La Donna e la salvezza del mondo di P. Evdokimov
Data: Venerdi 25 Giugno 2010, alle ore 23:35:09
Argomento: Ortodossi


Dal libro di Stefano De Fiores, Maria nella teologia contemporanea,Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1991, pp. 409-411



 

Un eccellente contributo di teologia spirituale sulla donna è offerto nel 1958, dall'ortodosso Pavel Evdokimov (1970) con il libro La donna e la salvezza del mondo34. L'autore precisa la sua metodologia: evitare la partenza empirica e optare per un metafisico ritorno alle origini, «al piano universale e comune del destino dell'uomo, anteriore ad ogni differenziazione di tipo maschile e femminile». Solo in un secondo momento «si potrà affrontare la costituzione archetipica e la differenza degli stati carismatici dell'uomo e della donna»35.

Evdokimov profonde un ricco patrimonio di Bibbia e teologia patristica orientale per tracciare la costituzione dell'essere umano, come immagine di Dio e persona che si realizza nella libertà. La Vergine costituisce l'espressione della "vera libertà" che si pone all'interno dell'opera di Dio: il fiat di Maria in risposta all'angelo «è la storia del mondo in compendio, la sua teologia in una parola»36.

Destinato per grazia alla theosis (divinizzazione), che si compirà totalmente nell'apocatastasis (ricapitolazione) finale, l'uomo si comprende nella sua differenziazione in maschio e femmina decifrando il 'mito' di Adamo ed Eva, visto come forma superiore di conoscenza che coglie il metastorico nello storico. In base al racconto biblico i sessi sono complementari e non separabili: «La parola di Dio ha posto la reciprocità del faccia a faccia e non si rivolge mai all'uomo o alla donna, non li separa mai»37. Questa unità originaria non sopprime la specificazione carismatica che determina il maschile e il femminile. Così si osserva che «per l'uomo, vivere significa conquistare, lottare, uccidere; per la donna, significa generare, nutrire, proteggere la vita donando se stessa»38.

E d'altra parte, se la funzione di testimonianza insita nel sacerdozio d'ordine è prerogativa dell'uomo, «l'elemento religioso ha una corrispondenza particolarissima con la spiritualità femminile»39. Si spiega in tal modo sia il disprezzo da parte dell'ateismo per la Vergine-Madre40, sia la decisiva missione della donna nella storia futura41, sia l'importante funzione umanizzante della Madre di Dio: «Ora, se il Cristo salva il mondo, è la Theotokos che lo protegge ed introduce nel suo "disumanesimo" l'attenzione che si fa sensibile alla grazia. (...) La tenerezza materna che è legata al culto della Theotokos infonde nell'umanesimo cristiano una nota assolutamente particolare di dolcezza, e spiega l'origine della sensibilità femminile dei grandi mistici. Basta guardare l'icona della Madonna di Vladimir (XII secolo) per capire che cosa significhi la femminilità archetipica per il senso religioso»42.

Sul filo di queste riflessioni, Evdokimov prende le distanze dal «rischio della virilizzazione», ossia del predominio maschile, che riduce la donna ad una schiava; infatti, «la generazione ad opera della Theotokos, senza padre umano, annuncia la fine del regno del maschio, il termine del patriarcato»43. Nello stesso tempo il teologo russo si dissocia dal movimento femminista, che assimila la donna all'uomo facendole perdere la propria identità: «Il bisogno di eguaglianza rende la donna aggressiva e la pone come rivale; la donna diventa un doppione dell'uomo, il potenziale della sua affettività specificamente femminile si esaurisce ed ella rischia di perdere la propria natura. Si assiste così ad un'enorme deviazione che è poi aggravata dal fatto che l'incorporazione della donna nel mondo maschile avviene proprio nel momento della sua decadenza»44.

La donna trova la sua vocazione in Maria, che «non è una donna fra tante, ma l'avvento della donna, della nuova Eva, restituita alla sua verginità materna»45, ossia l'archetipo del femminile. La Theotokos va letta nel contesto della Deisis, L'iconostasi che presenta il Cristo affiancato da Maria e da Giovanni Battista. Al centro sta il Cristo, la totalità, mentre la Vergine e S. Giovanni «sono i pensieri di Dio sul maschile e sul femminile, sono le loro verità normative, ipostatizzate"46. La Theotokos personifica il libero fiat della creatura a Dio, è pienezza di agiofania (manifestazione di santità), archetipo del sacerdozio regale femminile, di sophrosyne o castità/integrazione ontologica e della maternità spirituale, che genera il Cristo nello Spirito.

La donna, che si riconosce nel suo vero archetipo, è legata ai destini del mondo, poiché la «salvezza verrà solo dalla santità e questa, nelle condizioni della vita attuale, è più intima alla donna»47. Non con l'egualitarismo e la rivendicazione, ma con «l'irradiamento del tutto naturale del suo stato carismatico» che si modula sul servizio verginale e materno della Theotokos, la donna ritrova la sua missione e il mondo la salvezza: «In cima al mondo, proprio nel cuore dello spirituale, c'è la Serva di Dio, manifestazione dell'essere umano riportato alla sua verità originaria. Proteggere il mondo degli uomini in quanto madre e salvarlo in quanto vergine, dando a questo mondo un'anima, la propria anima, questa è la vocazione della donna. Il destino del nuovo mondo è tra le braccia della madre, come dice così meravigliosamente il Corano: "Il paradiso sta ai piedi della madre"»48.

Nella sua elevata sintesi teologica, Evdokimov lascia aperti alcuni problemi, come il «legame antico» tra la donna e lo Spirito Santo o il «legame profondo tra lo Spirito Santo, la Sofia, la Vergine, il femminile», la «maternità ipostatica» dello Spirito Santo, l'interpretazione biblica della sottomissione della moglie al marito...49. Questi temi verranno riconsiderati e riproposti dalla riflessione teologica in campo cattolico e protestante con prospettive variegate e non ripetitive.

NOTE

34 P. EVDOKIMOV, La donna e la salvezza del mondo, Milano, Jaca BOOk, 1980, pp. 288 (la ed. francese 1958).
35 Ivi, p. 20.
36 Ivi, p. 54.
37 lai, p. 144.
38 Ivi, p. 157
39 ivi, p. 154.
40 «L'ateismo militante è appunto segnato fin dall'inizio da un atteggiamento ironico nei confronti del mistero della Vergine-Madre (le leggende ebraiche e pagane su Maria in quanto donna, riprese dai materialisti contemporanei lo testimoniano). Ora la fonte di ogni morale è proprio nel principio materno: purezza, sacrificio di se, protezione dei deboli» (Ivi, p. 156).
41 «... la donna russa costituisce ancora il pericolo maggiore per le strutture marxiste nelle loro deviazioni disumanizzanti. La donna resta la custode dei valori morali e religiosi [...]. Per la sua struttura religiosa, la donna è [...] la sola che sia in grado di opporsi all'opera di demolizione e di disumanizzazione in cui si immerge il genio maschile moderno. In questo senso vanno interpretate le parole di Berdjaev, quando egli accenna al "ruolo infinitamente significativo" della donna e dice che essa "occuperà un posto decisivo nella storia futura... nella rinascita religiosa contemporanea" (ivi, pp. 157 e 159).
42 Ivi, pp. 155-156. A Maria, come già alla donna, va attribuito anche un ruolo di integrazione (sophrosyne), in quanto rappresenta la capacità religiosa di unificazione: «In un'antica preghiera liturgica, l'uomo si rivolge alla Theotokos e domanda: "con il tuo amore lega l'anima mia", rendimi coerente; dall'aggregato, dall'ammasso degli stati psichici, fa nascere l'unità, l'anima» (ivi, p. 159).
43 Ivi, p. 205.
44 Ivi, p. 185
45 Ivi, p. 196.
46 Ivi, p. 234
47 Ivi, p. 226.
48 Ivi, pp. 187-188.
49 Ivi, pp. 22 e 221.
 







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