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  Storia e significati del Mese di Maggio dedicato a Maria 
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Un intervento del mariologo Antonino Grasso nella trasmissione NON UN GIORNO QUALSIASI del 1 maggio 2018 condotta da Federico Piana, in occasione della vita del Papa al Santuario del Divino Amore per l'inizio del mese mariano.



TESTO DELL'INTERVENTO

1. Il Santuario del Divino Amore

Secondo una leggenda, nella primavera del 1740 un pellegrino, diretto a Roma, si smarrisce nelle campagne di Castel di Leva e viene assalito da un minaccioso branco di cani. Alzando lo sguardo, vede sulla torre del vicino castello, un'icona raffigurante la Vergine con il Bambino. Invoca perciò la Madre di Dio affinché lo salvi da quel branco che, all’improvviso si ferma e si dilegua. Da quel giorno, diffusasi la notizia, l'icona della torre diviene meta di pellegrinaggio e cinque anni dopo, il 9 aprile 1745, essa viene intronizzata sull’altare di una nuova chiesa. Anche i drammatici eventi della seconda guerra mondiale coinvolgono la Madonna del Divino Amore la cui icona, il 24 gennaio 1944 viene portata a Roma e sistemata nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. Pio XII, vista l'imminenza della battaglia per la conquista di Roma tra nazisti e Alleati, invita i romani a pregare la Vergine per la salvezza della città. Il 4 giugno, nell’imminenza della battaglia, viene fatto un voto solenne, con cui si promette alla Madonna che, se avesse risparmiata Roma dalla distruzione, le sarebbe stato eretto un nuovo santuario. Ottenuta la liberazione, l'11 giugno, Pio XII può recarsi nella chiesa di Sant'Ignazio e celebrare una messa di ringraziamento, nel corso della quale proclama la Madonna del Divino Amore Salvatrice dell'Urbe. Finita la guerra, sotto l'impulso del Servo di Dio don Umberto Terenzi, il santuario a Castel di Leva rinasce e vi sorgono accanto anche il seminario degli oblati e la Congregazione delle figlie della Madonna del Divino Amore. Superate molte difficoltà, l'8 gennaio 1996, verrà posta la prima pietra del promesso santuario che può essere inaugurato durante il  Giubileo del 2000. Il santuario rimane sempre molto caro ai romani e ogni anno, dal primo sabato dopo Pasqua all'ultimo sabato di ottobre, si tiene anche un pellegrinaggio notturno a piedi che partendo a mezzanotte da piazza di Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo, giunge all'alba, dopo aver percorso 14 km, al Santuario, dove viene celebrata la messa del pellegrino.

2. Le origini del mese di Maggio dedicato a Maria

Il mese di maggio dedicato a Maria in Occidente, è una devozione sorta verso la fine del XVI secolo. Questa devozione affonda le sue radici nell’usanza rinascimentale, secondo la quale gli innamorati si scambiavano omaggi cortesi proprio a maggio, quando la natura in fiore appare ricca di spunti e suggestioni per celebrare l’amore. Il tentativo di superare gli abusi e cristianizzare queste feste, apparirà come il nobile gesto di rivolgere l’omaggio della natura e dei cuori a Maria, la creatura più alta e più bella tra tutte le donne. Il primo ad associare la figura di Maria con il mese di maggio, sembra essere stato il re di Castiglia e León, Alfonso X il Saggio che in una sua “Cantigas” dedicata a celebrare le feste stagionali di maggio, vede nella devozione a Maria il modo per coronarle e santificarle degnamente. Intanto a Roma S. Filippo Neri era solito invitare i suoi ragazzi a compiere “ossequi” a Maria in questo mese, ornando di fiori le sue immagini. I veri ispiratori del mese di maggio vengono considerati, per le loro opere, tre padri gesuiti: Annibale Dionisi che, con il suo Mese di Maria, pubblicato a Verona nel 1725, lancia la struttura celebrativa del mese; Francesco Latomia che, nel 1758, pubblica a Palermo un Mese di Maggio con una serie di meditazioni giornaliere di contenuto mariano e Alfonso Muzzarelli che pubblica nel 1785 a Roma “Il mese di maggio” che termina con la consacrazione a Maria. Nella prima metà del XIX secolo il mese di maggio è già affermato in tutta l’Europa e in America e si diffonde anche nei paesi di missione. Viene indulgenziato da Pio VII, Gregorio XVI e Pio IX. Nello stesso secolo e nella prima metà del XX, sacerdoti e altri centri religiosi, parrocchie, santuari, cappelle ecc., vedono nel mese di maggio l’occasione propizia per cicli di predicazione e formazione religiosa. Anche il magistero recente dei Sommi Pontefici ha riconosciuto con vari documenti l’importanza di questa pia pratica per tutta la cattolicità.

3. Come vivere intensamente con Maria il Mese di Maggio

Nell’Udienza Generale del 29 maggio 1968 Paolo VI affermava: «Il nostro pensiero si rivolge a Maria, che la pietà popolare della Chiesa onora in modo particolare durante il mese di maggio, e noi non lasceremo terminare questo periodo, che collega la primavera della natura a quella religiosa che dovrebbe fiorire nelle nostre anime, contemplando e venerando il più bel fiore dell’umanità redenta da Cristo, senza riaccendere la nostra devozione verso la vergine Madre di Cristo e nostra Madre spirituale.»  Secondo il papa è, perciò, la “Via della bellezza”, la via del mese di maggio. Maria, infatti, deve essere riletta in questo mese alla luce del mistero di grazia e di amore che l’ha avvolta e ne ha fatto la nuova Arca dell’Alleanza. La Vergine di maggio, col suo contorno di fiori, canti, splendore umano, ci invita a farci avvolgere dalla sua stessa luce, quella vera che illumina ogni uomo, quella che ci fa sentire l’intima gioia di esserle un po’ simili. La gioia di Maria deve coinvolgerci, deve diventare la nostra gioia, perché abbiamo ritrovato nella rigenerazione sacramentale voluta dalla Chiesa nel tempo pasquale, la “bellezza” della luce ineffabile che avevamo offuscato. Maria, infatti, ci spinge tra le braccia del Risorto venuto a rompere le catene della schiavitù dell’uomo, a liberarlo dalle sue brutture, instaurando quel regno di giustizia e di pace,  in cui ogni creatura, rigenerata allo splendore della vera bellezza, riacquista la pari dignità di figlio che gli permette di chiamare Dio col nome di “Padre”. Proprio dalla contemplazione di Maria che accoglie il Figlio di Dio e lo dona al bisogno e all’esultanza degli uomini, come ci invita a fare la Festa della Visitazione che chiude il mese di maggio, e del mistero di Cristo fattosi uomo morto e risorto che celebriamo nel Tempo Pasquale, scaturisce l’arricchimento spirituale del mese di maggio, che deve animare quel servizio che noi stessi, fedeli imitatori di Maria, siamo chiamati a compiere a favore di una umanità, così povera di bellezza, così necessitante di aiuto, così desiderosa di amore e, in sostanza, così bisognosa dello splendore e della bellezza di Dio.

 

Inserito Martedi 1 Maggio 2018, alle ore 9:55:55 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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