Il ritratto coranico di Maryám, madre di Gesů
Data: Sabato 28 Novembre 2009, alle ore 9:26:48
Argomento: Islam


Dal libro di Mario Masini, Maria di Nazaret nel conflitto delle interpretazioni, Messaggero, Padova 2005, pp.288-291



Dal Corano si possono raccogliere frammenti di testo che, come tessere di un mosaico, contribuiscono a comporre un ritratto «islamico» di Maria.

Maria, donna di fede

«Maryám credete nelle parole del suo Signore e nei suoi Libri» (S 66, 12a). Maria vede all'opera nei suoi confronti la provvidenza divina: «Dio provvede il cibo a chi vuole, senza far conti (S 3,37).

Maria, «una delle donne devote»

Un significato fondamentale che il termine «devoto» riveste nella lingua araba è quello di designare nel contempo l'islamismo e il credente islamico, entrambi caratterizzati dalla devozione a Dio e dalla sottomissione a Lui. Maria è, quindi, una delle donne caratterizzate dalla spiritualità islamica. Guardando dall'angolatura cristiana, si nota che la qualifica di «serva» che Maria si attribuisce (Lc 1, 38) e la sua condivisione della spiritualità degli 'anawîm (umili, sottomessi) corrono prallele alla raffigurazione che l'islamismo ha di Meriem.

Maria, donna fedele e orante

Ella lo è al pari di ogni musulmano credente: «Maryám, sii obbediente al tuo Signore, prostrati e inchinati con quelli che si inchinano davanti a Dio» (S 3, 43).

Maria, donna tutta di Dio

Dal momento della nascita, anzi già da quando era nel grembo materno, Meriem è stata dedicata a Dio dalla madre con questa preghiera: «"Signore, consacro a te ciò che ho nel grembo. [...] Accettalo da me perchè tu sei colui che ascolta e sa ogni cosa". Il Signore accolse Maryám benevolmente e la fece crescere come pianta rigogliosa (S 3, 35. 37).

Maria, «profetessa»

La teologia islamica distingue tra due figure di profeta: il nabi è colui ricevuto una rivelazione mediante un angelo; il rasûl è l'incaricato di portare al popolo una legge nuova. Dai testi del Corano emerge una figura di Maria caratteristica e insolita: ella parla con gli angeli, la sua maternità costituisce un «segno» per tutte le creature, per tutta la vita è esente dal peccato e dall'errore. Queste caratteristiche inviano a intendere in senso particolarmente forte queste parole di Allah nei riguardi di Maometto: «Prima di te abbiamo inviato come nostri messaggeri soltanto uomini da noi ispirati» (S 21,7), è queste altre nei confronti di Gesù: «Il Messia, figlio di Maryám, è il Messaggero di Dio, il suo Verbo che egli depose in Maria» (S 4, 171). La tradizione sembra interrompersi proprio in Meriem, nella quale «il Verbo» si è reso presente con un realismo fino allora sconosciuto. Avendo sperimentato il dato fondamentale del nabi - l'ascolto di una rivelazione divina dalle parole di un angelo, - Meriem può essere riconosciuto come nabîa. Non può essere invece riconosciuta come rasûla, in quanto non è stata inviata a nessun popolo e non ha portato nessun «libro». Nel suo Tafsir Ben 'Áshúr spiega: «Fidanzata a Giuseppe il carpentiere, si vede due volte scelta da Dio: elezione personale che la rende indenne da ogni difetto e superiorità rispetto a tutte le donne; gli angeli le parlano ed ella è scelta: questo indica che è nabîa. Maria è sì oggetto di profezia, ma non di missione (risâla), perchè le donne non sono soggette di risâla». C'è invece generale consenso nel riconoscere a Meriem la qualifica di waliya, cioè di santa e amica di Dio. Nel suo Tafsir Sayyid Qutb  presenta Meriem come figura del «puro Islam» in quanto donna «sottomessa e devota, consacrata e casta, così che essa non poteva essere meglio disposta ad accogliere il soffiio dello spirito e la parola creatrice di Dio in forma inusuale».

La morte di Maria

Il Corano non parla della morte di Meriem. Una tradizione turca narra di un ritorno alla vita di Meriem dal seno della terra che si era aperta e l'aveva nascosta per sottrarla alla persecuzione di Nerone (?). La narrazione rassomiglia ai racconti cristiani che propongono la risurrezione di Maria come preludio della sua assunzione: «Venne un ordine di Dio. Il sepolcro si aprì. Per il potere di Dio Maryám risuscitò e cominciò a parlare. Apparvero fiori di ogni specie, Maryám si alzò piena di vigore».

Conclusione

Il libro sacro dell'Islam guarda a Maria con interesse e stupore sia a motivo del modo con cui ha concepito (verginalmente?) Gesù e ne è stata la madre, sia per il fatto di presentare le connotazioni dell'autentico fedele islamico. Questa visione è presente anche nell'Islam contemporaneo e attira il mondo musulmano molto più della figura di Cristo. Sulla figura di Maria cristianesimo e islamismo sono armonizzati: nella chiesa della Dormizione in Gerusalemme i Musulmani hanno una propria nicchia di preghiera rivolta verso la Mecca, e in essa si recano per venerare Meriem i pellegrini di ritorno dal pellegrinaggio meccano. Donne e uomini dell'Islam vanno talora ai santuari dedicati a Maria: così avviene, ad esempio, in Libano, in Egitto, ad Efeso, ad Algeri, ove le donne donne musulmane salgono a pregare «Lella Meriem».








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