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  Maria nel XII secolo 
MedioevoDal libro di L. Gambero, MARIA NEL PENSIERO DEI DOTTORI LATINI MEDIEVALI, E.P., Cinisello Balsamo 2000.

Introduzione

Il XII secolo è’ stato definito un secolo mariano, perché Maria fu al centro di molteplici interessi sia nella ricerca dottrinale ed esegetica, come nel campo liturgico e della devozione popolare.Si assiste anche al recupero della tradizione dei Padri, aprendo questo delle prospettive nuove per la buona conoscenza del passato, ma anche come stimolo verso la ricerca di novità valide e originali. Molte cattedrali vengono costruite e dedicate a Maria, si frequentano in massa i santuari mariani, si diffonde la preghiera della “Salve Regina” e dello “Stabat Mater”.
Mentre tuttavia viene chiarita la dottrina riguardante la maternità divina, stenta ancora ad entrare nella convinzione dei teologi la preservazione di Maria dal peccato originale, per l’impossibilità di collegare questo con la redenzione universale operata da Cristo. Più sicura appare invece la dottrina dell’assunzione di Maria al cielo, anche se molti autori sono guardinghi nel parlare sul destino del corpo di Maria.

Bernardo di Chiaravalle (1090-1153)

In tema di dottrina mariana, Bernardo è l’autore che ha letteralmente dominato tutto il secolo e influito decisamente anche su quelli futuri. Anche se i suoi scritti mariani sono relativamente pochi, egli parla della Vergine con uno straordinario impeto carismatico.
- 1090: nasce in Borgogna a Fontane-lés-Dijon
- 1112: è ammesso al monastero di Citeux, culla dell’ordine cistercense che da lui riceverà impulso e godrà una diffusione impressionante
- Fonda il monastero di Clairvaux (Chiaravalle), posto sotto la protezione della Vergine e da lui diretto come abate per 38 anni.
- Diviene un personaggio di primo piano nella vita religiosa e politica del suo tempo, consigliere di papi e sovrani.
- 1153: muore a Chiaravalle in un momento in cui il monastero contava oltre 700 monaci e i cistercensi erano sparsi in 165 fondazioni
Il suo insegnamento e la sua devozione mariana sgorgano dal fondo della sua personalità robusta, ricca di capacità mistiche e contemplative a cui si aggiunge una grandissima e affascinante capacità oratoria, capace di saper comunicare con impeto questa ricchezza interiore. Ancora oggi la lettura dei sermoni mariani affascina e meraviglia.

Tra le opere tipicamente mariane abbiamo i sermoni:
- In Adventu Domini
- Super missus est
- Sermo infra Octavam Assunptionis B:M:V:
- Sermo in Nativitate BM:V: De aqueductu
- Sermo de Mariae purificatione et Christi circoncisione
- Epistola 174 ai canonici di Lione contro la festa della Concezione

Maria nel mistero dell'Incarnazione
La grandezza e la dignità di Maria affondano le loro radici nel mistero dell’Incarnazione, in cui il Figlio di Dio diventa figlio di una creatura. Incarnazione e maternità divina, sono due verità che stanno alla base di tutto il pensiero mariano di S. Bernardo. In Maria, egli contempla soprattutto la responsabilità della risposta data all’angelo, le virtù e la disposizione interiore, soffermandosi soprattutto sull’umiltà e la verginità che considera i due cardini intorno ai quali ruota l’intera sua esistenza .

Maria tra Cristo e l'umanità
Accanto a questa prospettiva cristologia, Bernardo pone Maria anche in quella soteriologia e cioè parla della sua apertura e disponibilità nei confronti delle creature cosa intimamente legata alla sua elezione a Madre di Dio. Questo, infatti, comporta dei precisi doveri e delle funzioni a favore del genere umano. Maria è vista da Bernardo come la mediatrice dell’intera creazione, perché in lei si sono incontrati Dio e l’umanità. L’adozione divina a cui il cristiano è chiamato passa attraverso il mistero dell’incarnazione dove è presente ed operante Maria. Questo suo ruolo continua nella sua mediazione, grazie alla quale ella attinge la grazia alla sorgente e la distribuisce agli esseri umani. Maria è paragonata da Bernardo come ad un acquedotto che ha raggiunto le sorgenti eccelse della grazia divina e convogliarla verso i credenti sulla terra mediante la potenza del suo desiderio, del suo fervore e della sia pietà. Nell’esercizio di questa funzione Maria è spinta dalla sua immensa carità che, in quanto santità, la unisce profondamente a Dio e in quanto misericordia, la unisce intimamente agli uomini. Ella nutre perciò una grande compassione e sentimenti profondi di bontà verso gli uomini. Pur non parlando di maternità spirituale, Bernardo attribuisce a Maria un cuore e sensibilità materne nei nostri confronti. Questa mediazione di Maria, non è di necessità assoluta, quasi fosse impossibile rivolgersi direttamente a Cristo. Pur ponendola tra Cristo e gli uomini come mediatrice, Bernardo sollecita i cristiani a rivolgersi direttamente a lui, loro unico Salvatore. La mediazione di Maria stimola al ricorso alla misericordia divina, alla preghiera, alla santità, non impedisce anzi facilità l’incontro con Cristo

La Devozione mariana
Data questa missione di Maria e la sua potenza mediatrice, i cristiani non solo possono, ma devono ricorrere a Lei, che non ha mai rifiutato di accogliere la preghiera di alcuno. Bisogna quindi pregarla con assoluta fiducia, perché Lei è come una stella che illumina il mondo intero e aiuta a vincere il peccato e i vizi.

Maria e il peccato originale
L’atteggiamento di Bernardo di fronte a questo dogma è totalmente negativo. Sconsigliando i Canonici di Lione di celebrare la festa della Concezione, elenca tre motivi: è una celebrazione assente nella tradizione antica della Chiesa; ignorata dalla chiesa universale del suo tempo, non conforme ai criteri di ragione. Bernardo ammette che l’esistenza di Maria fosse senza peccati attuali ma, in quanto al peccato originale, gli sembrava impossibile che potesse essere evitato in un concepimento avvenuto sotto l’effetto della libidine. Bernardo giustificava anche il suo atteggiamento con il fatto che Roma non si era ancora pronunciata sull’introduzione di questa festività.

L'Assunzione al cielo
Bernardo si mostra molto favorevole, anche se non parla con chiarezza sulle sorti del corpo di Maria al termine della sua esistenza terrena.


Pietro il Venerabile (1094-1156)

- 1094: nasce in Alvernia
- 1109: entra nel monastero di Sauxilange
- 1112: viene eletto abate di Cluny che diresse fino alla morte
- 1156: muore nel monastero di Cluny

E’ una delle personalità più autorevoli del suo tempo, intento soprattutto a restaurare la vita monastica, visitare e riformare monasteri, difendere l’autorità del Sommo Pontefice. Grande amico di S. Bernardo, non ha composto opere di argomento mariano; tuttavia in diversi suoi scritti si incontrano passaggi in cui parla della Vergine, soprattutto nelle composizioni liturgiche, nelle lettere, in qualche sermone, nel trattato sui miracoli e negli statuti del monastero di Cluny.

Pietà mariana
Parlando della devozione mariana, Pietro pensa a cose pratiche, atti, gesti, atteggiamenti interni ed esterni nei confronti di Maria. Suo obiettivo è quello di incrementare la devozione alla Vergine nel suo ordine. I monaci devono ogni giorno celebrare una messa al suo altare e i malati, dovevano giornalmente nella loro apposita cappella recitare l’Ufficio della B. Vergine. Tutto questo, spiega Pietro, perché la Vergine riceva l’onore speciale che, dopo Dio, le è dovuto al di sopra di tutte le creature, in quanto madre di Colui che è il Signore e in quanto mediatrice dei suoi servitori.

Fede e devozione
Nella sua devozione a Maria, il fedele deve farsi guidare dalla regola delle fede, proclamata dalla Parola di Dio e spiegata dalla Teologia. Netta è la distinzione di Cristo con Maria: la pienezza di Grazia del Redentore è una pienezza di natura, quella di Maria è dovuta al fatto che lei ha portato nel suo seno colui che, appunto, è pieno di grazia. Pietro distingue anche la condizione di Maria da quella degli Angeli e quella degli Apostoli. Maria non possedette una conoscenza piena nella sua vita, ma la sua conoscenza di Dio fu frutto della sua fede, della sua speranza e della sua carità. Maria non ha avuto come gli Apostoli il compito di evangelizzare e quindi Lei nel cenacolo non ricevette i doni specifici dell’apostolato. Questo non pregiudica però né la sua superiorità sugli Angeli e né quella sugli Apostoli.

Maria e lo Spirito Santo
Pietro sottolinea in maniera particolare il rapporto della Vergine con lo Spirito Santo che la purificò, santificò e glorificò per il fatto che Lei doveva diventare madre del Figlio di Dio


Arnaldo di Bonneval (?- dopo 1156)

- Sappiamo pochissimo della sua vita
- 1138: viveva come monaco nell’abbazia di Marmoutier
- Viene eletto abate di Bonneval, ma deve dimettersi per causa di ingiuste accuse dalle quali viene scagionato direttamente dal Papa Eugenio III
- 1156 muore

Gli scritti mariani sono soprattutto:
- nella terza parte del Trattato “Le sette parole del Signore sulla Croce”
- De laudibus B:M:V:, una specie di esposizione sintetica degli eventi della vita di Maria

I suoi insegnamenti che lasciano trasparire una grande devozione mariana, sono anche ricchi di una profonda dottrina. La sua attenzione è rivolta soprattutto alla presenza della Vergine nel mistero della salvezza dell’umanità e alla sua sorte ultraterrena.

Maria e la Redenzione
E’ il primo autore ad aver annunciato in forma sistematica la cooperazione di Maria alla salvezza del genre umano. La sua non fu una maternità biologica, ma soprattutto una questione di libera scelta, ispirata dalla fede. Sul Calvario ella ebbe un ruolo importante e non si può ignorare come ella abbia partecipato effettivamente alla passione del Figlio che, la riconobbe come madre di tutti. Certo Gesù, come afferma Ambrogio, non occorse aiuti nell’opera della sua Redenzione, ma c’è stata però la partecipazione morale di Maria al martirio del figlio. Infatti lei è intimamente legata a lui per cui non si tratta di due offerte diverse ma di un’unica oblazione.

Maria nella gloria di Dio
Arnaldo non è esplicito sul problema dell’assunzione corporea di Maria, ma ritiene che la situazione celeste di lei è inseparabile dalla gloria del Figlio con il quale regna in cielo, alla sua destra per continuare a svolgere quella sua funzione di cooperazione espressa sul Calvario, cioè la sua maternità nei nostri confronti.


Amedeo di Losanna (1110-1159)

- 1110: nasce a Chatte, in Val d’Isèr, da una famiglia imparentata con i regnanti di Franconia
- 1119: viene educato nel monastero di Bonnevaux
- 1125: entra nel monastero di Clairvaux e fa il noviziato sotto la guida di S. Bernardo
- 1139: passa al monastero di Hautecombe dove diviene abate
- 1144: viene eletto vescovo di Losanna
- 11159: muore in fama di santità.

La sua eredità mariologica
Amedeo ha lasciato pochissimi scritti, tra cui otto omelie mariane che hanno le caratteristiche di veri trattati teologici sulla grandezza della Madre di Dio. Usa uno stile fresco, encomiastico e quasi ingenuo e affronta argomenti come la maternità divina, la regalità, l’assunzione, la verginità, la nuova Eva, la mediazione.

Maria tra i due Testamenti
Amedeo parla della posizione di Maria nell’economia della salvezza e pensa che Lei sia il punto di incontro tra i due Testamenti che paragona a due canestri d’oro posta alla sinistra e alla destra di Maria: l’antico predice gli eventi futuri e il Nuovo loda l’onnipotenza di Colui che li ha portati a compimento. In tutto questo Maria è presente accanto al Figlio suo che realizza tutto per volere del Padre.

Maria e i doni dello Spirito Santo
Nell’esporre il progresso spirituale di Maria, Amedeo spiega gli effetti dei sette doni dello Spirito Santo su Maria:
- timore di Dio: opera la giustificazione di Maria
- pietà: unisce Maria allo S. Santo quasi in una vera alleanza nuziale
- scienza: è diffusa nel mondo da Maria tramite il suo parto verginale
- fortezza: si rivela nel mistero della spada che trafigge la sua anima
- consiglio: riempie di gioia l’animo di Maria nei misteri della Resurrezione e Ascensione del Signore
- intelletto: l’immensa beatitudine di Maria nella gloria celeste
- sapienza: riempirà di pienezza la Vergine quando tutti gli uomini raggiungeranno la salvezza eterna

Ruolo di Maria nella gloria di Dio
Maria continua nel cielo la missione che svolse sulla terra a favore degli uomini. Manifestazione di questa sua opera sono i continui prodigi che lei opera nei santuari che le sono dedicati. Questa premura materna, deve spingere gli uomini ad avere fiducia in lei e a pregarla.


 Aelredo di Rievaulx (1100-1167)

- 1100: nasce nello Yorkshire e da fanciullo fa il paggio alla corte di Scozia
- 1133: entra nel monastero di Rievaulx
- 1142: viene nominato abate di Revesby
- 1146: torna a Rievaulx come abate
- 1167: muore tra indicibili sofferenze sopportate con cristiana rassegnazione
- Fino all’ultimo giorno di vita fu instancabile guida di anime e amministratore saggio e sperimentato di vita monastica.

Scrisse molti trattati, opuscoli e sermoni. Particolari sono i sermoni mariani dedicati alle feste della Natività di Maria, all’Annunciazione, alla Purificazione e all’Assunzione. Nel parlare di Maria egli si ispira molto al Cantico dei Cantici che considera come l’immagine del matrimonio spirituale tra Maria e il Verbo incarnato, non solo quindi figlio ma anche sposo di Lei.

Maria creatura ideale
Maria fu piena di avvenenza eccezionale, di purezza, di carità, di umiltà e di tutte le altre meravigliose virtù che rapiscono lo sguardo di Dio. La sua anima dovette possedere una ricchezza tale di perfezione da escludere qualsiasi ombra morale e da porre Maria al di sopra di ogni altra creatura.

Assunta in cielo
Aelredo considerava inizialmente dubbia l’assunzione corporea di Maria, forse sotto l’influsso di S. Bernardo, ma poi la afferma chiaramente e con passione: la madre di Dio doveva necessariamente essere assunta in cielo anche con il corpo ed esaltata al di sopra di tutti gli angeli.

Mediazione di Maria
La Vergine viene paragonata ad una barca che ci aiuta ad attraversare l’oceano burrascoso della vita per raggiungere Gesù. Questa mediazione fa sentire i suoi effetti sui singoli credenti e riceve la sua efficacia dal rapporto materno di Maria con il Figlio, mentre la disponibilità di Maria verso di noi è dettata dai sentimenti di grande misericordia che lei nutre. Naturalmente questa mediazione non ostacola quella di Cristo: quella di Maria è solo una mediazione contributiva.

Madre spirituale
Egli afferma, superando perfino S. Bernardo, che Maria è nostra vera madre spirituale e che noi nasciamo da Lei, nel senso che Maria è a capo di una discendenza che si pone in un parallelo antitetico con la discendenza di Eva. Questa maternità deriva non dalla natura ma da quella divina con la quale Maria ha messo al mondo Cristo nostra Luce.

Devozione alla Signora e Regina
Maria merita, in quanto nostra Signora e Regina, omaggio e servizio. Questa devozione comporta un impegno nei nostri doveri della vita cristiana e quindi l’imitazione di Lei. Dobbiamo sempre guardare a Lei e ricorrere a Lei perché è potente e misericordiosa verso di noi. E’ soprattutto la preghiera che ci mette in comunione con lei.


 Isacco della Stella (inizi secolo XII-1169)

- Inizi del secolo XIII: nasce in Inghilterra e riceve una buona educazione scolastica
- Si dedica volentieri e con passione al lavoro dei campi, passione che coltiverà anche nella vita monastica
- 1145: entra nel monastero della Stella, presso Poitiers di cui diviene abate
- 1169: muore in questo monastero

Una mariologia ecclesiologica
Il meglio del pensiero di Isacco si trova nei sermoni, ben strutturati ed efficaci per le argomentazioni e ricchi di teologia. Egli sviluppa il pensiero mariologico in stretta connessione con l’ecclesiologia, cosa questa che rendono l’autore molto attuale e come uno di precursori della mariologia contemporanea. La riflessione sulla Chiesa è una via obbligata per giungere ad una esatta conoscenza di Maria e della sua missione sul piano di salvezza, rimane vero che la contemplazione del mistero di Maria, Madre di Dio, apre nuove prospettive per una profonda visione del mistero della Chiesa anch’essa vergine e madre.

Maria terra vergine
Dai Padri, Isacco attinge il parallelo tra la terra vergine del paradiso con cui fu plasmato Adamo e Maria, semprevergine, nel cui seno si è incarnato il Figlio di Dio.

Maria nel Corpo Mistico
Cristo, come Dio, è nato dal padre in una generazione eterna; come Verbo Incarnato è stato messo al mondo da Maria attraverso una generazione temporale; come Capo del nostro corpo nasce insieme a questo dallo Spirito Santo e dalla Chiesa, per mezzo di una generazione mistica che si prolunga lungo i secoli. Come Maria ha quindi che dà alla luce corporalmente il Figlio di Dio, la Chiesa concepisce pure per mezzo dello Spirito e partorisce spiritualmente i figlio di Dio, i quali formano un unico copro con il Cristo Capo.

Maternità di Maria e della Chiesa
Nessuna delle due madri di cui abbiamo parlato, Maria e la Chiesa, è in grado di far nascere il Cristo totale, perché ambedue sono madri di cristo e nessuna delle due lo partorisce tutto intero senza l’altra. Stretto e indissolubile è perciò il legame che lega la Chiesa a Maria e Maria alla Chiesa. Ognuno di noi esercita con la sua fede anche questa maternità spirituale della Chiesa verso gli altri s promuove il progresso incessante della fede nella speranza e nella generosità, accostandosi così umilmente alla dignità e santità della Madre di Dio.

Maria nella gloria celeste
Isacco non è sicuro nell’affermare l’assunzione corporea di Maria al cielo, ma proclama senza dubbi la sua glorificazione che è in relazione al ruolo che ella è chiamata a svolgere in nostro favore presso Dio. Egli esalta la bontà e la misericordia di questa gloriosa regina che presso il trono di Dio, non cessa di aiutare in tutti i modi i suoi figli.


Filippo di Harveng (inizi XIII secolo-1183)

- Primi anni del secolo: nasce a Harveng
- Diventa discepolo di S. Norberto di Xante fondatore dei prepmostratensi e viene mandato a studiare a Parigi
- 1130: lascia i Premostratensi ed entra nel monastero di Bonne-Espérance
- 1149: deve dimettersi da Priore per le accuse relative alla vicenda di un monaco accolto da S. Bernardo nel suo Monastero
- 1115: il capitolo generale riconosce la sua innocenza e lo reintegra nelle funzioni di Priore
- 1183: l’11 aprile muore
E’ passato alla storia come grande abate e valente scrittore; sotto di lui l’abbazia di Bonne-Espérance divenne un centro importante di cultura. La sua opera più importante è il commento al Cantico dei Cantici in cui rivela ampia conoscenza della Scrittura e dei padri e che commenta in chiave completamente mariana, seguendo l’esempio di Ruperto di Deutz

Maria e il Figlio
Il nostro autore non ammette in Maria il privilegio dell’Immacolata Concezione, anzi giunge ad applicarle colpe lievissime e attuali, chiamandola per fino “figlia dell’ira”. Tuttavia Filippo la considera una creatura eccezionale e quanto a santità, inferiore soltanto a Cristo. L’intervento speciale santificatore e purificatore di Dio viene collocato da Filippo al momento dell’Incarnazione, così che Ella potè concepire il Figlio di Dio in assoluta santità. Per questa azione di Dio Maria è bella non solo interiormente ma anche corporalmente. Il mistero dell’Incarnazione è paragonato da Filippo all’unione sponsale del Cantico dei Cantici per cui Cristo ha celebrato le nozze nel seno della madre, descritte anche con forte realismo erotico, secondo l’usanza cavalleresca del tempo.

Maria assunta
Filippo difende la verità dell’assunzione al cielo di Maria che viene a trovarsi accanto al Figlio non solo spiritualmente ma anche con il suo corpo. Dal cielo preside la Chiesa, come l’aveva presieduta al momento della Pentecoste in mezzo ai Dodici.

Mediazione celeste
Entrata in cielo, Maria continua la sua missione ecclesiale che consiste nell’operare come mediatrice tra gli uomini e il suo figlio divino. Questo ruolo le compete per la sua superiorità di grazia su tutte le creature celesti e terrestri. Ella è come il collo del corpo mistico in quanto collega Cristo ai fedeli e i fedeli a Cristo.

La mariologia di Filippo
Egli presenta il Cantico dei Cantici come un drammatico dialogo in cui il Verbo divino e sua Madre si scambiano i loro sentimenti reciproci accompagnati, il primo, dalle schiere degli angeli, la seconda, da quella dei fedeli e degli apostoli.


Alano di Lilla (1114/1130-1203?)

- 1114/1130: nasce a Lilla e studia poi a Parigi e Chartres
- negli ultimi anni di vita entra come monaco nell’abbazia di Citeaux
- 1203: probabile data della sua morte
Possedeva una cultura universale, fu grande oratore e un precursore degli studi dei grandi teologi scolastici del secolo XIII.

Commento al Cantico dei Cantici
Per la dottrina mariana, anche lui si dedicò al commento del Cantico dei Cantici, con cui intende illustrare gli avvenimenti della vita di Maria, coniugando bene insieme l’interpretazione mariologico del testo con quella ecclesiologica. L’amore dello sposo e della sposa del Cantico è figura del rapporto tra Dio e la Vergine, rapporto che, secondo l’usanza del tempo, viene descritto con un linguaggio piuttosto erotico. Nel concepimento di Gesù, Maria fu protetta da ogni istinto sessuale e lo Spirito Santo la ricoperse come una tenda, al fine di ripararla dalla concupiscenza. Oltre a proteggerla, lo Spirito la colmò anche di ogni dono e di un grande amore per cui la sua anima fu sempre attratta dalla contemplazione estatica del mistero di Dio.

Sposa di Cristo
La maternità divina si è realizzata prima nella sua anima che nel suo corpo. Addirittura l’autore afferma che Maria si sia dedicata a sante meditazioni per disporsi a fare l’offerta di se stessa a Dio in vista della sua maternità. In queste contemplazioni, ella unendosi a Dio, si liberava dagli influssi del mondo e cresceva sempre più nella fede, condizione suprema che ha reso possibile l’incarnazione del Verbo.

Maria e la Chiesa
Come la Chiesa è madre delle membra di Cristo in virtù della grazia, così la Vergine è Madre di Cristo capo, in virtù della sua natura umana. Come la Chiesa è senza macchia e senza ruga, così anche Maria lo è nella gloria. Come la Chiesa possiede la pienezza dei doni dello Spirito, nella pluralità delle persone, così la Vergine possiede in se stessa la pienezza dei carismi. Maria e la Chiesa hanno in comune soprattutto l’esercizio della maternità. Alano rifiuta tuttavia l’idea della maternità spirituale di Maria nei nostri confronti, riconoscendole una funzione esemplare ed educativa nei nostri confronti. Comune alla Chiesa e a Maria è anche la santità piena, anche se l’autore rifiuta a Maria la Concezione immacolata.

Destino finale di Maria
Circa l’assunzione corporea, Alano mantiene un duplice atteggiamento: personalmente crede che Ella sua stata portata in cielo in anima e corpo, però non intende fare di questo l’oggetto di un insegnamento perentorio perché secondo lui dovrebbe essere la stessa Vergine a farci capire il modo con cui è stata assunta.

Inserito Giovedi 17 Settembre 2009, alle ore 9:28:49 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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