Verso l'eucaristia con Maria primo tabernacolo della Storia
Lettera Pastorale di mons. Divo Zadi del 09 febbraio 2005
DIOCESI DI CIVITA CASTELLANA



Verso l'Eucaristia con Maria primo tabernacolo della Storia

Anche per questa Quaresima 2005 desidero raggiungervi puntualmente con la Lettera Pastorale che vuol significare a tutti vicinanza di affetto e di stima, ma anche riconoscenza per la considerazione e l’attenzione che avete per il vostro Vescovo. L’argomento non può discostarsi dall’insegnamento appassionato e confortante del Santo Padre Giovanni Paolo II che, con intuizione profetica, ha inviato all’Episcopato, al Clero e ai Fedeli la Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine” per l’anno dell’Eucaristia, a motivo del Congresso Eucaristico internazionale celebrato nell’ottobre scorso a Guadalajara in Messico e in vista dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 2 al 29 ottobre 2005 sul tema: “L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Un altro motivo per considerare anno eucaristico il 2005 è la prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Colonia dal 14 al 21 agosto. Il Papa afferma: “L’Eucaristia è il centro vitale intorno a cui desidero che i giovani si raccolgano per alimentare la loro fede ed il loro entusiasmo” (Mane nobiscum Domine n. 4)
Mi è caro ricordare che nella Quaresima 2002, la tradizionale Lettera Pastorale, fu incentrata su “L’Eucaristia, segno di riconciliazione e vincolo di unione fraterna”. Fu accolta molto bene in Diocesi, tanto che alcuni parroci sentirono il bisogno di prenderla come guida durante l’adorazione eucaristica, davanti a Gesù sacramentato, solennemente esposto. L’invito del Santo Padre a incentrare i nostri pensieri e la nostra fede in Gesù Eucaristia, ci trasporta, in dimensioni di entusiasmo, a pensieri profondamente riconoscenti e adoranti verso la SS.ma Eucaristia che è “fonte e apice di tutta la vita cristiana” (LG 11).


L’incanto davanti all’Eucaristia

Ripropongo volentieri ora, ciò che espressi nella citata Lettera Pastorale: “L’incanto che si prova ogni qual volta che ci mettiamo in ginocchio davanti al tabernacolo, ed anche la sicurezza di sentirci capiti ed amati, fugano ogni nostra incertezza e cancellano qualsiasi ombra di paura”.
Il mistero eucaristico è il “memoriale” della Passione e Risurrezione; è attualizzazione dell’uni-co sacrificio di Cristo Salvatore, cioè la vittima offerta per la nostra riconciliazione.
Adoriamo, adoriamo sì grande sacramento!
L’invito che formulai di proporre nelle catechesi la visita a Gesù sacramentato nelle nostre chiese, viene ora rinnovato perché al di sopra di ogni attività Pastorale, ci sia questa centralità eucaristica.


L’unico centro vitale

“Il primo impegno per disporci ad adorare Gesù eucaristico è imparare a decentrarsi, cioè, distogliere gli occhi, il cuore e la mente dai nostri piccoli e grandi interessi e problemi. Si tratta di attuare una specie di disancoraggio da tutto il resto del mondo, per ancorarci unicamente a Lui. È necessario mettere dietro le spalle: ricordi, paure, preoccupazioni, nostalgie, desideri, illusioni e distrazioni …; dimenticare il nostro ieri, l’oggi e il domani, le proprie miserie e i pregi, i limiti e le ricchezze umane e spirituali. Decentrarsi, dunque, perché il Signore risulti l’unico «centro» vitale. Ed è un esercizio nient’affatto facile. Si sa bene per esperienza che, spesso, pur non volendo, ci si ritrova assediati, adescati e dominati dagli «idoli del mondo» come li designa l’apostolo Paolo (Ef 6,10-20). Imporre, perciò, il silenzio ai vari chiassosi idoli; mettere «il fermo» al ritmo agitato e convulso dei nostri programmi per far convergere tutto di noi verso Gesù eucaristico: cuore, mente, spirito, sensi, memoria, fantasia ecc … Far emergere solo Lui al di sopra di tutto, affinché risulti l’unica Presenza. E poi, una volta alla sua presenza, entrare nel silenzio interiore per ascoltare Lui che rivolge i suoi appelli, che parla con la sua parola, senza interrompere il silenzio. Anzi, quando Lui parla, agisce; la sua parola è azione, crea, ricrea fa nuove tutte le cose. Il silenzio in questa esperienza è pieno non vuoto, è riempito da Qualcuno non da qualcosa.” (P. Ubaldo Terrinoni, ofm cap.)
Ci troviamo di fronte alla Presenza reale, e viverla “è sperimentare finalmente la liberazione dell’isolamento proprio dell’uomo. Così nella presenza reale del Cristo si realizza la Chiesa come moltitudine e unità dei redenti; nel sacramento eucaristico è vinta la solitudine dell’uomo e di Dio. Egli è l’Amore che si dona, e gli uomini lo accolgono; nell’Uno tutti divengono uno. Finalmente anche tu puoi consegnarti ed egli può riceverti fino in fondo. Dio vive in te e tu in Lui. Questa è la presenza reale” (Divo Barsotti “La presenza del Cristo”, pag. 190).


Inseguiti dall’Amore Infinito

Nell’adorazione e contemplazione di Cristo eucaristico, nostro dolce e silenzioso ospite, tocchiamo con mano quanto sia infinito il suo amore per noi. “Siamo inseguiti da questo ineffabile, inesprimibile Amore. Siamo così conosciuti, ricordati, assediati da questo potente e silenzioso Amore, che non ci dà tregua, che vuole a noi comunicarsi, che vuole da noi essere compreso, ricevuto, ricambiato”. (Leonardo. Sapienza, Paolo VI e l’Eucaristia. pag. 48).


Maria, donna eucaristica

Davanti al mistero eucaristico non possiamo non mettere in evidenza il rapporto tra Gesù e Sua Madre. Nella Vergine tutto va a Cristo e tutto dipende da Lui. San Luigi Maria Grignion de Montfort insegna: “Se vuoi comprendere la Madre, comprendi il Figlio”: Ad Jesum per Mariam! “Maria è più giovane del peccato, più giovane della razza dalla quale è nata”, diceva poeticamente Bernanos. E i Padri della Chiesa la definiscono “nuova Eva”. “Prima che il mondo fosse… ero già nel pensiero di Dio” ( cfr. Pr. 8,23ss), afferma un testo dei Proverbi riguardante la Sapienza, ma applicato tradizionalmente anche a Maria. Maria è davvero il capolavoro di Dio: “Abbiamo contemplato, Dio, le meraviglie del tuo amore” (Liturgia della Solennità dell’Immacolata Concezione). Le meraviglie dell’amore di Dio sono il Figlio e la Madre.
Il Santo Padre nell’Enciclica “Ecclesia de Eucaristia”, al n. 55, così si esprime: “Maria ha anticipato, nel mistero dell’Incarnazione, anche la fede eucaristica della Chiesa. Quando nella Visitazione porta in grembo il Verbo fatto carne, ella si fa, in qualche modo, «tabernacolo» - il primo «tabernacolo» della storia – dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all’adorazione di Elisabetta, quasi «irradiando» la sua luce attraverso gli occhi e la voce di Maria. E lo sguardo rapito di Maria, nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse l’inarrivabile modello di amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica?”


La beatitudine di Maria

Adoriamo Gesù Eucaristia con le riflessioni suggeriteci dal Santo Padre nella Lettera Apostolica sul Rosario, avendo come modello di contemplazione la Madonna Santissima. Sant’Agostino afferma: “Maria è più beata per comprendere la fede in Cristo che per concepire la carne di Cristo. Il suo legame materno non Le sarebbe servito affatto se non fosse stata più felice di portare Cristo nel suo cuore che di portarlo nella sua carne”. Questi stretti vincoli di sangue e di fede tra la Madre e il Figlio ci portano ad una dimensione di profonda consolazione, per quello che è avvenuto nel momento in cui la Vergine disse il suo «sì». Quel Figlio che è Gesù appartiene a Lei, ma anche a tutti noi. Ai piedi della Croce troviamo la conferma di quello che è già avvenuto nell’Incarnazione: Maria è nostra Madre dal momento in cui è la Madre dell’Emmanuele, Dio con noi!


L’auspicio che rivolgo a questa nostra cara Chiesa diocesana è che possa vivere quest’anno eucaristico nella riscoperta della Presenza silenziosa di Gesù vero Dio e vero Uomo in questo mirabile sacramento: nel silenzio del tabernacolo nelle nostre Chiese; “Presenza” segnalata dalla debole fiammella della lampada. Ci sia di aiuto e di guida, con la sua materna premura, la Vergine Santissima: nel Rosario, appunto, l’ultimo mistero della luce concerne proprio la SS. ma Eucaristia. Affidiamoci alla Madonna, consapevoli delle nostre miserie, ritrovandoci tutti nella preghiera, come in una cascata di grandi acque “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori …”; una preghiera che ispiri ad ognuno sentimenti di rendimento di grazie – questo il significato della parola “Eucaristia” – e così sperare e credere al Suo amore infinito, anche nei momenti di dubbio, di sofferenza, di prova, sicuri della presenza di Cristo Gesù con noi, in noi. La Madonna «ad rupes» ci custodisca tutti nel suo materno amore.

Dal Palazzo Vescovile, Civita Castellana, 9 febbraio 2005 Le Ceneri.
+ Divo Zadi, vescovo






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