CATEGORIA: ECUMENISMO - ORTODOSSI
TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE: La Theotokos nel dialogo ecumenico


Autori Vari
La Theotokos nel dialogo ecumenico
Rivista Liturgica
Anno 85 - n. 2-3- 1998 marzo - giugno
Edizioni Messaggero - Padova 1998

L’argomento affrontato nel presente fascicolo di «RL» costituisce il quinto nella serie dei fascicoli propri della rubrica Liturgia ed ecumenismo. Dopo aver studiato il tema del «rinnovamento liturgico nelle Chiese» (1981), le «nuove preghiere eucaristiche» (1983), il «battesimo» (1984), la «liturgia nelle Chiese luterane» (1987) e i «ministeri ordinati» (1996), si pone ora l’accento sulla Theotókos nel dialogo ecumenico. Il titolo, da solo, è capace di evocare in modo immediato una serie di problematiche che toccano, anzitutto, il fondamento biblico dell’intero discorso su Maria; in secondo luogo, il percorso storico che la lex credendi ha sviluppato più o meno in sintonia con la lex orandi e questo non in una sola esperienza ecclesiale, ma in tutte le comunità di fede sparse dall’Oriente all’Occidente; in terzo luogo, la lettura che è possibile o doveroso fare circa le forme di devotio che il sensus fidelium ha favorito come sviluppo e inculturazione di una fede annunciata e accolta, pregata e vissuta. La grande frattura del XVI secolo nella Chiesa di Occidente ha comportato risvolti anche in ordine alle diverse modalità di accostamento del fedele alla figura di Maria. Ma il cammino di dialogo e di ricerca in ambito ecumenico non poteva prima o poi incontrarsi di nuovo sulla figura della Madre di Dio, in quanto strettamente correlata al mistero del Figlio e alla Chiesa.

Quando si osserva la presenza di Maria nei «dialoghi ecumenici» – i vari volumi dell’Enchiridion Oecumenicum sono un’ottima fonte per constatare l’importanza e l’ampiezza della riflessione – si rimane positivamente sorpresi dall’interesse e dall’incidenza suscitati da questo tema, in quanto per alcuni aspetti esso si presenta come quello che offre difficoltà notevoli sulla via dell’unità dei cristiani. D’altra parte, è comune certezza che una comunione di fede trinitaria, ecclesiologica e sacramentale non può dimenticare la presenza e il ruolo tipico della Theotókos nella vita del singolo e della comunità. Quando si scorrono i risultati dei dialoghi tra ortodossi e anglicani, tra cattolici e luterani, tra cattolici e metodisti, tra ortodossi calcedonesi e vecchi cattolici – altri documenti sono attualmente in elaborazione – si toccano con mano sia i punti condivisi, sia i punti di contrasto. Se gli uni permettono di constatare quanto è già patrimonio comune tra tutte le Chiese anche perché retaggio di quindici secoli di communio, gli altri rimangono occasione di stimolo perché il cammino di un pieno incontro passi attraverso una riflessione fondante in cui la sintesi è delineata a partire dal dato biblico, dalle riflessioni teologiche, dalle tradizioni ecclesiali che strutturano e danno forma alla tradizione.

Il radicale rinnovamento che gli studi teologici hanno assunto nel segmento finale del secondo millennio della fede cristiana, ha accentuato l’orientamento biblico anzitutto, e di conseguenza quello trinitario-cristocentrico, pneumatologico ed ecclesiologico. Gli studi che si sono delineati in ambito mariologico riflettono queste connotazioni; il panorama dei risultati risulta quanto mai variegato, e comunque da osservare con un atteggiamento di ottimismo. La ricerca, infatti, quando è condotta con rigore ed è animata dal sensus fidei et ecclesiae, non può non aprire ulteriori spiragli e illuminare un cammino del resto già percorso in due millenni da innumerevoli fratelli e sorelle nella fede.

Il contributo offerto dal presente fascicolo di «RL» pone in evidenza una sua originalità.
Secondo lo stile proprio della rubrica Liturgia ed ecumenismo, esso si apre con una serie di studi in cui il discorso teologico-liturgico – a partire dalle voci delle diverse Chiese – si interseca per aprirsi a una reciproca conoscenza sulla base di dati seri e oggettivi. L’assumere la lex orandi come specchio della lex credendi non è una moda o un partito preso, ma il prendere onestamente in considerazione quella prospettiva di sintesi – propria di ogni comunità ecclesiale – che solo nel contesto cultuale trova la sua elaborazione e il suo approfondimento.

Le varie note intendono arricchire il panorama del dialogo a partire sempre dalla conoscenza di elementi o aspetti diversificati. È ovvio che un fascicolo di rivista non può essere una summa. Per questo l’intento è stato quello di allargare l’orizzonte solo su alcuni aspetti e versanti diversificati.

Il panorama di sintesi non è oggetto di contemplazione immediata, ma sicuramente non così lontano come poteva apparire qualche decina di anni fa. E se il materiale raccolto nel presente fascicolo contribuisce a rendere meno lontana la linea dell’orizzonte in cui cielo e terra s’incontrano, un’ulteriore fatica non sarà stata sostenuta invano.

Dal sito della rivista
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