Maria «sorella nostra» in Paolo VI e Giovanni Paolo II
Data: Sabato 9 Luglio 2011, alle ore 9:53:42
Argomento: Magistero


dal libro di Tullio F. Ossanna, Maria e la fraternità, Borla, Roma 1991, pp.19-22.



Il titolo «sorella nostra » in Paolo VI

Paolo VI, che visse come pochi le ansie del nostro tempo, più volte fissò lo sguardo in Maria. Tra i titoli che egli volle rievocare ci fu quello di «sorella nostra»; e lo disse pregando, evangelizzando, portando l'attenzione e il cuore dei figli della chiesa a questa donna vera, sorella autentica. Ecco i testi principali.
- Il giorno 8 dicembre 1963, festa dell'Immacolata, mentre i Padri conciliari approfondivano il testo mariologico da presentare in assemblea, disse: «Maria . . . questa nostra sorella»20.
- Il 21 novembre 1964, a chiusura dell'assise conciliare, nella solenne approvazione della Lumen gentium Paolo IV di sua iniziativa volle proclamare Maria « madre della chiesa». Nel discorso disse: «La Vergine, pur essendo madre, tuttavia è vicinissima a noi, figlia di Adamo come noi e perciò nostra sorella per vincolo di natura»21.
- Dieci anni dopo, il 2 febbraio 1974, nel documento sul culto mariano scrive: «Maria fa sentire più intensamente il legame fraterno che unisce tutti i fedeli perché figli della Vergine e insieme figli della Chiesa»22, Nello stesso documento al n. 56 si legge: «Maria è della nostra stirpe, vera figlia di Eva benché esente dalla colpa di questa madre e vera nostra sorella, la quale ha condiviso pienamente, umile e povera, la nostra condizione».
- L'8 dicembre 1968: «La sua missione l'avvicina a noi come sorella »23.
- L'8 dicembre del 1971: «Potremmo trascurare, ignorare la Madonna santissima, nostra sorella, nostra madre, nostra lampada foriera di Cristo? »
- L 8 dicembre del 1973: «Maria è la figlia ideale la sorella amica, l'avvocata misericordiosa dell'umanità».
Il 18 e il 21 novembre 1964 aveva detto rispettivamente:
- «Maria occupa una posizione singolarissima: anch'ella è membro della chiesa, è redenta da Cristo, è sorella nostra ».
- «Rifulge (Maria) come vessillo d'unità e sprona a perfezionare i vincoli di fratellanza tra tutti i cristiani in seno all'unica chiesa»24.
Anche in occasione dell'Assunta il papa riafferma il concetto: il 15 agosto 1965 dice: «Maria, che Dio fece grande, che amò per se stesso e per noi, la donò a se stesso ed anche a noi. Ella è colei che rende, per virtù dello Spirito Santo, Cristo nostro fratello e ci autorizza ad avvicinarlo con sentimenti di umana parentela. Lavoriamo per l'unita, la fraternità, la pace, la salvezza del genere umano ». E il 15 agosto di tre anni dopo: «La Madonna non è soltanto madre e regina nostra: è sorella, è compagna, è stata anch'Ella cittadina di questa terra; ha percorso i nostri stessi sentieri e, più di tutti, conosce la gravità, la pesantezza dell'esistenza della vasta famiglia umana»25.
-  Qualche mese prima, il 29 maggio, aveva detto: «La Madonna ci è presentata dal concilio quale altrove non ci è dato, in semplice creatura,in sorella della nostra umanità. Questa figlia della nostra stirpe di Adamo, colei che appartiene alla nostra storta e corrisponde alle capacità della nostra esperienza umana e generosa»26.


Il titolo «sorella nostra» in Giovanni Paolo II

«Davanti alla madre di Cristo ci sentiamo veri fratelli e sorelle». Giovanni Paolo II chiude così la sua Lettera enciclica Redemptoris mater (50)27 dopo aver considerato la Vergine nella sua relazione con Cristo e con la chiesa. Egli riflette sulla divina maternità che si estende alla maternità della grazia battesimale e dell'eucarestia in cui Cristo continua a rendersi presente tra noi, ma si estende soprattutto alla maternità spirituale efficiente in tutti i credenti, aperta a tutta l'umanità. Non parla direttamente della sororità di Maria con la chiarezza di Paolo VI, ma l'idea di fondo è abbastanza evidente: afferma che Maria è della nostra stirpe; richiama l'attenzione sul progetto di Dio di farci suoi figli adottivi mediante Cristo figlio di Maria; ricorda due volte che Cristo è il primogenito tra tanti fratelli e sorelle e che i credenti sono tutti fratelli tra loro. Il punto più interessante è l'approfondimento del senso della mediazione di Maria, che egli definisce «materna», una mediazione universale, soggetta a Cristo ma perenne e che continua dal cielo.
[...] Il titolo di Maria sorella nostra non rappresenta più una novità né una rarità. É sorto come risposta ad un'esigenza del nostro tempo che la chiesa ha preso su di sè e a cui cerca di rispondere sotto lo sguardo e la protezione di Maria, madre della chiesa. Maria e la chiesa, Maria nella chiesa e la chiesa con Maria, operano per rendere visibile e concreta la fraternità. Aldi Maria occorre dare il nostro; ma per darlo occorre prendere coscienza della realtà e del mistero racchiuso nella fraternità.


NOTE

20 PAOLO VI, Insegnamenti, I (1963) 641.
21 PAOLO VI, Insegnamenti, II, (1964) 666-678.
22 PAOLO VI, Marialis cultus 38. Esortazione apostolica del 2 febbraio1974, AAS 66 (1974) 113.
23 PAOLO VI, Insegnamenti, VI, (1968) 632
24 PAOLO VI, Signum magnum 25. Esortazione apostolica del 13 maggio 1967, AAS 59 (1967) 465.
25 PAOLO VI, Insegnamenti, VI (1968) 1185.
26 PAOLO VI, Insegnamenti, IV (1968) 1143-44.
27 GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris mater. Lettera enciclica del 25 marzo 1987.
 







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