Una Conferenza del P. Ferdinando Castelli s.j presso l'Ufficio per l’educazione e la scuola del Centro “Don Vecchi” del 15 ottobre 2003
Lo scrittore Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952) nel saggio “Il senso della letteratura italiana” (1931) così scrive: “Il tema più essenziale della letteratura italiana, finché essa si è mantenuta sui vertici, è quello del Giudice divino e della Vergine ... La letteratura e l’arte italiana sorsero da un ceppo religioso e di esso continuarono a nutrirsi. Protagonista fu il Pantocrator, il Cristo vincente della Divina Commedia e del Giudizio universale. Eroina fu la Paneghia, la tutta santa, la tutta pura, la Vergine amata, la beata beatrix1 ...”. Nella presente conversazione, prendendo lo spunto da questa presenza di Maria nella letteratura, mi propongo approfondire un suo aspetto particolare: su quali verità o convincimenti si fonda la letteratura per glorificare la Vergine? Svilupperò l’argomento in tre parti. Nella prima tenterò una carrellata –rapida ed essenziale- sulla presenza di Maria nella letteratura. Nella seconda indicherò quegli aspetti della gloria formale di Maria che ispirano la letteratura a glorificare Maria. Nella terza analizzerò più approfonditamente uno di quegli aspetti, cioè la mediazione di Maria nell’opera della Redenzione. La trattazione sarà svolta con abbondanza di citazioni dei testi più significativi........
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