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  Il Rosario, preghiera evangelica e cristologica 
Magistero

Un compendio del mariologo Antonino Grasso su questo aspetto del Rosario nel Magistero Pontificio da Leone XIII a Giovanni Paolo II.



1. Il Rosario preghiera evangelica e cristologica  

Il Rosario è il compendio di tutto quanto il Vangelo1 perché dal Vangelo trae l’enunciato dei Misteri e le principali formule; al Vangelo si ispira per suggerire, muovendo dal gioioso saluto dell’angelo e dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve recitarlo; del Vangelo ripropone, nel susseguirsi armonico dell’Ave Maria, un mistero fondamentale – l’Incarnazione del Verbo – contemplato nel momento decisivo dell’annuncio fatto a Maria. Il Rosario è, dunque, universalmente riconosciuto come preghiera evangelica.2 Centrato sul mistero dell’Incarnazione redentrice, il Rosario è di conseguenza una preghiera di netto orientamento cristologico. Il suo elemento caratteristico che è la ripetizione litanica del “Rallegrati Maria!”, è esso stesso lode incessante a Cristo, termine ultimo dell’annuncio dell’angelo e del saluto di Elisabetta. L’Ave è quasi l’ordito sul quale si sviluppa la contemplazione stessa dei misteri. Infatti, il “Gesù” di ogni Ave Maria, è quello stesso che la successione dei misteri ci propone di volta in volta nelle varie situazioni della sua nascita, del suo dolore, della sua gloria3 ed anche della sua manifestazione e predicazione pubblica.4    

2. Cristo cuore del Rosario  

Ogni volta che noi recitiamo la corona, ripensiamo all’opera ammirabile della nostra Redenzione5 per cui, contemplando i misteri, ci ritroviamo in intima comunione di pensiero e di sentimento con gli insegnamenti e la vita di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria, venuto sulla terra a redimerci, istruirci e santificarci, nel silenzio della vita nascosta fatta di preghiera e di lavoro,6 nell’annuncio del Regno,7 nei dolori della sua beata passione e nel trionfo della sua resurrezione ed ora assiso glorioso alla destra del Padre assiste e vivifica costantemente la Chiesa da lui fondata e progrediente nel suo cammino attraverso i secoli.8 Il Rosario, dunque, ci immette in modo quasi naturale nella vita di Cristo e ci fa come respirare i suoi sentimenti; ci spinge a formare con lui una vita di piena comunione; ci fa comprendere come la nostra perfezione consiste nell’essergli conformi e consacrati.9 La meditazione dei misteri, così, spinge l’orante a seguire il sentiero battuto da Cristo e da sua madre, specchiandosi quotidianamente nei loro esempi; ad approfondire la conoscenza delle principali verità di fede che fa sbocciare l’amore per il Redentore   divino;10 a ricordare e attualizzare le grandi opere compiute da Dio per la nostra salvezza che trovano in Cristo il loro completamento e culmine; a riconoscere in Cristo il vero  e unico Maestro, rivelatore e rivelazione stessa di Dio; a conformare sempre di più il nostro comportamento alla sua logica, animandoci degli stessi sentimenti che furono i suoi e a rivestirci di Lui.11 Alla scuola del Rosario impariamo anche a ringraziare il Signore venuto a salvarci; ad approfondire il vincolo d’amore che tutti a lui ci unisce; a rispettare e donare la vita; a riconoscere nel Signore la luce che viene ad illuminare il suo popolo e la nostra esistenza; ad accettare la sua Croce, ad aiutare i fratelli a portarla; ad essere fedeli alla sua Parola e a servirlo mettendogli a disposizione tutti i talenti che ci ha donato; ad aprirci come lui all’accoglienza dei poveri, degli orfani, degli anziani, dei malati, dei deboli e dei perseguitati; a rinvigorire la nostra fede in Lui e abbandonarci al santo volere di Dio; ad amare e servire la sua Chiesa; a tendere a Lui come nostro ultimo fine; a riconoscere Maria come sua e nostra santissima madre.12  

3. I misteri di Cristo contemplati nel Rosario  

Il Rosario propone alla nostra meditazione, sotto forma di tanti quadri,13 i principali misteri della nostra religione,14 quelle verità di fede, cioè, che ci parlano dell’Incarnazione e della Redenzione di Cristo.15 Questi misteri sono i misteri della gioia, i misteri della luce, i misteri del dolore e i misteri della gloria.16
- I misteri della gioia ci fanno rivedere il Figlio eterno di Dio che si abbassa verso l’uomo e ne assume la natura umana con l’assenso di Maria che lo concepisce verginalmente; che santifica Giovanni attraverso il saluto di Maria; che nasce dalla Vergine e viene adorato dai pastori e dai Magi, primizie della fede; che si offre a Dio Padre nel tempio; che è ritrovato dopo il suo misterioso smarrimento.17 Questi misteri sono caratterizzati dalla gioia messianica che scaturisce dall’evento dell’Incarnazione e ci ricordano che il cristianesimo è, anzitutto, “buona notizia” il cui contenuto sta nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo.18          
- I misteri della luce19 ci mostrano il Cristo che riceve il Battesimo nel Giordano da Giovanni; che a Cana compie il primo dei suoi segni con cui apre alla fede il cuore dei discepoli, grazie all’intervento di Maria; che annuncia il regno di Dio e invita alla conversione; che manifesta la gloria folgorante della divinità nella Trasfigurazione; che istituisce l’Eucaristia con cui, sotto i segni del pane e del vino, si fa nostro nutrimento con il suo corpo e il suo sangue, testimoniando sino alla fine il suo amore per l’umanità.20
- I misteri del dolore ci mostrano ancora il Figlio di Dio oppresso da spasimo nell’orto degli ulivi; flagellato, coronato di spine, condannato a morte e crocifisso sul Calvario.21 Questi misteri, fissati su alcuni momenti della passione di Cristo, portano il credente a rivivere la morte del Signore, ponendosi accanto a Maria che sta presso la Croce, per penetrare con lei l’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentire tutta la sua forza rigeneratrice.22
- I misteri della gloria ci mostrano il Redentore vincitore della morte e asceso al cielo; ci invitano quasi ad accogliere lo Spirito Santo, supremo dono di Cristo alla sua Chiesa che non verrà mai meno, dono che Maria affretta con le sue preghiere; ci fanno contemplare Maria stessa assunta nella città santa di Gerusalemme, glorificata sopra i cori degli angeli, come regina e signora dell’universo.23 Questi misteri, ci fanno riscoprire le ragioni profonde della nostra fede fondata sul Cristo risorto e ci mostrano, attraverso Maria assunta e glorificata, il fine escatologico della Chiesa pellegrinante nella storia, alimentando la speranza cristiana.24 Contemplando devotamente questi altissimi misteri, si rimane rapiti per l’ineffabile opera della Redenzione dell’uomo e i fedeli ricevono un grande aiuto sia per alimentare la loro fede e preservarla dall’errore e dall’ignoranza e sia per elevare e fortificare il loro spirito.25    

4. I misteri di Cristo, misteri di Maria  

I misteri del Rosario ci presentano il Verbo fatto carne e Maria Vergine intatta e madre che santamente gaudiosa gli presta i suoi materni offici per cui, assieme ai misteri del Figlio, contempliamo anche i misteri della sua santissima madre,26 la pensiamo, cioè,  con affetto, la amiamo e meditiamo convenientemente la sua vita.27 Si può quindi affermare che il Rosario ricorda insieme, in un felice intreccio, i misteri di Gesù e di Maria.28
- Così, nei misteri gaudiosi vediamo il Figlio di Dio incarnarsi con l’assenso di Maria; santificare Giovanni per mezzo del saluto di Lei; nascere verginalmente da Lei; offrirsi al Padre per mezzo della madre; essere da Lei ricercato con ansiosa sollecitudine nel suo smarrimento.29
- Nei misteri luminosi in cui viene rivelato il Regno, ormai giunto nella persona stessa di Cristo, la presenza di Maria, tranne che a Cana, rimane nello sfondo. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna in qualche modo tutto il cammino di Cristo. La rivelazione che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre, sta a Cana sulla bocca di Maria e diventa la grande ammonizione materna che ella rivolge alla chiesa di tutti i tempi: “Fate quello che vi dirà”.30
- Nei misteri dolorosi non troviamo espressamente Maria, ma ella già da tempo conosceva e aveva presente quelle pene. Fin da quando, infatti, accolse l’annuncio dell’angelo, ella fu unita al Figlio nella dolorosa espiazione in favore del genere umano, così che durante i dolori e le sofferenze del Figlio soffrì nell’anima sua assieme a lui, fino allo stare presso la croce del Redentore dove, con sentimenti di amore immenso, ci accolse come figli, soffrendo con lui la morte del cuore trafitto dalla spada del dolore.31
- Nei misteri gloriosi, infine, ella gioisce in cuor suo per la gloria del Figlio trionfatore della morte e lo segue con materno affetto nella sua ascensione al cielo, rimanendo sulla terra consolazione e maestra della Chiesa nascente per la quale implora la pienezza dello Spirito consolatore. Ella stessa, poi, segue Cristo nella gloria del cielo dove, assisa sopra i cori degli angeli accanto a lui, la onoriamo regina e signora dell’universo.32
Recitando il Rosario, dunque, e ripensando all’opera della nostra Redenzione, contempliamo come se fossero presenti, tutti quei fatti che nell’ordine storico concorsero a fare di Maria la Madre di Dio e la madre nostra, partecipe a tutti i misteri di  Cristo. Questa contemplazione eleva il nostro animo a Lei, suscita in noi amore e gratitudine verso la nostra madre e irrobustisce la nostra volontà nel volerla imitare per mostrarci degni e riconoscenti di ciò che per noi ha compiuto.33 I misteri della nostra fede, attraverso il Rosario e in unione con Maria, possono in tal modo penetrare profondamente negli animi e recare il loro frutto che è quello di farci imitare ciò che essi contengono e di farci conseguire ciò che essi promettono;34 il Rosario si trasforma come nella via di Maria a Cristo, una via fatta di esempio, fede, silenzio e ascolto, e la devozione per lei si anima della consapevolezza dell’inscindibile rapporto che lega la Vergine a Cristo, per cui i misteri di Cristo sono anche, in certo senso, misteri della madre.35

NOTE
1 Cfr. PIO XII, Lettera Phylippinas insulas, all’Arcivescovo di Manila, 31 luglio 1946, in AAS, XXXVIII (1946).
2 Cfr. PAOLO VI, Esortazione Apostolica Marialis cultus, 2 febbraio 1974, AAS, LXVI (1974).
3 Cfr. Ibidem
4 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, 16 ottobre 2002, in AAS, 95 (2003) vol. 1.
5 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Adiutricem populi, 5 settembre 1895, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XV.
6 Cfr. GIOVANNI XXIII, Lettera Apostolica Il religioso convegno, 29 settembre 1961, in Discorsi, messaggi, colloqui, III.
7 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Enciclica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
8 Cfr. GIOVANNI XXIII, Lettera Apostolica Il religioso convegno, op. cit.
9 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
10 Cfr. PIO XII, Lettera Enciclica Ingruentium malorum, 15 settembre 1951, in AAS,  XLIII (1951).
11 Cfr. GIOVANNI PAOLO III, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
12 Cfr. GIOVANNI XXIII, Elevazioni sui quindici misteri dell’aurea corona, 1 ottobre 1961, in Discorsi, messaggi, colloqui, vol.  III.
13 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Grata Recordatio, 26 settembre 1959, in AAS, LI (1959).
14 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, 8 settembre 1892, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XII.
15 Cfr. GIOVANNI XXIII, Lettera Apostolica Il religioso convegno, op. cit.
16 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
17 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Jucunda semper, 8 settembre 1894, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XIV.
18 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
19 Nell’archivio della Curia Provinciale FF.MM. Cappuccini di Messina, si trova una breve opera dattiloscritta di Padre Damiano Chichi cappuccino dal titolo “Il Rosario della Madonna. Proposta. I Misteri luminosi” del 1993, in cui l’autore si augurava già allora l’aggiunta dei misteri della luce al Rosario che individuava nei seguenti cinque: la vita occulta di Gesù a Nazaret (Misterium consuetudinis vitae); il Battesimo di Gesù nel Giordano (Misterium Vitae supernaturalis); la Missione pubblica di Gesù che annuncia a tutti il Vangelo (Ministerium supernaturalis Alimenti); la Trasfigurazione sul monte Tabor (Misterium unionis utriusque foederis); l’Istituzione dell’Eucaristia (Misterium fidei). Anch’egli proponeva di porre i misteri luminosi tra i gaudiosi e i dolorosi per il semplice motivo che dopo il gaudio e prima del dolore di Cristo si dovesse “contemplare il fulgore o lo splendore che promanano dal pieno svolgimento e dalla piena manifestazione della sua vita divina”. Padre Chichi inviò la sua composizione e la sua proposta all’allora Prelato del Santuario della B. Vergine del Rosario di Pompei, Mons.  Francesco Saverio Toppi, anch’egli cappuccino, il quale in  data 3 dicembre 1993 rispose che, pur riconoscendo la validità dell’aggiunta ed essendo in linea di massima d’accordo anche nell’adottarla, non poteva in realtà farlo a causa di diversi e gravi motivi contingenti, ecclesiali, storici, devozionali e culturali. Il Prelato comunque, riferendosi sempre alla proposta, scriveva: “penso che bisogna continuare su questa strada e lasciare al tempo e alla coscienza ecclesiale di maturarla e forse infine di introdurla”. Fu il fascicolo inviato a Pompei segnalato al papa e preso in considerazione? La Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II, dà comunque piena ragione a Padre Chichi, anche se al posto della Vita occulta di Gesù a Nazaret, in realtà implicitamente compresa in quelli gaudiosi, pone come secondo mistero luminoso le Nozze di Cana. Padre Damiano Chichi, uno di cinque fratelli divenuti tutti cappuccini, mori il 11 giugno del 1998. (Cfr. CHICHI D., Il Rosario della Madonna, proposta, i misteri luminosi, Curia Provinciale FF. MM. Cappuccini, Messina 1995; cfr. CHICHI C., La Famiglia Chichi, una famiglia con Francesco d’Assisi, Messina, 2001).
20 Cfr. Ibidem
21 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
22 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
23 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
24 Cfr. GIOVANNI PAOLO III, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
25 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Octobri mense, 22 settembre 1891, in in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XI.
26 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Magnae Dei matris, op. cit.
27 Cfr. PIO XII, Lettera Phylippinas insulas, op. cit.
28 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Octobri mense, op. cit.
29 Cfr. Idem, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
30 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.
31 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Jucunda semper, op. cit.
32 Cfr. Ibidem
33 Cfr. LEONE XIII, Lettera Enciclica Adiutricem populi, op. cit.
34 Cfr. LEONE XIII,Lettera Enciclica Fidentem piumque, 20 settembre 1896, in Leonis XIII Pontificis Maximi Acta, ex Typographia vaticana, Romae, XVI.
35 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, op. cit.

 

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Inserito Martedi 25 Ottobre 2016, alle ore 12:31:59 da latheotokos
 
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