La Pietà Mariana nel Medioevo
Data: Martedi 15 Giugno 2021, alle ore 11:25:08
Argomento: Medioevo


Dal libro di Corrado Maggioni, La via mariana alla Porta Santa, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999.


 



1. L'Alto Medioevo

Dal secolo VI si può seguire la progressiva fioritura di importanti feste in onore di Maria. In Oriente furono due i centri rilevanti per il culto mariano: Gerusalemme e Costantinopoli. Poiché la Città santa conserva non soltanto il ricordo dei luoghi di Gesù, ma anche di sua Madre, a Gerusalemme sorsero - alla luce dei Vangeli apocrifi - le memorie concernenti la vita di Maria: la Dormizione, la Nascita, l'Ingresso nel tempio e la Concezione di sant'Anna. La seconda città è Costantinopoli, con i suoi santuari mariani e la grande influenza esercitata in tutto l'impero bizantino. Oltre alla festa della Madre di Dio al 26 dicembre, in questa città trovarono organizzazione e si irradiarono le festività dell'Annunciazione (25 marzo), della Dormizione (15 agosto) e della Natività di Maria (8 settembre). Qui ebbero origine anche le feste di reliquie mariane insigni: fin dal secolo VII, il 2 luglio si commemora nel santuario di Blachernes la deposizione della veste di Maria e il 31 agosto, nel santuario di Chalcoprateia, la deposizione della cintura. In assenza del corpo della Madre di Dio, la sua veste e la cintura che avvolse il suo grembo verginale, tabernacolo dell'Eterno, resero in qualche modo visibili ai fedeli la sua presenza e protezione. In Occidente la pietà mariana trovò forma attorno al Natale del Signore, anche se non mancano testimonianze sul ricordo di Maria a Pasqua e il convincimento delle apparizioni del Risorto a sua Madre. A Milano, dal secolo V-VI, la domenica antecedente il Natale era dedicata a celebrare Colei che mirabilmente incarnò, nel suo grembo verginale, il Verbo di Dio. Nella stessa linea si orientò la Spagna, dove il X concilio di Toledo del 656 stabilì di istituire, al 18 dicembre, l'annuale festa di santa Maria. In Gallia è attestata, nel secolo VI, verso il 18 gennaio una solenne festività della Madre di Dio. Il centro dello sviluppo occidentale della pietà mariana fu tuttavia Roma, di cui si è già ricordata la venerazione di Maria nel Natale di Cristo. Qui, nel secolo VI sorse la prima festa mariana, celebrata il I° gennaio nella chiesa di S. Maria ad Martyres (Pantheon) e avente per oggetto la divina maternità della Vergine. Considerato che le basiliche degli apostoli Pietro e Paolo erano memorie cimiteriali, la comunità cristiana di Roma trovava nella basilica cattedrale dedicata al Salvatore e in quella di S. Maria Maggiore l'espressione visibile della propria comunione orante sotto la guida del vescovo. Tale polarità, da cui risalta che insieme a Cristo viene onorata la Madre, riappare nelle celebri «icone» romane: quella del Salvatore, custodita nel Sancta Sanctorum del Laterano, e quella della Madre di Dio Salus populi romani, custodita in S. Maria Maggiore; queste venerate immagini venivano portate in processione nelle festività del 2 febbraio, 25 marzo, 15 agosto e 8 settembre, celebrate dalla loro introduzione a Roma nel secolo VII, nella splendida basilica mariana (particolare venerazione all'icona della Vergine, specie nel Medioevo, era riservata nella veglia dell'Assunta). Papa Sergio I († 701) arricchì queste feste di una processione notturna che, snodandosi dal foro romano, giungeva per la messa a S. Maria Maggiore. Con l'espandersi del rito romano, le quattro feste mariane si diffusero in tutta l'Europa. Non può sfuggire che queste solennità sono condivise ancora oggi da tutte le Chiese d'Oriente e Occidente (l'Annunciazione e la Presentazione di Gesù al tempio anche dalle Chiese della Riforma). Giovanni Paolo II - nell'enciclica Redemptoris Mater - sottolinea quanto la Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa e le antiche Chiese orientali si sentano profondamente unite dall'amore e dalla lode per la Theotókos. Non soltanto i dogmi fondamentali della fede circa la Trinità e il Verbo di Dio, incarnato da Maria Vergine, sono stati definiti in concili ecumenici celebrati in Oriente, ma anche nel culto liturgico gli orientali magnificano con splendidi inni la sempre Vergine Madre di Dio. È importante tale comunione «mariana», come è da valorizzare la differente ricchezza cultuale, imparando a respirare a due polmoni: «Tanta ricchezza di lodi, accumulata dalle diverse forme della grande tradizione della Chiesa, - afferma Giovanni Paolo II - potrebbe aiutarci a far sì che questa torni a respirare pienamente con i suoi "due polmoni": l'Oriente e l'Occidente. Come ho più volte affermato, ciò è oggi più che mai necessario. Sarebbe un valido ausilio per far progredire il dialogo in atto tra la Chiesa cattolica e le Chiese e Comunità ecclesiali di Occidente. Sarebbe anche la via per la Chiesa in cammino di cantare e vivere in modo più perfetto il suo Magnificat» (RM 34).

2. Il Medioevo

La pietà liturgica e privata verso Maria si espande in ogni circolo vitale: da abbazie e cattedrali, da chiese in città e campagna, risuona concordemente la venerazione per la Madre di Dio, Regina di misericordia. Vescovi e abati, monaci e frati, preti e laici, ricchi e poveri si uniscono in un grande coro che, con molteplici voci, loda e supplica Maria, contemplata assisa nell'alto dei cieli eppure sentita vicina a quanti, tra le prove del cammino, anelano all'incontro col Signore della storia. Non sono soltanto le preghiere a dirlo: l'architettura, la pittura, la scultura, la vetrata, il mosaico, la miniatura, gli inni, la poesia e la prosa in latino e in volgare, contribuiscono a manifestare i tratti della venerazione mariana. Si pensi alle ardite chiese medievali dedicate a Maria: da Chartres a Notre-Dame a Parigi, al duomo di Milano, di Firenze e di Siena, alla Cappella Sistina in Vaticano. Se è soprattutto il sabato, con la messa e l'ufficio votivi di santa Maria a esprimere la pietà mariana, occorre notare che alle feste ereditate dal primo millennio si aggiungono la Concezione di Maria (8 dicembre), la sua Presentazione al tempio (21 novembre), l'Addolorata, S. Maria della neve (con questo nome si diffuse, nel secolo XIV, la festa di S. Maria Maggiore - 5 agosto -, dovuta al successo incontrato dalla credenza che attribuiva la scelta del perimetro della basilica a una prodigiosa nevicata). Un accenno particolare merita la festa della Visitazione, legata al Giubileo del 1390. Nel desiderio di veder ricomposta l'unità dei cristiani, divisi tra Urbano VI e l'antipapa Clemente VII, nel 1389 il papa accolse la richiesta del vescovo di Praga d'introdurre nella Chiesa la festa della Visitazione: per darle giusto rilievo, indisse per l'anno seguente un Giubileo straordinario, annoverando tra le basiliche giubilari anche S. Maria Maggiore, dove doveva solennemente celebrarsi, il 2 luglio, la nuova festività. La presenza di Maria nei misteri di Cristo, specie dell'infanzia e della croce, suscita sentimenti di comunione, di confidenza, di affidamento a lei. In Maria si contempla il capolavoro della grazia di Dio nella natura umana: «umile e alta più che creatura» la chiama Dante (Paradiso XXXIII, 2); nel pianto della Madre di Cristo si raccoglie tutto il lamento della sofferenza umana davanti all'ingiustizia; nella compassione per l'Addolorata viene espresso il desiderio sia di partecipare al dolore di Maria sia di imparare ad affrontare la sofferenza del vivere, consegnandosi al volere divino. Dall'albero della liturgia fiorisce e si articola una devozione mariana che si esprime tanto in riunioni comunitarie di preghiera (le Confraternite) quanto in orazioni private. La preghiera dei Salmi trovò la sua facile alternativa per gli illetterati nella recita di centocinquanta Ave Maria: nasce il cosiddetto Salterio della Vergine, che si svilupperà nel Rosario. L'immagine degli austeri monasteri in cui risuonavano inni, antifone e responsori in onore di Maria, e alla fine della giornata si elevava solenne il canto della Salve Regina, si coniuga con l'immagine del fedele che ripete più volte al giorno l'Ave Maria, e con quella della gente che, terminato il lavoro del sabato, si raduna in chiesa per cantare le laudi della santa Vergine. Si afferma così la preghiera a Maria: senza dimenticare che il destinatario della lode e della supplica è Dio, prende piede il rivolgersi alla Vergine, vista quale mediatrice, avvocata, guida, protettrice, stella che indica e accompagna il cammino dei fedeli, seppur peccatori, fino all'incontro purificatore col Figlio, Giudice di ciascuno e di tutti. Tra le invocazioni si sviluppano le litanie (celebri quelle del santuario di Loreto): la ricchezza di appellativi, biblici e simbolici, manifesta la grandezza di Maria, su cui fa leva la richiesta della sua protezione. Ecco un frammento della preghiera di santa Caterina da Siena alla Vergine Annunziata, da cui traspare il tono della pietà mariana medievale: «Maria, Maria, tempio della Trinità! Maria che porti il fuoco della carità! Maria che porgi la misericordia, Maria che hai fatto germogliare il frutto, Maria che hai ricomprato l'umana generazione, poiché hai portato in te il Verbo per mezzo del quale è stato ricomprato il mondo: Cristo lo ha ricomprato con la sua passione e tu con il dolore del corpo e della mente. Maria mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella nuova pianta dalla quale abbiamo ricevuto il fiore profumato del Verbo unigenito Figlio di Dio, perché in te, terra fruttifera, questo Verbo fu seminato. Tu sei la terra e la pianta. Maria carro di fuoco, tu hai portato il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità. ... Maria, sii tu benedetta fra tutte le donne, per i secoli dei secoli, perché oggi ci hai dato della tua farina...» (Orazione XI, scritta il 25 marzo del 1379).

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