La Vergine Assunta in cielo
Omelia di Mons. Giuseppe Orlandoni del 14 agosto 2004
DUOMO DI SENIGALLIA



1. Ci ritroviamo anche quest’anno qui riuniti per celebrare una delle feste più antiche e amate dedicate a Maria Santissima, la sua assunzione alla gloria del cielo in anima e corpo, e allo stesso tempo per celebrare la tradizionale Festa del Mare. Ci è data in questa occasione la grazia di rinnovare la nostra devozione a Maria e di lodare e benedire il Signore per le “grandi cose” che egli ha fatto in lei e per tutti gli uomini.

2. Sì, l’Onnipotente ha davvero operato grandi cose in Maria: è Maria stessa che lo riconosce nel canto del Magnificat, che abbiamo riascoltato nel Vangelo (Lc 1,46-55). A Maria si può riferire la stupenda visione di cui parlava la prima lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse: “Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di stelle” (Ap 12,1).
Maria fu “piena di grazia” sin dall’inizio della sua esistenza terrena. Tra tutte le donne è stata scelta dall’Eterno Padre per diventare la Madre del Figlio di Dio. Per questo motivo è stata preservata fin dal primo istante del suo concepimento da ogni macchia di peccato. E’ questa la verità che è stata solennemente proclamata dal nostro Papa senigalliese, il Beato Pio IX. Proprio quest’anno ricorre il 150° anniversario di questo importante evento. Era infatti l’8 dicembre 1854 quando il Papa Pio IX, dopo aver consultato i Vescovi del mondo, proclamò solennemente nella Basilica di S.Pietro il dogma dell’Immacolata Concezione. Maria è tutta bella, è l’immacolata, nessuna macchia di peccato è in lei.
Proprio perché Madre del Figlio di Dio, che con il suo corpo ha dato un corpo al Verbo incarnato, Maria non ha conosciuto la corruzione del sepolcro: al termine della sua vita terrena è stata assunta in cielo non solo con la sua anima, ma anche con il suo corpo.
Ecco la bellezza incomparabile di questa donna, che il popolo cristiano venera con grande amore, profonda gioia e viva speranza.

3. La speranza nasce dal pensare che Maria è una di noi ed è arrivata prima di noi là dove tutti noi siamo destinati. Nella seconda lettura San Paolo ci ricordava il fatto centrale della fede cristiana: Cristo è risuscitato dai morti. Ma anche tutti coloro che sono uniti a Cristo sono associati a lui nello stesso destino di vita e di risurrezione.
Maria, pienamente unita a Cristo, ha partecipato, con la sua assunzione al cielo, allo stesso destino di gloria del suo Figlio. Anche noi uniti a Cristo abbiamo la stessa possibilità: la nostra vita non si conclude nella tomba, siamo fatti per la gloria eterna. Le prove che incontriamo nella vita, le preoccupazioni, le croci, le sofferenze non sono destinate a durare per sempre: quello che ci aspetta, se uniti a Cristo, è la nostra salvezza, la nostra glorificazione, così come è avvenuto per Maria.
A ragione, dunque, Maria può essere chiamata Madre della speranza. Nella nostra città e diocesi di Senigallia siamo lieti di invocarla, come Patrona, con questo titolo. E’ qui in mezzo a noi la sacra immagine della Madonna della speranza, che si venera nella nostra Cattedrale: posando lo sguardo su di lei, sentiamoci incoraggiati a vivere bene il presente, pensando al futuro.

4. Grandi cose Dio ha compiuto in Maria. Ma grandi cose Dio ha compiuto per tutti gli uomini. Tra queste vi è la sua creazione. E questa sera il nostro pensiero va ad un elemento fondamentale del creato: il mare. L’acqua è essenziale per la vita dell’uomo, così come l’aria e la luce.
Con la benedizione del mare, che avrà luogo subito dopo la celebrazione eucaristica, vogliamo lodare e ringraziare il Signore per questo dono così prezioso. Inoltre vogliamo anche invocare la protezione divina su tutti i naviganti e in particolare sui lavoratori del mare (pescatori, marinai, portuali, operatori turistici): nel mare e dal mare possano tutti trovare beneficio e vantaggio per la loro vita; tutti gli scafi che per motivi di lavoro o di diporto solcano queste acque dell’Adriatico possano trovare sicurezza nella loro navigazione. Infine con la benedizione del mare vogliamo invocare la pace e il riposo eterno per tutti coloro che nel mare hanno perso la vita.

5. Alla luce della festa dell’Assunta assume significato la stessa festa del “ferragosto”, salvandola dalla vacuità e dall’effimero, che non garantiscono una felicità vera e piena. La contemplazione delle cose grandi che Dio ha operato in Maria e per noi ci aiuta a gustare le cose semplici e belle della vita, la gioia dell’incontro e dell’amicizia, la gioia del meritato riposo e dello svago che rinnova e ritempra, la gioia di abitare in se stessi e di incontrare il Signore, ascoltando la sua parola e cantando il suo amore per noi.
La Vergine Santa ci aiuti a tener viva la fede e la speranza, ci aiuti a guardare in alto, a non farci catturare dall’orizzonte puramente terreno: ci ricordi che siamo fatti per un destino di gloria, ci renda consapevoli che in questa terra siamo soltanto pellegrini, la nostra vera patria è il cielo.





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