Di Michele Giulio Masciarelli, in AA. VV., Maria segno di speranza per il terzo millennio,
Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2001, pp. 11-105.
«In un tempo che si colloca dentro un orizzonte esistenziale
sempre più sfibrato e mesto, connotato dal debolissimo pensiero
e dalla caduta di molte certezze etiche e di molti valori,1
si fa impellente la necessità di riprendere il discorso sui valori
forti, assoluti ed eterni. È un’impresa da compiere, anche se
non è facile da realizzare e, per di più, controcorrente se si
osserva, ad esempio, la dismissione vasta dell’attenzione ai
valori, operata in campo educativo in Italia, in favore d’un
interesse rivolto, quasi esclusivamente, alla coltivazione delle
conoscenze, delle competenze e delle capacità.
Le nuove generazioni determineranno (oppure subiranno)
il prossimo futuro: l’educazione nuova, generata da un
forte «bisogno di valori»,2 deve aiutare a vivere meglio il
domani, ad approfondire – svelando – il mistero dell’umanità,
a trovare le ragioni dell’esserci, a liberare dai condizionamenti
pericolosi della moda, a riempire il vuoto etico.3 La
fiducia è che sia ancora possibile ridare impulso alla costruzione di una pedagogia personalistica d’ispirazione cristiana,4
capace di proporsi come limpido sintagma di sapere pratico e
sapere condiviso, nonché quale scienza educativa disposta ad
osare, in ogni ambito esistenziale, per la riaffermazione dei
valori più necessari al recupero dell’umano e al riorientamento
della società. [...]».