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  Maria paradigma del Mistero cristiano e della Teologia 
MariologiaDal libro di René Laurentin, Maria chiave del mistero cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1996.

Maria segreto e mistero ineffabile difficile da esprimere

Maria è la chiave della teologia cristiana. Questa chiave è stata perduta: fra il secolo XVII e il XIX la “mariologia delle glorie” l’aveva resa irreale e artefatta; dopo il Concilio Vaticano II la critica teologica l’ha ridotta a uno scheletro o a un ectoplasma. La verità storica è stata relegata tra i miti; il femminismo si è scagliato contro la condizione della Vergine – madre considerata un modello irrealizzabile e usata come spauracchio dal radicalismo clericale per umiliare le donne e portarle alla disperazione; l’esegesi americana ha ridotto Maria alla condizione di discepola, una trasposizione incontestabile ma paradossale, poiché di fatto Gesù non ha incluso nel gruppo delle discepole che lo seguivano (Lc 8,1-3) sua madre, che si inserisce in un’altra progenie biblica, come la Figlia di Sion, personificazione ultima del popolo di Dio e madre del Signore. Il mistero, dunque, umile e folgorante di Maria è misconosciuto; disorienta come i mille bagliori di un diamante dalle mille sfaccettature; le sue contraddizioni sconcertano, poiché Maria è serva e regina, madre di Dio ma anche la più umile delle creature, disarmante per la sua semplicità così come per la sua ricchezza, per la sua pochezza in quantità e sconfinata ricchezza in qualità. Oggi molti si chiedono: come esprimere questo mistero di Maria? Come trovare le parole giuste per esprimere in realtà l’ineffabile? 

Maria “Paradigma” del Mistero cristiano e della Teologia

René Lautentin definisce Maria “Paradigma della teologia cristiana”, cioè vede in Maria un “modello rivelatore” del mistero cristiano, perché Essa getta una luce significativa su ogni punto della Rivelazione, dall’incarnazione all’escatologia e realizza in modo ineguagliabile tutti i valori cristiani: fede, carismi, verginità, maternità, umiltà, centuplo evangelico, ecc. Chi misconosce Maria non comprende più né Dio e né gli uomini, né il loro reciproco rapporto. Chi la ignora smarrisce il senso antropologico e teologico del cristianesimo, perennemente racchiuso nel rapporto uomo – donna in cui si è manifestata l’incarnazione del Figlio di Dio.
Dire che Maria è “Paradigma della teologia cristiana” vuol dire che Maria è un prototipo originale e specifico, rivelatore dell’esistenza stessa della teologia, dato che la teologia cristiana non è la scienza astratta di Dio in sé, ma è conoscenza di Dio salvatore e della sua relazione con gli uomini: è formalmente conoscenza di Dio incarnato e crocifisso per amore nostro. Ora la primissima relazione, la relazione fondamentale, che egli ha stabilito con noi uomini per salvarci, è la relazione con Maria sua madre: una relazione inesauribile secondo le dimensioni umana e divina. La relazione di ogni uomo con i suoi simili inizia con la sua molteplice relazione con la propria madre: costituzione del proprio corpo, ambiente di vita iniziale, prima esperienza dell’altro, primo contatto caloroso, prima comunicazione, prima persona ad essere riconosciuta per i suoi toni di voce, il volto, il sorriso, ecc. Tutto questo è avvenuto anche per il Dio fattosi uomo. La sua prima relazione con gli uomini è stata dunque una relazione materna prototipica e significante che è il culmine della creazione ed ha assunto in Gesù Cristo una dimensione divina perché la relazione materna di Maria sbocca nell’Infinito, nella trascendenza di Dio in persona. Fondamento di tutta la teologia è questo evento – relazione dell’incarnazione che è necessariamente e formalmente materna. Tutto il resto è solo la conseguenza e spesso i teologi lo dimenticano cadendo nell’astrazione. Se la teologia dimentica o elimina Maria, diventa manchevole, incompleta, oscura, aberrante.

Aspetti poliedrici di Maria “paradigma” del Mistero cristiano

Dicendo che Maria è “Paradigma” si sottintende che essa è:
- modello: perché realizzazione adeguata dei progetti di Dio e quindi esemplare perfetto di ciò che Egli intende compiere nella Chiesa e nel mondo, di ciò che noi dobbiamo imitare;
- prototipo: cioè modello primigenio;
- archetipo: cioè antico, originario, anticipatore, dato che Maria è alla radice stessa di Cristo e del cristianesimo, che è indissolubilmente maschile e femminile sul piano antropologico.
Di che cosa Maria è “Paradigma”? Essa è paradigma:
- della santità preservata, colmata e splendente;
- della grazia come gratuità e come pienezza;
- della donna e della femminilità;
- della fede e della verginità;
- della maternità umana e divina e conseguentemente di tutte le virtù teologali e dei carismi di cui la maternità divina è formalmente il prototipo;
- della regalità di Dio come culmine della libertà e dell’onnipotenza dell’amore;
- del fine escatologico.

Necessaria conoscenza di Maria per comprendere il mistero cristiano

Maria è stata scelta da Dio per edificare la salvezza non su basi astratte, ma su basi vitali, semplici e personali. Dimenticando il ruolo di Maria, si oscurano le dimensioni essenziali della fede: il carattere personale, familiare, intimo della relazione di Dio con gli uomini e la povertà evangelica. Per questo motivo la conoscenza corretta di Maria è un antidoto contro le presunzioni e aberrazioni della sapienza dei sapienti. Essa ci sospinge oltre le filosofie non realiste, idealiste, critiche, soggettivizzanti che spesso sviano la teologia. Maria, essendo interamente relativa a Dio, rimedia a un’antropologia orfana di Dio; a una cultura delle scienze umane che trascura il Creatore; a un’acculturazione che dimentica di cristianizzare le culture; alla stessa morte di Dio, alla morte dell’uomo e alla morte della loro relazione necessaria, che travagliano oggi non solo il mondo ma la stessa teologia.

Inserito Giovedi 17 Settembre 2009, alle ore 9:10:06 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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