Di Daniela Saetta in Venite e vedrete 91(2007) n. 1., pp.10-13.
Nel Cenacolo con Maria
in attesa dello Spirito
Il Cenacolo è luogo privilegiato
della manifestazione di Dio, la «stanza al piano superiore» in cui Gesù
prima di essere innalzato sulla Croce
fa salire i suoi per introdurli personalmente nel mistero dell’imminente
«passaggio». Forgiati da questa esperienza è proprio in questo luogo che
i discepoli vogliono riunirsi per
aspettare forza dall’alto.
Con loro è Maria, la Madre di Gesù, colei che ha generato il Figlio e
che alla vigilia di Pentecoste è ancora gravida, in «attesa» per vedere nascere ciò che lo Spirito farà anche attraverso di lei: la Chiesa.
Scelta da Cristo stesso come madre del nuovo popolo, Maria non è
ospite nel Cenacolo, ma chiamata da
Dio per essere, tra i discepoli, la donna forte, la piena di speranza che ripetendo “nulla è impossibile a Dio”
(Lc1,37), guida gli animi dubbiosi ad
aprirsi e a confidare in Lui.
La presenza sua, preziosissima,
raduna il popolo, forma quella prima
unione di persone che è fondamentale poiché l’unità, la concordia, attirano lo Spirito. Infatti se è vero che è
lo Spirito a creare forti vincoli di
unità, è vero anche che Egli viene tra
noi quando non siamo divisi, poiché
l’unità umana è presupposto della
Pentecoste, terreno fertile in cui lo
Spirito può seminare.
Per questo la Vergine vigilante che
aspetta nella fede l’effusione dello Spirito (prefazio «Maria Vergine Immagine e Madre della Chiesa») tiene uniti i
discepoli dopo la Pasqua perché si
compia una potente effusione dello
Spirito. E non solo Maria invoca lo
Spirito con i discepoli, ma poiché è la
“piena di grazia”, attira, richiama, lo
Spirito e ne «contagia» la presenza a
chi le è vicino, come accade con la
cugina Elisabetta che, al saluto di Maria, viene anche lei riempita di Spirito
Santo. E anche noi con tutta la Chiesa
con la Madre, che intercede dicendo a
Dio «se togli loro il tuo Spirito muoiono», vogliamo tornare nel Cenacolo e
con la preghiera unanime attendere la
nostra rinascita dall’alto, per ripartire
con il Vento della Pentecoste.
Maria è Specchio
che riflette il Volto di Cristo
“E’ un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua
bontà” (Sap 7,26).
Ci è ormai familiare il paragone di Maria come specchio (R. Cantalamessa «Maria uno specchio per la Chiesa»
- Ed. Ancora, 1997): come uno specchio riflette ciò che ha davanti, così
Maria è specchio che riflette il Volto
di Dio da cui non distoglie lo sguardo e guardando a lei, noi vediamo
l’immagine di Dio in lei riflessa.
E non solo ci mostra Dio ma, come una Madre indirizza i figli, così
Maria dice a ciascuno di noi, “guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti” (Sal 33,6),
e ci dona la Visione del Figlio dell’uomo che ci fa cadere prostrati ai
piedi di Dio. Da Maria impariamo
che ciascuno di noi è un piccolo
specchio che, se convoglia la luce
del sole può essere molto utile. Ci
basti ricordare alcuni esempi: Archimede con l’uso degli specchi incendiò le navi che attaccavano il porto
di Siracusa; le grandissime piramidi
degli Egizi avevano solo una piccola
fessura attraverso cui entrava un raggio di luce, ma mediante tanti piccoli specchi disposti in modo appropriato gli Egizi potevano illuminare
tutto l’interno; con lo stesso principio funzionano oggi i moderni fotomoltiplicatori: il segnale luminoso di
pochi fotoni viene amplificato facendolo rimbalzare di specchio in specchio per ottenere una luce più forte.
Noi tutti possiamo diventare come Maria: contemplando Dio essere
nel mondo specchi della sua luce: “E
noi tutti, a viso scoperto, riflettendo
come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella
medesima immagine, di gloria in
gloria, secondo l’azione dello Spirito
del Signore” (2Cor 3,18)
Maria è trasparenza
che fa vedere Cristo
Sine glossa, sine glossa (San Francesco d’Assisi)
Maria sceglie di essere trasparente per mostrare Dio che è dentro di
lei, per donarcelo così come è, senza
contraffazioni, senza aggiunte, senza
spiegazioni, «sine glossa». Maria porta Cristo e lascia parlare Lui. Alcune
icone russe raffigurano Maria con le
braccia alzate come orante, con l’immagine di Gesù sul petto, inscritta in
un mistico cerchio. Dio è al centro
della vita di Maria ed essa lo dona
con semplicità, con il suo essere trasparente. E noi vogliamo accogliere
con gioia il Cristo da lei presentato,
la verità tutta intera, senza dubbi e
senza aggiunte e da lei imparare a
portarlo al mondo senza discorsi
umani ma nella potenza dello Spirito.
Maria è canale dellʼacqua dello Spirito
Laudato si’ o mi’ Signore per sora
aqua la quale è multo utile et humile
et pretiosa et casta (San Francesco
d’Assisi)
La purezza di Dio, la castità dello
Spirito, la sua docilità estrema si
diffondono attraverso la verginità di
Maria. Se l’Acqua è lo Spirito, Maria
è canale che porta l’Acqua. Essa desidera che l’Acqua che sgorga dall’ingresso del Tempio, quell’Acqua che
gridando ad alta voce Gesù ha promesso e che lei stessa con i suoi occhi ha visto uscire dal petto del Figlio, venga a rallegrare con tutti i suoi
ruscelli la città di Dio perché crede
che “ogni essere vivente che si muove
dovunque arriva il fiume, vivrà…
perché quelle acque dove giungono,
risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà” (Ez 47,9). Se Maria
può portare l’Acqua è perché prima
di tutto ha ricevuto l’Acqua: è infatti il
vello bianchissimo, purissimo di Gedeone che si lascia impregnare della
rugiada di Dio (Gdc 6, 36-37)
A noi Maria insegna a lasciarci
riempire dell’Acqua dello Spirito e a
diventare tanti canali, di differente
portata a seconda dei carismi ricevuti.
Maria è lʼossigeno
che lascia bruciare il Fuoco
“Non spegnete lo Spirito!” (Ts 5,19)
Perché una fiamma arda è necessario che ci sia ossigeno da consumare. Se lo Spirito è Fuoco, Maria è
l’ossigeno che si lascia consumare
perché possa bruciare il Fuoco.
Vivendo intensamente la Parola
proclamata dal Figlio: “Sono venuto
a portare il fuoco sulla terra e come
vorrei che fosse acceso” (Lc 12,49)
Maria si lascia consumare dallo Spirito ripetendo come il Battista: “Egli
deve crescere e io invece diminuire”
(Gv 3,30). Con il suo stile di vita
sembra dire a noi che ogni volta che
i nostri progetti, i nostri pensieri, le
nostre paure o riserve rubano l’aria
alla Fiamma di Dio, questa si spegne.
Ella dunque con insistenza materna ci raccomanda: “non spegnete lo Spirito” (1Ts 5,19).
Solo se nel Cenacolo lasciamo
morire tutti i «se», e i «ma» che mettiamo davanti a Dio, se crollano i muri
che abbiamo eretto verso i fratelli, allora le lingue di fuoco appariranno e
si poseranno su tutti noi e saremo
tutti ripieni di Spirito Santo
I Padri vedono Maria nel roveto
ardente: come il roveto rivela Dio
così Maria. Come il roveto brucia ma
resta intatto, così Maria partorisce restando Vergine.
A noi piace vederla anche come
la donna del Fuoco di Pentecoste, e
la riconosciamo nella figura di Elia,
“profeta simile al fuoco” (Sir 48,1)
perché, anche se parca di parole, siamo certi che la sua parola brucia “come fiaccola” (Sir 48,1). E se Elia ci fa
pensare a Maria vogliamo che le nostre realtà di Comunità e Gruppi ripetano la supplica di Eliseo a Elia:
“due terzi del tuo spirito diventino
miei” (2Sam 2, 9). Diventino, per sua
intercessione le nostre Comunità, le
nostre fraternità, i nostri cenacoli roveti ardenti in cui Dio viene, in cui lo
Spirito arde vivacemente.
Maria è la Vergine
in cui Dio
ha impresso il Sigillo
“La Sposa: Mettimi come sigillo
sul tuo cuore” (Ct 8,6)
Il sigillo è segno di appartenenza,
«indica l’effetto indelebile dell’unzione dello Spirito Santo», segna il carattere del cristiano. In Cristo “Dio ha
messo il suo sigillo” (Gv 6,27), e anche in noi che dal momento del Battesimo portiamo impresso il sigillo
di Dio (cfr CCC698)
Maria vergine è tutta di Dio, il termine «parthenos» sta per «cuore indiviso», dato pienamente, esclusivamente
a Dio. Con la sua verginità Maria spinge noi discepoli a lasciare tutto per vivere con lui, per vivere di lui: questa
la verginità che è chiesta a noi battezzati che portiamo il tau sulla fronte, che siamo stati sigillati da Dio.
Maria vergine è chiamata ad essere «giardino chiuso», «fonte sigillata»,
a noi è chiesta una verginità del cuore, un dire «no» ai compromessi. Questo il senso delle porte chiuse del Cenacolo: chiuse alla mentalità del
mondo, e in questo Cenacolo dalle
porte chiuse arriva il vento di Pentecoste.
Maria è lʼArca
della Nuova Alleanza
Quest’arca, davanti alla quale
danzò il profeta Davide, non corrisponde forse alla vergine Maria? (S.
Massimo di Torino)
L’arca racchiudeva le tavole dell’alleanza. La prima custodiva la
legge, la seconda (=Maria) il vangelo; quella la voce di Dio, questa la
sua vera Parola. L’arca rifulgeva
dentro e fuori di bagliori d’oro; Maria splendeva dentro e fuori della luce della verginità. L’oro dell’arca era
di questo mondo. Quello di Maria
veniva dal cielo (S. Massimo di Torino, Serm 42,5)
Mentre l’arca custodiva la legge
di Mosè data sul Sinai, cinquanta
giorni dopo la Pasqua, Maria custodisce gelosamente la nuova Legge,
quella dello Spirito scritta dal Dito
della mano di Dio, lo Spirito, non su
tavole di pietra, ma sulle tavole di
carne dei cuori (cfr 2 Cor 3,3). Lei
stessa è la tavoletta in cui Dio scrive
le con lei intoniamo e preghiamo:
«vieni Spirito Creatore, Dito della
mano di Dio, vieni a scrivere nei nostri cuori, nella nostra vita la Nuova
legge dello Spirito».
Maria è la Dimora
su cui scende la nube
“Su te stenderà la sua ombra la
potenza dell’Altissimo” (Lc 1,35)
Maria è l’adombrata, in Lei riposa
Dio. Lo Spirito su di Lei si posa come la nube: “Allora la nube coprì la
tenda del Convegno e la Gloria del
Signore riempì la Dimora” (Es
40,34). Nella Bibbia «la nube» è segno della presenza di Dio, della sua
trascendenza, della sua gloria. E’ con
Mosè sul monte Sinai, presso la tenda del convegno e durante il cammino nel deserto, con Salomone al momento della dedicazione del Tempio. La nube è sul Tabor nel momento della trasfigurazione, dalla
nube esce una voce che dice: “questi è il mio Figlio, l’eletto; ascoltatelo”
(Lc 9,35). Gesù ascende al cielo mentre la nube lo sottrae allo sguardo
dei discepoli e tornerà sulle nubi
l’ultimo giorno (cfr CCC 697).
In Maria Dio si compiace di manifestare la sua gloria, in Maria l’Altissimo santifica la sua Dimora. Maria è Tempio di Dio, Città santa,
Nuova Gerusalemme, rivestita di
gloria come la regina di Ofir (cfr Sal
45), discesa dal cielo pronta come
una sposa per il suo Sposo (cfr Ap
21,2). In questo Maria ci precede, ci
rappresenta davanti a Dio, va al posto nostro che siamo Chiesa santa
ma ancora peccatrice sapendo che «Egli cerca in tutti dimora» (Elena Yarrow)
Maria è la nube mossa dal vento
che vede giungere il profeta Elia dopo aver chiesto a Dio che finisca la
siccità nel paese: come la nube è carica dell’acqua che permette di sopravvivere, così Maria per opera dello Spirito porta l’Acqua della vita.
«O Vergine Madre sulla vetta del
Carmelo sei apparsa a Elia in forma
di nuvoletta per annunciare il tanto
atteso torrente di grazia» (Edit Stein)
Maria è la Parola
interiorizzata e vissuta
“Non sono più io che vivo, ma è
Cristo che vive in me” (Gal 2,20)
Chiamati a lasciare tutto e a seguirlo, i discepoli iniziano un cammino sui passi del Maestro. Questa sequela realizzata per le strade della
Galilea e poi di tutto il mondo è solo
l’inizio di un altro cammino entusiasmante: quello «dentro» Gesù.
Prima di tutti in questa avventura
Maria alla quale lo Spirito concede
non solo un cammino secondo la Parola, ma un cammino nella profondità della Parola, dentro la Parola.
I profeti mangiarono il Rotolo, e
pregarono dicendo “quando le tue
parole mi vennero incontro le divorai con avidità” (Ger 15, 16). Maria
va oltre perché non solo si ciba del
Libro ma si lascia mangiare da Esso,
si lascia possedere dalla Parola al
punto che non solo vive la Parola
ascoltata ma entra in Cristo Parola viva, vive di Cristo, si nutre del Cristo
che lei stessa ha allattato. E’ per questo che i Padri possono attribuire a
Lei molti passi della Scrittura, e in
questo cammino anche noi vogliamo
seguirla per ritrovarla nelle pagine
della Bibbia e leggendole non ci fermeremo a contemplare lei, al contrario guardando a Maria contempleremo con più ardore Dio.
Così leggendo la Bibbia, sembra
che Gesù continui ancora a noi a ripetere: “Ecco tua Madre” e noi possiamo vederla mentre ci precede nel
cammino nella profondità della Parola rassicurandoci che anche a noi lo
Spirito darà la grazia necessaria per
non essere solo ascoltatori, per vivere entrando nella Scrittura che è stata scritta per noi.
Pensiamo a come Maria avrà pregato leggendo alcuni passi della
Scrittura: “Mi hai sedotto, Signore, e
io mi sono lasciato sedurre” (Ger
20,7), a come avrà incoraggiato i primi cristiani ripetendo le parole di
Gesù: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà
aperto. Perché chi chiede ottiene, chi
cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.… il Padre vostro celeste darà lo
Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”. (Lc 11, 9-13)
Immaginiamola ripetere “Tutto
posso in Colui che mi dà la forza” (Fil
4,13) o pregare per noi: “vi conceda,
Dio di essere potentemente rafforzati
dal suo Spirito nell’uomo interiore.
Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati
nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia
l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e
la profondità, e conoscere l’amore di
Cristo che sorpassa ogni conoscenza,
perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.” (Ef 4, 16-19)
La troviamo in Miriam, Ester, Rut,
Giuditta, Anna, nei Salmi, nel Cantico dei Cantici, dalla Genesi in cui
rappresenta la nuova Eva obbediente fino all’Apocalisse a invocare con
il popolo: «Maranatà, vieni Signore
Gesù», ancora con noi, Maestra di
preghiera nel Cenacolo in cui “lo Spirito e la sposa dicono: ‘Vieni!’ e il Signore risponde ‘Sì, verrò presto!’” (Ap
22, 17-20).