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TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE: L’insegnamento della mariologia ieri e oggi


Salvatore Maria Perrella
L’insegnamento della mariologia ieri e oggi
Edizioni Messaggero, Padova 2012

Il teologo e mariologo Servo di Maria Salvatore M. Perrella, che ha all’attivo una ricca produzione bibliografica e una vasta esperienza nella docenza, mette a nostra disposizione uno studio che ha il pregio di richiamare l’attenzione su un aspetto fondamentale dell’attività propria di chi fa teologia e, in questo caso, mariologia. Precisamente, si tratta della necessità di impostare l’insegnamento in modo rigorosamente scientifico e congruo alla dignità e alla funzione che competono alla disciplina in oggetto, sia nel panorama delle discipline teologiche e antropologico-culturali, sia per quanto concerne le finalità formative proprie del gravoso e importante ministero teologico. Padre Perrella, infatti, impegnato nella docenza teologica da oltre venticinque anni non solo presso la Pontificia Facoltà Teologica «Marianum», di cui è di recente anche Preside, ha elaborato una trattazione, adeguatamente documentata, sull’insegnamento mariano/mariologico, vagliato dal versante delle argomentazioni epistemologiche, metodologiche, contenutistiche e formative che, oltre a giustificare l’importanza – e l’irrinunciabilità – della mariologia nei programmi di studio ecclesiastici, contengono le indicazioni essenziali per impostarne la trattazione in chiave interdisciplinare e con una precisa finalità formativa integrale. L’obiettivo appena delineato è costruito sulla base di un solido ragionamento epistemologico, incentrato su due punti focali correlati secondo un ordine logico di dipendenza: la messa a tema della natura, del posto e dei compiti della mariologia nell’ambito della riflessione sui dati della fede, rigorosamente motivata alla luce del posto e della missione che la Rivelazione divina assegna alla Beata Vergine Maria nella storia della salvezza, e, più in dettaglio, nel mistero di Cristo, della Chiesa e dell’essere umano, così come hanno recentemente e autorevolmente indicato sia il Concilio Vaticano II, sia il magistero di Paolo VI, Giovanni Paolo II e, ultimamente, di Benedetto XVI. In questo senso, si coglie la convenienza propedeutica dell’esordio, costituito da una sintetica e stimolante ricognizione – corredata da note storiche – sulla nozione di teologia e sul ruolo, assolutamente necessario, che essa svolge in ordine alla conoscenza del Dio di Gesù Cristo. Padre Perrella pone l’accento, tra l’altro, sul fatto che la teologia è diventata via via «sempre più “plurale” e interdisciplinare»: questo tratto caratterizza in modo eminente la teologia contemporanea, soprattutto dopo la svolta impressa dal Concilio Vaticano II. Entro questo ampio sfondo tematico viene poi inscritta la presentazione del «percorso intellettuale e spirituale circa il mistero della Madre di Gesù». Dopo aver fatto notare che tracciare la storia di questo percorso rimane comunque «una difficile, meritoria e mai esaustiva opera» – e dopo aver messo in luce l’apporto dato dal compianto mariologo Stefano de Fiores con la criteriologia dei modelli culturali – padre Perrella si sofferma soprattutto sui trattati di mariologia precedenti e successivi al Concilio Vaticano II. A questo punto viene affrontato l’aspetto nevralgico dell’intero saggio: come e perché far rientrare lo studio della mariologia, unitamente all’autentica pietà mariana, nella formazione intellettuale, spirituale e pastorale, a cominciare dai seminari e dalle istituzioni accademiche pontificie. Il prof. Perrella elabora una proposta chiara e ben motivata, sulla scorta degli autorevoli insegnamenti e orientamenti presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e nel capitolo VIII della Lumen gentium, nel magistero ecclesiale dei Vescovi di Roma, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, come pure nei documenti emanati nel periodo postconciliare dai dicasteri vaticani e soprattutto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, di cui viene ripercorsa la storia, a partire dai suoi inizi coincidenti con la fondazione della Congregazione per l’Università degli Studi di Roma avvenuta nel XVI secolo, fino ai nostri giorni. La lettura delle molte pagine dedicate all’argomento risulta proficua, non solo per la completezza dell’informazione documentaria, ma anche per l’acribia sottesa ai commenti che accompagnano la presentazione dei vari documenti presi in esame. A tale proposito, meritano una menzione particolare le annotazioni sulla lettera circolare La Vergine Maria nella formazione intellettuale e spirituale pubblicata dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica il 25 marzo 1988, che «offre indicazioni preziose per reimpostare i trattati mariologici alla luce del Vaticano II». Essa, inoltre, «ha concorso al felice e necessario reinserimento della riflessione teologica e dell’insegnamento accademico della mariologia nell’alveo dell’intero Mistero, con la sua dignità di disciplina teologica, svolta con rigore, nella globalità del discorso teologico e della proposta pastorale cristiana». Altrettanto degne di nota sono le riflessioni riguardanti l’esortazione postsinodale di Benedetto XVI Verbum Domini, soprattutto per il nesso posto tra mariologia e teologia della Parola. Nel commentarlo, padre Perrella ricorda una preziosa conquista della mariologia contemporanea: «la Maria delle Scritture non è più una sconosciuta al Popolo di Dio; non è più un interesse precipuo dei biblisti, dei teologi e dei mariologi. Oggi la Maria del Vangelo è offerta a tutti; perché a tutti il lauto banchetto della Parola di Dio è dato, specie nell’Eucaristia di Cristo e della Chiesa, tavola ricca e succulenta a cui deve assidersi permanentemente la stessa riflessione mariologica, visto che la Sacra Scrittura è costituzionalmente l’anima della teologia, quindi anche della mariologia (cf. Dei Verbum 24)». Infine, nel sottoscrivere i pertinenti rilievi conclusivi delineati dall’esperto Autore, non posso non sottolineare il valore di due considerazioni in particolare: - la prima riguarda la mariologia intesa nella sua dignità di disciplina teologica: «la mariologia non è affatto una disciplina periferica o marginale nell’ambito del pensare, del proporre e del vivere cristiano; al contrario, è una componente centrale della teologia, perché centrale è il mistero da cui la stessa teologia trae origine, senso e meta: Gesù Cristo, Figlio di Dio e della Vergine nello Spirito Santo, Signore e Sposo della sua Chiesa»; - la seconda considerazione pone in evidenza le caratteristiche che qualificano l’identità della mariologia postconciliare, così di seguito elencate: «cristocentrismo trinitario e dimensione pneumatologica; visione ecclesiologica ed ecclesiotipica; riscoperta e valorizzazione della via della bellezza e della via del simbolo; conoscenza e valorizzazione delle altre tradizioni cristiane; impegno al dialogo ecumenico e interreligioso; istanza prassica e liberatrice con impatto nel sociale; esigenza dell’inculturazione; creatività nella fedeltà alla riforma liturgica e rivalutazione e valorizzazione ecclesiale della pietà popolare; attenzione agli input venienti dalle scienze umane; sensibilità verso la dimensione pastorale e catechetica; studio e approfondimento della spiritualità mariana; relazione tra pietà mariana e vita consacrata». Un semplice elenco? No! A ben considerare non solo la riflessione imbastita in questo saggio storicoteologico, ma anche gli altri studi pubblicati dall’Autore, si deve dare atto che una delle sue preoccupazioni costanti è quella di far comprendere che la mariologia è disciplina di raccordo, luogo d’incontro dei trattati teologici e spazio di sintesi, come si legge, tra l’altro, nel documento La Madre del Signore. Memoria, Presenza, Speranza, pubblicato dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis nell’anno 2000. E questo, francamente, non è un guadagno di poco conto. Perché non pone in essere solo un bilancio, ma mette in movimento molteplici, stimolanti prospettive di studio e di ricerca in vista e al servizio dell’insegnamento. Per questo, come per altri preziosi motivi di riflessione, dobbiamo essere grati al teologo e mariologo Salvatore M. Perrella.



 
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