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  Santa Maria nella musica del 1400 
Musica

Un articolo di Angelo M. Gila, in Santa Maria "Regina Martyrum", XV (2013) n. 2, pp. 42-44.



 Nel 1400 l'epicentro della vita musicale europea si sposta dalla Francia e si centralizza nel nord Europa. I maggiori musicisti del secolo provengono dal nord dell'Europa e specialmente dalle Fiandre francesi, belghe, olandesi (una regione che occupava il territorio degli attuali Belgio e Olanda e Francia settentrionale)1. Lo sviluppo delle arti e della musica in particolare in questa regione fu favorito da una situazione di notevole prosperità economica. Si formò pertanto l'importante scuola franco fiamminga, un movimento di rinnovamento musicale caratterizzato dal grande sviluppo della polifonia che pose le basi per lo sviluppo dell'armonia moderna. I polifonisti franco-fiamminghi del quattrocento si possono definire i grandi architetti della musica perché con enorme e faticosa maestria ne hanno evidenziato le possibilità e scoperto le sue nascoste ed imprevedibili potenzialità. Il gusto polifonico si sparse velocemente nell'Europa umanistica, fenomeno, questo, dovuto anche al fatto che i musicisti fiamminghi erano viaggiatori ed emigrarono in Italia, Spagna, Francia e Germania, facendo conoscere il loro stile che, anche grazie all'invenzione della stampa, si diffuse rapidamente dando vita al primo vero stile internazionale come in altri tempi fino al secolo IX era stato lo stile gregoriano.

La scuola polifonica fianninga

Mentre nel trecento si era creata una certa allergia verso la musica sacra ora invece i grandi musici di Fiandra, compresi della "serietà" delle loro costruzioni musicali, si orientarono verso la Chiesa dedicando proprio alla Chiesa i loro capolavori musicali. Significativo il fatto che abbiano non di rado dedicato il loro estro musicale alla Madre del Signore. Il centro dello sviluppo della scuola polifonica fiamminga era spesso la cappella della cattedrali delle città di solito finanziate dalla borghesia benestante. Gli allievi, inizialmente ammessi come cantori, avevano l'opportunità di seguire un percorso di apprendimento completo. I musici fiamminghi approfondirono le ricerche sulla polifonia e portarono al massimo grado la polifonia organizzandola secondo schemi compositivi molto complessi, tanto da produrre brani anche a trenta voci o presentare composizioni che sono degli autentici labirinti enigmatici. Se ci interroghiamo su quale effetto può produrre in noi moderni l'audizione di una Messa fiamminga del Quattrocento tra le varie risposte questa mi pare la più vera: «Immaginiamo un globo di suoni, fluido e pure compatto, il quale incominci a ruotare davanti ai nostri occhi e ci dia subito il senso spaventoso di non potersi più fermare. La forza che lo anima non è una forza umana ma divina»2. Le forme musicali maggiormente impiegate dai compositori fiamminghi furono la messa e il mottetto per il genere sacro; il mottetto e la chanson per quello profano. Le Messe sono state il genere musicale preferito dai fiamminghi. In questo caso si trattava di porre in musica le cinque parti "fisse" del servizio divino: il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus (con Benedictus) e l'Agnus Dei. Le cinque «parti» si traducevano in cinque «pezzi» musicali ben stagliati, ben costruiti, ben compiuti. I maestri compositori, poi, potevano anche musicare qualcuna delle parti mobili come ad esempio un Offertorio che veniva eseguito fra il Credo e il Sanctus. Il Mottetto fiammingo si presenta tipico rispetto ai secoli precedenti. Le tre voci originarie aumentano da quattro fino a dodici; i testi trattano argomenti sacri e si servono della prosa latina; la linea melodica è ben connessa con le altre parti. Prevale la tecnica del Discanto, ossia la pratica del moto contrario, per cui quando in urta composizione polifonica una voce sale, un'altra discende. Le Chansons fiamminghe si segnalano per gli straordinari effetti di colore e per il nascente senso dell'armonia tonale.

I grandi maestri fiamminghi

Guillaume Dufay (1397-1474) è uno dei maggiori musicisti del Quattrocento. Le sue numerose composizioni sacre e profane hanno come caratteristica una singolare dolcezza. Tra le molteplici composizioni sacre occupano un posto di rilievo quelle di carattere mariano. Ricordiamo la Messa De beata Virgine, il mottetto a 4 voci Ave Regina caelorum, Gaude Virgo Mater Christi a 3 voci, la canzone "Vergine bella" nella quale la dolcezza della musica si sposa con la delicata poesia del Petrarca. Nel suo testamento dispose che presso il suo letto di morte venissero cantati il suo inno Magno salutis gaudio e il suo mottetto Ave Regina caelorum che si concludeva con l'aggiunta "Abbi pietà del tuo Dufay che sta spegnendosi". Da rilevare che quando il mottetto arriva a queste parole la musica suscita un brivido di umana commozione con un improvviso accordo in tonalità minore.
Ockeghem è un maestro fiammingo autore di composizioni polifoniche monumentali per il moltiplicarsi delle voci e per la crescente complessità. Egli arrivò a comporre uno sbalorditivo mottetto a 36 voci intitolato Deo gratias. Va comunque ricordato che egli non fu soltanto uno spettacolare architetto musicale. Ci sono nella sua musica momenti di intensa interiorità e di forte suggestione; il gusto dell'armonia morbida che prelude alla musica del Rinascimento italiano. Erasmo da Rotterdam lo definì: "principe dei musicisti".
Josquin Des Pres (1450-1521) portò al massimo fulgore la polifonia fiamminga. Lutero che era un uomo "musicale" ha potuto dire di questo maestro: «Gli altri maestri devono fare come vogliono le note, ma Josquin è il padrone delle note, ed esse hanno dovuto fare come ha voluto lui». Le sue composizioni musicali sono di grande potenza espressiva: e riescono ad integrare parola e musica. Una delle opere più significative e carica di emozioni è lo Stabat mater a cinque voci. Degno di particolare attenzione è il mottetto Ave Maria gratia plena a quattro voci: le parole non sono della "comune Ave Maria" ma di un testo poetico più ampio ed articolato denso di contenuti teologici e ricco di accenti di sincera pietà. Significativo il passo espresso con intensa e vibrante musicalità: "O Madre di Dio, ricordati di me".

Le Scuole musicali nel '400

Se è vero che lo stile dei grandi maestri fiamminghi si diffuse rapidamente dando vita nel '400 al primo vero stile internazionale come in altri tempi era stato lo stile gregoriano, va tuttavia rilevato che le varie scuole musicali nazionali continuarono a produrre opere significative profane e soprattutto sacre. Certo ci sono differenze enormi tra le varie scuole. In alcune fioriscono novità mentre in altre prevale il culto del ripetitivo o per usare un detto dell'epoca in alcune zone si iubila mentre in altre soltanto si canta. Limitando l'attenzione alle composizioni sacre mariane, rileviamo nella musica inglese, francese, tedesca, italiana, spagnola una costante presenza di composizioni mariane di buona fattura e di vero interesse. Si tratta in genere di messe e mottetti. I testi musicati sono ordinariamente le Antifone della Beata Vergine, gli inni come il Magnificat, l'Ave Maris stella, le preghiere quali Ave Maria, Salve Regina. Da rilevare un grande fervore mariano nella musica inglese. Degne di nota sotto l'aspetto musicale le Antifone della Beata Vergine e alcuni versetti del Cantico dei Cantici del monaco benedettino Lionel Power (t1445). Al maestro tedesco Gaspar van Weerbecke dobbiamo uno dei primissimi Stabat mater. E' significativo rilevare che i più grandi maestri del tempo hanno dato ampio spazio alla Vergine Madre del Signore nelle loro opere musicali.

Per approfondire:
P. SANTUCCI, La Madonna nella musica, Bologna 1988, Vol. I, 211-286.
G. CONFALONIERI, Storia della musica, Milano 1975, 72-87.
Enciclopedia della musica, Garzanti, 1017-1018.

NOTE
1 Regione nord-occidentale estesa per la maggior parte in Belgio e in minor parte nella Francia settentrionale e nell'estremo settore sud-occidentale dei Paesi Bassi.
2 G. CONFALONIERI, Storia della musica, Milano, ed. Accademia, 78-79.

 

Inserito Mercoledi 13 Gennaio 2016, alle ore 9:34:13 da latheotokos
 
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