Conoscere Maria, un dono dello Spirito
Data: Venerdi 30 Dicembre 2011, alle ore 9:50:55
Argomento: Spiritualità


dal libro di Marino Comin, L'affidamento a Maria come itinerario cristiano, Edizioni Monfortane, Roma 1989, pp. 25-29



«Se, come è certo, la conoscenza e il regno di Cristo si attueranno nel mondo, non sarà che necessario effetto della conoscenza e del regno della Vergine Maria, che l'ha dato alla luce la prima volta e lo farà risplendere la seconda» (TVD 13).

Agli occhi del Montfort, Maria si presenta come il paradiso di Dio (SM 19), la magnificenza dell'Altissmo (TVD 6), la sposa dello Spirito Santo (TVD 5), un segreto da scoprire (SM 20). Ciò che di lei conosciamo è molto, ma non abbastanza.
Ecco, allora, il lamento del santo: «Qui mi rivolgo un momento a te, mio amabile Gesù, per lagnarmi amorosamente con la tua divina Maestà. Ecco. La maggior parte dei cristiani, anche tra i più dotti, non conoscono il legame necessario che esiste fra te e la tua santa Madre» (TVD 63). Ed è questo uno dei motivi per cui Gesù stesso è dimenticato. Perciò, Maria «dev'essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, affinché per mezzo di lei Gesù Cristo sia conosciuto, amato e servito» (TVD 49).


Un mistero da scoprire

L'insistenza con cui il Montfort fa appello alla luce dello Spirito per cogliere il mistero di Maria, ci induce a riflettere sulla sua importanza. Affiora subito una domanda: di che conoscenza si tratta?
Per cogliere Maria, come semplice creatura umana, figlia del suo popolo e del suo tempo, basterebbe affidarsi alle scienze dell'uomo e alla documentazione storica. Non va, certo, sottovalutato l'aspetto antropologico, che pone la Vergine vicino a noi e che suscita oggi particolare attrattiva. Ma è chiaro che l'identità di Maria va oltre le apparenze della donna comune, quale poteva sembrare ai suoi contemporanei. Nell'apparente normalità della fanciulla di Nazareth si nasconde la Donna dell'umanità, la Madre del Salvatore, un mistero di grazia. E questo è il motivo essenziale del nostro interesse per lei.
Il discorso sulla conoscenza di Maria si pone allora su un altro piano, che varca la soglia del soprannaturale. La Parola di Dio, la Tradizione, il Magistero sono altrettante fonti da cui attingere luce e amore per la Vergine. Ma è anche possibile accostarsi a lei con preoccupazione semplicemente intellettuale e astratta. Chi si ferma a questo stadio potrà anche dirsi erudito in cose mariane, ma la sua conoscenza - lamenta il Montfort - non sarà che «speculativa, arida, sterile e indifferente» (TVD 64). Lo studio è necessario, e il Montfort ne dà per primo l'esempio, ma Dio non ci ha dato Maria per farne oggetto di speculazione o di contemplazione platonica; l'ha voluta associare al Figlio suo in un disegno di salvezza per noi. La sua importanza si coglie perciò nell'ambito di una realtà salvifica e il suo rapporto con noi è un rapporto vitale, orientato alla nostra santificazione.
Conoscere Maria significa allora, coglierla così come Dio l'ha voluta e prendere consapevolezza effettiva della sua missione materna nei nostri riguardi. È questo il tipo di conoscenza che preme al Santo di Montfort, che instaura un rapporto personale con la Vergine, che valorizza in modo organico la sua presenza nella nostra vita di grazia. Si tratta quindi di un conoscere sapienziale, che prende la mente e il cuore e si traduce in adesione di vita.


La sapienza che viene dall'alto


Questo traguardo non si raggiunge con l'intelligenza umana: occorre qui una sapienza che viene dall'alto. È lo Spirito che svela ai discepoli la misteriosa identità di Gesù e tutta la verità del suo messaggio (cf Gv 14, 25); una comprensione non teorica, ma tesa all'amore e alla comunione di vita con lui.
Analogo discorso va fatto per Maria, inseparabile dal Figlio e da noi, in quell'unico piano di salvezza di cui è «parte integrante» (Signum Magnum). Per questo il Concilio afferma che «La Chiesa cattolica, edotta dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amantissima» (LG 53). Questo è anche il pensiero che il Montfort ribadisce: «Maria è un giardino chiuso! Maria è fontana sigillata! I miseri figli di Adamo ed Eva, cacciati dal paradiso terrestre, possono entrare in quest'altro, soltanto per una grazia speciale dello Spirito Santo, che devono meritare» (TVD 263).
Quanto poi il Montfort afferma dello Spirito Santo circa la persona e la missione di Maria, viene coerentemente applicato anche alla «vera devozione», quale risposta d'amore filiale verso di lei.
È lo Spirito di Dio che suscita e introduce alla forma di devozione, che il Santo stesso afferma d'aver sperimentato come dono dell'Altissimo (SM 1; TVD 114). É nella luce dello Spirito che l'anima fedele entrerà nel cuore di questa pratica perfetta per scoprirne l'eccellenza e il pregio (TVD 55, 112). Sarà, infine, sempre sotto l'azione dello Spirito che l'anima, chiamata ad alta perfezione, giungerà al grado più elevato della consacrazione a Maria. «Sì, è lo stesso Spirito di Cristo che introdurrà in questo segreto l'anima molto fedele, perché avanzi di virtù in virtù, di grazia in grazia, di luce in luce e giunga alla trasformazione di se stessa in Gesù Cristo» (TVD 119). Di conseguenza, la stessa consacrazione mariana e la perseveranza nel praticarla sono anzitutto dono di Dio, al quale ci apriamo con la preghiera e la libertà interiore.
A sua volta, la «vera devozione» riconduce allo Spirito. «Quanto più lo Spirito Santo trova Maria in un'anima, tanto più diviene operoso e potente per formare Gesù Cristo in quest'anima» (TVD 20). Ciò significa acquisire, per quanto possibile, quelle disposizioni di apertura e di docilità, che hanno fatto della Vergine la creatura tutta fedele a Dio. «L'accoglienza della maternità spirituale di Maria - scrive il cardinale Suenens - è segno sicuro della nostra apertura allo Spirito Santo».


Maria e gli ultimi tempi


Ciò che il Santo scrive sulla conoscenza della Madonna va oltre le esigenze del suo tempo e del suo ambiente, per proiettarsi in un futuro ricco di promesse. Nonostante preveda l'accanita ostilità di «molte bestie frementi», egli è nella certezza che «presto o tardi la Vergine santa avrà più che mai figli, servi e schiavi d'amore» (TVD 113).
La nostra attenzione è attratta dall'accento profetico con cui il Montfort descrive la missione riservata a Maria nell'avvenire della Chiesa, soprattutto in preparazione dell'avvento glorioso del Figlio. Il motivo dominante che lo induce a questa affermazione è dettato dalla stessa coerenza del piano di Dio. «Se dunque, come è certo, la conoscenza ed il regno di Cristo si attueranno nel mondo, non sarà che necessario effetto della conoscenza e del regno della Vergine Maria, che l'ha dato alla luce la prima volta e lo farà risplendere la seconda» (TVD 13). Colei che da sempre è portatrice di Cristo, dovrà quindi essere maggiormente conosciuta ed accolta negli ultimi tempi. A questo si sente chiamato il Montfort, a questo concorrerà la devozione che egli propone. «Mio caro fratello, quando verrà questo tempo felice, quest'era di Maria, nella quale non poche anime elette diverranno copie viventi di Maria, per amare e glorificare Gesù Cristo? Questo tempo non giungerà se non quando sarà conosciuta e praticata la forma di devozione che io insegno» (TVD 217). Di qui, la promessa di una nuova fioritura di santità nella Chiesa, poiché la presenza di Maria è la condizione privilegiata della presenza operante dello Spirito.
La sua eredità spirituale è un dono che lo Spirito di Dio non cessa di svelare e che innumerevoli anime sperimentano di continuo, come via sicura di santificazione e di apostolato. Il futuro previsto dal Montfort è già, in parte, il nostro presente e continuerà ad essere una realtà ricca di grazia, per quanti sapranno affidare a Maria la loro vita.

 

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