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  La mariologia di San Pier Damiani 
Autori

Dal libro di Luigi Gambero, Maria nel pensiero dei teologi latini medievali, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pp. 107-116.



Riecheggiando ciò che il patriarca Germano di Costantinopoli aveva già insegnato in Oriente, Pier Damiani sintetizza in una frase i suoi sentimenti di sconfinata ammirazione e di amore verso la Madre del Signore: «Nelle tue mani sono riposti i tesori della misericordia di Dio».1 Con le sue doti di eloquente predicatore e nella sua posizione di uomo autorevole della Chiesa, personalmente impegnato nel movimento di riforma del secolo XI, egli diede un contributo determinante alla diffusione della devozione alla santa Vergine, in un'età che stava vivendo una singolare fioritura mariana sia nell'ambito della dottrina che in quello della pietà.

Cenni biografici e opere

Pier Damiani nacque a Ravenna nel 1007. Rimase orfano in tenera età; per cui un suo fratello maggiore sacerdote si prese cura di lui e lo mantenne agli studi prima a Faenza e poi a Parma, dove Pietro esercitò in seguito la professione di insegnante. Dopo alcune esperienze di vita cenobitica, verso il 1035 si ritirò presso l'eremo camaldolese di Fonte Avellana. Divenne discepolo entusiasta di san Romualdo, fondatore di Camaldoli, e amico del futuro papa Gregorio VII. Nel 1057 fu nominato vescovo di Ostia e cardinale dal papa Stefano IX, nonostante la sua ritrosia; ma qualche anno più tardi poté rinunciare alla sede e rientrare nell'eremo di Fonte Avellana, pur continuando a svolgere le sporadiche missioni che gli venivano affidate. Mori a Faenza net 1072, a 65 anni. Net 1828 venne proclamato dottore delta Chiesa. I suoi maggiori contributi alla dottrina mariana provengono dai sermoni 45 e 46, dedicati alla natività di Maria.2 Però anche in altri sermoni, negli opuscoli3, negli inni e nelle preghiere ritorna con frequenza su argomenti mariani. Egli tocca un po' tutti I temi dottrinali che riguardano la Madre di Dio e che erano presenti net dibattito teologico del suo tempo; tuttavia dimostra di saperli affrontare e approfondire con prospettive nuove. La meditazione sul mistero della divina maternità lo portò ad esaltare sia l'eccelsa santità di Maria, sia la mediazione di lei nei confronti della Chiesa. Con il suo prestigio c la sua dottrina, Pier Damiani ha offerto un sostanzioso contributo allo sviluppo ulteriore delta mariologia e del culto alla Vergine santa. Ispirò il motto: «A Gesù attraverso Maria!».

La personalità eccezionale della Madre di Dio

La maternità divina di Maria è un dogma antico nella Chiesa; tuttavia a Pier Damiani offre l'occasione di esaltare con novità di accenti la ricchezza spirituale che la Madre del Signore ha dovuto necessariamente ricevere al fine di essere in qualche modo all'altezza delta funzione e di poterla adeguatamente onorare. Riprendendo un motivo caro alla tradizione dei Padri greci, egli precisa che è stato lo Spirito Santo ad intervenire per rendere Maria una dimora adatta ad ospitare il Figlio di Dio: «Occorreva prima edificare la casa nella quale il Re del cielo sarebbe disceso e avrebbe accettato di essere ospite. Di questa casa Salomone disse: "La Sapienza si è costruita la casa; ha intagliato le sue sette colonne" (Pro 9,1). Infatti questa casa verginale è sostenuta da sette colonne, perché la venerabile Madre ha ricevuto i sette doni dello Spirito Santo».6 Nell'inno per la festa dell'Annunciazione afferma la medesima verità con accenti più concisi ed ispirati: «Il Figlio del Padre la riempie di sé, lo Spirito Santo 1'adombra: il castissimo seno della santa fanciulla diventa cielo».7 Per questo Maria è al di sopra di ogni lode umana, giacché la sua dignità e la sua perfezione le conferiscono meriti tali che non trovano termini di paragone in nessun altro protagonista delta storia delta salvezza: «In che modo La debolezza della natura umana può degnamente celebrare la festività di colei che ha meritato di generare la gioia degli angeli? L'effimera parola del'uomo mortale come potrà lodare colei che dal suo grembo ha dato alla luce il Verbo che rimane in eterno?».8 La grandezza della funzione svolta da Maria ha la sua radice non solo nella natura trascendente e divina del Figlio nato da lei, ma anche nella finalità dell'incarnazione, che consiste nella redenzione della creatura umana; redenzione che non poteva realizzarsi senza la sua maternità. Sembra perfino che Pier Damiani attribuisca alla maternità di Maria un carattere eccessivo di necessità. Ecco le sue parole: «Come era impossibile che il genere umano potesse essere redento senza che il Figlio di Dio nascesse dalla Vergine, cosi era altrettanto indispensabile che la Vergine venisse alla luce, affinché da lei prendesse carne».9 Evidentemente l'autore vuole intendere che la necessità della nascita di Maria è di natura subordinata rispetto a quella del Cristo; ma nondimeno egli ricorre ad un modo di esprimersi piuttosto ardito, che denota il concetto elevato che egli si è fatto della missione della Vergine santa nell'economia delta salvezza. Più avanti nello stesso sermone, la medesima idea viene illustrata con l'immagine più poetica delle nozze: «Prima era necessario edificare la stanza nuziale, affinché fosse idonea a ricevere lo Sposo che veniva per prendere in sposa la Santa Chiesa».10

La maledizione di Eva e la benedizione di Maria

Se la cooperazione di Maria alla salvezza del genere umano è radicalmente legata alla sua funzione materna nei confronti del Redentore divino, evidentemente il parallelo Eva-Maria illustra con estrema chiarezza questa idea, dal momento che nei due casi si tratta di un problema di generazione: Eva generò il peccato, da cui derivarono la maledizione e la morte, mentre Maria generò la grazia e, per conseguenza, la benedizione e la vita. Scrive il nostro dottore: «Benedetta sei tu fra le donne! Per mezzo di una donna la maledizione è caduta sulla terra; per mezzo di una donna sulla terra è stata restaurata la benedizione. Dalla mano della prima è stata offerta la coppa di una morte amara; dalla mano della seconda viene presentato il dolce calice della vita. Il flusso abbondante della nuova benedizione ha cancellato il contagio dell'antica maledizione».11 Anche di questa dottrina Pier Damiani ci dà un bella interpretazione poetica in uno dei suoi inni, dove insiste sulla condizione verginale che accomuna le due donne: «Per mezzo di una Vergine l'uomo ritorna a quella vita che un'altra vergine aveva distrutto. La morte, essendo stata vinta, perisce; con la Vergine ritorna la vita. Quanto a te [o Maria], ti supplichiamo, eleva al di sopra degli astri ciò che Eva ha seppellito. Costei è oppressa dalla colpa; ma tu innalzati sopra gli astri».12

La Madre di Dio e l'Eucaristia

Alla luce del parallelismo Eva-Maria, Pier Damiani descrive il rapporto tra la Vergine santa e il corpo eucaristico del Figlio suo. Egli sottolinea il fatto che il corpo da lei concepito, partorito, nutrito e allevato con materna sollecitudine e amore, è il medesimo corpo che noi riceviamo nel banchetto eucaristico e di cui beviamo il sangue come sacramento che opera la nostra redenzione. Ripete che questa verità appartiene alla fede cattolica e come tale viene insegnata dalla Chiesa. A questo proposito, possiamo ricordare che il nostro autore si è molto occupato, nei suoi scritti, delle tematiche relative al mistero eucaristico. Maria è colei che dalla sua carne intemerata ha generato il cibo delle nostre anime; quel cibo che è disceso dal cielo. E conclude la sua riflessione con un'altra allusione al triste ruolo svolto da Eva: «A causa di un cibo siamo stati scacciati dalla bellezza del paradiso; ma per mezzo di un altro cibo siamo stati riammessi alle gioie del medesimo paradiso. Eva ha mangiato un cibo a causa del quale ci ha condannati alla fame dell'eterno digiuno; al contrario Maria ha confezionato un cibo che ci ha spalancato l'ingresso al convito del cielo».13 Per quest'altra opera meravigliosa di cui Maria è stata pure protagonista, Pier Damiani ritiene impossibile trovare parole umane che esprimano adeguatamente la lode e la gratitudine di cui siamo debitori verso di lei.

Maria e la Chiesa

Negli scritti in cui il grande dottore sviluppa la sua dottrina mariana, si possono incontrare altri punti interessanti e originali, come ad esempio il modo in cui egli intende il rapporto tra la Vergine santa e la, Chiesa. Questo rapporto si qualifica come un rapporto di maternità della prima nei confronti della seconda e passa attraverso la mediazione del Cristo: «La beata Vergine Maria è una grande e felice madre. Dal suo seno ha preso carne Cristo, dal quale poi è nata la Chiesa tramite 1'acqua e il sangue. In tal modo sembra che la Chiesa abbia avuto la sua origine in Maria. Ognuna delle due è casta; è pura; è protetta dalla cintura della perpetua verginità».14 Se Cristo è dunque venuto fra gli uomini grazie alla maternità della beata Vergine, questi trovano in lei la via che conduce a lui. Il principio, che troverà importanti applicazioni nella vita ascetica e spirituale dei cristiani delle successive generazioni e che anche nell'odierna spiritualità mariana viene sintetizzato nel motto "Ad Jesum per Mariam", è stato esplicitamente formulato dal nostro autore, come si e detto sopra.15

Devozione alla Madre del Signore

Dalla grande considerazione in cui Pier Damiani tiene la persona e la missione di Maria, nasce il suo atteggiamento di profonda devozione e di tenero amore verso di lei, come traspare dai suoi scritti e specialmente dalle numerose invocazioni che egli, nelle sue preghiere, le rivolge con impressionante fervore. Non solo. Egli si premura di raccomandare ai fedeli alcune pratiche di devozione mariana, come la recita quotidiana del "Saluto angelico" e dei "Cinque gaudii di nostra Signora".16 Compose anche un ufficio quotidiano «in onore di santa Maria».17 Inoltre spiega il motivo per cui il giorno di sabato e dedicato in modo particolare alla Vergine santa, vale a dire perché in detto giorno la Sapienza si e costruita una casa (cfr. Pro 9,1) e attraverso un mistero di umiltà si è in essa riposata.18 Pier Damiani è indubbiamente un importante testimone del ruolo crescente che la Madre del Signore ha assunto nella dottrina e nella vita della Chiesa in Occidente. I cristiani hanno acquistato una sempre maggiore consapevolezza dell'efficacia della sua intercessione e hanno preso l'abitudine di ricorrere a lei come alla Madre della misericordia, invocata sotto questo titolo anche dal nostro dottore, che così pregava nel secondo sermone sulla Natività: «O clementissima, Madre della pietà stessa e della misericordia, noi che sulla terra gustiamo la gioia di celebrare solennemente le tue insigni lodi, ti supplichiamo per poter meritare di avere in cielo l'aiuto della tua intercessione».19

NOTE
1. Sermo XLJV PL 144, 740 C.
2. PL 144, 740-761.
3. PL. 145, 19-858.
4. PL 145, 917-986.
5. «Sicut per te Dei Filius dignatus est ad nostra descendere, ita et nos per te ad eius vaIcamus consortium pervenire» (Sermo XLVI, PL 144, 761 B). Sulla dottrina mariana di Pier Damiani cfr. S. Baldassarri, La mariologia di San Pier Damiani, in Scuola cattolica, 61 (1933), 304-312; G. Roschini, La mariologia di San Pier Damiani, in San Pier Damiani nel IX centenario della morte, Vol. I, Cesena 1972, 195-237; L. A. Lassus, Essai sur la mariologie de saint Pierre Damien, précurseur de saint Bernard, in Collectanea Cistercensia, 45 (1983), 37-56.
6. Sermo XLV, PL 144, 741 BC.
7. Carmen 44, PL 145, 933 D.
8. Sermo XLV, PL144,742C.
9.  Ibid., PL 144, 741 A.
10. Ibid., PL 144, 741 B.
11. Sermo XLVI, PL 144, 758 AB.
12. Carmen 65, PL 145, 941 A.
13. Sermo XLV PL 144,743 C.
14. Sermo de sancto Joanne, .PL 144, 861 B.
15. Cfr. Sermo XLVI, PL 144, 761 B.
16. Opusculum 33, 3, PL 145, 564 BC.
17. Carmina 48-65, PL 145, 935 B - 941 A.
18. Opusculum 33,4, PL 145, 565 D - 567 B.
19. Sermo XLVI, PL 144, 761 B.

Inserito Lunedi 7 Febbraio 2022, alle ore 10:16:29 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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