Maria, la Regina della pace
Data: Venerdi 29 Dicembre 2017, alle ore 9:24:31
Argomento: Società


Dal libro di Antonino Grasso "Maria, Madre di Misericordia. "Sotto il suo manto c'è posto per tutti. Meditazioni", Edizioni Segno, Tavagnacco 2016, pp. 51-53.



Maria, madre del Principe della pace è, accanto a Lui, la prima ad essere immersa nella beatitudine dei pacifici, per essere stata la «Donna che ha accettato l’invito di Dio e aderito pienamente e liberamente al compimento di mediazione dolorosa e materna a beneficio di tutta quanta la creazione». Dal momento in cui diveniva Madre di Colui che, quale Salvatore, doveva riappacificare gli uomini con Dio, «Maria diveniva, per gli uomini stessi, la Regina della pace e, al servizio del Figlio, cooperava con Lui perché essi avessero, con tutti gli altri frutti della Redenzione, anche questo preziosissimo dono». Proprio il primo atto da Lei compiuto in questo mirabile mistero della salvezza, fu appunto un atto d’amore verso la pacificazione universale, dato che si offrì di accogliere nel suo grembo e poi generare, «il Principe e l'Autore stesso della pace, Gesù Cristo». L’annuncio della pace, infatti, cantato dagli Angeli nella notte di Betlemme, quando Ella lo diede alla luce, contraddistingue l’ingresso di Cristo nella storia: «Pace agli uomini di buona volontà» (Lc 2,14); il suo invito ad essere veri discepoli e diventare “figli di Dio” nella pace, caratterizza il suo messaggio: «beati i pacifici perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9); il dono stesso della pace contrassegna l’ultimo suo saluto da Risorto prima del ritorno al Padre: «Pace a voi!» (Gv 20,19). Per il “Si!” di Maria all’Incarnazione del Verbo, dunque, generosamente pronunciato, «gli uomini ebbero il Restauratore della creazione e il Liberatore del caos in cui l’umanità era caduta e ritornarono a risplendere l’amore e l’amicizia di Dio, la luce e l’ordine, la bellezza e l'armonia mirabile della prima creazione».

Iniziata, così, la sua missione di “Regina della pace”, Maria continua questa sua missione, attraverso l’opera di materna provvidenza di cui è stata incaricata da Dio per i suoi figli, per i quali si prodiga dispensando aiuti e grazie in mezzo alle loro necessità e indirizzandoli sempre alla pacificazione con Dio e tra di loro. «Totalmente votata alla pace, perché votata a Cristo salvatore dell’uomo, la “Regina della pace” continua incessantemente a presentare l’offerta di riconciliazione agli uomini, denunciando le atrocità dell’egoismo, l’iniquità delle violenze sull’uomo, le divisioni e le tenebre della morte». Nello stesso tempo, Ella si fa paladina e speranza di coloro che anelano alla pace, quella vera e autentica, frutto della liberazione da ogni forma di schiavitù e del trionfo della giustizia e dell’amore di Dio. La “Regina della pace”, inoltre, non solo invita gli uomini a rifiutare la violenza, lo sfruttamento, il degrado, ma risveglia nel loro cuore il desiderio «di quel ritorno alle limpide origini, a quell’ordine armonioso del progetto di Dio, per agire e vivere in un ambiente più adatto, più conforme alla dignità dell’essere umano, fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso». Con la sua materna intercessione e il suo esempio, Ella, ricordando agli uomini che il mondo intero non è chiamato ad un destino di disordine, distruzione e  annientamento, ma a recuperare il supremo valore della vita nel suo complesso e che tutti siamo interpellati ad impegnarci perché la vita trionfi nella società, insegna a non cedere agli allettamenti della sopraffazione e del dominio, ma a testimoniare il sereno trionfo della vita sulle strutture della morte.

La “Regina della pace” è come il luminoso riflesso della creazione rispecchiata nella sua integrità originaria e proprio perché, appunto, creatura senza corruzione e totalmente integra, «denuncia per ciò stesso il degrado fisico e morale e l’inquinamento spirituale, sociale e cosmico, facendo emergere la bontà delle cose che Dio crea, la forza della loro armonia, la bellezza di tutta l’opera di Dio, orientata all’ordine e alla pace universale, nel trionfo dell’amore, sul modello trinitario». Maria richiama il mondo alla lucente trasparenza che rispecchia lo splendore di Dio nella notte del mondo e per ciò stesso lo invita a riconoscere il suo Creatore e Salvatore come sorgente dell’ordine morale, della pace personale e sociale. Come si augurava Paolo VI, la “Madre di Misericordia” «che ha conosciuto le pene e le tribolazioni di quaggiù, la fatica del quotidiano lavoro, i disagi e le strettezze della povertà, i dolori del Calvario, soccorra alle necessità della Chiesa e del mondo; ascolti benigna le invocazioni di pace che a lei si elevano da ogni parte della terra; illumini chi regge le sorti dei popoli; ottenga che Dio, il quale domina i venti e le tempeste, calmi anche le tempeste dei contrastanti cuori umani e ci dia la pace in questo nostro tempo, la pace vera, quella fondata sulle basi salde e durevoli della giustizia e dell’amore; giustizia resa al più debole non meno che al più forte; amore che tenga lontano i traviamenti dell’egoismo, in maniera che la salvaguardia dei diritti di ciascuno non degeneri in dimenticanza o negazione del diritto altrui».

 

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