episcopale Rwandese per la Sanità, e poi anche della Commissione Episcopale per la Famiglia, Presidente dell’Associazione dei Centri Medici Associati a Kigali (BUFMAR), Responsabile di un Centro di monitoraggio epidemiologico (AIDS). Durante gli anni trascorsi in Rwanda, per un decennio ha ricoperto l’ufficio di Superiore Regionale della Società dell’Apostolato Cattolico (Pallottini) ed anche quello di Presidente della Conferenza dei Superiori Maggiori degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica in Rwanda (COSUMA). Nel 1994, in assenza del Nunzio Apostolico in Rwanda, la Santa Sede lo ha nominato Visitatore Apostolico in tale Paese. Negli anni 1996-2003 è stato Superiore Regionale della Società dell’Apostolato Cattolico (Pallottini) e membro del Consiglio Missionario della Conferenza dei Superiori Maggiori in Francia. Il 22 gennaio 2005 è stato nominato Segretario Aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, ed elevato alla dignità di Arcivescovo; ha ricevuto la consacrazione episcopale il 19 marzo 2005.  Nel 2008 il Santo Padre lo ha nominato Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia).

Sulla veridicità delle apparizioni la Chiesa cattolica non ha ancora assunto una posizione definitiva. È stato sotto il pontificato di Benedetto XVI, nel marzo 2010, che presso la Congregazione per la dottrina della fede era stata istituita una «commissione internazionale di inchiesta su Medjugorje» sotto la presidenza del cardinale Camillo Ruini. Composta da cardinali, vescovi, periti ed esperti, ha lavorato «in maniera riservata» fino al 2014 quando ha sottoposto l’esito dell’indagine al dicastero vaticano e quindi al Papa, in questo caso Francesco. «Hanno fatto un bel lavoro», aveva detto Bergoglio sul volo di ritorno da Sarajevo, due anni fa, osservando che il cardinale Ruini gli aveva consegnato «uno studio». E il porporato aveva riferito con poche e misuratissime frasi: «Non so quale sarà il giudizio conclusivo. Noi abbiamo fatto solo un proposta articolata, dopodiché sarà la Congregazione per la dottrina della fede a prendere le decisioni che poi saranno presentate al Papa: l’ultima parola, com’è naturale, sarà quella del Santo Padre». Si prevede che il responso definitivo verrà emesso al termine della missione pastorale di Hoser che fino alla fine dell’estate dovrebbe valutare le necessità pastorali dei circa 2 milioni di fedeli che nell’arco dell’anno si recano a Medjugorje.

 







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