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  Dimensione storico-salvifica e radici della Mariologia di Tommaso d'Aquino 
AutoriDal libro di Tommaso Stancati, Tre Mariologie. Alberto Magno, Tommaso d'Aquino, Tommaso da Kempis, EDI, Napoli 2009, pp. 26-32.

1. La dimensione storico-salvifica della Mariologia di Tommaso d'Aquino (1225 ca-1274)

Tommaso d'Aquino1 muove i suoi primi passi di giovane teologo in un ambiente ecclesiale e teologico (l'occidente del suo tempo) che potremmo definire saturo di pietà e spiritualità mariane.2 I secoli a lui immediatamente precedenti, in particolare l'XI e il XII, erano stati caratterizzati, infatti, da una forte attenzione spirituale alla figura storica e teologica di Maria, sviluppata in una maniera molto diversa rispetto all'approccio della teologia orientale dello stesso periodo. Quest'ultima, infatti, si presentava molto più radicata nei misteri della storia della salvezza3 rispetto alla tradizione occidentale. In questo contesto la Vergine Maria appariva, soprattutto e giustamente, come icona riassuntiva o personificazione del mistero dell'Incarnazione del Verbo di Dio.
Ma in senso generale si può anche dire che, in occidente come in oriente, nei secoli dall'XI al XIII tutti avevano lodato Maria: abbazie, monasteri, conventi, frati, preti e laici, predicatori, teologi, intellettuali, poeti, scrittori, pittori, scultori, artisti di ogni genere, e, per la caratteristica commistione o integrazione delle realtà religiosa con la realtà sociale e politica, tipica di questo periodo della storia umana, anche gli imperi, i regni e i comuni medievali erano stati impegnati in questo grande e universale omaggio alla Madre di Dio. Tutti facevano a gara per esaltare il ruolo di Maria nella storia della redenzione, o per averla come modello, esempio o protettrice, e per esprimere nei suoi confronti venerazione e devozione, privata e pubblica. Le testimonianze artistiche di questa pietà mariana sono disseminate in tutto il continente europeo sotto svariate forme culturali, dotte o popolari, architettoniche e artistiche.
Anche l'Ordine domenicano, come altri, era fortemente impregnato di tale attenzione alla Vergine Maria, per la sua spiritualità e per la sua missione apostolica. Uno dei suoi maggiori rappresentanti intellettuali, Alberto Magno, aveva già formulato una notevole dottrina mariana nelle sue opere. Non sorprende, allora, che la vita stessa di Tommaso d'Aquino, dagli episodi mariani della sua infanzia a quelli della sua attività di predicatore e teologo, e fino alla sua pia morte, sembra essere stata come punteggiata di riferimenti alla Vergine Maria.4
Quando finalmente Tommaso cominciò ad affrontare la problematica teologica in maniera sistematica, non ebbe, quindi, esitazione ad introdurre in alcune questioni teologiche fondamentali delle sue opere, in particolare in quelle legate all'Incarnazione del Verbo, vera chiave di volta o mistero chiave di tutta la storia della creazione e della redenzione del mondo, la figura e il ruolo di Maria.5
Egli concentrò, quindi, la figura e il ruolo di Maria all'interno di temi teologici impegnativi, già formulati come verità cristologiche nei secoli patristici in maniera definitoria, ma ora sottoposti ad una nuova indagine e sviluppo teologico. Sostanzialmente tali tematiche teologiche sono: la maternità divina di Maria (che è, però, anche e soprattutto la questione cristologica della filiazione umana del Verbo divino) e la verginità e la santità di Maria (anche queste due questioni sono strettamente legate e dipendenti dalla cristologia dell'Incarnazione e dalla maternità divina di Maria, oltre che fare riferimento a Dio Padre).
Giova ricordare che questa scelta metodologica di Tommaso dipendeva dal fatto che, nel secolo in cui egli è vissuto, non esisteva ancora una suddivisione della teologia in trattazioni autonome, e quindi non esisteva la Mariologia come trattato a sé stante, cosi come la intendiamo oggi, e quindi sia la struttura del trattato su Maria sia molte questioni, divenute oggi tipiche della mariologia, non sono reperibili negli scritti di Tommaso d'Aquino (e sarebbe antistorico pretendere di trovarle o imputare a Maestro Tommaso questa mancanza come se si trattasse di una lacuna del suo sistema teologico). 
Ma la mancanza nell'opera di Tommaso d'Aquino di una trattazione mariologica autonoma, si spiega anche a causa della pregevole metodologia adoperata da Tommaso nell'enucleazione delle verità di fede. Ciò significa che la sua attenzione a Maria di Nazaret deve essere vista all'interno del sistema teologico da lui formulato, e cioè completamente assorbita, subordinata e asservita alla cristologia e alla teologia trinitaria, della creazione come della redenzione. Quest'impostazione metodologica, crediamo, è un suo merito importante, necessariamente condivisibile e applicabile anche alla più moderna delle impostazioni mariologiche postconciliari.
Proprio quest'integrazione di Maria nel mistero di Cristo e della SS. Trinità costituirà l'influsso principale del pensiero di Tommaso d'Aquino sulla mariologia dei secoli successivi. Egli, scegliendo di indagare e di tracciare la ricostruzione completa del piano divino di creazione e redenzione, in modo del tutto conseguenziale e giusto ha dovuto e voluto altrettanto ricostruire l'identità, il ruolo e la missione di Maria all'interno di questo piano, e non al di fuori di esso.
Avranno, invece, un minore influsso sulla riflessione teologica successiva alcuni punti mariologici, molto discussi ai tempi di Tommaso ma meno importanti ai nostri giorni, e nei confronti dei quali, egli espresse un dissenso moderato, ma, in ogni caso, ben giustificato.

2. Le radici della Mariologia di San Tommaso


Se Tommaso non ha prodotto una sintesi mariologica globale, egli è, però, convinto, come appare dal suo schema teologico generale, che sia venuto il momento di organizzare i non pochi dati mariologici del passato (provenienti anzitutto dalla Sacra Scrittura ma anche dai Concili, dalla confutazione delle eresie, dagli scritti dei Padri, dai testi liturgici, ecc.), mettendoli in connessione con i misteri maggiori della fede cristiana.
Egli è, quindi, uno dei primi teologi sistematici del Medioevo che utilizza tutto questo prezioso materiale proveniente dal passato dell'elaborazione della fede, soprattutto i testi dei Concili orientali, in genere antieretici, e una serie di opere dei Padri, non solo latini ma anche greci, per dare vita ad una sequenza di argomentazioni mariologiche notevolmente originali e complete.
La base di partenza della sua elaborazione teologica saranno, come per gran parte degli autori della Scolastica medievale, i libri delle Sentenze di Pietro Lombardo, e i grandi commenti a quest'opera, fondamentale nel Medioevo filosofico e teologico, che gli faranno da guida nei primi anni del suo insegnamento di teologia a Parigi, in particolare il Commento alle Sentenze del suo venerato Maestro, Alberto di Colonia.
Nel secondo libro delle Sentenze di Pietro Lombardo, incentrato sul mistero di Cristo, Tommaso d'Aquino trova, infatti, una convincente divisione della trattazione sul mistero dell'Incarnazione del Verbo che egli utilizzerà, parafrasandola spesso nei suoi scritti. In una prima parte del secondo libro delle Sentenze (distinzioni 1-5), infatti, Pietro Lombardo aveva compiuto la riflessione sul mistero divino dell'incarnazione ex parte Dei (d. 1), per passare poi alle questioni sulla natura umana assunta (dd. 2-4) e, infine, aveva proposto le considerazioni sull'unione ipostatica delle due nature in Cristo (d. 5). La seconda parte della sua trattazione, invece, il Maestro delle Sentenze l'aveva dedicata all'Incarnazione, soprattutto alle condizioni storiche in cui essa era avvenuta (dd. 2-22). Fra tutte queste tematiche, acquistano un particolare significato le distinzioni 3-5, che si occupano della relazione di Maria col mistero della generazione del Figlio di Dio fatto uomo (d. 3), del suo mirabile concepimento nel seno di Maria ad opera dello Spirito Santo (d. 4) e, di nuovo, dell'unione ipostatica delle due nature, umana e divina nel seno della Vergine Madre (d. 5).
Tommaso seguirà questo schema del Magister Sententiarum, ma con molta originalità, soprattutto nella terza parte della Summa Theologiae, che costituisce indubbiamente lo studio più importante che egli dedicherà a Maria. Nelle altre sue opere7 Tommaso espliciterà, in maniera meno globale e tematica i suoi argomenti mariologici, peraltro sempre interessanti. Se ne può avere un concreto esempio nel Commento alle Sentenze (II, dd.5-5) ; nella Summa contra Gentiles (IV, cc. 44-49) ; nel Compendium Theologiae (cc. 221-222); nel Commento al Vangelo di Matteo (c. 1) e nel Commento al Vangelo di Giovanni (c. 2).

NOTE
1 Per una conoscenza biografica, ma anche del metodo e del piano teologico degli scritti di Tommaso d'Aquino, vedi S. TUGWELL, Albert and Thomas: selected writings, edited and translated by S. Tugwell, Mahwah (NJ), Paulist Press, 1988, specialmente le pp. 201-632; J. P. TORRELL, Initiation à saint Thomas d'Aquin, Sa personne et son oeuvre, (= Vestigia 13), Paris, Éditions Universitaires Fribourg Suisse- Editions du Cerf, 1993; traduzione italiana: Tommaso dAquino: l'uomo e il teologo, traduzione di P. Giustiniani e G. Matera, Casale Monferrato (Alessandria), Piemme, 1994; M.D. CHENU, Introduzione allo studio di S. Tommaso d'Aquino, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1953; S. VANNI ROVIGHI, Introduzione a Tommaso d'Aquino, Bari, Laterza, 1973. Per un primo approccio: T. STANCATI, s.v. Tommaso d Aquino, in Lexicon II, Dizionario dei Teologi, Casale Monferrato (Alessandria), 1998, pp. 1241-1249.
2
Per avere un'idea complessiva della spiritualità e pietà mariane dei secoli dall'XI al XIII cfr. T. KOHELER, s.v. Marie: III Du moyten age aux temps modernes, in DS, X, coll. 440-459; cf. anche A.M. ROSSI, La devozione alla Madonna nel Medio Evo, Roma, Ed. Marianum, 1961.
3
Cf. E. M. TONIOLO, Teologia e culto nelle Chiese d'Oriente in La madre del Signore dal Medioevo al Rinascimento, Itinerari mariani dei due millenni, Vol. III, Roma, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", 1998, pp. 235-266. Simbolicamente si può dire che, se l'Oriente cristiano contempla Maria come la Theotokos, inserendola iconograficamente nella manifestazione architettonica ecclesiale del Cristo Pantocràtor, esortando in tal modo i fedeli all'attesa del Cristo giudice glorioso della Parousia, in Occidente, invece, sia nell'architettura delle numerose Cattedrali e Chiese dedicate a Nostra Signora in tutta Europa, proprio in età medievale, sia nell'iconografia pittorica e scultorea, Maria viene inserita in una concezione che vede la Chiesa in pellegrinaggio verso il Regno di Dio, condotta da Cristo, Capo assoluto e trascendente ma presente in essa in vari modi, dagli Apostoli, ma accompagnata anche dalla potente presenza di Maria, ausilio ed esemplare di vita per tutti i cristiani. Due concezioni ecclesiologiche diversificate, ma con un fine escatologico comune.
4
Sugli episodi mariani dell'infanzia e del pio transito di Tommaso, le biografie più recenti e scientifiche preferiscono tacere, considerandoli piae traditiones cf. ad es. J. P. TORRELL, Initiation à saint Thomas dAquin, Sa personne et son oeuvre, (= Vestigia 13), Paris, Éditions Universitaires Fribourg Suisse- Editions du Cerf, 1993.
5
N. EICHOF, Ang. Doct. S. Thomae Aq. De Virgin. Deip. Immaculata Conceptione sententiae multis eius operibus studiose collectae, Posnaniae, 1651; G. GIUSTINIANI, Omaggio reso dalle doctrine di San Tommaso alla Madre di Dio, Napoli, 1875; F. MORGOTT, Die Mariologie des hl. Thomas von Aquin, Freiburg 1878; trad. it. Maria nella dottrina di S. Tommaso d'Aquino, Piacenza, 1891; H.M. MANTEAU-BONAMY, Maternité divine et Incarnation. Étude historique et doctrinale de saint Thomas à nos jours, Paris, Vrin, 1949; G.M. ROSCHINI, La mariologia di San Tommaso, Studi Mariani 2, Roma, Angelo Belardetti Editore, 1950; ID., Ciò che è stato scritto sulla mariologia di San Tommaso, in AA. VV., San Tommaso e l'odierna Problematica teologica, Roma, 1974; G. DI AGRESTI, Introduzione alla Mariologia, in La Somma Teologica, traduzione e commento a cura dei Domenicani Italiani, testo latino dell'Edizione Leonina, vol. XXV, La vita di Cristo (Sth III, qq. 27-45), pp. 14-35, Roma, Salani, 1970; G. ROSCHINI, L'influsso di San Tommaso sullo sviluppo della mariologia, in Atti del Congresso Internazionale, Roma-Napoli 1974, Vol. IV, Edizioni Domenicane Italiane, 1976, pp. 231-258; M. LAMY DE LA CHAPELLE, Fils jusque dans la chair. Le mystère de l'Incarnation dans le Pensée de S. Albert le Grand, Alexandre d'Hales, S. Bonaventure et S. Thomas d'Aquin, in Doctor Communis 33, pp. 131-168; F. JELLY, St. Thomas' Theological interpretation of the "Theotohos" and Vatican IIs hierarchy of truths of catholic doctrine, in Atti del Congresso Internazionale, Roma-Napoli 1974, Vol. IV, Napoli, Edizioni Domenicane Italiane, 1976, pp. 221-230; C. FABRO, La partecipazione di Maria alla grazia di Cristo secondo San Tommaso, in EPh. Mar. 24 (1974), pp. 389-406; P. ORLANDO, Tommaso d'Aquino, Dottore Mariano In Salutationem Angelicam, Napoli, Luciano ed., 1995; B. KOCHANIEWICZ, Il mistero di Maria corredentrice secondo gli autori Domenicani del XIII e XIV secolo, in Maria Corredentrice. Storia e Teologia III, (= Bibliotheca Corredemptionis B. V. Mariae. Studi e Ricerche 3), Frigento (Av.), Casa Mariana Editrice, 2000, pp. 19-52; D. MONGILLO, Maria nel trattato sui misteri della vita di Gesù Cristo. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae III, QQ. 27-34, in Gli Studi di Mariologia Medievale. Bilancio storiografico, Atti del I Convegno Mariologico della Fondazione Franceschini con la collaborazione della Biblioteca Palatina e del Dipartimento di storia dell'Università di Parma, Parma 7-8 Novembre 1997, a cura di C. M. Piastra, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2001, p. 305-319; W. DABROWSKI, Il pensiero mariologico di San Tommaso nei suoi commenti alle lettere di san Paolo, in Angelicum 79 (2002), pp. 51-86; S. DE FIORES, Maria — Nuovissimo Dizionario, Vol. III: Testimoni e Maestri, Bologna, Dehoniane, 2008, pp. 802-824.
6 Non sarà mai inutile riaffermare che non si tratta di fare entrare il pensiero di Tommaso d'Aquino negli schemi della nostra teologia attuale né di utilizzare strumentalmente la sua teologia per prendere posizione, o peggio risolvere, le questioni attuali della teologia.
7
L'Opera Omnia di San Tommaso d'Aquino, detta "Leonina", perché aiuta da papa Leone XIII, e curata da studiosi Domenicani, è in corso di stampa a partire dal 1882. Finora sono stati pubblicati 34 volumi.

 

 

Inserito Venerdi 20 Marzo 2015, alle ore 22:39:19 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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