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  Presenza di Maria nella vita di S. Annibale Maria Di Francia 
Santi

Dal Volume III degli Scritti di Sant'Annibale Maria di Francia, Preghiere alla Madonna, Libreria Editrice Rogate, Roma 2007, pp. 8-18.



1. Sant’Annibale, una vita interamente mariana

L’intera esistenza umana di Annibale Maria Di Francia è contrassegnata da un amore tenerissimo, ardente e costante verso la gran Madre di Dio, Maria Santissima. Ella ha guidato i suoi passi sin dagli albori della sua vita ed ha segnato le tappe della sua formazione umana e sacerdotale, la fondazione degli Istituti, il suo servizio carismatico alla Chiesa. La sua devozione a Maria si colloca e deriva da contesti ben precisi, densi di spiritualità ed intensa religiosità mariana: la città di Messina, città di Maria, la famiglia Di Francia, la prima formazione spirituale ricevuta dai Cistercensi e contrassegnata da un forte tono eucaristico e mariano, la vita sacerdotale e religiosa guidata quasi per mano dalla Madonna, la dimensione mariana dell’Opera rogazionista, una vera e propria tessera dell’istituto. Quando diverrà fondatore, Annibale Maria maturo nella vita di fede, in una predica appunterà: «La vera devozione verso Maria consiste nell'esatta osservanza della legge cristiana: vero cristiano e vero devoto di Maria vuol dire un'unica cosa, onde non può essere vero devoto di Maria chi non è vero cristiano. Progredire nel cammino della cristiana perfezione vuol dire progredire nella devozione verso Maria»6. Sembra di sentire anzitempo analoghe espressioni di Paolo VI quando affermava che non si può essere cristiani senza essere profondamente mariani7. L'amore di Padre Annibale per la Madonna si concretizza anche in mirabili espressioni degne di un vero e proprio trattato di mariologia: «Oh dolcissima Immacolata Madre mia io vi amo dopo Dio sopra ogni cosa. Voi siete tutta la mia speranza, tutto il mio rifugio, la mia guida, la mia stella, la mia padrona, la mia signora, la mia madre» e, «L'intercessione di Maria è moralmente necessaria all'eterna salvezza». Egli mise la sua cetra a servizio di Maria e citava in tutti i discorsi. Uno studio chiaro, semplice, completo e documentato a riguardo della devozione di Annibale Maria Di Francia per la Madonna fu fatto il 1964 dal passionista P.Giacomo Pesce ed inserito nella Lettura XV del quinto volume della sua opera Mariale (Letture sulla Madonna), dal titolo «La Madonna e i Rogazionisti del Cuore di Gesù»8. Nelle due prime parti l'autore si sofferma a considerare il ruolo di Maria nella vita di sant'Annibale e trascrive numerose citazioni dai suoi scritti. Il rogazionista P.Luigi Alessandrà nel 1972 ha pubblicato la sua dissertazione di laurea alla Facoltà teologica presso la Pontificia Università di S. Tommaso, in Roma, «La Madonna negli scritti e nell'opera del Can. Di Francia». In essa definisce un capolavoro l'opera mariana del Di Francia, evidenziando come Egli «ha prevenu-to i tempi, ha prevenuto in qualche cosa il Vaticano II e quel movimento mariano voluto e promosso dal Concilio, fu un movimento voluto e promosso dal Di Francia nelle sue opere e nei suoi figli»9.

2. Messina, città di Maria

Il titolo bene a ragione si addice alla città dello Stretto, sia perché tra le sue antiche e nuove chiese se ne contano un’ottantina circa dedicate a Maria sotto i vari titoli, sia, soprattutto, per il privilegio a Lei riservato, la lettera che, secondo una antica tradizione, la Madonna avrebbe fatto pervenire agli abitanti di Messina. Una delegazione formata da Salvatore Girolamo Driggiano, Ottavio Brizio, Marcello Bonifacite e dal centurione Mulè10, fu inviata dal Senato di Messina a Gerusalemme per ossequiare la Madre del Salvatore e fu a Lei presentata dall’apostolo Paolo, che sarebbe stato a Messina a predicare il Cristianesimo. La Vergine Maria rispose all’ossequio inviando ai messinesi una lettera che termina con le parole: Benediciamo voi e la stessa città. Di qui il titolo della «SS.ma Vergine della Sacra Lettera» con la quale la Madonna è venerata patrona principale della città e dell’archidiocesi di Messina. Titolo e prerogativa della città mariana, sono espressi anche dall'iscrizione a caratteri cubitali «Vos et ipsam civitatem benedicimus»,collocata sul basamento della colonna situata all’imbocco del porto di Messina, che sorregge la grandiosa statua bronzea della Madonna della Lettera, inaugurata il 12 agosto 1934, benedetta da Pio XI e da lui illuminata da Roma, attraverso con un congegno elettronico ideato da Guglielmo Marconi.

3. La famiglia Di Francia, una famiglia mariana

A fondamento della singolare devozione di Padre Annibale per la Madonna vi è un elemento caratteristico che proviene dalla nobile famiglia Di Francia, già nell'onomastica mariana. Nell'albero genealogico dei Di Francia-Toscano si incontra tra l'altro Francesco Maria, eccellente astronomo di Messina del 1700, Maria Grazia e Marianna, monaca e abbadessa di Santa Maria della Scala a Messina, Maria Luisa e Marianna Toscano, rispettivamente zia paterna e mamma di Padre Annibale. Il matrimonio tra il marchese Francesco Di Francia e la nobildonna Anna Toscano, genitori di Annibale Maria, fu celebrato la sera del 2 giugno 1847, primi vespri della solennità della Madonna della Lettera, nella chiesa di Santa Maria della Provvidenza (parrocchia San Lorenzo). La scelta di questa data probabilmente non fu casuale, trattandosi della maggiore solennità religiosa della città e diocesi di Messina. Era consuetudine dei coniugi Di Francia imporre ai loro figli come secondo nome, quello di Maria. Dal Registro degli Atti di nascita, sia per Annibale come per due dei suoi fratelli, Francesco e Caterina, il nome Maria risulta primo: Maria Annibale, Maria Francesco di Paola, Maria Caterina. Padre Annibale riteneva questo dato, che forse fu casuale, un motivo di gioia ed un segno di particolare predilezione da parte della Santissima Vergine: «In tal maniera voleva la Madonna farmi capire che mi prendeva sotto la sua particolare protezione, altrimenti mi sarei perduto!». E aggiungeva: «Penso che il diavolo dovette ben arrabbiarsi, quando la Madonna dispose quell’equivoco perché voleva fregiarmi del suo nome!»11. Fu particolarmente la mamma, donna Anna Toscano, ad introdurre Annibale Maria ad una devozione semplice ma profonda verso la Madonna. Il Vitale commenta: «E a giudicare da quanto egli operò in vi-ta sua per la Madre celeste, da quanto l’amò, dal filiale e tenero trasporto col quale a lei ricorreva nei momenti dell’angoscia e del dolore, e da quanto scrisse in prosa e in versi in suo onore, non possiamo dubitare che la Vergine Santissima gl’infuse, fin dai più teneri anni, una singolarissima devozione verso di lei, che gli attirò ogni grazia per serbare immacolata la stola dell’innocenza. Il Nome Santissimo di Maria formerà più tardi per lui oggetto di particolare predicazione, e in una solenne circostanza rivolgerà al popolo queste sentite esortazioni: «Beato e mille volte beato chi ha la fortuna di portare un sì augusto Nome, perché Maria gli darà grazie speciali: io esorto tutti i padri e le madri di famiglia di imporre ai loro figliuoli questo nome, ed io ho la fortuna di avere per primo nome quello di Maria. La mia pia genitrice, di felice memoria, era devotissima di questo Nome e per questo lo imponeva a tutti i suoi figli »12.

4. Avvenimenti mariani che si intrecciano con la vita di Annibale Maria

Basta scorrere la Cronologia riportata nella Positio per evidenziare i numerosi passaggi mariani che, per date ed eventi, caratterizzano la dimensione mariana della intera vita e dell'Opera di Padre Annibale. Si va dal suo inserimento nel collegio San Nicolò dei Cistercensi (1858), dove la devozione per l’Immacolata fu irrobustita dalla guida di padre Ascanio Foti, alla vestizione dell’abito ecclesiastico nella chiesa di San Francesco all’Immacolata (8 dicembre 1869); dall’inizio della carriera oratoria con un panegirico su «Maria Santissima della Provvidenza» nella chiesa di San Nicolò dei Cuochi (16 gennaio 1870), al conferimento della tonsura e dei primi ordini minori (ostiariato e lettorato), il giorno della festa del SS. Nome di Maria, nella cappella del Palazzo arcivescovile di Messina (1872);dalla pubblicazione del «Novenario in onore di Maria Santissima nel Titolo di Stella Mattutina» (1875), alla predicazione del mese di maggio del 1876 nella chiesa di S. Maria della Provvidenza durante la quale introduce a Messina la devozione alla Madonna di Lourdes; dall’ordinazione diaconale ricevuta nella chiesa del Monastero di Montevergine (26 maggio 1877), all’ordinazione sacerdotale, nella chiesa di santa Maria dello Spirito Santo (16 marzo 1878), all’apparizione della Madonna Bambina (31 maggio 1927). Predicazione, panegirici in onore di Maria, devozioni alla Madonna sotto i diversi titoli, particolarmente quello dell’Immacolata di Lourdes, intensi rapporti spirituali con anime devote della Madonna, o “predilette di Maria”, come nel caso di Melania Calvat, veggente de La Salette, sono elementi che contraddistinguono la dimensione mariana del suo essere e del suo fecondo apostolato carismatico e caritativo.

5. La mariologia al tempo di sant’Annibale

La cultura ottocentesca che si muove tra restaurazione, romanticismo e liberalismo, è permeata di una forte istanza restauratrice13, il cui intento guida la riedizione di opere mariane di un certo valore, e favorisce la sintesi della dottrina mariologica14. Nel secolo XIX sono pubblicati 26 trattati di Mariologia che manifestano la tendenza di questa dottrina a costituirsi in sistema scientifico, trattando di Maria come un complemento o appendice della Cristologia. Il 1843 viene pubblicato il Trattato della vera devozione a Maria di S. Luigi Maria Grignion di Montfort che conosce un successo straordinario e duraturo sia per l’afflato mistico che per l’impostazione cristocentrica, ecclesiologica e trinitaria. L’ottocento è un secolo di grandi apparizioni mariane: Rue du Bac (la medaglia miracolosa, 1831) La Salette (1846), Lourdes (1858), Pontmain (1871). È il secolo della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione ad opera di Pio IX, il 1854. Secondo i canoni della corrente romantica, l’Ottocento a livelli diversi, valorizza il sentimento. Gioacchino Ventura, famoso teologo e predicatore teatino, fondatore dell’Enciclopedia ecclesiastica e morale, definisce il culto di Maria «una specie di istinto religioso, un moto indeliberato, un bisogno del cuore»15. La presenza di Maria incide fortemente le opere di carità e beneficenza promosse da Ordini e Congregazioni religiose ed, in genere, l’impegno sociale. Sia le nuove famiglie religiose che quelle antiche riformate, esprimono la loro devozione mariana. Dopo la rivoluzione francese, sorgono 150 Congregazioni femminili che portano una denominazione mariana e fanno parte delle 700 circa nate nei secc. XIX e XX16. Il noto mariologo monfortano Stefano De Fiores annota che su «un piano più formativo e promozionale si pongono tanti sacerdoti e laici, uomini e donne, fondatori e fondatrici di istituti religiosi che spesso portano un nome mariano»17. Certamente tra questi fondatori si colloca Annibale Maria Di Francia con la sua vita e le opere carismatiche e caritative. Nel primo Novecento «sembra che la Mariologia ruoti su se stessa o cerchi un equilibrio nel confronto intraecclesiale senza preoccuparsi dell’impatto con la società e i suoi problemi»18. Nel 1917 avvengono le apparizioni della Madonna a Fatima. La formazione e la devozione mariana di sant’Annibale, sono stati sicuramente determinati ed influenzati dai libri sulla Madonna più diffusi nell’Ottocento: il famoso e controverso testo in otto libri «La Mistica città di Dio», della venerabile Suor Maria di Gesù, abbadessa del Monastero delle Concezioniste di Ágreda (1670), culmine della letteratura barocca del secolo XVII19, il capolavoro mariano di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, «Le glorie di Maria», pubblicato a Napoli in due volumi il 175020, le opere di Luigi Maria Grignion di Montfort, «Il Mese di Maria ossia di Maggio» del gesuita Alfonso Muzzarelli (1875), «I quindici sabati del SS.mo Rosario» di Bartolo Longo (1877)21.

6. Una singolare caratteristica

La devozione mariana in Annibale Maria crebbe con la vita e qualificò la sua identità sacerdotale, il carisma rogazionista, la fondazione degli Istituti, oltre che il suo personale itinerario di santificazione. Egli affermava: «L’amore tenero, profondo, dolce, soave verso la Gran Madre di Dio Maria SS.ma è quella fiamma di amore che forma i santi, quella fiamma che non può discompagnarsi dall’amore di Dio e senza la quale nessuna grazia del Signore può ottenersi. L’Immacolata Signora si è Colei che forma l’amore di tutti i predestinati»22, quasi a dire: nessun santo diventerebbe tale se non fosse particolarmente devoto di Maria. Consapevole di trovarsi solo provvisoriamente a svolgere il servizio caritativo nel Quartiere Avignone, a Messina, Padre Annibale si sentiva invece chiamato a vivere da Carmelitano scalzo, per mettersi più direttamente alla scuola di Maria. In questo intento riuscì solo in parte, facendo la sua professione come Terziario il 30 agosto 1889 assumendo il nome di fra Giovanni Maria della Croce23. A seguito di ciò volle che l’abito delle sue suore, le Figlie del Divino Zelo, in onore della Madonna del Carmelo, richiamasse il colore di quello dei Carmelitani. Sono diventati slogan comuni alcune sue affermazioni: «Non ama Gesù chi non ama Maria, e più si ama Maria, più si ama Gesù; nessuna devozione e virtù e neppure la salvezza eterna possono avere consistenza senza la devozione a Maria»24. Numerose testimonianze concordano che in ogni sua predica era presente Maria, che la sua devozione a Maria era tenerissima, che non c’era un titolo mariano che Egli non avesse illustrato25 e, se non ce n’erano altri, invocava Maria sotto tutti i titoli. «Non vi saranno tante stelle in cielo, nè così fulgide e risplendenti, per quanti titoli numerosi e smaglianti di celeste luce onorano Colei che Dio creò come meraviglia della sua onnipotenza, come abisso della sua grazia e come stupore di tutto l'universo. Tal si è la bellissima Immacolata Signora Maria, la quale è immensamente ricca e straricca dei nomi e dei titoli più belli e peregrini»26. Il Di Francia può essere considerato bene a ragione “apostolo della devozione alla Madonna di Lourdes”, dal momento che la introdusse nell’archidiocesi di Messina e ad Oria (Br). Una particolare menzione merita il titolo di Maria Madre della Chiesa proclamato solennemente da Paolo VI a chiusura della terza sessione del Concilio Vaticano II, il 1965, e già adoperato dal Di Francia sin dal 1880 in una preghiera al Signore per ottenere i buoni operai27 e nella preghiera alla Santissima Vergine Maria del 1890.

7. Alcune peculiarità

«Il titolo mariano che maggiormente colpì il Padre, e in cui si accentrarono tutti i suoi amori per la Madonna, fu quello di Immacolata »28. Ciò fu sicuramente determinato sia dalla devozione prati-cata nella sua famiglia, particolarmente dalla mamma donna Anna, che dalla definizione dogmatica di Pio IX. I pezzi giornalistici, le composizioni poetiche, le preghiere, le riflessioni, la consacrazione delle sue opere all’Immacolata, fino a dichiararla Divina Superiora (l’8 dicembre 1904 per le Figlie del Divino Zelo, il 2 luglio 1913 per i Rogazionisti), testimoniano chiaramente la sua grande devozione. Il culmine della stessa consiste soprattutto nella vita di consacrazione a Lei nello spirito della Sacra Schiavitù di amore, secondo l’insegnamento e la spiritualità di san Luigi Maria Grignion di Montfort, allora beato, autore di due fortunate pubblicazioni, il Trattato della vera devozione a Maria e Il Segreto di Maria. Già intorno al 1876 o 1877, con una formula contenuta in una novena all’Immacolata, egli fa la sua consacrazione alla Madonna come schiavo. Questo epiteto, a dire dei biografi, in quel periodo, deve ritenersi una spontanea dichiarazione a lui suggerita dalla profonda devozione mariana, non certamente in relazione alla pratica del Montfort, allora sconosciuta in Italia, almeno fino al 1887. Il 10 giugno 1888, dopo avere avuto tra le mani la traduzione italiana del Trattato del Montfort, Padre Annibale fece la sua consacrazione alla Madonna, con una formula originale, che rispecchia la dottrina del Montfort. Il 13 maggio 1906 nella chiesa Maria Regina dei Cuori dei padri Monfortani a Roma, fece la sua consacrazione nello spirito della Sacra Schiavitù e tale pratica introdusse nei suoi Istituti. Altre consacrazioni alla Madonna le ripeterà poi lungo l’arco dell’intera sua vita e lascerà all'Opera l'impegno di una adeguata preparazione e della consacrazione alla Madonna in occasione della solennità dell'Immacolata. La consacrazione a Maria è ripetuta ogni giorno nella preghiera mattutina, negli Istituti rogazionisti. Una devozione davvero singolare che Padre Annibale praticò, fonte ispiratrice non solo di componimenti e preghiere, ma anche di iniziative, industrie spirituali efficaci e coinvolgenti, fu quello verso Maria Bambina, la Bambinella, autentica poesia del suo cuore. Ciò fu determinato sicuramente dalla necessità di presentare ai piccoli ed ai poveri del Quartiere Avignone ed ai suoi primi religiosi e religiose il grande significato di una autentica devozione mediato dalla semplicità dei segni, come era avvenuto con Gesù Bambino. A questa devozione il santo Fondatore era particolarmente legato e vi aveva connesso anche la Casa femminile di Taormina con la funzione annuale della Presentazione di Maria al Tempio, la cui memoria è documentata dalla stanza del cosiddetto Conservatorio, o della Divina Superiora. Secondo la tradizione rogazionista documentata dal testimone oculare, il religioso fratello Michelino Lapelosa, la Madonna Bambina, la mattina del 31 maggio 1927, vigilia della sua morte, apparve a Padre Annibale preludendogli la luce e la gioia del Paradiso.

8. Una spiritualità semplice

Le preghiere e le pratiche di pietà mariana, come altre preghiere, furono scritte da sant’Annibale «ad uso delle Case presenti e future di questa pia Opera». Egli ne raccomandava «l’uso santo, secondo le prescrizioni dei regolamenti interni e del calendario annuo ». In esse, i teologi censori degli Scritti hanno riscontrato ed evidenziato una spiritualità semplice, espressa in molteplicità di pratiche e devozioni, una pietà mariana non esente da quelle forme retoriche e ingenue che si trovano nei libri popolari, avida di motivi miracolistici e di elementi spettacolari come la «consegna» a Maria di tutto ciò che appartiene all’Istituto. Si riscontrano inoltre alcune improprietà ed intemperanze verbali.

NOTE
6 DI FRANCIA A. M., Scritti, vol. 22, p. 73.
7 Cfr. il discorso tenuto al santuario della Madonna di Bonaria, in Sardegna il 24 aprile 1970.
8 Cfr. Ed. Massimo, pp. 290-312.
9 Cfr. p. 174.
10 Il testo è più volte riprodotto in varie pubblicazioni agiografiche e storiche ed anche nel Corpus Inscriptionum Latinarum (C.I.L.), X, Inscriptiones Bruttiorum Lucaniae Campaniae Siciliae Sardiniae Latinae, ed. Theodorus Mommsen, Berolini 1883, X. Pars prior, 1042. Cfr. FOTI G., Storia, arte e tradizione nelle chiese di Messina, Grafo Editor, Messina 1983, pp. 27, 31; SAMPERI P., Iconologia della gloriosa vergine Madre di Dio, protettrice di Messina, Messina 1644, pp. 51-85.
11 Cfr. VITALE, pp. 7-8.
12 VITALE, p. 8.
13 Cfr. DE FIORES S., Maria sintesi di valori. Storia culturale della mariologia, Cinisello Balsamo, 2005, pp. 284-288.
14 Cfr. L. DA CASTELPLANIO, Maria nel consiglio dell’Eterno, ovvero la Vergine predestinata alla missione medesima con Gesù Cristo, Napoli 1872-1873, 4 voll., citato da De Fiores.
15 Citato da DE FIORES, in Maria sintesi di valori, p. 297.
16 Cfr. KOEHLER TH., Storia della mariologia, in «Nuovo dizionario di Marialogia» a cura di Stefano De Fiores e Salvatore Meo, Cinisello Balsamo, Paoline, p. 1399.
17 DE FIORES, Maria sintesi di valori, p. 304; ID., Storia della mariologia, in «Maria. Nuovissimo dizionario», Bologna, Dehoniane, 2006, vol. 2, p. 1665.
18 ID., Storia della mariologia, p. 1666.
19 Sono ritenuti una delle più importanti opere mariane della letteratura cattolica e della mistica cristiana. Dopo la morte dell’autrice, l’opera venne ripresa e revisionata accuratamente dai teologi. Seguì nel 1670 la stampa della prima edizione a cura della tipografia reale di Madrid, che si diffuse in modo incredibilmente rapido. Tra il 1681 e il 1684 furono approntate altre edizioni. Anche l’Inquisizione spagnola esaminò questi scritti e sancì la loro approvazione. Le edizioni si moltiplicarono anche in altri luoghi con numerose traduzioni in diverse lingue.
20 Il testo «Le Glorie di Maria», "agente ed eco della Mariologia moderna" riuscì proficuo in quel tempo di decadenza scolastica, come studio e come esercizio spirituale e divenne il testo classico di formazione e spiritualità mariana per diversi Istituti religiosi.
21 Secondo lo storico rogazionista Teodoro Tusino, alcune opere mariane che Annibale Di Francia studiò nella sua gioventù furono: «La Madre di Dio di P. Gioacchino Ventura; Il mese di maggio dei predicatori, grosso volume, prezioso perché a fine di ogni predica portava un’appendice di un nutrito florilegio patristico; Maria nel Consiglio dell’Eterno, di P. Ludovico da Castelplanio dei frati minori, opera in tre volumi; Il Piede della Croce, di P. Faber; seguono poi i libri che ebbe sempre tra mano: Le glorie di Maria di S. Alfonso, Il Trattato della vera devozione a Maria di S. Luigi Grignion De Montfort, la Mistica Città di Dio della Venerabile D’Ágreda a cui va aggiunto il Vigo: Storia dei Santuari mariani in tutto il mondo, opera in 12 volumetti. Aveva inoltre il Padre una profonda conoscenza della storia religiosa di Messina, perché egli sentiva vivissimo in cuore l’amore per la sua città, assai ricca di memorie sacre, specie di santuari mariani. Questa cultura il Padre mise a servizio del suo cuore nell’esaltare la Madonna nelle numerose prediche che tenne ai fedeli e nelle quotidiane conversazioni familiari coi suoi figliuoli. […] il Padre tratta della Madonna secondo la mariologia del suo tempo e non in termini di rigore scientifico, ma, salva sempre l’ortodossia della dottrina, in una forma oratoria popolare, quale richiedeva, ieri come oggi, lo spirito pastorale di chi parla alla massa dei fedeli. Egli annunzia le verità sulla Madonna secondo la teologia, la tradizione, la storia, l’insegnamento dei Santi, ma sempre sorvolando sulle questioni che dividono i teologi. La Madonna è la Madre di Dio e degli uomini, la Madre della Chiesa, l’Immacolata, la Corredentrice, la Mediatrice e basta, eliminando distinzioni e sottodistinzioni…». Cfr. TUSINO T., L’Anima del Padre. Testimonianze, Roma 1973, pp. 342-343.
22 Cfr. A. M. DI FRANCIA, Scritti, vol. 45, p. 160.
23 Cfr. TUSINO, L’Anima del Padre, p. 323, nota 1.
24 A. M. DI FRANCIA, Scritti, vol. 61, p. 184.
25 Il suo fervido e attivo apostolato lo rese infaticabile cantore di Maria sotto il titolo di Immacolata, Madonna della Sacra Lettera, dolori di Maria, Maria Bambina, Madonna della Salette, Madonna del Carmelo, Madonna di Pompei, SS.ma Vergine, Stella Mattuttina, Madonna della Mercede (una delle sue prime devozioni), Madonna della Vena, Madonna della Guardia. Interessanti i titoli mariani ed i rispettivi inni che a partire dal 1887 fino al 1927 diede alla Madonna e fece cantare in occasione delle Feste eucaristiche del 1° Luglio. Cfr. DI FRANCIA, Gli inni del 1° luglio, Messina, Scuola Tipografica Antoniana, 1940.
26 A. M. DI FRANCIA, Scritti, vol. 54, p. 203.
27 Cfr. DI FRANCIA, Preghiere al Cuore SS.mo di Gesù, Messina, Tipografia Quartiere Avignone, p. 11; Scritti, vol. 54, p. 187.
28 Cfr. TUSINO, L’Anima del Padre, p. 352.

Inserito Mercoledi 23 Luglio 2014, alle ore 18:21:07 da latheotokos
 
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