CATEGORIA: DOGMI - PADRI - TRADIZIONE
TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE: Maria vergine madre....


Salvatore M. Perrella
Maria vergine madre
La verginità feconda di Maria tra fede, storia e teologia

San Paolo
Cinisello Balsamo, 2003
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Salvatore M. Perrella è sacerdote dei Servi di Maria, insegna Teologia dogmatica e Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, il Pontificio Ateneo “Antonianum” e l’Istituto Patristico “Augustinianum” di Roma. Le sue pubblicazioni, sintesi teologiche dense, documentate e complesse, vertono sul Magistero e sulla Mariologia moderna e contemporanea. Scopo del suo nuovo lavoro è quello di dare un contributo alla retta e approfondita conoscenza del mistero del “Nato dalla Vergine” e della “Vergine per sempre”, un evento di salvezza pregno di Dio, di santa umanità, di squisita e originale dedizione femminile a Cristo e al suo regno. Questo, proprio in un tempo come il nostro in cui: a) la verginale maternità viene messa in dubbio, banalizzata o addirittura negata; b) alcuni studiosi danno di essa un’interpretazione meramente simbolica mentre altri frantumano o relativizzano l’evento stesso del concepimento e della nascita del Verbo con interpretazioni metadogmatiche che hanno creato evidenti scompensi cristologici; c) la verginità e non il sesso è diventata un tabù; d) la stessa teologia sembra cedere in parte al pregiudizio culturale, arrecando in tal modo un danno alla fede e quindi alla stessa vita cristiana. Appare, dunque, estremamente necessario ri – pensare e ri – proporre l’incarnazione del Figlio eterno dalla Vergine per opera dello Spirito Santo, come una delle “grandi cose” compiute da Dio onnipotente e perciò appartenente alla categoria del mistero, oggetto di rivelazione ed elemento indispensabile alla professione e alla vita di fede, inaccessibile ad una giustificazione razionale, ma comprensibile solo alla luce della “follia d’amore” del Dio Trinitario, quella stessa follia che ci permette di essere pienamente associati alla sua vita divina. L’evento va recuperato come “mistero della fede” dalle poliedriche luci che illuminano tutta la storia della salvezza. Esso, infatti, è: mistero di compendio e superamento dell’Antico Testamento dato che l’alleanza di Dio con il suo popolo ora si rinnova e identifica nella persona del Verbo incarnato; mistero di Kènosis e di gloria dato che il Figlio dell’Altissimo, si riveste di umiltà e di carne, divenendo fratello e signore degli uomini; mistero salvifico in quanto il Figlio preesistente di Dio si è umanato a nostra salvezza, grazie all’opera generatrice dello Spirito e alla diaconia materna di Maria; mistero dialogico in quanto esso segna la ripresa del dialogo interrotto tra l’uomo e Dio, per mezzo dalla libera e consapevole fede di Maria; mistero codice dato che rivela il modo di agire di Dio che realizza il compimento della salvezza nella storia e nel tempo attraverso la cooperazione di Maria con lo Spirito, opera che continua ancora mediante il ministero della Chiesa. Proprio a motivo del suo intimo legame con il Logos incarnato, la Vergine Madre è nel cuore stesso del mistero, rimane la garanzia della realtà dell’unione ipostatica e la sua verginità assicura la confessione di fede in lui; celebra tutte le “meraviglie” compiute da Dio nella storia; fa comprendere l’essenza dell’amore umano inclusa la sessualità, illustra in modo particolarissimo l’opzione di Dio per i “poveri”. L’atteggiamento dell’autore è, di conseguenza, quello del credente pieno di stupore di fronte all’evento della venuta di Dio tra noi nella persona di Gesù Cristo e di ammirazione per il ministero materno e verginale di Maria, ma esso viene considerato con serietà scientifica e con afflato spirituale, nella prospettiva dell’agire trinitario e nell’ambito di un’ermeneutica globale che valorizza tutti gli elementi del passato e del presente, della tradizione biblico - ecclesiale, del Magistero, della Teologia e dell’esperienza dei fedeli. Si deve riconoscere allo studio, infatti, ricchezza di chiarificazione ermeneutica, teologica e simbolica e all’autore l’aver saputo collegare pienamente la maternità verginale di Maria non solo alla Cristologia ma anche alla Trinità, all’Ecclesiologia, alla Pneumatologia; all’Escatologia e l’averla delucidata sotto i vari aspetti biblico, storico, magisteriale, liturgico, antropologico, ecumenico, interreligioso, biologico, ecc. Perrella ha anche il merito di aver affrontato con coraggio e in modo organico la scottante questione della verginità feconda di Maria, di aver esposto con chiarezza e onestà intellettuale le varie opinioni in merito, anche quelle più contrastanti, ma di aver confermato, senza tentennamenti e mezzi termini, la verità sostanziale della verginità della Madre di Gesù, così come è creduta dalla Chiesa nella sua tradizione millenaria. L’autore sottolinea, infatti, l’impressionante consenso, anzi l’unanimità della Tradizione della Chiesa circa la verginità perpetua di Maria, come testimoniano i Concili, i santi Padri, la divina Liturgia, il “sensus fidelium”, la professione di fede delle Chiese d’Oriente e d’Occidente e perfino i grandi riformatori del XVI secolo. La logica conclusione è che anche la Chiesa del terzo millennio, mostrando il suo Signore venuto nel tempo per portare il grande dono della comunione e dell’amore di Dio, deve additare in lui, con lui e mai senza di lui, la Madre, proclamandola con pudore, gioia e ammirazione, quale santo, immacolato e verginale “luogo di Colui che non ha luogo”, riconoscendo ed esaltando il servizio e la testimonianza che questa umile e grande Donna di Nazaret ha reso e rende all’Incarnazione del Figlio di Dio e alla sua opera di salvezza.

Antonino Grasso
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