Papa Francesco e il ruolo corredentore di Maria, la “Donna della salvezza”
Data: Venerdi 23 Ottobre 2020, alle ore 9:14:52
Argomento: Magistero


Un approfondimento di Mark Miravalle, docente di Mariologia nella Franciscan University of Steubenville, Ohio, Stati Uniti e Robert Fastiggi, docente di teologia nel Sacred Heart Major Seminary, Detroit, Michigan, Stati Uniti su Vatican Insider dell'8 gennaio 2020.



L'omelia di Papa Francesco per la festa di Nostra Signora di Guadalupe il 12 dicembre 2019 ha generato nuovo interesse e polemiche sul titolo mariano di Corredentrice. L'omelia del Santo Padre è stata data in spagnolo in maniera spontanea ex tempore. Nell'omelia, ha fatto un riferimento al titolo di corredentrice: «Fedele al suo Maestro, che è suo Figlio, l'unico Redentore, Lei non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio. Non si è mai presentata come corredentrice. No, discepola» (Fiel a su Maestro, que es su Hijo, el único Redentor, jamás quiso para sí tomar algo de su Hijo. Jamás se presentó como co-redentora. No, discípula). Il nostro Santo Padre è del tutto preciso nel dichiarare che Maria non si è mai «presentata» come «corredentrice», né nel contesto dell'Annunciazione, né negli eventi storici di Guadalupe, argomento della sua omelia. Questo, tuttavia, non nega di per sé la legittimità dottrinale del titolo di corredentrice quando viene usato con il suo significato proprio nel riferirsi alla partecipazione unica di Maria alla Redenzione storica compiuta da Gesù Cristo, l'unico divino Redentore. Anche il nostro Santo Padre ha perfettamente ragione quando afferma che «Non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio». Fortunatamente, quando Papa San Giovanni Paolo II e Papa Pio XI prima di lui hanno ripetutamente usato il titolo, «corredentrice» per la Madonna, allo stesso modo non ha cercato di prendere nulla da Gesù e di darlo a Maria, ma piuttosto di identificare la cooperazione unica di Maria nell'opera redentrice compiuta da Cristo. Il titolo di Corredentrice cerca di rappresentare, in una parola, la dottrina ufficiale della Chiesa della partecipazione impareggiabile di Maria alla Redenzione compiuta da Gesù Cristo, unico Divino Redentore, che viene ripetutamente riproposto nel Concilio Vaticano II (Lumen gentium, 56, 57, 58, 61) e dal Magistero pontificio degli ultimi tre secoli.

La dottrina della corredenzione mariana

La dottrina della corredenzione mariana insegna che la Beata Vergine, per volontà di Dio, cooperò in un modo unico e singolare nell'opera di redenzione con e sotto il suo divino Figlio. Secondo San Tommaso d'Aquino, Dio, nella sua onnipotenza, avrebbe potuto redimere la razza umana in molti modi, ma ha scelto di diventare uomo essendo concepito e nato da una donna. Lui ha visto questo come il mezzo più appropriato per redimere la razza umana (Summa theologiae [ST] III q. 1 a. 2). Poiché Dio ha scelto di redimere la razza umana diventando uomo, aveva bisogno di una Madre per assumere una natura umana e diventare come noi in tutte le cose tranne il peccato (cfr Eb 4, 15). La Chiesa insegna che «Dio ineffabile… fin da principio e prima dei secoli scelse e preordinò al suo Figlio una madre, nella quale si sarebbe incarnato e dalla quale poi, nella felice pienezza dei tempi, sarebbe nato» (Pio IX, Ineffabilis Deus, 8 dic., 1854; Denz.-H, 2800). La Beata Vergine Maria, quindi, era «predestinata fino dall'eternità all'interno del disegno d'incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio» (LG, 61). Ella era, in questo modo, «l'alma madre del Redentore divino, l’associata singolare e più di ogni altro generosa, e l’umile serva del Signore» (LG, 61). La chiesa paleocristiana ha consegnato fedelmente il ruolo unico di Maria nella redenzione contenuto nella Scrittura e nella tradizione apostolica. La Chiesa post-apostolica del II secolo ha trasmesso il ruolo corredentore di Maria all'interno del modello primitivo della «Nuova Eva» rivelato in Genesi 3:15. Proprio come Eva aveva partecipato con Adamo alla perdita della grazia per la famiglia umana (Genesi 3: 1–7), così Maria, la Nuova Eva, partecipò con Cristo, il Nuovo Adamo alla restaurazione della grazia per la famiglia umana. Il Vaticano II, in Lumen gentium, 56, fa riferimento a questa analogia citando Sant'Ireneo, che identifica Maria come «causa di salvezza per se stessa e per l'intera razza umana» (Adversus haereses, III, 22, 4). Anche San Girolamo (347–420) riassume sinteticamente l'insegnamento dicendo: «Morte per Eva, vita per Maria». La chiesa medievale sottolinea il ruolo della Madonna nella redenzione. San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) parla della compassione di Maria con Gesù al Calvario e della sua «offerta di suo Figlio» per la nostra redenzione» (Sermo 3 de purificatione); mentre il suo discepolo, Arnoldo di Chartres (1160), si riferisce alla «co-sofferenza» e alla «co-morte» di Maria con suo Figlio al Calvario (De Laud. BVM).
La Chiesa insegna anche che Maria ai piedi della croce, «soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata» (LG, 58). Perciò, sebbene Cristo sia l'unico Salvatore della razza umana, Maria, per volontà di Dio, si è associata alla sua offerta sacrificale in un modo unico e singolare. Il riconoscimento dell'unione materna di Maria con il sacrificio di Cristo sulla Croce si sviluppò durante il Medioevo e gradualmente venne insegnato dal magistero della Chiesa. San Pio X, nella sua enciclica del 1904, Ad diem illum, insegnava che, a causa della singolare associazione di Maria con Cristo, nel «lavoro di salvezza umana» (humanae salutis opus), «ella ci procura per merito di partecipazione (de congruo)… ciò che il Cristo ci ha procurato per merito di giustizia (de condigno)» (Denz.-H, 3370). Il successore di Pio X, Benedetto XV, nella sua lettera del 1918, Inter sodalicia, scrisse che Maria, rinunciò ai suoi diritti materni e, «per quanto dipendesse da lei, offrì a suo Figlio di placare la giustizia divina; quindi possiamo ben dire che lei, con Cristo, ha redento l'umanità» (AAS 10 [1919] p. 182). Nella sua lettera apostolica del 1984, Salvifici doloris, Giovanni Paolo II afferma che «fu sul Calvario che la sofferenza di Maria Santissima, accanto a quella di Gesù, raggiunse un vertice già difficilmente immaginabile nella sua altezza dal punto di vista umano, ma certo misterioso e soprannaturalmente fecondo ai fini dell'universale salvezza» (no. 25). Questi papi non significano che Cristo, come divino Salvatore, avesse bisogno dell'offerta di Maria in alcun senso assoluto. Tuttavia, credono che Dio abbia scelto liberamente di associare Maria all'opera di redenzione in un modo che trascende la cooperazione del resto dei fedeli (cfr Col 1:24, 2Cor 4: 9-12 e CCC, 2008). Nella sua enciclica del 1954, Ad caeili Reginam, Pio XII insegna che Maria ha assistito alla nostra redenzione «somministrando la sua sostanza e offrendola volontariamente per noi, desiderando, chiedendo e procurando in modo singolare la nostra salvezza» (Denz.-H, 3914). Pio XII continua descrivendo Maria come a Cristo «associata nella redenzione del genere umano» (redimendi generis humani consors)”(Denz.-H, 3915). Il ruolo cooperativo della Madonna con Gesù nell'opera di redenzione è teologicamente fondato sul principio cattolico centrale di «partecipazione» in cui noi, come discepoli di Gesù, condividiamo veramente la sua divina vita di grazia, ma senza aggiungere o sottrarre nulla dallo stesso Gesù.
Il ruolo della Madonna come corredentrice è il modello umano perfetto che tutti i cristiani devono seguire partecipando alla grande opera di redenzione di Gesù. Questo viene fatto quando rispondiamo correttamente alle parole di San Paolo per completare «quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa (Colossesi 1:24)», o come Papa San Giovanni Paolo II ci istruisce «essere corredentori dell’umanità» (Discorso al personale dell’Ospedale Fatebenefratelli 5 aprile, 1981).

Papa Francesco e la corredenzione mariana

Non c'è nulla nell'omelia di papa Francesco del 12 dicembre che respinga la corredenzione mariana. Dalle sue precedenti dichiarazioni, è chiaro che afferma questa dottrina. Nella sua meditazione mattutina per la solennità dell'Annunciazione nel 2016, afferma Papa Francesco: «Oggi è la festa del “sì”… nel “sì” di Maria c’è il “sì” di tutta la storia della salvezza e incomincia lì l’ultimo “sì” dell’uomo e di Dio: lì Dio ricrea, come all’inizio con un “sì” ha fatto il mondo e l’uomo, quella bella creazione: con questo “sì” io vengo per fare la tua volontà e più meravigliosamente ricrea il mondo, ricrea tutti noi». Papa Francesco riconosce il «» di Maria come espressione del suo ruolo attivo nella storia della salvezza, un ruolo che possiamo descrivere come corredentore. Durante la sua veglia del 26 gennaio 2019 con i giovani a Panama, il Santo Padre parlava di Maria come «la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia». Si riferiva anche alla Beata Vergine come la «influencer di Dio». Maria influenzò Dio dicendo sì al suo invito e confidando nelle sue promesse. Papa Francesco afferma anche l'unione di Maria con la missione salvifica di Cristo fino alla sua morte sulla Croce e nella vita della Chiesa. Nella sua udienza generale del 23 ottobre 2013, lui nota che ogni azione della Beata Vergine «era compiuta sempre in unione perfetta con Gesù. Questa unione raggiunge il culmine sul Calvario: qui Maria si unisce al Figlio nel martirio del cuore e nell’offerta della vita al Padre per la salvezza dell’umanità. La Madonna ha fatto proprio il dolore del Figlio ed ha accettato con Lui la volontà del Padre, in quella obbedienza che porta frutto, che dona la vera vittoria sul male e sulla morte». Il Santo Padre dice anche che «Il “sì” di Maria, già perfetto all’inizio, è cresciuto fino all’ora della Croce. Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio». Qui vediamo che Papa Francesco afferma non solo la fruttuosa partecipazione di Maria alla sofferenza e al sacrificio di Cristo sulla Croce, ma anche la sua maternità spirituale e universale che abbraccia ognuno di noi. Altre dichiarazioni di Papa Francesco mostrano che riconosce il ruolo centrale di Maria nella storia della salvezza. Nel suo discorso del 21 novembre 2013 ad alcune monache benedettine camaldolesi, esclama: «Dobbiamo molto a questa Madre! In lei, presente in ogni momento della storia della salvezza, vediamo una testimonianza solida di speranza. Lei, madre di speranza, ci sostiene nei momenti di buio, di difficoltà, di sconforto, di apparente sconfitta o di vere sconfitte umane». In un discorso a braccio ai Servi di Maria il 25 ottobre 2019, Papa Francesco afferma il ruolo centrale di Maria nell'opera di redenzione. Dice ai Servi di Maria che i loro fondatori «hanno lasciato tutto per farsi servi, servi della Madonna, perché hanno capito il ruolo della Madonna nella redenzione, ruolo che tante volte le teologie cosiddette “moderne” dimenticano. Ma la Madonna ci ha portato Gesù! E i vostri Fondatori hanno capito questo, hanno capito e si sono fatti servi». Anche Papa Francesco afferma il ruolo di Maria nella mediazione della grazia. Nella sua preghiera dell'8 dicembre 2017 si riferisce alla Beata Vergine come «Madre di grazia e di Misericordia» le cui mani aperte «lasciano scendere sulla terra le grazie del Signore». Ha anche parlato di Maria come «ausiliatrice» e come la «Regina dei santi e Porta del cielo».
Tutti questi riferimenti - che possono essere moltiplicati - mostrano che papa Francesco accetta e afferma l'insegnamento cattolico sulla corredenzione mariana e sulla mediazione della grazia. Lui vede chiaramente il «» di Maria come un momento centrale nella storia della salvezza e riconosce la sua unione con il sacrificio di Cristo sulla Croce come spiritualmente fruttuoso. Nella sua lettera del 13 agosto 2019 ai genovesi nel primo anniversario del terribile crollo del Ponte Morandi, li indica a Maria sotto la Croce soffrendo con suo Figlio: «Ma vorrei anche dirvi che Gesù sulla croce non era solo. Sotto quel patibolo c’era sua madre, Maria. Stabat Mater, Maria stava sotto la croce, a condividere la sofferenza del Figlio. Non siamo soli, abbiamo una Madre che dal Cielo ci guarda con amore e ci sta vicino. Aggrappiamoci a Lei e diciamole: “Mamma!”, come fa un bambino quando ha paura e desidera essere confortato e rassicurato».

Il titolo «Corredentrice»

Durante il Medioevo Maria cominciò ad essere identificata come la «redemptrix». Nel X secolo, un innario francese includeva queste parole rivolte a Maria: «Redemptrix santa del mondo prega per noi». Il termine «redemptrix» era capito in subordinazione a Cristo, il Redentore, proprio come la mediatrice era capito in subordinazione a Cristo, l'unico mediatore (cfr. 1 Tim 2, 5). Santa Caterina da Siena (1347–1380) parlava di Maria come «la redemptrix della razza umana» perché la Beata Vergine forniva carne alla Parola di Dio che ci ha redenti con la sua passione mentre Maria condivideva la sua passione con la «tristezza di corpo e mente» (Oratio XI). Durante il XIV e il XV secolo, tuttavia, fu aggiunto il prefisso «co» dal latino cum (con) per chiarire che il ruolo di Maria nella redenzione era con e sotto Cristo, il Redentore. Il gesuita Alfonso Salmeron (1515–1585), per esempio, credeva che Gesù, sebbene non avesse bisogno dell'aiuto di sua madre, voleva tuttavia che ella condividesse la sua opera di redenzione come «Corredentrice» (Commentarii, vol. 10, tr.41). Durante il pontificato di Pio X (1903–1914) il titolo mariano di corredentrice ha ricevuto l'approvazione magistrale ufficiale. Nel 1908 la Sacra Congregazione per i Riti si riferiva a Maria come «la misericordiosa corredentrice del genere umano» (Acta Sanctae Sedis [ASS] 41 [1908], p. 409). Nel 1913, il Sant'Uffizio approvò una preghiera che invocava Maria come «nostra corredentrice» (Acta Apostolicae Sedis [AAS] 5 [1913], p. 364). Nel 1914 lo stesso Sant'Uffizio approvò una preghiera che si appellava a Maria come «corredentrice del genere umano» (AAS 6 [1914], p. 108). Papa Pio XI si riferì pubblicamente a Maria come corredentrice in tre diverse occasioni e Giovanni Paolo II usò il titolo almeno sei volte. Per esempio, nella sua udienza generale del 10 dicembre 1980, invitò i malati a trasformare il loro dolore «in amorosa offerta, ad imitazione della Madonna, la Corredentrice». Altri riferimenti a Maria come «corredentrice» di Pio XI e Giovanni Paolo II possono essere trovati qui. Sebbene Pio XI e Giovanni Paolo II si riferissero a Maria come «corredentrice» in contesti pubblici, altri papi recenti non lo hanno fatto. Papa Pio XII, come cardinale Pacelli, si riferiva a Maria come «corredentrice» durante l'Ora Santa a Lourdes nel 1935, ma non ha mai usato pubblicamente il titolo durante il suo pontificato. C'è una differenza, tuttavia, tra il non utilizzo del titolo e il rifiuto del titolo. Il titolo di Corredentrice fa parte della Tradizione della Chiesa dal XIV secolo ed è stato usato correttamente per identificare l'impareggiabile cooperazione della Madonna nella Redenzione da parte di papi, santi, mistici, vescovi, clero, teologi e fedeli del Popolo di Dio, compresi i santi recenti come San Pio da Pietrelcina, San Massimiliano Kolbe, Santa Teresa Benedetta della Croce, San Josemaría Escrivá, Santa Teresa di Calcutta, San Giovanni Enrico Newman, e ancora, Papa San Giovanni Paolo II. La grande veggente di Fatima, suor Lucia, usa e spiega in modo sublime il titolo di corredentrice per Maria in sette occasioni nella sua ultima scrittura, «Gli appelli del messaggio di Fatima».
Ci sono state anche comunità religiose approvate che si dedicano a Maria come corredentrice. Si può menzionare la Congregazione Figlie Maria SS. Corredentrice, fondata a Catania, in Italia nel 1953 e approvata nel 1964; la Pia Associazione di Maria SS. Corredentrice, approvata dall'Arcivescovo di Reggio Calabria, nel 1984; l'Hijas de Maria Immaculada y Corredentora (Lima, Perù), fondata nel 1978 e approvata nel 1980; l'Instituto de Misioneras de Maria Corredentora (Ecuador), fondato nel 1964 e approvato nel 1969; e la Associación de Fieles al Servicio de María Corredentora e Reina de la Paz (Venezuela), fondata e approvata nel 1992 dall'arcivescovo di Barquisimeto, Venezuela. Va anche notato che il seminario della Società di San Pio X (SSPX) situato a Moreno, Buenos Aires, Argentina si chiama Seminario Nuestra Señora Corredentora (Seminario di Nostra Signora Corredentrice). Come è noto, Papa Francesco ha sempre mantenuto un rapporto cordiale con la Società di San Pio X nella sua nativa Argentina, e si impegna a integrare ufficialmente la Compagnia nella vita della Chiesa cattolica. Per quanto ne sappia, non ha mai obiettato al nome di questo seminario SSPX.
Alcune persone rifiutano il titolo di «corredentrice» perché credono che suggerisca l'uguaglianza tra Gesù e Maria nell'opera di redenzione. Nulla, tuttavia, potrebbe essere più lontano dalla verità. Gesù non viene mai definito come il «Corredentore» con Maria, ma solo come «il Redentore». Il prefisso «co» deriva dal latino, cum (con) e, in questo contesto, non suggerisce equivalenza. I genitori sono chiamati «co-creatori» con Dio, ma la loro collaborazione nel far nascere una nuova vita non li rende «creatori» uguali a Dio. Allo stesso modo, San Paolo afferma che siamo «collaboratori» di Dio in 1Cor 3: 9, ma ciò non significa che il nostro lavoro sia comunque equivalente a quello di Dio.
Alcune persone credono anche che Papa Francesco abbia respinto il titolo mariano di corredentrice come follia nella sua omelia del 12 dicembre 2019. Questo, tuttavia, non era il caso. Nel testo dell'omelia, il riferimento alla follia arriva a sei paragrafi dopo il riferimento alla «corredentrice». Il Santo Padre dice: «Quando vengono da noi con storie su come dichiarare questo, o fare questo o quell'altro dogma, non perdiamoci nella follia. Maria è donna, lei è la Madonna, Maria è la Madre di suo Figlio e della Santa Madre Chiesa Gerarchica...» («​​​​​​Cuando nos vengan con historias de que había que declararla esto, o hacer este otro dogma o esto, no nos perdamos en tonteras: María es mujer, es Nuestra Señora, María es Madre de su Hijo y de la Santa Madre Iglesia jerárquica…). Papa Francesco desidera avvertirci di non perderci nella follia essendo così preoccupati per i nuovi dogmi mariani che dimentichiamo ciò che è essenziale in Maria come donna, madre e Madre della Chiesa. Papa Francesco vuole accentuare Maria come nostra Madre e Madre della Chiesa. Ciò è dimostrato dal libro intitolato «È mia madre (incontri con Maria)», basato su alcune interviste del Santo Padre di p. Alexandre Awi Mello, ora segretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Sebbene il Santo Padre abbia attualmente una certa posizione sui nuovi dogmi mariani, non c'è nulla che possa impedire un ulteriore sviluppo del suo atteggiamento. Questo era chiaramente il caso della sua posizione sulle apparizioni di Medjugorje. Dal suo precedente atteggiamento un po’ negativo, Papa Francesco ha recentemente deciso di concedere un permesso senza precedenti per i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, anche prima che sia stata determinata la parola finale sull'autenticità delle apparizioni.

La devozione mariana di papa Francesco

Papa Francesco ha fortemente ribadito, nella sua omelia del 12 dicembre, la legittimità del titolo, «Madre di Tutti» (Madre de todos), che è stato proposto nel secolo scorso (a partire dal 1915) come titolo generale e dottrina per una potenziale definizione mariana, visto che attualmente nessuno dei quattro dogmi esistenti (Madre di Dio, Verginità perpetua, Immacolata Concezione, Assunzione) si riferiscono alla relazione diretta e materna di Maria con l'umanità, come nostra Madre Spirituale. L'autentico carattere mariano del pontificato di Papa Francesco è evidente, per esempio: nella sua approvazione del memoriale obbligatorio di Maria, «Madre della Chiesa», con il suo profondo significato pneumatologico il lunedì dopo la Pentecoste; la sua diffusione della potente devozione di Maria, che scioglie i nodi, a livello globale; la sua elevazione della celebrazione liturgica di Nostra Signora di Loreto al calendario universale; il suo ripetuto insegnamento sull'importanza del Rosario; la sua testimonianza devozionale mariana iniziando e terminando ogni viaggio internazionale portando fiori e pregando davanti alla famosa icona «Salus Populi Romani» della Madonna a Santa Maria Maggiore a Roma; la sua fervida devozione e il pellegrinaggio a Nostra Signora di Fatima; il suo motto ripetuto (e potenzialmente ecumenicamente minaccioso) secondo cui «Un cristiano senza Maria è un orfano», i suoi recenti ripetuti riferimenti a Nostra Signora come «Madre di tutti i popoli» (20 ottobre 2019; 8 dicembre 2019), che la dottrina mariana generale richiedeva di essere solennemente definita come dogma.
Il cuore di Papa Francesco è aperto alla Madre. Questo è il motivo per cui gruppi come Vox Populi Mariae Mediatrici continueranno a pregare e presentare una petizione per la solenne definizione di maternità spirituale della Madonna, inclusiva delle sue tre funzioni materne come Corredentrice, Mediatrice di tutte le grazie e Avvocato, ma sempre in completa obbedienza, fedeltà e rispetto per l'attuale Romano Pontefice, che è il Vicario supremo di Cristo sulla terra. Nella sua omelia per la solennità di Maria, Madre di Dio del 1 gennaio 2020, Papa Francesco spiega come anche la maternità della Beata Vergine sia legata al suo ruolo di «donna della salvezza». Lui sottolinea che «nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna. In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. È donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre». Nella sua omelia per i vespri per la solennità di Maria Madre di Dio, il Santo Padre riconosce anche il ruolo di Maria sotto la Croce come l’Addolorata la cui tenerezza materna raggiunge tutte le persone quando dice: «E anche la Madre di Dio, che sotto la croce è l’Addolorata, sta per estendere a tutti gli uomini la sua maternità. La Madre di Dio è la Madre della Chiesa e la sua tenerezza materna raggiunge tutti gli uomini». Per Papa Francesco, Maria è la Madre di Dio e la Madre della Chiesa che sotto la Croce è stata rivelata come la Madre Addolorata, la «Donna della salvezza», la Signora di tutti i popoli.

 







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