Il Rosario, preghiera cristologica
Data: Sabato 7 Ottobre 2017, alle ore 11:34:42
Argomento: Preghiere


Una meditazione di P. Ruggero M. Di Bitetto.



Non è possibile cogliere la vera immagine evangelica di Gesù e comprenderne la vita, senza un costante riferimento alla preghiera. Partendo da questa considerazione, Romano Guardini conclude che la preghiera per noi è una necessità interiore, una grazia, un dovere. Pregare è innalzare la mente e il cuore a Dio, è ascoltarlo e parlargli nel silenzio dell’anima. Ecco allora la lezione che ci viene dal rosario. Esso ci offre “quel ritorno tranquillo e quell’indugio pensoso” che rende la preghiera stessa più vera e più fruttuosa. È lo stesso Romano Guardini a compiere questo passaggio dalla preghiera in genere alla preghiera mariana. Egli afferma: “Il rosario è un ritiro silenzioso dove si può andare in cerca di pace; è come un santuario dalla porta sempre aperta, dove si può deporre ogni preoccupazione”.
Un famoso scrittore francese, Péguy, raffigurava il rosario ad un vascello navigante vittoriosamente verso la casa del Padre. È questo il senso della festa del Rosario, inserita opportunamente nel mese di ottobre. Anticamente la festa del Rosario era chiamata festa di “Santa Maria della Vittoria” in ricordo della vittoria riportata dalla flotta cristiana su quella turca nelle acque di Lepanto il 7 ottobre 1571. Il Sommo Pontefice Leone XIII inserì nelle Litanie Lauretane l’invocazione: “Regina Sacratissimi Rosarii”. Titolo felice che parve riscuotere il gradimento della Vergine stessa nelle famose apparizioni di Fatima. Dopo aver raccomandato la recita quotidiana del rosario in ognuna delle apparizioni per ottenere la conversione e la pace del mondo, durante l’ultima apparizione del 13 ottobre, resa celebre dal miracolo del sole, affermò: “Io sono la Madonna del Rosario”.
In ottobre siamo invitati a riflettere sull’importanza di questa preghiera che “ci mette in comunione di vita con Cristo attraverso il cuore di Maria” (S. Giovanni Paolo II). Il rosario ci richiama la volontà salvifica di Dio e la sua attuazione attraverso il “” incondizionato di Maria, che rese possibile l’incarnazione del Verbo. Maria diventa dunque “la perpetua premessa, il punto di origine, la perfetta attuazione della volontà di Dio” (H. U. Balthasar).
Il rosario è una preghiera essenzialmente “cristologica” in quanto mette in contatto con i misteri della salvezza realizzata da Cristo Salvatore e Redentore. La caratteristica principale del rosario è di essere “compendio del Vangelo”, cioè una meditazione dei misteri della vita di Cristo, cui fa partecipe in modo unico Sua Madre. Il Rosario è spazio terapeutico che fa passare da una cultura aggressiva ad una “cultura di pace”, guarisce dall’egoismo ed educa al dono totale di sé al Dio dell’Alleanza. S. Giovanni Paolo II ci ricordava che: “Non si può recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace” (Rosarium Virginis Mariae, 6). Il rosario oltre che cristologica, è certamente “preghiera mariana per eccellenza” perché si rivolge direttamente alla Madre del Signore ripetendo dieci volte l’Ave Maria per ogni mistero. Nella preghiera del rosario, la relazione della Vergine con il mistero di Cristo è stata più espressamente messa in luce con la meditazione di una diversità di “misteri”. Questa diversità permette di contemplare in modo più concreto gli eventi vissuti da Maria e di condividere più profondamente i sentimenti provati dalla Madre di Dio nella sua unione con Cristo e nel suo contributo specifico all’opera redentrice. Nel rosario ci sforziamo di pregare come Maria e con Maria, in quanto ci ispiriamo a Lei come “icona di pace”. Infine Maria è invocata con il titolo “Regina della Pace”, come ha disposto nel 1917 il Pontefice Benedetto XV, perché a nessuno sta a cuore come a Lei, Madre dell’umanità, la concordia e la comunione di tutti i figli di Dio.
L’attuale drammatica congiuntura in cui molti focolai di guerra sono presenti nel mondo ci deve far riflettere, poiché la pace è l’essenza stessa del Vangelo, il vero crocevia dove si danno appuntamento il Dio della pace e l’uomo artefice di pace. I Papi degli ultimi due secoli nei loro interventi a favore della pace, hanno più volte richiamato l’invito alla preghiera come la “vera arma” per vincere e ottenere la pace. La Vergine Santissima sia a Lourdes che a Fatima ha suggerito e invitato i veggenti e i fedeli a pregare il rosario per la conversione e per la pace. S. Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae scriveva: “Alla preghiera del Rosario desidero ancora una volta affidare la grande causa della pace. Siamo davanti ad una situazione internazionale gravida di tensioni, a tratti incandescente. In alcuni punti del mondo dove lo scontro è più forte, penso in particolare alla martoriata terra di Cristo, si tocca con mano che a poco valgono i tentativi della politica, pur sempre necessari, se gli animi restano esacerbati e non si è capaci di un nuovo sguardo del cuore per riprendere con speranza i fili del dialogo.”
 In questo scenario triste del mondo, la presenza di Maria ci rassicura e ci conforta, ci rende audaci e ci infonde quel coraggio che viene meno al contatto degli eventi di cui siamo testimoni. Tutto ciò nasce dal convincimento che se Dio è onnipotente per natura, Maria è onnipotente per grazia, una espressione, ammonisce S. Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica sul Rosario, “audace da comprendere, ma anche una certezza che, a partire dal Vangelo, si è andata consolidando per via di esperienza nel popolo cristiano”. Il S. Padre aggiunge a queste parole una riflessione che merita di essere presentata nel cammino di fede: “Nel Rosario, Maria, Santuario dello Spirito Santo, mentre è supplicata da noi, si pone per noi, davanti al Padre che l’ha colmata di grazia, e al Figlio nato dal suo grembo, pregando per noi e con noi”. Scorrendo le varie tappe della vita di Gesù e di Maria, il Rosario ci conduce ad una visione integrale della vita cristiana e ci offre molti motivi di consolazione, di fiducia e di speranza.

 

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