Presenza di Maria nella Chiesa Ortodossa
Data: Domenica 20 Settembre 2009, alle ore 2:02:52
Argomento: Ortodossi


Aspetti e significati della presenza di Maria nella Chiesa Ortodossa

Il mistero mariano

Entrando in una Chiesa Ortodossa o assistendo ad una celebrazione liturgica, si rimane colpiti dalle manifestazioni della vivissima pietà mariana. La Theotokos è presente sempre e in ogni luogo e il suo nome scandisce ogni preghiera. Maria è ricordata non soltanto nelle feste a lei dedicate come l'Annunciazione, la Dormizione ed altre, ma anche in ogni Liturgia, nella Preghiera delle ore e nelle grandi tappe della Storia della Salvezza: Natale, Pasqua, Ascensione, Pentecoste. "Per le preghiere della Madre di Dio, Signore salvaci!": questa è l'invocazione che attraversa tutta la Liturgia ortodossa.
Accanto a questa esuberanza della glorificazione liturgica di Maria, spicca la sobrietà delle enunciazioni dogmatiche che la concernono. Se si prescinde da quanto affermato dal Simbolo Niceno-Costantinopolitano "....nato per opera dello Spirito Santo...nel seno della Vergine Maria" e dall'appellativo di Theotokos ufficialmente attribuito a Maria dal Concilio di Efeso nel 431, la Chiesa Ortodossa, dopo l'epoca patristica, non ha più fatto affermazioni dogmatiche a proposito di Maria. L'Ortodossia non ha conosciuto, quindi, "sviluppi dogmatici" paragonabili a quelli della Chiesa Cattolica, né conosce una "mariologia sistematica" con tutta la serie di opere connesse a questo sviluppo. Nell'esposizione della fede ortodossa, come ad es. nell'ormai classico libro di Sergij Bulgakov dal titolo "L'Ortodossia", la mariologia occupa uno spazio modesto di alcune pagine, all'inizio di un capitolo sul culto dei Santi.
Nella Chiesa Ortodossa, in contrasto con la domatizzazione della devozione mariana della Chiesa Cattolica, si constata la serena ma ferma persistenza di una pietà mariana tradizionale ancorata alla cristologia e trasmessa essenzialmente attraverso la poesia liturgica.
Ancorata al dogma della Maternità divina, la cui intenzionalità è chiaramente cristologica, la pietà mariana ortodossa, trova la sua pienezza e il suo sbocco naturale nella preghiera liturgica e si esprime sotto forme di simboli poetici proposti ad una meditazione che sia capace di sondarne il senso e scoprirne progressivamente il significato.

La Theotokos

L'attribuzione del titolo Theotokos a Maria, risale molto indietro nel tempo ed ha origini oscure. Il termine è già presente su un papiro del III Secolo: "Sotto la tua protezione ci rifugiamo o Madre di Dio...." Il termine Theotokos acquista tuttavia il suo autentico significato teologico e spirituale sia nel contesto delle controversie che precedettero il Concilio di Efeso, come nel Concilio stesso, dove viene collegato indissolubilmente "all'Incarnazione del Verbo come salvezza dell'uomo".
La controversia che precede il Concilio di Efeso del 431, è chiara ed ha la sua espressione nei due massimi protagonisti Nestorio e Cirillo d'Alessandria.
Nestorio afferma che bisogna distinguere nettamente in Cristo ciò che appartiene alla divinità e ciò che appartiene all'umanità. In Cristo c'è una simmetria del divino e dell'umano che sono però giustapposti senza comunione di idiomi. Gesù e, insomma, un'individualità umana assunta dalla Divinità che trova in essa un tempio perfetto e consono a sé. Maria, di conseguenza, non è Theotokos, ma Christotokos, madre, cioè dell'uomo Gesù e non del Verbo di Dio.
Cirillo d'Alessandria ed il Concilio affermano, invece, che la persona del Verbo di Dio assume la natura umana e proprio in questa inscindibile unione sta il segreto della vera redenzione e della vera salvezza dell'uomo. Dio, nascendo realmente come uomo da una donna, "si rende vulnerabile e mortale ed è nella sua morte che Cristo, calpestando la morte, dona la vita a coloro che erano nelle tombe." Se non avesse realmente assunto la natura umana, Dio non l'avrebbe guarita, poiché può essere salvato solo quello che è unito a Dio.
Maria, madre del Dio fattosi realmente uomo, è perciò la Theotokos, la Madre vera di Dio. Questa realtà le apre, a pieno titolo, le porte della glorificazione nella Chiesa e ne precisa anche il senso e il fondamento: Maria è inseparabile dal suo Figlio e tutta la sua gloria deriva dalla sua maternità fisica e spirituale, ricevuta da Dio per opera dello Spirito Santo.

Maria nella liturgia

Il culto di Maria trova il suo significato nel mistero centrale della salvezza: il Dio con noi, l'Emanuele. Per questo la Chiesa Ortodossa non ha ritenuto necessaria la proclamazione di altri dogmi oltre quello della Theotokos di Efeso. Questo dato fondamentale della Maternità divina, è espresso in maniera costante in un linguaggio simbolico e poetico nella dossologia liturgica. La poesia è, quindi, il tramite di un profondo messaggio teologico, teoantropologico e spirituale. Ecco le principali feste liturgiche mariane della Chiesa Ortodossa.

ANNUNCIAZIONE
É la festa per eccellenza, nello stesso tempo festa del Figlio di Dio che si fa uomo e festa di Colei attraverso la quale si realizza l'umanizzazione del Verbo divino che irrompe nella storia. La festa ha, dunque, un triplice significato: la glorificazione del Verbo di Dio che si fa uomo; la glorificazione di Maria, madre del Verbo di Dio; l'annuncio della salvezza agli uomini.

LA DORMIZIONE DI MARIA
Viene evocata la morte naturale della Madre di Dio su cui non si può nutrire alcun dubbio e si lascia chiaramente intuire che Maria, dopo la morte, è stata misteriosamente glorificata proprio nel suo corpo. Gli uffici della festa recitano: "Aprite, aprite le vostre porte, accogliete la Madre della luce senza tramonto... Perché oggi il cielo apre il suo seno per riceverla.....Gli angeli cantano la SS. Dormizione che noi celebriamo con fede....Sussulti ogni figlio della terra e celebri la venerabile assunzione della Madre di Dio". Pur non oggetto di una definizione dogmatica, negare l'assunzione di Maria, considerata segno escatologico per la Chiesa perché mostra quale sarà la glorificazione della creatura alla fine dei tempi, per un ortodosso equivale ad una bestemmia.

NATIVITÀ DI MARIA
Questa nascita, ha il significato della vittoria del Dio vivo sulla sterilità umana ed è considerata come la realizzazione delle promesse fatte da Dio ai "giusti" dell'Antico Testamento. La Liturgia celebra Maria come il "fiore di Jesse", il "ramo fiorito della sua radice". Eva, di cui Maria è figlia come ogni essere umano, esulta di gioia e proclama beata la sua figlia lontana. Pur affermando la santità di Maria sin dalla nascita, la Chiesa Ortodossa non afferma la "Concezione Immacolata", ritenendo che questa esenzione dal peccato sia incompatibile con la piena solidarietà di Maria col genere umano.

PRESENTAZIONE AL TEMPIO DI MARIA
La Chiesa Ortodossa non si pronuncia sulla storicità di questo evento, ma celebra in questa festa la santità di Maria che entra nel "Santo dei Santi". Maria è la Panaghia "Tutta Santa", "più onorabile dei Cherubini, senza confronto più gloriosa dei Serafini". La sua santità consiste nell'essere il primo tempio del Salvatore, pieno della grazia dello Spirito Santo che stende su di Lei la sua ombra e la rende capace di dare alla luce il Dio - Uomo. Maria è il tempio vivente di Dio che santifica quello costruito in pietra.

INTERCESSIONE DELLA MADRE DI DIO
Festa molto cara al popolo russo che si ricollega ad un'apparizione di Maria nella Costantinopoli del X secolo. Accompagnata da una schiera di Santi guidati da Giovanni Battista, Maria sarebbe apparsa ad Andrea e al suo compagno Efraim. Sollevato il suo velo Ella lo avrebbe esteso su di loro e sull'intera città di Costantinopoli in segno di perenne protezione.

 Maria e la Chiesa, Maria e la nuova umanità

MARIA E LA CHIESA
Anche la Chiesa Ortodossa, come la Cattolica, pone uno stretto legame tra Maria e la Chiesa. Essa, tuttavia esita a proclamare Maria "Madre della Chiesa" perché considerando Maria la personificazione della Chiesa, la vede più madre nella che della Chiesa.
Come Madre nella Chiesa, Maria à la Pneumatofora, madre ed origine dell'umanità nuova. Causa di ciò che l'ha preceduta, Ella presiede al tempo stesso a ciò che è venuto dopo di Lei. E' per Lei che gli uomini e gli angeli ricevono la grazia. Nessun dono è ricevuto nella Chiesa senza l'assistenza della Madre di Dio, primizia della Chiesa glorificata.
Maria è il volto della Chiesa, sposa di Cristo, è il cuore della Chiesa, il suo centro misterioso, ciò che ne produce il dinamismo e ciò che la orienta al fine ultimo che è Dio in tutto e in tutti.
Nella Chiesa e per la Chiesa Maria è il segno che anticipa questo fine: segno del regno di Dio già avvenuto, della creazione già salvata e, contemporaneamente, in attesa di Colui che viene.

MARIA E LA NUOVA UMANITA'
Maria è, nella visione ortodossa, l'umile ancella nella quale il Signore compie meraviglie e che il Signore stesso associa come persona libera e liberata dalla grazia, all'attuazione del proprio disegno di amore, facendo di Lei, la Madre del Figlio di Dio, la sovrana e al guida del popolo di Dio nella sua marcia verso il regno. Maria è il "segno", in una persona umana totalmente santificata dallo Spirito, della venuta del Regno, della Creazione interamente glorificata nella speranza.
Senza essere né un nume tutelare, né il modello della donna, Maria è il volto della nuova umanità, l'archetipo e la guida di coloro che, uomini o donne, aspirano a far nascere Cristo nel proprio cuore e le chiedono, perciò, di intercedere per loro, di far discendere su di loro i doni dello Spirito.







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