CATEGORIA: CULTO - CHIESA
TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE: Sigillum Beatae Mariae


Onorio di Autun
Sigillum Beatae Mariae
a cura di Carlo Dezzuto
Glossa, Milano 2006

Siamo grati a Carlo Dezzuto, curatore del volume, perché, con competenza e precisione, ci rende più facile l'accesso a Onorio di Autun, uno degli autori più colti e fecondi del XII secolo, anche se purtroppo, ancora oggi, non uno tra i più studiati. Lo fa guidandoci alla lettura della sua seconda opera – il Sigillum Beatae Mariae –, scritta attorno al 1101 per spiegare ad alcuni monaci benedettini come mai, nella celebrazione liturgica dell'Assunzione di Maria, si leggessero il brano evangelico di Marta e Maria (Lc 10,38ss) e l'elogio della Sapienza (Sir 24,11ss) e, nel rispettivo Ufficio divino, il Cantico dei cantici. Il testo nasce, quindi, come introduzione alla comprensione del mistero cristiano celebrato nella liturgia. Il tema che tratta, però, è così centrale nel XII secolo, da far venire il sospetto che l'autore avesse di mira non solo l'approfondimento dell'intelligenza liturgica e teologica dei suoi confratelli, ma anche una questione più "strategica". Questione che, più o meno, potrebbe essere formulata così: «Il Cantico dei cantici che, nelle vicende dell'amore tra un uomo e una donna, individua una chiave di lettura dell'intera esistenza umana, è in grado di aiutare a trovare una risposta anche ai grandi interrogativi del XII secolo?». Al quesito Onorio risponderebbe certamente in maniera affermativa: guidati dal Cantico dei cantici – grazie al quale è possibile rintracciare il senso dell'esperienza di Maria e, in lei, di ogni esperienza autenticamente cristiana – è più facile riconoscere come la verità della vita di ogni uomo sia costituita dal suo rapporto di amore con Cristo. Un amore sapientemente adombrato nel Cantico, esemplarmente vissuto in Maria, intensamente ricercato nella Chiesa.
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