Maria, ''Salus infirmorum''
Data: Sabato 13 Aprile 2019, alle ore 17:29:53
Argomento: Mariologia


Un approfondimento del camilliano  P. Felice Ruffini.



«"Non c’è amore più grande di quello di una madre per il suo unico figlio malato”, è per noi il massimo parametro che si possa esprimere. Il Profeta Isaia l’utilizza per farci intendere quello di Dio per noi: “Si dimentica forse una donna del suo bambino?… Come una madre consola un figlio così io vi consolerò, in Gerusalemme sarete consolati…” (49, 15; 66, 13). Anche San Camillo lo prescrisse come parametro quando volle esprimere in sintesi l’amore che la nascente Congregazione doveva porre a fondamento del suo stare accanto al letto dei malati. E lo hanno ben intuito i fedeli dell’amore che l’Immacolata Madre di Dio ha per i figli che Le sono stati affidati (Gv 19, 25-27), fratelli del Figlio suo “primogenito di molti fratelli” (Rom 8, 29), invocandola Salus Infirmorum. Il Concilio Vaticano II implicitamente così La presenta: “Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria celeste. Per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (Lumen Gentium, 62 – poi LG). Abbiamo piena coscienza del nostro stato di “infirmitas”, e non solo a livelli di disfunzione organica o funzionale o psicofisico, ma anche a quello morale che genera sofferenze più profonde e non facilmente amovibili, perché insite in quella sfera dell’esistenza che fa capo alla dimensione spirituale della creatura, e che per noi credenti è detta anima. E il “dolore dell’anima”, come scrive Giovanni Paolo II, è meno raggiungibile dalla terapia, la cui vastità e multiformità di sofferenze non sono certamente minori di quella fisica (cf Salvifici Doloris, 5 – poi SD). E’ l’attenta tenerezza della Madre che ci attrae e ci colma di speranza, e ci porta all’affidamento totale a Lei, Salute degli Infermi, per il recupero integrale della salute, perché avvertiamo pesare sulla nostra esistenza quel “morte morieris” (Genesi, 2, 17) conseguenza del peccato di superbia e disobbedienza a Dio dei nostri progenitori. Ma Lei, l’Immacolata Madre di Dio, “assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna” (LG, 62) [...].»

 

 

 







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