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  Maria, paradigma escatologico 
Società

Dal libro di René Laurentin, Maria chiave del mistero cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, pp.113-121.



La Vergine, è anche un paradigma in escatologia? Parecchie ragioni, convergenti ma non ugualmente solide, lo fanno pensare. L'ultimo passo della Scrittura che concerne la madre del Messia, re universale e vittorioso, «che governa le nazioni con verga di ferro» (Sal 2,9), si trova in Apocalisse 12,5. Il capitolo 12 dell'Apocalisse, infatti, ci colloca nel cuore dell'escatologia, dopo l'apertura dei sette sigilli e lo squillo della settima tromba. La madre del Messia è associata alla sua nascita (12,5) e alla sua gloria nel cielo (12,1-2; cfr. Ap 5,5). «Il tempio celeste di Dio si apre» (11,19) e nel cielo si susseguono due apparizioni equivalenti che rappresentano la stessa cosa in due versetti successivi: «Nel tempio celeste di Dio apparve l'arca della sua alleanza» (11,19). «E un segno grandioso apparve nel cielo; una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo» (12,1). Questi due segni, l'arca dell'alleanza e la donna, rappresentano la medesima realtà, ovvero contemporaneamente il popolo in mezzo al quale Dio dimora mediante l'arca dell'alleanza e la figlia di Sion che egli ama, ma anche la madre del Messia Signore, luogo escatologico della sua presenza.

1.
In effetti, in Giovanni 19,25-27, Maria, madre dei discepoli, è identificata con la figlia di Sion, con riferimento a Isaia 66,7-9.

2.
Allo stesso modo, in Luca 1,28-35, Maria, madre del Messia, è identificata con la figlia di Sion escatologica di Sofonia 3,14-17 (cfr. Gl 2,23; Zc 9,9; Lam 4,21-22), dove Dio viene a dimorare. E Luca 1,39-56 insiste su questa identificazione narrando la visita di Maria a Elisabetta con riferimento costante al trasporto dell'arca dell'alleanza narrata in 2Sam 6. Giovanni 1,13-14, che allude all'incarnazione verginale, si riferisce parimenti all'immagine della šekinah che copre l'arca dell'alleanza. Non si può fare a meno di ribadire queste conclusioni di fronte a quelli che vorrebbero escludere Maria da Apocalisse 12 per vedervi soltanto la Chiesa. Certo, questo passo allude alla Chiesa, così come Luca 1 e Giovanni 2 e 19 alludono alla figlia di Sion. Sulla scia di S. Lyonnet e A. Serra, ho dimostrato questa identificazione costante di Sion (il popolo di Dio) e di Maria, nella scia di Isaia 66,7-11, al quale si riferisce Apocalisse 12,5.l

3. Il Concilio Vaticano II assume questa medesima identificazione Maria-Chiesa nella Lumen gentium, capitolo VIII, il quale viene dopo il capitolo VII che tratta del carattere escatologico della Chiesa. La finale, poi, del capitolo VIII tratta a sua volta del significato escatologico di Maria, segno di certa speranza e di consolazione per il popolo di Dio peregrinante sulla terra (nn. 68-69, dove la parola «segno» sembra fare riferimento ad Ap 12,1).
Secondo san Luigi Maria Grignion da Montfort, la Vergine, finora nascosta, sarà rivelata negli ultimi tempi: «Nel secondo avvento di Gesù Cristo Maria deve essere conosciuta e rivelata per mezzo dello Spirito Santo, affinché per mezzo suo Gesù Cristo sia conosciuto, amato e servito. Dato che non sussistono più le ragioni che hanno indotto lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa durante la sua vita e a rivelarla ben poco dopo la predicazione del vangelo, Dio vuole dunque rivelare questo capolavoro delle sue mani come l'aurora che precede e annuncia il Sole di giustizia: Gesù Cristo. Maria è la via attraverso la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta. Lo sarà di nuovo quando verrà la seconda volta, sebbene in modo diverso».2
Per Montfort questo regno di Maria non è altro che il regno dello Spirito, poiché essa è completamente relativa allo Spirito, di cui è puro riflesso, in totale affinità: «Gli apostoli degli ultimi tempi saranno dunque servi, schiavi e figli di Maria. Saranno soprattutto un fuoco ardente, ministri del Signore che porteranno dappertutto il fuoco dell'Amore divino. (...) Saranno nubi tonanti e volanti nel cielo al più tenue soffio dello Spirito».3
Questa grazia chiese Montfort allo Spirito nella Preghiera infocata: «Spirito Santo, ricordati di produrre e formare dei figli di Dio con la tua divina e fedele sposa Maria. Hai formato il capo dei predestinati con lei e in lei; con lei e in lei devi formare tutte le sue membra. Tu non generi nessuna persona divina in seno alla divinità, ma solo tu formi tutte le persone divine fuori della divinità, e tutti i santi che sono stati e che saranno, fino alla fine del mondo, sono opere del tuo amore unito a quello di Maria. Il regno speciale di Dio Padre è durato fino al diluvio e gli ha posto fine un diluvio di acqua. Un diluvio di sangue ha posto fine al regno di Gesù Cristo. Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del Figlio, continua a essere presente e gli porrà fine un diluvio di fuoco, di amore e di giustizia».4
Questa visione escatologica non è affatto millenarista; Montfort non annuncia un millennio radioso, una terza età futura sulla scia di Gioachino da Fiore. Per Montfort, il regno dello Spirito Santo, diluvio di fuoco, è realmente cominciato a partire dalla Pentecoste.A differenza dei millenaristi, Montfort parla sempre di due avventi di Cristo: l'incarnazione e la parusia.5 Ad ogni modo, non attende un paradiso terrestre. Gli apostoli degli ultimi tempi non saranno esenti da sofferenze, persecuzioni e croci, anzi: «Il demonio tenderà ( ) grandi insidie. (...) Ci saranno grandi inimicizie, (...) ma queste lotte e queste persecuzioni serviranno soltanto a far apparire di più la potenza della vostra grazia».6
È molto difficile valutare questa profezia. Tutte le predizioni rimangono misteriose e indecifrabili prima della loro realizzazione.

4. Tuttavia certi segni del nostro tempo sembrano già confermare i presentimenti di Montfort e annunciare in qualche modo una tappa verso la fine fiammeggiante che egli intravedeva. Le vicissitudini della Polonia, che rinnovò la sua fede e il suo fervore cattolico nella sofferenza, di fronte al comunismo e non senza martiri, illustrano in modo impressionante la profezia di Montfort. Infatti, la sua ascesa cristiana e la sua liberazione avvennero espressamente per opera di Maria. L'8 dicembre 1953, nel carcere senza speranza in cui i comunisti lo avevano rinchiuso, il cardinale Wyszynski preparò e fece la sua consacrazione «a Dio per mezzo di Mana» secondo il modello di san Luigi Maria Grignion da Montfort. Poi preparò e fece, il 15 agosto 1956, quella della Polonia, per preparare il suo millennio (1966). Ebbene, proprio dalla Polonia ha avuto inizio la vittoria di Maria sul comunismo. Questo paese ha dimostrato meglio di ogni altro l'inconsistenza della dottrina marxista sotto molti aspetti.
- Secondo questa dottrina, la religione doveva scomparire spontaneamente dal paradiso socialista. Ebbene, al contrario, la religione si rinvigoriva e si rivelava più forte delle persecuzioni. Il cattolicesimo, diventato sociologico in Polonia, dove c'erano soltanto diecimila sacerdoti nel 1940, si estese e si approfondì nella sofferenza.
- La Polonia ha smentito il marxismo su un altro versante. Il comunismo era il movimento liberatore degli operai. Ebbene, quando Lech Walesa fondò l'immenso sindacato Solidarnosc - nove milioni di lavoratori in un anno -, il comunismo dovette sciogliere questo movimento veramente operaio e incarcerare il suo fondatore. Era la prova che il comunismo non era un movimento liberatore ma oppressore della classe operaia. Ora, Walesa era consacrato personalmente a Dio per mezzo di Maria. Quando ottenne i suoi primi successi, egli rinnovò questa consacrazione con i suoi amici di Solidarnosc a Czestochowa. Portava visibilmente, anche nei suoi negoziati al vertice con il governo, l'immagine della Madonna all'occhiello e la corona del rosario al collo.

La moltiplicazione delle apparizioni della Vergine ai giorni nostri sembra segnare un'epoca nuova. Maria viene in soccorso di un mondo in via di autodistruzione, poiché la violenza, la droga, la liberalizzazione sessuale a tutto campo, l'aborto legalizzato in contrasto con i diritti dell'uomo, l'idolatria dell'avere, del potere e del sapere secolare, spesso materialista, perfino magico, operano una disintegrazione dall'interno.
Ebbene, a partire dagli albori dell'epoca moderna, le apparizioni della Vergine si moltiplicano e assumono un carattere nuovo, non più privato, ma sociale e gravido di significato storico per il futuro del mondo:

a)
Nel 1531 l'apparizione della Vergine a Guadalupe (Messico) ha fondato, al di là del trauma colonialista, un popolo nuovo, una Chiesa nuova, sul continente nuovo, diventato il continente cattolico per eccellenza. La constatazione è stata fatta da uno storico laico, Jacques Lafaye, professore alla Sorbona, ed è stata accolta da teologi di destra e di sinistra (mariologi ferventi o teologi della liberazione). Per dirla in poche parole, la Vergine non è apparsa ai conquistadores, e neanche ai missionari spagnoli nelle loro città, ma in una località india, a un indio. Questo indio, Juan Diego, ordinò al vescovo spagnolo, in nome della Vergine, la costruzione del santuario più frequentato del mondo. Da qui nacque una Chiesa autoctona, india e meticcia, che non procedeva più dalla guerra e dall'oppressione. Fu l'origine storica della riconciliazione culturale e religiosa, la nascita dell'America cristiana.

b)
Nel 1830 la « medaglia miracolosa » venne a ridestate la Chiesa europea anemica, esausta, inerte, all'indomani della Rivoluzione francese che aveva chiuso i seminari, massacrato i sacerdoti e sradicato la fede di mezzo al popolo Essa suscitò un vasto movimento carismatico e missionario.7

c)
Nel 1858 Lourdes venne a ridestare la preghiera e la conversione del cuore, di fronte all'avanzata del nuovo materialismo imperante (teorico e pratico, marxista e capitalista). Nella piccola Bernardetta (appartenente alla famiglia più povera della città), la Vergine restituì dignità alla povertà evangelica, di fronte a quella che allora era la parola d'ordine: « Arricchitevi! ». E questo messaggio fu compreso e interpretato come tale, secondo quanto ho dimostrato altrove.8

d)
A Fatima la Vergine intervenne in modo più spettacolare nelle vicende del mondo moderno giunto a un momento tragico con la guerra e l'avvento del comunismo. Durante l'anno 1917, in cui l'ateismo marxista prendeva il potere per invadere ben presto un terzo del pianeta - dall'Europa centrale agli estremi confini dell'Asia (Cina e Vladivostok) e a tanti paesi del Terzo Mondo - la Vergine venne a ridestare la speranza malgrado il ciclone senza precedenti dell'ateismo, che seduceva perfino gli eletti: molti laici e sacerdoti (Azione Cattolica operaia in Europa, « teologia della liberazione » in America...) si schierarono dalla parte del comunismo. In questo vedevano l'unica forza liberatrice dei poveri, l'unico strumento scientifico e politico capace di ottenere la loro liberazione. Di fronte a questa marea crescente, la Vergine annunciava le persecuzioni e la conversione della Russia, che per lungo tempo sembrarono una chimera.

e)
Quest'annuncio esplicito di Fatima era stato come preannunciato alla periferia di Mosca, a Kolomonskoe, il 13 febbraio 1917: esattamente tre mesi avanti la prima apparizione di Fatima, Eudossia Adriana, contadina di Pocinok, udì nel sonno una voce misteriosa: «A Kolomonskoe c'è una grande icona nera. Bisogna introdurre là l'icona rossa». Eudossia non osava andarci. Ma dopo una seconda visione (26 febbraio), il 2 marzo si recò a Kolomonskoe e raccontò al sacerdote il suo sogno mistico. Questi non conosceva l'icona rossa e pensava a un'illusione. Ma alla fine la trovò nel sottosuolo. Su questa tavola stupenda, la Regina del cielo, assisa sul trono con manto di porpora, scettro e globo terrestre, teneva sulle ginocchia Gesù bambino. La contadina riconobbe la sua visione che proclamava silenziosamente la Vergine zarina di tutte le Russie. L'icona divenne itinerante nei monasteri e nelle chiese.La scoperta era avvenuta il 2 marzo, giorno dell'abdicazione dello zar (poco prima del suo arresto che ebbe luogo il 20 marzo). Coincidenza significativa: settantaquattro anni dopo, l'ultimo colpo di stato comunista, proclamato nell'agosto 1991 nel giorno della festa ortodossa della Trasfigurazione, si concluse tre giorni dopo (come i tre giorni di Cristo nel sepolcro), il 22 agosto, festa di Maria Regina. Il regno annunciato nel 1917 era scandito da questa festa.
In che direzione va questa moltiplicazione di apparizioni che oggi proliferano in tutto il mondo, particolarmente negli Stati Uniti (dove non ce n'erano) e in Italia? Certo, non tutto è genuino. Può trattarsi di un fenomeno in parte contagioso e amplificato da vari fattori (l'attuale ondata di religiosità, « liberalizzazione » delle apparizioni a lungo represse dal diritto canonico, ecc.). Ma molte di queste apparizioni, rivelano una profonda qualità spirituale e suscitano un vasto movimento di conversione che si estende nel mondo.9

Il nuovo modo di attualizzarsi della presenza di Maria è un segno della fine dei tempi, secondo quanto diceva Montfort? O non è piuttosto il sintomo di una nuova epoca storica nella lotta della donna e del dragone (Ap 12), per far rifiorire il deserto e condurre noi al cielo? Si può fantasticare al riguardo. Non si possono fare pronostici. Ad ogni modo, le apparizioni della nostra madre celeste, quelle vere, ci esortano a « riscattare il tempo », a preparate i tempi nuovi che inaugureranno un terzo millennio migliore del secondo. In questa prospettiva Giovanni Paolo II ci ha esortò a preparare il bimillenario della nascita di Cristo insieme a Maria, come un nuovo avvento10, una nuova attesa della nascita di Cristo nel mondo: nascita escatologica alla gloria o nascita di un nuovo mondo cristiano. Secondo l'Apocalisse, la Vergine è solidale con le lotte della Chiesa, alle quali prende parte insieme a Cristo sin dall'origine, e sarà la prima a trionfare con lui.
Il cammino che Maria raccomanda al nostro mondo secolarizzato, ai nostri cuori divenuti pagani, è la consacrazione personale a Dio per mezzo di lei, poiché Dio, che si è affidato a lei per farsi uomo, ha affidato noi a lei per condurci alla sua vita divina.

NOTE
1 R. Laurentin, Strueture et théologie de Luc 1-2, Gabalda, Paris 1960; Les Évangiles de l'enfance du Christ, Desclée, Paris 1982; Les Évangiles de Noel, ibid., 1984; trad. it. cit.
2 Luigi Maria Grignion da Montfort, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, nn. 49-50, San Paolo, Cinisello Balsamo l9937, pp. 44-47 (cfr. Opere: I Scritti spirituali, Ed. Monfortane, Roma 1990, pp. 386ss).
3 Ibid., nn. 56-57.
4 Id., Preghiera infocata, nn. 15-16, in La Compagnia di Maria (cfr. Opere, I, cit., pp. 550).
5 Id., Trattato della vera devozione..., nn.13, 49, 50, 158; Il segreto di Maria, n 58 (cfr. Trattato, cit., San Paolo, p. 206; Opere, I, cit., p 330).
6 Id., Preghiera infocata, n. 13; Trattato della vera devozione..., nn. 50-54, 56-59.
7 R. Laurentin, Vie de Catherine Labouré, DDB, Paris 1980.
8 R. Laurentin, Lourdes. Documents authentiques, IV e VI, Lethielleux, Paris 1957-1966.
9 R. Laurentin, Dernières nouvelles de Medjugorje, n. 12, Éd. F.-X. de Guibert, 1993.
10 R. Laurentin, Un avent avec Marie vers l'an 2000, Fayard, Paris 1990.
 

Inserito Sabato 5 Luglio 2014, alle ore 9:49:48 da latheotokos
 
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