Maria nostra educatrice
Data: Venerdi 10 Febbraio 2012, alle ore 8:53:04
Argomento: Spiritualità


Dal libro di Bernard Martelet, Alla scuola della Vergine, Edizioni Paoline, Roma 1984, pp. 65-70.



Gesù Cristo, ora nella gloria, non dimentica nessuno di quelli per i quali ha dato la vita; ci segue con lo sguardo e con il cuore, in tutto ciò che facciamo. Egli trova la sua gloria e la sua gioia nell'aiutarci a realizzare liberamente la nostra vocazione di figli di Dio. Lo stesso fa la Vergine Maria; è viva, operante, e ci assiste nell'ardua fatica della nostra santificazione. Diversi sono i gradi di unione con la Madonna. Alcuni si limitano ad invocarla per ottenere un aiuto negli affanni; altri preferiscono entrare più profondamente nella sua intimità. La guardano, la prendono come guida, la consultano, si compiacciono nell'ascoltarla; insomma si lasciano pervadere dal suo spirito e si abbandonano alla sua azione; allora si entra con lei nel mistero del Verbo incarnato sotto l'influsso dello Spirito Santo.
I Padri hanno visto nella scena evangelica delle nozze di Cana il simbolo dell'unione di Cristo e della sua  Chiesa, come pure dell'unione di Cristo con ciascuna delle nostre anime. La Vergine Maria è presente a queste mistiche nozze. San Bernardo ci spiega: «Noi tutti siamo chiamati alle nozze spirituali, nelle quali Cristo Signore è lo sposo... La sposa siamo noi, se forse questo non vi pare incredibile; e tutti insieme siamo una sposa; e ogni anima di ciascuno per se è sposa. Ma a che ora la fragilità nostra potrà sentire questo del suo Dio, che egli con quell'affetto ci ami col quale lo sposo suole amare la sposa... Maria, la madre del Signore, è sollecita, se forse alcuna cosa mancasse nelle nozze»48.
Come per Gesù, la Madonna partecipa alla nostra formazione con le sue parole, con i suoi esempi e con i suoi interventi. In quanto alle parole, non bisogna aspettarsi comunicazioni esteriori sensibili all'orecchio; è cosa eccezionale e motivo di molte illusioni. Si tratta delle parole di Maria che ci sono tramandate dal Vangelo; si tratta anche delle parole interiori e delle buone ispirazioni che sono più frequenti di quanto noi immaginiamo. Sono sprazzi di luce, fiamme che passano, ma che devono essere accolte da un cuore attento e ben disposto.
Queste luci provengono dalla Vergine Maria o dallo Spirito Santo? Poco importa, poiché lo scopo è sempre lo stesso: formare Cristo in noi. Quelli che si abbandonano con tutto il cuore all'azione della Madonna si abbandonano per ciò stesso all'influsso dello Spirito Santo. San Luigi Maria Grignion da Montfort scrive: «Quando lo Spirito Santo ha trovato Maria in un'anima, ci vola! ». Poi continua: «Quanto più trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un anima, tanto più diviene operoso e potente per formare Gesù Cristo in quest'anima». E aggiunge fieramente: « Quando sarà che le anime respireranno Maria come i corpi respirano l'aria? In quel tempo accadranno cose meravigliose su questa misera terra »49.
Quante volte siamo imbarazzati davanti a una scelta o a un dovere difficile! Allora, basta un'implorazione, un'invocazione di soccorso, e la luce brilla, la gioia ritorna. Ci sono anche parole più precise, consegne molto chiare per quelli che filialmente domandano una linea di condotta. Padre Cestac si reca a Notre Dame de Buglose; chiede aiuto alla Vergine per poter alloggiare e nutrire le orfanelle che ha raccolto. Una voce gli risponde in fondo al cuore: «Chiedimi soltanto il mio spirito». Riparte senza un soldo, ma con il cuore in festa. Il capitano Mossier sale a Fourvière per avere direttive circa la sua futura vita religiosa; vuole fare grandi cose per il Signore. La dolce voce della Madonna gli sussurra: «Mettiti per ultimo!». Egli diverrà l'umile e felice frate Gabriel de Chambarand.
Le parole della Vergine riferiteci dal Vangelo sono per noi un eccellente mezzo di formazione spirituale permanente. Possiamo meditarle per tutta la vita senza esaurirne la ricchezza. San Bernardino da Siena fa notare che Maria parlò due volte con l'angelo, due volte con Elisabetta, due volte con suo figlio, e una volta con i servi di Cana50. Egli spiega che queste parole sono altrettante fiamme di amore; ciascuna esprime questo amore sotto un aspetto particolare.
La prima parola: «Come è possibile?» (Lc 1,34), è l'amore che sopprime tutto ciò che ingombra, è una lezione di distacco. Perché Dio regni liberamente in un cuore, nulla deve ingombrarlo. Maria, interamente disponibile, vuoi sapere con esattezza quello che Dio aspetta da lei.
La seconda parola: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (v.38); Maria si fida di Dio e si abbandona di sua spontanea volontà alla sua azione. E l'amore che trasforma: Dio, solo signore, e interamente signore, per amore. Lo Spirito d'amore sopravviene in pienezza e il Verbo di Dio si incarna in Maria per la gloria di Dio e il bene di tutta l'umanità. La nostra esistenza cambia completamente quando ci abbandoniamo all'azione dello Spirito Santo. L'amore che libera e trasforma vuole comunicarsi.
La terza parola, è l'amore che s'irradia. «Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo» (v. 41). Quando Gesù regna, vuole irradiarsi. Se io ho il cuore pieno di lui, sarò impaziente di donarlo. Anche senza che io lo sappia, quelli che passeranno sul mio cammino diventeranno più luminosi, ameranno di più. Per Maria, una semplice visita di amicizia si trasforma in un messaggio del Signore. L'amore s'irradia, il fuoco si comunica e divora i cuori.
La quarta parola è la conseguenza della terza. L'amore che s'irradia e si comunica produce meraviglie, è l'amore che esulta e che canta: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio » (vv. 46-55). Maria canta la sua felicità, canta soprattutto la sua azione di grazie al Signore che fa meraviglie per lei e per noi. Quando Gesù regna in un cuore, lo fa esultare. Sappiamo anche noi dire e manifestare intorno a noi la nostra gioia e la nostra riconoscenza! «Cantare è proprio di colui che ama», dice Sant'Agostino (Serm. 336,1). Il cielo è un eterno Magnificat!
La quinta parola è stata pronunziata dopo i tre giorni di assenza di Gesù e il ritrovamento nel tempio di Gerusalemme. É l'amore dell'essere di nuovo insieme, l'inquietudine che si placa: « Figlio, perché ci hai fatto così?» (Lc 2,48). Il Signore e sempre sconcertante e non avverte quando prende strade diverse da quelle che avevamo previsto e desiderato. Quanti perché senza risposta nella nostra esistenza! Gesù vuole che noi ci fidiamo di lui.
Le ultime due parole sono state pronunziate alle nozze di Cana. La sesta, è l'amore che compatisce: «Non hanno più vino!» (Gv 2,3). Maria si preoccupa degli altri, considera sempre tutte le miserie, quelle del corpo come quelle del cuore. Nel cuore che ama, Gesù inculca la sua pietà e la sua tenerezza. Tocca a noi preoccuparci di tutti quelli che hanno bisogno del nostro aiuto, del nostro affetto, dei nostri consigli e delle nostre preghiere. La settima parola è la consegna che la Vergine Maria ha dato ai servi: « Fate quello che vi dirà » (v. 5). È l'amore che giunge al suo compimento, alla sua consumazione nell'unità: un cuore solo, una volontà sola con il Signore. Maria vuole insegnare a noi ciò che ha fatto la sua propria felicità. Come ella ha sempre unito interamente la sua volontà a quella di Gesù, così vuole che anche noi, come lei, viviamo in un Fiat! continuo: sia fatta la tua volontà, Signore! Che questo accoglimento venga dal cuore e sia fiducioso! Il Magnificat dovrebbe esprimere, giorno per giorno, la nostra riconoscenza verso il Signore e verso la Madonna. O Maria, fa' che tutti quelli che si avvicinano a me ti trovino e, attraverso te, trovino il cuore di tuo figlio Gesù. Sara questa la consumazione nell'amore.
Le parole della Vergine sono parole di vita. Sgorgate dal suo cuore, esse ci permettono di penetrare nel più intimo di lei. Spetta a noi meditarle per viverne come lei ne è vissuta. Lo Spirito Santo ha voluto che queste parole, da lui ispirate, ci fossero tramandate, affinché noi lasciassimo penetrare la loro influenza nel più profondo del nostro cuore.
Poche azioni di Maria ci sono raccontate dagli evangelisti; noi vorremmo saperne di più. Come per le parole, così anche per le azioni veniamo a conoscere soltanto ciò che si riferisce ai grandi eventi dell'incarnazione e della Redenzione. É un invito a volgere i nostri sguardi sull'essenziale. Ciò che importa per noi è scoprire il cuore della Madonna, il suo amore totale, unico, per Gesù Cristo e per la sua Chiesa. Poi avremo il diritto di guardarla vivere giorno per giorno nelle sue relazioni familiari e nei grandi momenti della sua vocazione di madre del Salvatore.
Ciò che importa non è tanto la grandezza o la difficoltà delle cose che si fanno, quanto il grado di amore con il quale esse vengono compiute. Ciascuno può trovare esempi e lezioni nell'esistenza della Vergine Maria: lavori domestici, relazioni di famiglia o di vicinato, numerosi viaggi, condizione di persone braccate, morte dello sposo, crocifissione del figlio, e tutte le conseguenze dell'amore speciale che il Signore nutriva per lei.
Visione di splendore, poiché in lei l'Onnipotente ha posto ricchezze inestimabili. Visione di grazia, poiché la pienezza di grazia che l'angelo ha salutato in lei nel giorno dell'Annunciazione si è incessantemente accresciuta. Il suo cuore che trabocca si allargherà sempre più e riceverà sempre nuovi favori. Visione di continue ascese e di incessanti progressi. La Vergine, docile all'azione dello Spirito Santo, non sa che ripetere e rivivere il suo Fiat! e il suo Magnificat!
Malgrado le poche cose che sappiamo sulla vita della Madonna, ci troviamo gli esempi più belli e più capaci di trascinarci: esempi di perfetta purezza, di preoccupazione di piacere unicamente a Dio, di fedeltà, di costante docilità a tutte le ispirazioni dello Spirito, pratica di tutte le virtù, unione intima al cuore di Gesù. Maria è un cuore che ama, che canta, che s'innalza e che s'irradia.
Che meravigliosa educatrice può diventare per noi la Vergine immacolata se sappiamo guardarla con uno sguardo prolungato, attento, profondo, con uno sguardo che penetra fino al suo cuore. Chiediamole di accoglierci nella sua intimità e di introdurci con lei nel mistero del suo divino figlio. Grazie, Signore, di averla fatta così bella per noi, e fa' che ci stia a cuore di somigliarle.
Madre diletta, concedimi di guardarti incessantemente; concedimi di ascoltarti sempre e parlami affinché io segua le tue direttive con prontezza: «Mostrami il tuo viso fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso e leggiadro» (Ct 2,14).

NOTE
48 Sermoni per la seconda domenica dopo 1'Epifania, 2, n. 2.
49 Trattato della vera devozione, nn. 20, 36 e 217.
50 Nono sermone per la Visitazione

 

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