Un approfondimento di Giuseppe Falanga in, A. Langella - G. Falanga (a cura di),
La figura di Maria nella predicazione e nella pietà oggi, Verbum Ferens, Napoli 2013, pp.
61-74.
Tutta la vita di Giovanni Paolo II si è svolta sotto il segno
di Maria ed egli non ha fatto mai mistero della sua
concreta e forte pietà verso la Vergine, sua “speciale
patrona”. Il Totus tuus, l’“appartenere” a Maria, ha segnato il
suo modo di vivere e la sua esperienza cristiana1; è stato un
dono che è diventato principio di una più piena consacrazione
a Cristo e ha avuto un’incidenza determinante anche
nel suo pensiero e nel suo ministero di vescovo di Roma2.
1. L’insegnamento mariano di Giovanni Paolo II
Sul Golgota Gesù «disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora
il discepolo l’accolse con sé» (Gv 19,26-27). Questo
noto brano evangelico, tanto meditato e studiato da intere
generazioni cristiane, può anche essere preso a fondamento
del “filo mariano”, come l’ha definito lo stesso Giovanni
Paolo II nel suo libro Dono e mistero, che ha sempre unito il discepolo di Gesù Karol Wojtyla a Maria, Madre del Redentore.
Dalla meditazione di quel grande mistero di salvezza
egli si è persuaso e col suo intenso magistero mariano ha
convinto tutti noi che Maria ci conduce a Cristo, ma che anche
Cristo ci conduce a sua Madre3.
La dottrina mariologica di Giovanni Paolo II è un patrimonio
immenso. Nel suo magistero si fondano armonicamente
la pietas personale, la responsabilità ecclesiale ed ecumenica,
l’intuizione poetica e l’approfondimento teologico
e antropologico, la duttilità pastorale: il tutto in un affresco
composito e fortemente armonizzato, innervato dal dinamismo
presente - passato - futuro, sempre evidente. Nel suo
insegnamento veramente s’incontrano tutti i grandi temi
della fede e dell’esistenza; ecco perché, come lui ha insegnato,
non si può non tener conto della contemporaneità, che
conferisce alla riflessione teologica la capacità di far entrare
il credente e il non credente nel mistero trinitario e di sottolineare
come il cuore di Dio in Cristo perennemente palpita
per l’uomo e per la donna di tutti i tempi, i continenti e le
culture. Maria, in questo senso, ne è stata la singolare beneficiaria
e ne è, come nel passato, nell’oggi della chiesa e del
mondo, la singolare testimone.
Molto si è detto e scritto su Giovanni Paolo II e sulla sua
accentuata e filiale devozione mariana e tutti sono concordi
nell’affermare che il suo insegnamento non ha mai cessato di
collegarsi e di ispirarsi al magistero del Vaticano II, che lo vide
protagonista appassionato e convinto. Il suo insegnamento
mariano, quello più autorevole e impegnativo, è logica promanazione
dell’esperienza conciliare, pastorale, umana. Egli ha avuto il merito di aver costantemente proposto la Madre
del Redentore, alla luce del mistero trinitario e cristologico - ecclesiale,
quale figura esemplare, carismatica e “trasversale”4.
Gli interventi, gli approfondimenti, gli accenni alla Vergine
o alle tematiche a essa collegate presenti nel magistero wojtyliano sono numerosissimi; mai nessun papa è intervenuto
come lui sul mistero, sul significato e sulla prassi mariana
della chiesa. Secondo l’allora cardinale Joseph Ratzinger,
l’insegnamento mariano di Giovanni Paolo II esprime
la convinzione che nella Vergine di Nazaret si concentrano
tutti i temi fondamentali della fede5, per cui gli uomini e le
donne, i popoli e le nazioni cercano nella fede di lei il sostegno
della propria fede6.
In definitiva, Maria è, per il papa polacco, quella che René Laurentin, con parole lapidarie, definisce:
chiave del mistero
cristiano. Maria realizza i principali valori cristiani in un modo
nel contempo singolare, esemplare, suggestivo, ispiratore,
imitabile, dinamico, perché è al principio dell’evento Cristo,
quindi al centro della storia, e perché Dio ha posto in questo
principio una perfezione completa, quindi al centro della
chiesa. Agli occhi del popolo di Dio ella diventa, perciò, il
“paradigma”, cioè il “modello perfetto” della santità preservata,
colmata, splendente; della donna e della femminilità;
della grazia come gratuità e pienezza; della fede consapevole e totale; della verginità e della maternità umana e divina e,
conseguentemente, delle virtù e dei carismi di cui la maternità
divina è formalmente il prototipo; della regalità di Dio
come culmine della libertà e dell’onnipotenza peculiare dell’amore;
del centuplo evangelico; della meta escatologica.
Maria ricorda e mostra alla chiesa e agli uomini soprattutto
la dimensione “essenziale” ed “esistenziale” della fede che è
una relazione personale, familiare, intensa con Cristo, rimediando
a un’antropologia orfana di Dio e contribuendo a restaurare
quella cultura della vita, dell’accoglienza, del dono
e dell’amore, proprie del cristianesimo7.
2. Gli interventi più importanti
Vediamo ora brevemente quali sono, nei quasi ventisette
anni di pontificato, gli interventi magisteriali più importanti.
E lo facciamo seguendo il criterio cronologico:
– La lettera enciclica Redemptoris Mater8. È una poderosa rimeditazione della dottrina conciliare in chiave biblica,
teologica e spirituale e presenta la Vergine, prima nell’evento
storico-salvifico di Cristo, poi al centro del popolo di Dio
in cammino verso l’approdo trinitario e, infine, nell’esplicazione
della sua “mediazione materna”, con originali e congrui
approfondimenti. L’enciclica sottolinea, in maniera più
accentuata rispetto al Vaticano II, la dimensione “storica” di Maria nel suo itinerario di vita e di fede e la pregnanza della
sua attiva ed esemplare “presenza” nel mistero della chiesa
e in quello dinamico della salvezza9.
– La lettera apostolica Mulieris dignitatem10. È il primo
documento ecclesiale che tratta specificamente della “questione
donna” e apporta un contributo originale mediante la
proposizione dell’antropologia biblica e il riferimento alla
persona e alla figura di Maria, che rivela alle donne la loro
dignità e la loro vocazione. Maria è presentata come Donna
posta nel cuore della storia; come Nuova Eva, verace segno
dell’antropologia originaria; come Vergine-Madre che dà significato
alla maternità-verginità; come “principio mariano”
permanente nella chiesa11.
– Le Catechesi mariane nelle udienze generali del mercoledì.
Si tratta di 70 catechesi pronunciate dal 7 settembre 1995
al 13 novembre 199712. Esse costituiscono un vademecum preziosissimo per chi voglia conoscere la Madre del Signore,
della quale papa Wojtyla delinea la vita, le virtù, la santità,
la presenza nella Sacra Scrittura e nella tradizione,
sempre alla luce del Concilio Vaticano II. Queste catechesi
possono considerarsi quasi una vera e approfondita summa
mariologica13.
– La lettera apostolica Tertio millennio adveniente14. In
questo documento, dedicato alla preparazione del Grande
giubileo del 2000, Giovanni Paolo II afferma che la Vergine
è presente in modo per così dire “trasversale” all’evento. Il
termine indicava, nel pensiero del papa, la “relazionalità”
della Theotokos con i protagonisti e i beneficiari del mistero
dell’incarnazione redentrice: la Trinità; l’uomo e la donna
redenti da Gesù Cristo; la comunità di fede pellegrinante
nel tempo e diretta verso la sua meta originaria e definitiva.
Questa presenza, compresa e apprezzata nella sua capacità
di relazione e di servizio, impegna la chiesa a contemplare,
imitare, mostrare allo sguardo dei credenti la Madre del Redentore
come esempio perfetto di amore sia verso Dio che
verso il prossimo15.
– La lettera apostolica Novo millennio ineunte16. Pubblicata
al termine del Grande giubileo, potrebbe essere considerata come una sorta di sintesi di tutti i suoi documenti pontificali.
Essa è pensata e scritta in chiave missionaria e contemplativa,
come ideale programma per l’evangelizzazione all’inizio
del terzo millennio. Per il papa è Cristo ieri, oggi e
sempre nei secoli la “nuova evangelizzazione”, che inevitabilmente
e con convinzione, la chiesa del nuovo millennio
propone a se stessa e ai credenti. Wojtyla, rifacendosi, poi, a
una lunga esperienza ecclesiale, ritiene che l’approfondimento
del mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, conduca a
un concomitante approfondimento della figura, del ruolo e
del significato della Madre nella storia della salvezza e della
chiesa in cammino. Egli ritiene, inoltre, che in ordine alla
contemplazione operosa del volto del Redentore, la Serva
del Signore costituisca per la chiesa un esempio, in quanto
ella è la prima e la somma contemplatrice17.
– La lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae18. Scritta
all’inizio del venticinquesimo anno di pontificato, essa richiama,
nel titolo e nei contenuti, alla preghiera mariana
del rosario, preghiera antica e sempre nuova, cara ai papi, rimotivata e riaffidata da Giovanni Paolo II alla chiesa del
terzo millennio. Ben cinque volte – mai prima era avvenuto
in un documento pontificio – il papa cita il beato Bartolo
Longo, inserendolo nella grande schiera dei santi che hanno
trovato nel rosario un’autentica via di santificazione. La
lettera apostolica, una sorta di necessario completamento o
coronamento dei contenuti della Novo millennio ineunte,
esorta i cristiani della postmodernità alla contemplazione
del volto di Cristo, in compagnia e alla scuola della Madre, la quale, icona del credente che contempla rapito la bellezza
del suo Signore, aiuta e abitua alla contemplazione di
quel volto che lei, mediante il suo servizio materno, ha umanamente
plasmato, che da lei ha attinto anche umana somiglianza
e che evoca un’intimità spirituale certo più grande e
profonda19.
Possiamo affermare senza dubbio, però, che tutti gli altri
documenti del magistero di Giovanni Paolo II portano quasi
sempre una parte significativa dedicata alla Vergine.
– Nella Catechesi tradendae Maria è “Madre e modello del
discepolo”20.
– Nella Familiaris consortio il papa si augura che la Vergine
Maria, come è Madre della chiesa, così anche sia la “Madre
della chiesa domestica” e, grazie al suo aiuto materno,
ogni famiglia cristiana possa diventare veramente una piccola
chiesa, nella quale si rispecchi e riviva il mistero della
chiesa di Cristo21.
– Nella Redemptionis donum afferma che tra tutte le persone
consacrate senza riserva a Dio, ella è la prima e anche
la “più pienamente consacrata a Dio”, consacrata nel modo
più perfetto. Il suo amore sponsale raggiunge il vertice nella maternità divina per la potenza dello Spirito Santo. Ella,
che come Madre porta Cristo sulle braccia, al tempo stesso
realizza nel modo più alto la sua chiamata: “seguimi”. E lo
segue, ella che ne è la Madre, come suo maestro in castità,
in povertà e in obbedienza. Se la chiesa intera, perciò, trova
in Maria il suo primo modello, a maggior ragione lo trovano
le persone e le comunità consacrate all’interno della
chiesa22.
– Nella Sollicitudo rei socialis affida a Maria la difficile
congiuntura del mondo23.
– Nella Redemptoris missio afferma che la chiesa è invitata
a vivere più profondamente il mistero di Cristo, collaborando
con gratitudine all’opera della salvezza, con Maria e
come Maria, sua madre e modello: è lei, Maria, “il modello di
quell’amore materno dal quale devono essere animati tutti
quelli che, nella missione apostolica della chiesa, cooperano
alla rigenerazione degli uomini”. Perciò, confortata dalla
presenza di Cristo, la chiesa cammina nel tempo verso la consumazione
dei secoli e si muove incontro al Signore che viene,
“ricalcando l’itinerario compiuto dalla Vergine Maria”24.
– Nella Veritatis splendor Maria è “segno luminoso ed
esempio affascinante di vita morale”, perché vive e realizza
la propria libertà donando se stessa a Dio fatto uomo che
concepisce, partorisce, alleva, fa crescere e accompagna con quel gesto supremo di libertà, che è il sacrificio totale della
propria vita. Con questo dono di se stessa, Maria entra pienamente
nel disegno di Dio, che si dona al mondo25.
– Nella Evangelium vitae il papa affida a Maria, “aurora
del mondo nuovo”, “Madre dei viventi”, la causa e la difesa
della vita26.
– Nell’Ecclesia de eucharistia Maria è la “Donna eucaristica”
che insegna alla chiesa, da vera sua “Maestra”, come riscoprire
il rapporto intimo che la lega all’eucaristia27.
3. Ave Maria
Durante il suo pontificato Giovanni Paolo II ha compiuto
146 visite in Italia e 104 viaggi all’estero, facendosi pellegrino
in numerosissimi santuari mariani28. In essi sempre
ha affidato i popoli e le nazioni visitate a Maria e, spesso, si
è rivolto alla Madre con una preghiera composta per l’occasione.
A conclusione di questo brevissimo excursus, ci piace riportare
la preghiera rivolta alla Vergine di Lourdes la sera del 14 agosto 2004 durante l’ultimo pellegrinaggio apostolico
compiuto in quel santuario in occasione del centocinquantesimo
anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata
Concezione:
«Ave Maria, Donna povera e umile,
benedetta dall’Altissimo!
Vergine della speranza,
profezia dei tempi nuovi,
noi ci associamo al tuo cantico di lode
per celebrare le misericordie del Signore,
per annunciare la venuta del Regno
e la piena liberazione dell’uomo.
Ave Maria, umile serva del Signore,
gloriosa Madre di Cristo!
Vergine fedele, dimora santa del Verbo,
insegnaci a perseverare
nell’ascolto della Parola,
a essere docili alla voce dello Spirito,
attenti ai suoi appelli
nell’intimità delle coscienze
e alle sue manifestazioni
negli avvenimenti della storia.
Ave Maria, Donna del dolore,
Madre dei viventi!
Vergine sposa presso la Croce,
Eva novella,
sii nostra guida sulle strade del mondo,
insegnaci a vivere
e a diffondere l’amore di Cristo,
a sostare con te
presso le innumerevoli croci
sulle quali tuo Figlio è ancora crocifisso.
Ave Maria, Donna della fede,
Vergine Madre della chiesa,
aiutaci a rendere sempre ragione
della speranza che è in noi,
confidando nella bontà dell’uomo
e nell’amore del Padre.
Insegnaci a costruire il mondo dal di dentro:
nella profondità del silenzio e dell’orazione,
nella gioia dell’amore fraterno,
nella fecondità insostituibile della Croce».29
NOTE
1 Cf. M. R. BUNSON, Totus tuus. Maria nella riflessione di Giovanni Paolo II,
Vicenza 1999; G. WEIGEL, Testimone della speranza. La vita di Giovanni Paolo
II, Milano 2005.
2 Cf. L. MOREIRA NEVES, Maria nella vita, nel pensiero e nel ministero
pastorale di Giovanni Paolo II, in A. AMBROSANIO e altri, Una luce sul
cammino dell’uomo. Per una lettura della Redemptoris Mater, Città del
Vaticano 1987, 30-36.
3 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Dono e mistero. Nel 50° del mio sacerdozio,
Città del Vaticano 1996, 37. Cf. pure G. BIFFI, La
donna ideale. Riflessioni sulla Madre di Dio, Bologna
2007, 15-16.
4 Cf. S. M. PERRELLA, Ecco tua
Madre (Gv 19,27). La Madre di Gesù nel magistero di
Giovanni Paolo II e nell’oggi della chiesa e del mondo, Cinisello Balsamo
(Milano) 2007, 25-28.
5 Cf. J. RATZINGER, Le 14 encicliche di Giovanni Paolo II, in Communio
190-191/2003, 8-16.
6 Cf. S. M. PERRELLA, L’Immacolata Concezione nelle
cinque catechesi mariane di Giovanni Paolo II del 1996,
in Miles Immaculatae 40 (2004) 397-510, qui 407.
7 Cf. R. LAURENTIN, Maria chiave del mistero cristiano, Cinisello Balsamo
1996, 8-11; A. GRASSO, Maria chiave del mistero
cristiano nel magistero di Giovanni Paolo II, in N.
MANNINO (cur.), Maria, madre della speranza, donna di legalità, Palermo
2006, 50-60.
8 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera
enciclica Redemptoris Mater (25-3-1987): EV 10, 1272-1421.
9 Cf. G. CALVO MORALEJO, La “maternidad nueva” de Maria en la Redemptoris
Mater, in Estudios Marianos 54 (1990) 157-197; J. RATZINGER - H. U. VON
BALTHASAR, Maria il Sì di Dio all’uomo. Introduzione e commento all’enciclica
Redemptoris Mater, Brescia 42005; cf. pure S. M. PERRELLA,
Il rosario nel magistero dei papi: da Leone XIII a Giovanni
Paolo II. Una preghiera «con Maria la madre di Gesù» (At 1,14), in S.
CECCHIN (cur.), Contemplare Cristo con Maria. Atti della Giornata di studio
sulla lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II
(Roma, 3 maggio 2003), Città del Vaticano 2003, 146-147.
10 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera
apostolica Mulieris dignitatem (15-8-1988): EV
11, 1206-1345.
11 Cf. S. DE FIORES, Maria nella teologia contemporanea, Roma 1991,
569-577; E. JOHNSON, Vera nostra sorella. Una teologia di Maria nella
comunione dei santi, Brescia 2005, 129-135.
12 Le 70 Catechesi mariane sono edite negli Insegnamenti di Giovanni
Paolo II, dal vol. XVIII/2 (1995) al vol. XX/2 (1997) e in edizione a parte
col titolo: GIOVANNI PAOLO II, Catechesi sul Credo. V. Maria nel
mistero di Cristo e della chiesa, Città del Vaticano 1998; ugualmente nel
quaderno n. 39 de L’Osservatore Romano dal titolo: La Catechesi mariana di
Giovanni Paolo II, Città del Vaticano 1998.
13 Cf. PERRELLA, Il rosario nel magistero dei papi, 150.
14 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Tertio millennio adveniente
(10-11-1994): EV 14, 1714-1820.
15 Cf. E. M. TONIOLO, La Vergine Maria nella lettera apostolica Tertio
millennio adveniente, in Lateranum 49 (1998) 169-198.
16 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte
(6-1-2001): EV 20, 12-122.
17 Cf. PERRELLA, Ecco tua Madre, 314-320.
18 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae
(16-10-2002): EV 21, 1167-1250.
19 Cf. A. AMATO, Il rosario, “preghiera dal cuore cristologico”. Una
introduzione alla lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, in
Consacrazione e Servizio 51 (2002) 12, 21-30. Cf. pure S. M. PERRELLA, La
Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea, Città del Vaticano
2005, 231-232.
20 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Catechesi tradendae
(16-10-1979), n. 73: EV 6, 1764-1939, qui 1939.
21 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Familiaris consortio
(22-11-1981), n. 86: EV 7, 1522-1810, qui 1809.
22 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Redemptionis donum
(25-3-1984), n. 17: EV 9, 721-758, qui 757-758.
23 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Sollicitudo rei socialis
(30-12-1987), n. 49: EV 10, 2503-2713, qui 2711.
24 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Redemptoris missio
(7-12-1990), n. 92: EV 12, 547-732, qui 732.
25 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Veritatis splendor
(6-8-1993), n. 120: EV 13, 2532-2829, qui 2828.
26 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Evangelium vitae (25-3-1995),
n. 105: EV 14, 2167-2517, qui 2517.
27 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Ecclesia de eucharistia
(17-4-2003), nn. 53-58: EV 22, 213-325, qui 304-315.
28 Cf. G. GRIECO, «Aprite le porte a Cristo». I viaggi apostolici di Giovanni
Paolo II, in Asprenas 53 (2006) 35-65. Per quel che ci riguarda, il
papa è stato due volte pellegrino a Pompei: il 21 ottobre 1979 e il 7 ottobre
2003, a conclusione dell’Anno del rosario.
29 GIOVANNI PAOLO II, Preghiera al termine del santo rosario (14-8-2004):
Insegnamenti XXVII/2, 2004, 132-133.