La pietà popolare e la Vergine Maria
Data: Lunedi 1 Ottobre 2012, alle ore 9:57:47
Argomento: Devozione


Dal libro Maria nella grande storia. La Vergine Maria raccontata dai testimoni, una ricerca di Luciano Folpini, Edizione Kairòs, Centro culturale del Decanato di Besozzo, marzo 2012, pp. 23-26.



Si esprime in varie forme chiamate Pii Esercizi. Quando è genuina, non si contrappone alla centralità della Liturgia, ma predispone alla sua celebrazione. È favorita dalla Chiesa che la ritiene una realtà viva e ispirata quando contiene espressioni coerenti con la dottrina cattolica, mantiene la Pasqua al centro e tiene nella giusta luce la venerazione verso la beata Vergine, gli Angeli e i Santi, nonché il suffragio per le anime dei defunti.
Essa utilizza testi propri per la preghiera e il canto e manifesta la venerazione verso le Persone della Trinità, la Vergine o i Santi con l’esaltazione di verità di fede. Tali manifestazioni sono iniziate sin dalle prime generazioni cristiane ispirate dalla tradizione giudaica, dal culto dei primi martiri e dalla venerazione a Maria.
Nei pii esercizi, spesso gestiti da confraternite inserite nella vita parrocchiale, emerge uno stile semplice e spontaneo fatto di gesti simbolici connaturali alla cultura locale come: la visita, il bacio o la carezza di immagini, luoghi, reliquie o altri oggetti sacri; i pellegrinaggi; le processioni; la presentazione di offerte, ceri o doni; l’uso di abiti particolari; l’inginocchiarsi e il prostrarsi; il portare medaglie o insegne. Ma tutto questo, per non cadere in una vuota consuetudine o nella superstizione, richiede partecipazione interiore favorita da momenti di silenzio.
Di norma i testi utilizzati sono meno rigorosi di quelli liturgici ma comunque sono ispirati alla liturgia o alla Bibbia, così come le tante immagini realizzate nei secoli secondo la cultura del loro tempo che costituiscono un grande patrimonio artistico. Esse sono prive di un potere proprio ma possono contribuire allo sviluppo della devozione quando sono trascrizione iconografica del messaggio evangelico o memoria di fatti o di persone sante, aiutando nella preghiera mediante la contemplazione che stimola all’imitazione dei prototipi rappresentati. Anche il canto si coniuga con il sentire biblico e dei fedeli anche se accompagnato da gesti come il battito delle mani o il movimento del corpo se non rappresentano solo spettacolo.
Nella storia della chiesa la pietà popolare ha avuto un particolare sviluppo quando la liturgia era in una lingua, la latina, non più utilizzata dal popolo, che ne aveva fatto una cosa specialistica solo per ecclesiasti con i fedeli semplici spettatori, anche perché la poca conoscenza delle Scritture, e non solo da parte dei laici, rese difficile comprenderne il linguaggio simbolico.
Tutto questo contribuì alla diffusione di una letteratura alternativa fantastica e ricca di racconti miracolosi che portò alla nascita di vari movimenti spirituali e associazioni per il culto e la carità che portarono a collegare i ritmi della vita quotidiana a liturgie come nel caso del tocco serale delle campane, avviso di rientro dal lavoro e invito a rivolgere un saluto alla Vergine. Poi dagli inizi del secolo XVI, si ebbe un generale ripensamento del culto con l’incremento dell’istruzione biblica, l’adozione della lingua volgare nei canti e in molte celebrazioni e la riforma del calendario liturgico.

Oggi nella pietà popolare ha preso un grande spazio la venerazione alla Vergine sempre basata sul racconto evangelico, in cui Maria non è solo la Madre del Signore e ma anche di tutti gli uomini. Sono molti i momenti in cui questa venerazione è svolta e tutti hanno una relazione con l’incarnazione del Cristo. Esempi sono: le feste mariane con le processioni; le rappresentazioni della sua partecipazione alla Passione di Cristo; l’Ora della Desolata e della Madre, in cui i fedeli fanno compagnia alla madre rimasta sola; la Via Crucis; la Via Matris con la memoria dei dolori della Vergine; le manifestazioni del giorno Pasqua; il presepio. Importante è la festa dell’Assunzione del 15 agosto, ritenuta nei secoli da molti la festa di Maria per antonomasia. Ma sono molte anche le manifestazioni di certi giorni o periodi dell’anno che vedono particolari momenti di preghiera e feste dedicate a Maria in ogni mese dell’anno con tridui, settenari e novene. Tra queste si possono ricordare: l’Angelus che in ogni giorno all’aurora, a mezzogiorno e al tramonto ricorda l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria; la recita del rosario; le preghiere che esaltano particolari virtù di Maria; il sabato come giorno della Vergine sin dall’epoca carolingia (secolo IX) con comunità e associazioni di fedeli che fanno esercizi particolari; il mese mariano diffuso in varie Chiese sia dell’Oriente sia dell’Occidente, a maggio o in novembre in alcuni paesi dell’emisfero australe.Inoltre pratiche molto diffuse sono la Consacrazione a Maria, il cui significato e di mettere una persona, una comunità, un’attività o un luogo sotto la sua protezione; le devozioni dei vari scapolari, forme ridotte di abiti, tra cui spicca quello della Vergine del Carmelo, che mostrano il rapporto filiale con lei e prevedono, dopo un’accurata preparazione, la consegna al fedele che promette di essere fedele a determinati impegni; le medaglie della Vergine appese al collo con catenine, la più famosa delle quali è quella della medaglia miracolosa di Caterina Labouré e diffusa anche per merito di Massimiliano Maria
Kolbe, segni di affetto che non possono essere scambiate coi talismani. Infine le numerose processioni a Lei dedicate evocative di determinati fatti, come quelle della settimana santa o votive di ringraziamento di grazie ricevute o speciali  come quelle dei pellegrinaggi ai numerosi santuari di ogni parte del mondo dedicati alla Vergine, sorti in memoria di eventi straordinari e in modo spontaneo in cui fedeli si recano per chiedere il suo aiuto e la sua intercessione a Dio tramite il Figlio, per il bene del corpo e delle anime loro o delle persone care anche defunte.

Dopo l’ultimo Concilio si è avuto sia un abbandono di forme ereditate dal passato col rischio di perdere ricchezze della pietà popolare maturate nel tempo, e sia il mantenimento di devozioni che hanno solo valore spettacolare. Ora si nota un risveglio dell’attenzione alla tradizione e ai suoi valori e la ripresa di alcune manifestazioni.







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