CATEGORIA: SANTUARI MARIANI
TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE: Itria Odigitria Costantinopoli. Il culto della Madonna dell'Itria a Polistena ed in Calabria


Giovanni Russo
Itria Odigitria Costantinopoli
Il culto della Madonna dell'Itria a Polistena ed in Calabria

Centro Studi Polistenesi, Poliestena 2007


Nel ripercorrere le vicende di un culto che, come si vedrà, è alquanto diffuso in buona parte dell'Italia Me­ridionale e, particolarmente in Calabria, abbiamo ten­tato di narrare, nel contempo, una pagina della cultura polistenese, aprendo una finestra su un aspetto affa­scinante, misterioso e ricco di immagini suggestive, at­traverso la storia, l'arte, l'iconografia, il folklore e l'antropologia religiosa.
Gli eventi descritti, alla luce di quanto si è potuto ri­esaminare, hanno l'obiettivo di formulare alcune es­senziali ipotesi sul recupero della memoria collettiva relativamente alla presenza di un culto, quello dell’Itria, che non è facile interpretare appieno, proprio per la difficoltà di reperire probanti e superstiti docu­menti, utili alla ricostruzione, per la storia di Polistena, di un'epoca (quella bizantina) difficile da circoscrivere.
Si tratta di documenti, di spigolature, di carteggi e rapporti che consentono una lettura nuova, diversa che sia ricerca e studio, individuazione e ricostruzione di vicende che hanno lasciato nel tempo, negli uomini e nelle cose, segni vistosi, dei quali non si può più nega­re la memoria.
Pur rimanendo incerte le origini della cittadina, è presumibile che il territorio sia stato abitato fin dai tempi preistorici, come dimostrano alcuni oggetti del periodo neolitico rinvenuti nella zona. Possiamo ipotiz­zare che essa, senza meno, fu una stazione di pas­saggio per i Locresi che dovevano raggiungere Medma (Rosarno) colonia da loro fondata. I ritrovamenti arche­ologici, tra cui una cuspide di lancia protostorica e i numerosi corredi funerari da tombe, evidenziano una frequentazione del territorio e fanno ipotizzare la presenza di un qualche agglomerato urbano, prima e dopo l'epoca della colonizzazione magno-greca. Anche l'età romana, poi, è attestata dalle importanti testimonianze affiorate nella contrada Villa, contrada molto propin­qua all'abitato.
Nonostante l'esiguità di superstiti documenti carta­cei anteriori a qualche decennio dopo il mille, si ipotiz­za che Polistena sia stata presente in età bizantina al­lorquando, nelle sue circonferenze, vennero a stanziar­si monaci basiliani che, tra l'altro, introdussero i culti di Santa Marina e della Madonna dell'Itria.
Quest'ultimo è tipicamente legato alla persecuzione iconoclastica e l'iconografìa della Madonna trasportata dai monaci basiliani si tramanda particolarmente in un'icone di gusto bizantineggiante che si conserva nel­la Chiesa della SS. Trinità.
Per rendere ancora più vivi ambienti, emozioni e vi­cende, oltre al tentativo di dare certezza alla narrazio­ne, abbiamo pensato di arricchire il volume di alcune ristampe, testimonianze ormai rare, proprio per far par­lare direttamente gli autori, Guarna Logoteta e Mons. Domenico Maria Valensise, onde farle risaltare in una prospettiva storica che inquadra, ritaglia e modifica molte cose sconosciute o malconosciute. Che dire del contributo dell'amico Gianfrancesco Solferino? Egli, con il suo solito forbito senso critico di storico dell'arte, ci ha regalato, da profondo conoscitore dello Scrivo, una pagina unica, densa, articolata, passionale sul gruppo statuario che, per lui, rappresenta il capolavoro dell'artista serrese.
Il nostro lavoro, nel suo complesso, più che a colle­zionare i fatti, mira a rendere intellegibile le vicende di questo culto, per prendere coscienza dei tesori di cui la tradizione, orale o scritta, è custode. Sono valori che, nella mera prospettiva di dissoluzione di ogni tradizione, di ogni identità, individuale o collettiva, sono da reinventare ogni giorno come memoria, come stimolo, come orgoglio.
Non è sempre facile comprendere il significato di un monumento, specialmente quando questo è straor­dinariamente ricco di storia e di arte ed, al contempo, denso di misteri ancora da svelare.
Al lettore spetta raccogliere tutte queste voci nel si­lenzio solenne dell'antica struttura, la cappella che, solo dal 1728, viene appellata con il titolo di S. Anna, che racchiude ed esprìme, nel suo silente linguaggio ed abbandono, tanta parte della stona di Polistena.
A noi rimane il compito di rivolgere un grato ringra­ziamento a tutti coloro che, in vari modi, hanno con­tribuito alla realizzazione del volume ed, in particola­re, a Franco Arìllotta, Deputato di Stona Patria per la Calabria, per averci messo a disposizione una sua scheda su Carlo Guarna Logoteta, nonché: a Gian-francesco Solferino; agli amici D. Filippo Ramondino ed Antonio Trìpodi, dell'Archivio Storico Diocesano di Mileto; a mons. D. Pino Demasi e D. Franco Borgese, Parroci di Polistena; alla Dr.ssa Lia Domenica Baldissarro ed al personale tutto dell'Archivio di Stato di Reggio Calabria e della Sezione di Palmi; e, dulcis in fundo, a Giovanni Quaranta, amico fraterno, senza il cui apporto, non solo informatico, il volume non avrebbe trovato una così rapida e gradevolissima im­postazione.


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