Un approfondimento di Don Giuseppe Gaglio, in La Madonna di Tindari del 1 marzo 2014, pp. 4-7.
Fermiamo la nostra attenzione su una invocazione molto suggestiva e stimolante delle Litanie Lauretane: Maria "Porta del cielo" (Ianua coeli). All’immagine della porta vengono immediatamente associate due azioni: entrare ed uscire. Attribuendo a Maria il titolo di "Porta del cielo" possiamo scoprire come in lei queste due azioni si realizzano perfettamente. Ci guideranno le indicazioni delle divine Scritture, le testimonianze della tradizione dei santi Padri e i testi della sacra Liturgia.
LE DIVINE SCRITTURE
Nelle divine Scritture non troviamo espressamente l’affermazione che Maria è la "Porta del cielo", così come è detto di Gesù che afferma: «Io sono la porta delle pecore» (Gv 10,7). Vi sono però dei testi che lo suggeriscono e lo illustrano. La Madonna è chiamata "Porta del cielo", perché il Signore passò per lei quando dal cielo discese in terra. Il profeta Ezechiele scrive: «Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c’è passato il Signore Dio d’Israele. Perciò resterà chiusa. Ma il Principe siederà in essa» (Ez 44,2-3). In queste parole è preannunziata Maria. Questo annunzio si è adempiuto nella Vergine, non solo per il fatto che il Signore si è incarnato in lei ed è divenuto suo Figlio, ma specialmente perché ella ha avuto una parte nell’economia della Redenzione. Il libro della Genesi racconta il peccato dei nostri progenitori e il ruolo che ha avuto Eva in questa letale vicenda: tentata da Satana, ha coinvolto Adamo nella caduta (cfr. Gen. 3,1-6). All’antica Eva viene contrapposta Maria, la seconda Eva. Era conveniente alla misericordia di Dio che, come una donna iniziò la distruzione del mondo, così una donna iniziasse la sua restaurazione, e che, come Eva aprì la via all’azione fatale del primo Adamo, così Maria aprisse la via per la grande impresa del secondo Adamo, nostro Signore Gesù Cristo, venuto a salvare il mondo morendo sulla croce. Maria, la seconda Eva, ha fatto il primo passo per la salvezza dell’umanità, mentre Eva l’aveva fatto per la sua rovina. Maria prese parte, e parte iniziale, alla redenzione del mondo quando l’angelo Gabriele venne ad annunziarle la grande dignità alla quale sarebbe stata innalzata. All’angelo, che la rassicura che quanto le ha annunziato è opera di Dio e che non deve aver paura di perdere la propria integrità verginale, Maria, con il pieno consenso del suo cuore, ricco di amore di Dio e di umiltà, dice: «Ecco l’ancella del Signore; che mi avvenga secondo la tua parola» (Lc 1,38). Fu con questo consenso che Maria divenne la "Porta del cielo".
LE TESTIMONIANZE DELLA TRADIZIONE DEI SANTI PADRI
Se nelle divine Scritture abbiamo trovato delle indicazioni illuminanti per comprendere come Maria sia "Porta del cielo", anche se non detto espressamente, nelle testimonianze della tradizione dei Santi Padri questo titolo è chiaramente attribuito alla Vergine, rilevando come la Santa Vergine sia stata Porta d’ingresso per Cristo ma anche per tutti i figli di Dio. Tra le tante testimonianze ne scegliamo una proveniente dalla tradizione d’oriente e l’altra da quella dell’occidente. Dalla tradizione orientale ci giunge la voce di Severo, Patriarca di Antiochia, vissuto tra il 465 e il 538, venerato come santo e martire dalla Chiesa Copta. Convinto assertore della divina maternità di Maria, vedeva nell’intervento dello Spirito Santo la migliore spiegazione della concezione e del parto verginale di Maria, per la quale nutriva una straordinaria venerazione. Tra i suoi scritti, troviamo una raccolta di preghiere, denominata Octoechos, dove Severo si rivolge a Maria, Vergine genitrice di Dio, "Porta del cielo". Sono espressioni tratte dall’Inno 121: «Quando eleviamo le parole della nostra mente verso di te, O Genitrice di Dio e Vergine Maria, e consideriamo l’unigenito Verbo del Padre invisibile il quale, mediante la discesa dello Spirito Santo, ha ricevuto un corpo da te … noi ti ripetiamo, o Madre santa che non hai conosciuto il sesso virile, le parole del patriarca Giacobbe: “Questa è la casa del Signore e la "Porta del cielo"” (Gen 28,17). Attraverso di essa, noi che eravamo stati espulsi e messi fuori, siamo stati di nuovo portati in alto. Perciò quando noi, pieni di fede, facciamo salire le nostre preghiere per mezzo tuo al Signore che è uscito esultante da te, noi riceviamo da lui il perdono dei peccati e le ricchezze della sua grande misericordia». Dalla tradizione occidentale ascoltiamo la testimonianza di san Pier Damiani, una delle più autorevoli personalità del secolo XI. Asceta e celebre oratore, riserva molto spazio alle lodi della Vergine Maria soffermandosi in modo particolare sulla maternità spirituale di Maria, che, liberissima dalla colpa di Eva, è diventata "Porta del cielo". Ecco come si esprime nel Sermone 44 sull’Annunciazione della beata Vergine Maria: «Questa Vergine, che porta in grembo il Verbo, diventa porta del paradiso: lei che ha donato Dio al mondo, ci ha aperto il cielo. … Il nobile grembo di Maria ha portato in sé il riscatto del mondo, e ci gloriamo di essere stati redenti da lui, che ci ha sciolti dal giogo della colpa. Il Figlio del Padre la riempie di sé, lo Spirito Santo l’adombra: il castissimo grembo della santa fanciulla diventa cielo».
I TESTI DELLA SACRA LITURGIA
Il 15 agosto del 1986, solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, dalla Congregazione per il Culto Divino veniva promulgato il decreto con il quale si affidava alla Chiesa la “Raccolta delle Messe in onore della beata Vergine Maria”. L’anno successivo, l’8 settembre 1987, Anno Mariano, festa della Natività della beata Vergine, veniva promulgata l’edizione italiana. In essa troviamo ben 46 titoli di celebrazioni in onore di Maria Santissima: esse terminano proprio con la festa di “Maria "Porta del cielo"”. Questo nuovo formulario celebra la Madre di Cristo che accompagna con materna tenerezza il popolo di Dio nel cammino verso la patria celeste. L’assemblea dei fedeli contempla la città santa, la nuova Gerusalemme, verso la quale è incamminata. I fedeli salgono con gioia alla casa del Signore, dove loderanno in eterno il suo nome. Facendo riferimento ai testi della liturgia, vogliamo cogliere i motivi da essi suggeriti. In questa Messa viene innanzitutto celebrato Cristo Signore, che il Padre, nella sua benevolenza, costituì «porta della vita e della salvezza» (colletta). Ma anche a Maria viene attribuita la metafora della Porta. Nel formulario liturgico la beata Vergine Maria viene celebrata come:
- Eva innocente, che vinse la superbia della progenitrice con l’umiltà, l’incredulità con la fede, aprendo quello che lei aveva chiuso: «Vergine umile e obbediente, che riapre la porta del paradiso, chiuso dalla disobbedienza di Eva» (prefazio); «la porta del paradiso, chiusa per colpa di Eva, ci è riaperta per te, o vergine Maria» (versetto dell’alleluia);
- Madre Vergine di Cristo: Maria, per la sua maternità, è «"Porta del cielo"»; da lei venne il Salvatore del mondo; è la «splendida "Porta del cielo"», attraverso la quale «rifulge a noi Cristo, luce del mondo» (ant. alla comunione); «Vergine Madre», è diventata per noi «porta del paradiso»; mentre ridona «Dio al mondo», ci riapre il cielo (ant. d’ingresso);
- Voce supplice d’intercessione: la Chiesa crede che per intercessione della beata Vergine Maria, «dalla quale è venuto il Salvatore del mondo, scenda sul popolo una pioggia di grazie e si apra a tutti la "Porta del cielo"» (dopo la comunione).
Ancor prima della promulgazione di questi formulari, l’antica devozione tradizionale si rivolgeva a Maria, invocandola "Porta del cielo", in alcune antifone abbastanza note alla pietà popolare e presenti nei testi della “Liturgia delle ore”. Indicandole, a conclusione della nostra riflessione, vi invito ad unirvi tutti perché possano diventare la nostra preghiera di lode alla Santa Vergine:
- La prima è l’antifona «Alma Redemptóris mater»: «O alma Madre del Redentore, porta sempre aperta del cielo, e stella del mare, soccorri il tuo popolo che cade, ma pur anela a risorgere. Tu che hai generato, nello stupore di tutto il creato, il tuo santo Genitore».
- La seconda è «Ave, Regina caelorum»: «Ave, Regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce».
- E infine ricordiamo un inno molto conosciuto, «Ave, maris stella»: «Ave, stella del mare, madre gloriosa di Dio, vergine sempre, Maria, porta felice del cielo».
In ogni cristiano la figura materna di Maria che ci attende sulla "Porta del cielo", per introdurci nell’eternità di Dio, suscita un pensiero di profonda speranza. È a lei, Speranza nostra, che ci rivolgiamo chiedendole di mostrarci, dopo questo esilio terreno, il suo figlio Gesù.